NON E' MAi FACILE VOLTARE ALCUNE PAGINE DELLA NOSTRA VITA, MA POI...

In Scozia ce la stanno facendo e noi ??.......siamo un popolo bue.

Ci saremmo stupiti se non lo avesse fatto. Anzi, l'avremmo addirittura accusata di starsene con le mani in mano. Purtroppo, però, la titolare della Farnesina sembra riottosa a mischiarsi col popolo. Anche nei trasferimenti ben serviti dalle compagnie aeree convenzionali la Mogherini preferisce i voli di Stato.
Peccato che, dopo gli abusi del passato, una direttiva del governo Berlusconi e una circolare del governo Letta stabiliscono che i ministri devono preferibilmente usare i voli di linea, soprattutto se le compagnie coprono la tratta. Solo se questa opzione non è possibile, allora si può fare richiesta di un volo di Stato presentando la documentazione del caso. La stretta voluta dall'allora premier Silvio Berlusconi mira a ridurre i costi che con i voli di Stato lievitano a dismisura. Come spiega Stefano Sansonetti sul sito La notizia, dall'insediamento del governo Renzi, la Mogherini ha preso ben diciotto volte l'aereo di Stato, tutte concentrate negli ultimi quattro mesi.
Come risulta dall’elenco redatto dall’apposito ufficio della presidenza del Consiglio, la maggior parte delle tratte coperte dalla titolare della Farnesina erano servite da voli commerciali. Lo scorso 23 luglio, per esempio, è volata a Bruxelles da Roma con un aereo di Stato. Peccato che lo stesso spostamento sia garantito da compagnie come Alitalia, Iberia, Vueling, British Airways e Brussels Airlines. E ancora: lo scorso 3 giugno è andata da Vienna a Roma. Anche in questo caso la tratta avrebbe potuto essere coperta da Alitalia, Meridiana, Austrian e Air Berlin.
 
L’invidia sociale è una brutta malattia, che colpisce soprattutto l’Italia. Resta sopita in molti di noi finché non interviene un evento inaspettato a scatenare la reazione morbosa, tanto più forte quanto più alta è la cifra che qualcuno percepisce.
E quale evento migliore per scatenarla della super liquidazione di Luca Cordero di Montezemolo dal vertice della Ferrari? Il manager prende una valanga di soldi, ed ecco che la stampa si scatena: Il Fatto Quotidiano fa un articolo in cui descrive nei dettagli i benefit di Montezemolo (l’invidia si accompagna sempre al voyeurismo) mentre Libero – che pur è un giornale di destra – lancia il sondaggio “secondo voi 27 milioni sono immorali”: l’84% risponde di sì e solo il 16% no. Come scrive significativamente un commentatore: «La sommetta di liquidazione per sopravvivere corrisponde semplicemente (al lordo) a 1.800 anni di lavoro di un operaio come mio figlio, mentre (al netto) solo a 2.700 anni circa!! Somma ampiamente giustificata: a 67 anni deve dare da mangiare al figlioletto di 4 anni!!!!!!! Avete notato dell’ironia? No, è soltanto amaro, acre, doloroso, impotente sarcasmo».
 
Eppure, scusate, dov’è il problema se un’azienda privata decide di dare così tanti soldi (privati, lo ribadiamo) a un suo manager?

E dov'era il grande giornalista scandalizzato, quando i soldi venivano dati ai dirigenti di banca - tipo MPS - oppure ai dirigenti di aziende pubbliche ?

Da quanto ho a mia conoscenza Ferrari S.p.A non è quotata in borsa.
Pertanto sono soldi di PRIVATI e con i miei soldi faccio il .azz. che voglio.
 
Nei giorni in cui non si parla d’altro che di Luca Cordero di Montezemolo disarcionato dal Cavallino, di addio eccellente ce n’è almeno un altro. Parliamo, ovviamente, di quello – più volte annunciato – di Carlo Cottarelli che, dal prossimo ottobre, non sarà più commissario alla spending review. «Ha chiesto di tornare al Fmi per motivi familiari. Io gli ho chiesto di restare fino alla prossima finanziaria», ha detto Renzi in una conferenza stampa cercando di celare i ben contrasti che, ne siamo certi, hanno influito sulla decisione di entrambe le parti. Fin qui, però, nulla di nuovo. La notizia è che Cottarelli avrà un successore: quasi di sicuro Yoram , bravo economista di origine israeliana (ha passato 24 anni nella multinazionale della consulenza Mc Kinsey) diventato nel tempo il nume di Matteo per tutto ciò che riguarda le politiche dove ci sono di mezzo i soldi. Basti pensare che fu proprio lui, in un’intervista al Sole 24 Ore del settembre scorso, a proporre caldamente un taglio dell’Irpef sui redditi più bassi dando il là alla nota retorica sugli 80 euro al mese.
 
Gutgeld, come abbiamo accennato, ha tante idee giuste. Certo, non è un liberista tendenza Luttwak (che nel Pd non sarebbe sopravvissuto un giorno solo), ma nel tempo ha proposto buone cose tra cui un piano shock di 20 miliardi di privatizzazioni e un taglio delle pensioni sopra i 3mila euro. Ora la proposta in sé, ci rendiamo conto, può apparire un po’ antipatica. Eppure, a ben vedere, non dovrebbe esserlo. Come scrivono Fabrizio e Stefano Patriarca sul quotidiano lavoce.info «nei cinque anni della crisi sono andati in pensione (previdenziale) circa 1,6 milioni di persone, con un costo complessivo pari a 31 miliardi a regime (cioè nel 2012), e che di questi 31 miliardi ben l’80 per cento della spesa (e cioè 24 miliardi) è andato a 717 mila persone che hanno avuto le pensioni più alte, con medie di 2600 euro o importi più elevati». Al che uno potrebbe obiettare che il problema non c’è: è normale che chi ha versato di più prenda anche di più. Non sarete mica diventati tutti comunisti o pauperisti in linea Fusaro?
 
Eppure, scusate, dov’è il problema se un’azienda privata decide di dare così tanti soldi (privati, lo ribadiamo) a un suo manager?

E dov'era il grande giornalista scandalizzato, quando i soldi venivano dati ai dirigenti di banca - tipo MPS - oppure ai dirigenti di aziende pubbliche ?

Da quanto ho a mia conoscenza Ferrari S.p.A non è quotata in borsa.
Pertanto sono soldi di PRIVATI e con i miei soldi faccio il .azz. che voglio.

se invece quei soldi li dai un po in più agli operai non sarebbe meglio per la tua azienda ? :-o

Gutgeld, come abbiamo accennato, ha tante idee giuste. Certo, non è un liberista tendenza Luttwak (che nel Pd non sarebbe sopravvissuto un giorno solo), ma nel tempo ha proposto buone cose tra cui un piano shock di 20 miliardi di privatizzazioni e un taglio delle pensioni sopra i 3mila euro. Ora la proposta in sé, ci rendiamo conto, può apparire un po’ antipatica. Eppure, a ben vedere, non dovrebbe esserlo. Come scrivono Fabrizio e Stefano Patriarca sul quotidiano lavoce.info «nei cinque anni della crisi sono andati in pensione (previdenziale) circa 1,6 milioni di persone, con un costo complessivo pari a 31 miliardi a regime (cioè nel 2012), e che di questi 31 miliardi ben l’80 per cento della spesa (e cioè 24 miliardi) è andato a 717 mila persone che hanno avuto le pensioni più alte, con medie di 2600 euro o importi più elevati». Al che uno potrebbe obiettare che il problema non c’è: è normale che chi ha versato di più prenda anche di più. Non sarete mica diventati tutti comunisti o pauperisti in linea Fusaro?

se sono soldi effettivamente versati SI.. se parliamo di retributivo NO

giorno popolo di tagliati dalla spending review :-o:D
 
Certo che no.

Il problema è che chi prende una pensione più alta ha anche il maggior squilibrio (anche percentuale) fra contributi versati e assegno erogato.



Per essere precisi chi col retributivo prende un assegno da 425 euro ne ha versati di media 381 (44 euro di scarto, pari al 10,2%), mentre chi ne prende 2.728 ne ha versati di media 1.414 con uno squilibrio del 34,1%.

Tagliare le pensioni più alte vuol dire, quindi, riportare un po’ di giustizia.



Eppure Renzi lo ha subito stoppato: «Non è che dai i soldi a quelli che prendono 1.500 euro e li vai a prendere a chi prende 2mila», ha detto per prevenire ogni possibile critica. Ed ha poi aggiunto che i tagli saranno ragionati e selettivi.


Un modo gentile per dire che, come potevamo ampiamente immaginare, tagli non ce ne saranno proprio. Al massimo qualche piccola sforbiciata subito colmata da nuovi (e maggiori) aumenti di spesa. Alla faccia di chi aveva creduto che Renzi volesse, finalmente, porre rimedio al più grande problema italiano: la spesa incontrollata.
 
Pilu, non penso proprio che gli operai della Ferrari si possano lamentare dello stipendio che prendono. E del lavoro che fanno. E dove lo fanno.

Immagina solo a quanto ammonta il premio di risultato.
 
Certo che no.

Il problema è che chi prende una pensione più alta ha anche il maggior squilibrio (anche percentuale) fra contributi versati e assegno erogato.



Per essere precisi chi col retributivo prende un assegno da 425 euro ne ha versati di media 381 (44 euro di scarto, pari al 10,2%), mentre chi ne prende 2.728 ne ha versati di media 1.414 con uno squilibrio del 34,1%.

Tagliare le pensioni più alte vuol dire, quindi, riportare un po’ di giustizia.



Eppure Renzi lo ha subito stoppato: «Non è che dai i soldi a quelli che prendono 1.500 euro e li vai a prendere a chi prende 2mila», ha detto per prevenire ogni possibile critica. Ed ha poi aggiunto che i tagli saranno ragionati e selettivi.


Un modo gentile per dire che, come potevamo ampiamente immaginare, tagli non ce ne saranno proprio. Al massimo qualche piccola sforbiciata subito colmata da nuovi (e maggiori) aumenti di spesa. Alla faccia di chi aveva creduto che Renzi volesse, finalmente, porre rimedio al più grande problema italiano: la spesa incontrollata.

Val di cosa vogliamo parlare ? oramai la condanna è tra poco definitiva.. quindi pensiamo arilassarci i tempi bui saranno lunghi :wall:

Renzi vuole fare subito la nuova legge elettorale perchè pensa che se vince potrà finire l'opera... peccato che oramai i tempi per aspettare ancora non ce ne sono più...
 
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