NicOx.... in attesa di..... (23 lettori)

guly

Forumer storico
urgono news per poter tornare a discutere di noicox...
che quella periodica e scontata di oggi sia un antipasto?...
speriamo..

News archive - HUGIN

un po' difficile avere news da nicox.e' sempre stata molto stitica in questo,ma d'aldronde avendo solo una tecnologia come oggetto e' difficile che esceno news con una certa frequenza.sinceramente ci cono altre societa' che hanno pipeline molto piu' variate e ampie.purtroppo abbiamo cfreduto solo a chiacchiere molto ben costruite.vedi che piu' di quello non sale.le news le devono inventare per poter giocare.escono solo i rumors.resto apatia totale.
 

Miki53

Nessun pasto è gratis
??????

Future Recommendations

Part of the uncertainty about NSAID use, including treat-
ment with COX-2 inhibitors, is due to the exclusion of
patients with CV disease from randomized controlled trials,
making it difficult to determine the true risks of NSAIDs for
CV disease. Another difficulty involves the choice of com-
parator ns-NSAIDs in trials of COX-2 inhibitors. Diclofe-
nac, for example, was used for comparison in clinical trials
assessing the efficacy of celecoxib and etoricoxib. However,
diclofenac has been associated with higher CV risk than
other ns-NSAIDs.
The dilution of relative risk associated with many
COX-2 inhibitors over successive studies combined with
the significantly lower rates of their prescription for recur-
rent heart failure suggests that prescribers have heeded
messages that NSAIDs may precipitate heart failure and
other heart conditions in vulnerable individuals and have
applied the same strategy in the use of COX-2 inhibitors.
Future research should include the development of new
medications for pain control. New classes of anti-inflam-
matory and analgesic agents are in development, such as
COX-inhibiting nitric oxide donators56 and selective E pro-
stanoid receptor antagonists.These agents may in-
duce less destabilization of BP control in treated patients
with hypertension, including patients taking renin-angioten-
sin system– blocking drugs.
Finally, of special importance
to cardiologists, the possibility of significant adverse inter-
actions between NSAIDs and angiographic contrast agents
should be studied.

:eek:

simis ....buonasera ....
da dove viene sto articolo ...?

ciao .
miki.
 

simis

Encoxé à fond
C'est un extrait de l'AJC ça va bientôt être publié
Un petit scoop en somme ...

AJC Editor’s Consensus: Selective and Nonselective Nonsteroidal
Anti-Inflammatory Drugs and Cardiovascular Risk
 
Ultima modifica:

ugotega

Forumer storico
un po' difficile avere news da nicox.e' sempre stata molto stitica in questo,ma d'aldronde avendo solo una tecnologia come oggetto e' difficile che esceno news con una certa frequenza.sinceramente ci cono altre societa' che hanno pipeline molto piu' variate e ampie.purtroppo abbiamo cfreduto solo a chiacchiere molto ben costruite.vedi che piu' di quello non sale.le news le devono inventare per poter giocare.escono solo i rumors.resto apatia totale.

a parte che le sperimentazioni potrebbero andare avanti...
quello che dici è giusto...
dipende da che lato si vede...
se ci fosse convalida della tecnologia allora significherebbe che si possono sviluppare anche altri farmaci...
il fatto di avere un'unica tecnologia aumenta il rischio ma anche le possibilità di gain se qualcosa dovesse andare bene..
altrimenti...
 

Zohar

Forumer storico
Future Recommendations

Part of the uncertainty about NSAID use, including treat-
ment with COX-2 inhibitors, is due to the exclusion of
patients with CV disease from randomized controlled trials,
making it difficult to determine the true risks of NSAIDs for
CV disease. Another difficulty involves the choice of com-
parator ns-NSAIDs in trials of COX-2 inhibitors. Diclofe-
nac, for example, was used for comparison in clinical trials
assessing the efficacy of celecoxib and etoricoxib. However,
diclofenac has been associated with higher CV risk than
other ns-NSAIDs.
The dilution of relative risk associated with many
COX-2 inhibitors over successive studies combined with
the significantly lower rates of their prescription for recur-
rent heart failure suggests that prescribers have heeded
messages that NSAIDs may precipitate heart failure and
other heart conditions in vulnerable individuals and have
applied the same strategy in the use of COX-2 inhibitors.
Future research should include the development of new
medications for pain control. New classes of anti-inflam-
matory and analgesic agents are in development, such as
COX-inhibiting nitric oxide donators56 and selective E pro-
stanoid receptor antagonists.These agents may in-
duce less destabilization of BP control in treated patients
with hypertension, including patients taking renin-angioten-
sin system– blocking drugs.
Finally, of special importance
to cardiologists, the possibility of significant adverse inter-
actions between NSAIDs and angiographic contrast agents
should be studied.

Très bien SIMIS, la publication est appréciable et il révélerait un possible meilleur futur pour NicOx.

Nous verrons si cela peut se réaliser.
 

magolibero

..se la sà gira..
Batteri sempre più forti, caccia al super-antibiotico

[url=http://www.repubblica.it/scienze/2010/09/08/news/batteri_ancora_pi_forti-6851348/?ref=HRERO-1]Batteri sempre pi forti caccia al super-antibiotico - Repubblica.it[/url]

Maggiore capacità dei bacilli di resistere ai farmaci. "La ricerca è stata ferma per decenni.
Adesso servono più investimenti". Gli esperti: un nuovo farmaco per sconfiggere le infezioni del futuro
dal nostro inviato ELENA DUSI

UPPSALA - È l'invitato più importante del congresso, ma non ama farsi vedere. Ne parlano a Uppsala, in Svezia, duecento infettivologi che hanno visto le tracce del suo passaggio in India e Pakistan. Nel frattempo lui è arrivato anche in Europa muovendosi a passi felpati, senza far paura come l'Aids o destare il clamore della pandemia di influenza. Ma ha una caratteristica che rappresenta un punto di non ritorno: è un batterio capace di resistere a tutti gli antibiotici che abbiamo a disposizione.

"Da decenni non inventiamo nuovi antibiotici" spiega Otto Cars, infettivologo della locale università svedese e organizzatore della conferenza "The global need for effective antibiotics". "I batteri con il tempo imparano a difendersi dai farmaci vecchi. La conseguenza? Rischiamo di tornare indietro di cent'anni, all'epoca in cui Fleming non aveva ancora scoperto la penicillina, il 90% dei malati di polmonite non si salvava, le infezioni erano la prima causa di morte e non erano possibili i grandi interventi di chirurgia".

La notizia è stata pubblicata ad agosto dalla rivista medica The Lancet. In India e Pakistan sono stati scoperti un centinaio di pazienti infettati da batteri invincibili. Hanno un nuovo gene che produce l'enzima Ndm-1, capace di fare a pezzetti i farmaci che dovrebbero ucciderlo. "In realtà - precisa Cars - ci sarebbero due antibiotici in grado di fermarla. Ma uno è estremamente tossico per i reni, e l'altro non riuscirebbe mai ad arrestare grandi infezioni".

Ndm-1 non è un gene pericoloso in sé: finora in Europa ha causato una sola vittima a giugno, a Bruxelles. Ma se decidesse di diffondersi in altri batteri letali, non potremmo far nulla per fermarlo. "Molti pazienti europei e americani si rivolgono all'India per interventi di chirurgia estetica. Ndm-1 rischia di trasformarsi in un problema di salute pubblica mondiale" spiega Timothy Walsh, il ricercatore dell'università di Cardiff che ha scoperto l'enzima. "Ndm-1 è solo l'ultima sfida - aggiunge Guénael Rodier dell'Organizzazione mondiale della Sanità - Il problema è che quasi tutti gli antibiotici sono stati scoperti fra gli anni '50 e '70. Negli ultimi 40 anni abbiamo introdotto solo due nuove classi di farmaci. Ora la ricerca sembra ferma, mentre la resistenza dei microrganismi aumenta".

Il meccanismo è quello della selezione naturale. Un ciclo di antibiotici spazza via la maggior parte della colonia, ma lascia vivi i batteri resistenti, che si riproducono e danno vita a una nuova generazione "corazzata". Lo stesso Fleming, quando nel 1945 venne a Stoccolma a ritirare il Nobel, avvertì: "Non è difficile per i microbi imparare a resistere alla penicillina".

È quello che è accaduto in Asia con i batteri super-resistenti. Ma le accuse di Lancet al turismo medico hanno scatenato una guerra diplomatica con l'India. L'acronimo Ndm-1 coniato dalla rivista significa infatti "New Delhi metallo-beta-lactamase" e ha mandato su tutte le furie le autorità di un Paese che offre interventi chirurgici di ogni tipo a metà prezzo rispetto a Europa e Stati Uniti e prevede una crescita del 30% di questa industria nei prossimi 5 anni. "Contestiamo fermamente il nome dato all'enzima" ha dichiarato il ministro della Salute indiano, mentre un deputato nazionalista se la prendeva con il complotto delle multinazionali occidentali.

Mentre l'India litiga, Big Pharma latita. Scoprire, produrre e testare un nuovo farmaco costa in media dieci anni di studi e dieci milioni di dollari. Gli antibiotici sono la Cenerentola dell'industria farmaceutica: li si prende per una settimana e quando i batteri hanno sviluppato resistenza diventano inutili. Le nuove strade messe in cantiere, poi, hanno un sapore ancora troppo pionieristico, come quella di individuare nuovi principi dalla pelle delle rane o dal sistema nervoso degli insetti.

Ma se l'egoismo delle aziende private non aiuta, anche l'altruismo nasconde pericoli subdoli. Lo ha raccontato a Uppsala l'igienista pachistano Zulfiqar Bhutta. "A causa delle inondazioni nel mio Paese, le industrie e le Ong inviano antibiotici e migliaia di questi farmaci somministrati senza filtri a milioni di persone ammassate in situazioni igieniche precarie sono ingredienti perfetti per l'emergere di batteri invincibili". "Paragonare il fenomeno della resistenza agli antibiotici al riscaldamento climatico non è un'esagerazione" conclude Otto Cars. "In entrambi i casi, sappiamo benissimo qual è il rischio, ma nessuno fa nulla per intervenire".
 

magolibero

..se la sà gira..
Batteri sempre più forti caccia al super-antibiotico - Repubblica.it

Maggiore capacità dei bacilli di resistere ai farmaci. "La ricerca è stata ferma per decenni.
Adesso servono più investimenti". Gli esperti: un nuovo farmaco per sconfiggere le infezioni del futuro
dal nostro inviato ELENA DUSI

UPPSALA - È l'invitato più importante del congresso, ma non ama farsi vedere. Ne parlano a Uppsala, in Svezia, duecento infettivologi che hanno visto le tracce del suo passaggio in India e Pakistan. Nel frattempo lui è arrivato anche in Europa muovendosi a passi felpati, senza far paura come l'Aids o destare il clamore della pandemia di influenza. Ma ha una caratteristica che rappresenta un punto di non ritorno: è un batterio capace di resistere a tutti gli antibiotici che abbiamo a disposizione.

"Da decenni non inventiamo nuovi antibiotici" spiega Otto Cars, infettivologo della locale università svedese e organizzatore della conferenza "The global need for effective antibiotics". "I batteri con il tempo imparano a difendersi dai farmaci vecchi. La conseguenza? Rischiamo di tornare indietro di cent'anni, all'epoca in cui Fleming non aveva ancora scoperto la penicillina, il 90% dei malati di polmonite non si salvava, le infezioni erano la prima causa di morte e non erano possibili i grandi interventi di chirurgia".

La notizia è stata pubblicata ad agosto dalla rivista medica The Lancet. In India e Pakistan sono stati scoperti un centinaio di pazienti infettati da batteri invincibili. Hanno un nuovo gene che produce l'enzima Ndm-1, capace di fare a pezzetti i farmaci che dovrebbero ucciderlo. "In realtà - precisa Cars - ci sarebbero due antibiotici in grado di fermarla. Ma uno è estremamente tossico per i reni, e l'altro non riuscirebbe mai ad arrestare grandi infezioni".

Ndm-1 non è un gene pericoloso in sé: finora in Europa ha causato una sola vittima a giugno, a Bruxelles. Ma se decidesse di diffondersi in altri batteri letali, non potremmo far nulla per fermarlo. "Molti pazienti europei e americani si rivolgono all'India per interventi di chirurgia estetica. Ndm-1 rischia di trasformarsi in un problema di salute pubblica mondiale" spiega Timothy Walsh, il ricercatore dell'università di Cardiff che ha scoperto l'enzima. "Ndm-1 è solo l'ultima sfida - aggiunge Guénael Rodier dell'Organizzazione mondiale della Sanità - Il problema è che quasi tutti gli antibiotici sono stati scoperti fra gli anni '50 e '70. Negli ultimi 40 anni abbiamo introdotto solo due nuove classi di farmaci. Ora la ricerca sembra ferma, mentre la resistenza dei microrganismi aumenta".

Il meccanismo è quello della selezione naturale. Un ciclo di antibiotici spazza via la maggior parte della colonia, ma lascia vivi i batteri resistenti, che si riproducono e danno vita a una nuova generazione "corazzata". Lo stesso Fleming, quando nel 1945 venne a Stoccolma a ritirare il Nobel, avvertì: "Non è difficile per i microbi imparare a resistere alla penicillina".

È quello che è accaduto in Asia con i batteri super-resistenti. Ma le accuse di Lancet al turismo medico hanno scatenato una guerra diplomatica con l'India. L'acronimo Ndm-1 coniato dalla rivista significa infatti "New Delhi metallo-beta-lactamase" e ha mandato su tutte le furie le autorità di un Paese che offre interventi chirurgici di ogni tipo a metà prezzo rispetto a Europa e Stati Uniti e prevede una crescita del 30% di questa industria nei prossimi 5 anni. "Contestiamo fermamente il nome dato all'enzima" ha dichiarato il ministro della Salute indiano, mentre un deputato nazionalista se la prendeva con il complotto delle multinazionali occidentali.

Mentre l'India litiga, Big Pharma latita. Scoprire, produrre e testare un nuovo farmaco costa in media dieci anni di studi e dieci milioni di dollari. Gli antibiotici sono la Cenerentola dell'industria farmaceutica: li si prende per una settimana e quando i batteri hanno sviluppato resistenza diventano inutili. Le nuove strade messe in cantiere, poi, hanno un sapore ancora troppo pionieristico, come quella di individuare nuovi principi dalla pelle delle rane o dal sistema nervoso degli insetti.

Ma se l'egoismo delle aziende private non aiuta, anche l'altruismo nasconde pericoli subdoli. Lo ha raccontato a Uppsala l'igienista pachistano Zulfiqar Bhutta. "A causa delle inondazioni nel mio Paese, le industrie e le Ong inviano antibiotici e migliaia di questi farmaci somministrati senza filtri a milioni di persone ammassate in situazioni igieniche precarie sono ingredienti perfetti per l'emergere di batteri invincibili". "Paragonare il fenomeno della resistenza agli antibiotici al riscaldamento climatico non è un'esagerazione" conclude Otto Cars. "In entrambi i casi, sappiamo benissimo qual è il rischio, ma nessuno fa nulla per intervenire".
 

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