Batteri sempre più forti caccia al super-antibiotico - Repubblica.it
Maggiore capacità dei bacilli di resistere ai farmaci. "La ricerca è stata ferma per decenni.
Adesso servono più investimenti". Gli esperti: un nuovo farmaco per sconfiggere le infezioni del futuro
dal nostro inviato ELENA DUSI
UPPSALA - È l'invitato più importante del congresso, ma non ama farsi vedere. Ne parlano a Uppsala, in Svezia, duecento infettivologi che hanno visto le tracce del suo passaggio in India e Pakistan. Nel frattempo lui è arrivato anche in Europa muovendosi a passi felpati, senza far paura come l'Aids o destare il clamore della pandemia di influenza. Ma ha una caratteristica che rappresenta un punto di non ritorno: è un batterio capace di resistere a tutti gli antibiotici che abbiamo a disposizione.
"Da decenni non inventiamo nuovi antibiotici" spiega Otto Cars, infettivologo della locale università svedese e organizzatore della conferenza "The global need for effective antibiotics". "I batteri con il tempo imparano a difendersi dai farmaci vecchi. La conseguenza? Rischiamo di tornare indietro di cent'anni, all'epoca in cui Fleming non aveva ancora scoperto la penicillina, il 90% dei malati di polmonite non si salvava, le infezioni erano la prima causa di morte e non erano possibili i grandi interventi di chirurgia".
La notizia è stata pubblicata ad agosto dalla rivista medica The Lancet. In India e Pakistan sono stati scoperti un centinaio di pazienti infettati da batteri invincibili. Hanno un nuovo gene che produce l'enzima Ndm-1, capace di fare a pezzetti i farmaci che dovrebbero ucciderlo. "In realtà - precisa Cars - ci sarebbero due antibiotici in grado di fermarla. Ma uno è estremamente tossico per i reni, e l'altro non riuscirebbe mai ad arrestare grandi infezioni".
Ndm-1 non è un gene pericoloso in sé: finora in Europa ha causato una sola vittima a giugno, a Bruxelles. Ma se decidesse di diffondersi in altri batteri letali, non potremmo far nulla per fermarlo. "Molti pazienti europei e americani si rivolgono all'India per interventi di chirurgia estetica. Ndm-1 rischia di trasformarsi in un problema di salute pubblica mondiale" spiega Timothy Walsh, il ricercatore dell'università di Cardiff che ha scoperto l'enzima. "Ndm-1 è solo l'ultima sfida - aggiunge Guénael Rodier dell'Organizzazione mondiale della Sanità - Il problema è che quasi tutti gli antibiotici sono stati scoperti fra gli anni '50 e '70. Negli ultimi 40 anni abbiamo introdotto solo due nuove classi di farmaci. Ora la ricerca sembra ferma, mentre la resistenza dei microrganismi aumenta".
Il meccanismo è quello della selezione naturale. Un ciclo di antibiotici spazza via la maggior parte della colonia, ma lascia vivi i batteri resistenti, che si riproducono e danno vita a una nuova generazione "corazzata". Lo stesso Fleming, quando nel 1945 venne a Stoccolma a ritirare il Nobel, avvertì: "Non è difficile per i microbi imparare a resistere alla penicillina".
È quello che è accaduto in Asia con i batteri super-resistenti. Ma le accuse di Lancet al turismo medico hanno scatenato una guerra diplomatica con l'India. L'acronimo Ndm-1 coniato dalla rivista significa infatti "New Delhi metallo-beta-lactamase" e ha mandato su tutte le furie le autorità di un Paese che offre interventi chirurgici di ogni tipo a metà prezzo rispetto a Europa e Stati Uniti e prevede una crescita del 30% di questa industria nei prossimi 5 anni. "Contestiamo fermamente il nome dato all'enzima" ha dichiarato il ministro della Salute indiano, mentre un deputato nazionalista se la prendeva con il complotto delle multinazionali occidentali.
Mentre l'India litiga, Big Pharma latita. Scoprire, produrre e testare un nuovo farmaco costa in media dieci anni di studi e dieci milioni di dollari. Gli antibiotici sono la Cenerentola dell'industria farmaceutica: li si prende per una settimana e quando i batteri hanno sviluppato resistenza diventano inutili. Le nuove strade messe in cantiere, poi, hanno un sapore ancora troppo pionieristico, come quella di individuare nuovi principi dalla pelle delle rane o dal sistema nervoso degli insetti.
Ma se l'egoismo delle aziende private non aiuta, anche l'altruismo nasconde pericoli subdoli. Lo ha raccontato a Uppsala l'igienista pachistano Zulfiqar Bhutta. "A causa delle inondazioni nel mio Paese, le industrie e le Ong inviano antibiotici e migliaia di questi farmaci somministrati senza filtri a milioni di persone ammassate in situazioni igieniche precarie sono ingredienti perfetti per l'emergere di batteri invincibili". "Paragonare il fenomeno della resistenza agli antibiotici al riscaldamento climatico non è un'esagerazione" conclude Otto Cars. "In entrambi i casi, sappiamo benissimo qual è il rischio, ma nessuno fa nulla per intervenire".