ciao a tutti,x ducciopa e altri interessati al s.copper.
Dow Jones AcciaioReport
Rame/Premi Shanghai crollano a 60 USD/t di Gianclaudio Torlizzi
Il rally dei prezzi dei non ferrosi scambiati sul London Metal Exchange (Lme) inizia far sentire i suoi effetti sulla domanda finale cinese. Stando a fonti di mercato interpellate da AcciaioReport, i premi cinesi sul rame sono crollati del 50%, a 60-70 USD/t, sulla scia dell’indebolimento della domanda da parte dei trader cinesi che denunciano le minori opportunità di arbitraggio Londra-Shanghai.
Fonti di mercato rivelano infatti che il differenziale del rame Londra-Shanghai si è ampliato a circa 5000 CNY/t, pari a 750 USD/t, da 2000 CNY/t di poche settimane fa, rendendo così poco profittevole acquistare rame a Londra per poi rivenderlo in Cina.
La pausa intrapresa dai trader cinesi giunge in concomitanza con il rally del rame Lme che veleggia in questi giorni intorno ai livello di 8500 USD/t. “Solitamente i trader non attuano alcuna manovra di arbitraggio quando il differenziale Londra-Shanghai inizia a superare i 1.500 CNY/t – spiega un operatore – Con il gap che oggi a arriva a 5.000 CNY/t, prevediamo che il prossimo dato sulle importazioni di rame in Cina si rivelerà debole”.
In verità, già nell’ultimo dato relativo a settembre qualche segnale in tal senso si era potuto osservare: le importazioni di rame in Cina hanno registrato su base mensile un calo dell’11% a 238,7 mila tonnellate. Secondo altri operatori a incidere sulla domanda futura di rame potrebbe giungere una nuova fase restrittiva di politica monetaria da parte della Banca centrale cinese. La quale, al fine di smorzare possibili fiammate inflazionistiche, due settimane fa ha inaspettatamente alzato di 25 punti base i tassi di interesse a 1 anno.
L’indebolimento della domanda di rame da parte dei trader cinesi sta facendo drizzare le orecchie alla comunità finanziaria di Londra la quale, forte del’ampia liquidità che gira sui mercati grazie alla debolezza del dollaro, continua a spingere al rialzo i prezzi dei non ferrosi.
Tuttavia, stando a un navigato broker, la correzione dei prezzi sarebbe vicina. Spiega ad AcciaioReport: “Il recente rally dei prezzi dei non ferrosi è stato determinato in larga parte dall’annuncio della Federal Reserve, la banca centrale Usa, di una nuova immissione di liquidità, finalizzata ad allontanare lo spettro di una nuova fase recessiva. Questa inondazione di dollari non poteva non riversarsi sul prezzo dei non ferrosi che dall’inizio di settembre, cogliendo tutti di sorpresa, hanno iniziato a registrare forti rialzi”. “Tuttavia – continua - ritengo che novembre possa essere il mese del consolidamento dei prezzi. Le date da tener d’occhio sono il 2 novembre quando si avranno le elezioni Usa per il rinnovo del Congresso e il 3 novembre quando la banca centrale Usa darà l’annuncio ufficiale di nuovo allentamento quantitativo (Quantitative Easing)”. “È possibile che dopo queste due ricorrenze i prezzi si raffredderanno – conclude - ma attenzione: nessuno si aspetti cali esagerati. La liquidità è talmente forte nel sistema che eventuali correzioni di mercato sarebbero viste dai trader come una grande occasione per tornare agli acquisti”.
Che la tendenza di medio termine del prezzo dei non ferrosi rimanga improntata al rialzo lo riassume efficacemente Barclays Capital. In una nota inviata alla clientela che AcciaioReport ha potuto visionare, la banca d’affari londinese spiega: “Se da un lato con il recente rialzo della politica monetaria vi sarebbe la possibilità che la Cina attui nuove manovre restrittive nel primo trimestre del prossimo anno gli incentivi sul fronte della liquidità rimarranno probabilmente in vigore proprio per evitare un rallentamento della produzione industriale e degli investimenti fissi. Dunque, contrariamente alle attese intravediamo in queste manovre di restrizione monetaria, l’assicurazione per una crescita futura sostenibile e dunque per il mantenimento di un forte appetito per le materie prime”.
Gianclaudio Torlizzi
Dow Jones Energy & Commodities