NON E' MAi FACILE VOLTARE ALCUNE PAGINE DELLA NOSTRA VITA, MA POI...

Queste sono le disfunzioni da eliminare.
I certi momenti mi sento tanto vicino ai vecchi paesi comunisti.
Dove il prezzo veniva imposto dall'alto.

E cosa dire delle centrali di acquisto ?

Una centrale d'acquisto è una organizzazione che si occupa dell'acquisto di grandi quantità di prodotti per conto di più acquirenti.
Dal punto di vista della grande distribuzione, le centrali sono uno strumento di «razionalizzazione e programmazione delle forniture». Attraverso la costituzione di una centrale di acquisto la grande distribuzione cerca infatti di ottenere una riduzione dei prezzi di acquisto, semplificazione delle procedure, controllo dei consumi, ottimizzazione della logistica, migliore integrazione con i propri fornitori.


Questo vuol dire affamare il produttore....come nel caso dei pomodori, come nel caso delle mele.

Pilu, ci vuole una rivoluzione.
 
L'industria è finita... ora passiamo all'agricoltura :-o:wall::wall::wall:



Mele quotate a 3 centesimi al chilo: agricoltore di Merlara distrugge il raccolto
Protesta shock di un agricoltore di Merlara: distrutto un intero raccolto di mele il cui valore commerciale è ormai prossimo allo zero. «Non copriamo neppure le spese»

La protesta di Coldiretti: distrutto un intero raccolto
MERLARA. Mele a due centesimi al chilo, tanto vale distruggere il raccolto. Ed è proprio quello che hanno fatto, questa mattina, una cinquantina di imprenditori agricoli della Bassa Padovana. I produttori di ortofrutta della zona si sono riuniti nell’azienda agricola di Marcello Salandin, a Merlara, dando vita ad una manifestazione dall’alto tasso provocatorio: è stato distrutto un intero raccolto di mele, il cui valore commerciale è ormai prossimo allo zero.
«Si tratta di mele quotate in media 2-3 centesimi al chilo» denuncia Coldiretti Padova, promotrice dell’iniziativa «Con questi prezzi gli agricoltori non coprono nemmeno un terzo delle spese di raccolta, quindi le mele ormai mature vengono lasciate sugli alberi. Una parte verrà distrutta in diretta per denunciare uno scandalo tutto italiano, aggravato dall’ingresso indiscriminato e senza controlli di frutta straniera. In tempi di crisi per le famiglie, gli agricoltori - a causa delle distorsioni della filiera e di un mercato senza regole - non sono in grado nemmeno di staccare la frutta dagli alberi».
«L’anno scorso le mele andavano a 13-14 centesimi al chilo, con punte anche di 25 per le prime scelte» conferma Aimo Besaggio, capozona Coldiretti per il Montagnanese «Anche l’anno prima i prezzi erano stati positivi, o almeno erano bastati a coprire le spese di produzione. Quest’anno le condizioni meteo poco favorevole e poi l’embargo russo ci hanno messo in ginocchio. E il discorso vale per l’intero settore ortofrutticolo: in quest’estate si sono salvati solo i meloni, mentre abbiamo accusato pesanti perdite per mele, pere, pesche e frutta in genere». Chiude Besaggio: «Eppure basta entrare in un qualsiasi supermercato, anche qui in zona, e difficilmente si riesce a comprare un chilo di mele a meno di 2 euro. A rimetterci, guarda caso, ci siamo sempre noi».

no no passimao all'industria..

leucos azienda leader ne manda 120 a casa
.. settore illuminazione...:-o:wall::wall:

stamani in auto pensavo...

io faccio un prodotto x diciamo una padella in plastica... pago x per imu rifiuti devo seguire mille leggi per non inquinare etc etc...

viene poi il polacco o il cinese che mi fa lo stesso prodotto nel proprio paese dove di tutte le leggi e leggine non ne esistono.. come si può competere ?

allora se libero mercato deve essere lo sia ma a parità di regole di produzione... altrimenti lo si vieta...:-o
 
PILU.....bastava mettere i dazi sulle mportazioni.

Non oggi. 20 anni fa. E vedevi che oggi l'Italia sarebbe stata ricca e florida.

Ma qualcuno aveva in mente l'Europa...peccato che proprio quelli che predicano bene sono i primi che producono all'estero, lo ri-marcano e lo vendono come made in .........
 
Perchè ricordatevi - se siete giovani - che la crisi ebbe inizio alla fine degli anni '80.
Le prime avvisaglie si videro allora......ma avevamo le spalle larghe....e gli economisti stupidi.

Prima i koreani, poi singapore, poi i cinesi, a seguire i turchi, i cechi, gli indiani, slovenia, romania, bulgaria, ........ho perso qualche cosa ?
 

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no no passimao all'industria..

leucos azienda leader ne manda 120 a casa
.. settore illuminazione...:-o:wall::wall:

stamani in auto pensavo...

io faccio un prodotto x diciamo una padella in plastica... pago x per imu rifiuti devo seguire mille leggi per non inquinare etc etc...

viene poi il polacco o il cinese che mi fa lo stesso prodotto nel proprio paese dove di tutte le leggi e leggine non ne esistono.. come si può competere ?

allora se libero mercato deve essere lo sia ma a parità di regole di produzione... altrimenti lo si vieta...:-o

Questa è la globalizzazione :-o:-o:-o:-o:wall::wall::wall:

Il problema è che invece di adeguare (migliorandole) le condizioni di lavoro e di inquinamento di quei Paesi... stiamo adeguando (peggiorandole) le nostre :wall::wall::wall:
 
Notate l'articolo...nessuna colpa al commercio. Ricaricare il 1000% su un pomodoro o su una mela ....è lecito.

La spesa al carrello

Direte: meglio, finalmente la spesa al supermercato guarda alle esigenze del portafoglio con il lavoro non va come dovrebbe, i costi obbligati come la casa, i carburanti e l’assicurazione auto/moto e le ferie appena dietro l’angolo con l’esborso economico che comportano. A ben vedere però sono la conferma di un Paese in deflazione con l’aggravante che il bonus Irpef 80 euro sui redditi bassi non ha stimolato (finora) la domanda di consumi. E qui le conseguenze - benefiche per il consumatore alla cassa - rischiano di non essere foriere di novità positive secondo la teoria macroeconomica. Il ragionamento è presto fatto e parte dalle considerazione che se i prezzi fanno la corsa del gambero per andare a intercettare una domanda che va a ritroso il cliente finale può essere portato psicologicamente a rimandare ulteriormente gli acquisti perché in attesa di un prezzo ancora più competitivo. Nella dialettica paradossale in cui causa ed effetto si scambiano i posti come nel teatro dell’assurdo l’unica cosa sicura è che con la deflazione (contabilizzata a luglio dall’Istat dopo 50 anni di crescita dei prezzi) il sistema industriale rischia di ridurre la taglia aumentando la disoccupazione che disgrega ulteriormente il tessuto sociale e cancella interi pezzi di domanda di consumi. Secondo alcuni addetti ai lavori della Grande distribuzione - alle prese per primi con la riduzione della spesa al carrello e nel vano tentativo di ridurne gli effetti sul conto economico ragionando sui volumi e su politiche di forte scontistica (ora oltre il 26% dei beni sono venduti in promozione) - il rischio è che per alcuni prodotti c’è il rischio della scomparsa della domanda. «E’ un fenomeno mai visto - dice Luciano Mazzone, fondatore di Klikkapromo Pazzi per le offerte- perché è una tendenza che colpisce interamente la classe media e non solo i ceti più disagiati». E’ come se si fosse instaurato nella psicologia collettiva un freno alle spese per una mancanza di fiducia che manda in cortocircuito tutto il sistema produttivo, in primis il manifatturiero che così ritarda gli investimenti in ricerca e sviluppo. L’esito finale è che trovare l’acqua sottocosto potrà anche farci tirare un sospiro di sollievo ma dovrebbe indurci a riflettere sul costo che sta pagando quella filiera produttiva.
 
prima renzie diceva che vanno male tutti.. ora che dirà ?

Accelerazione crescita dopo +0,1% nei due trimestre precedenti (ASCA) - Roma, 12 set 2014 - Nuovi miglioramenti sul mercato del lavoro dell'area euro: nel secondo trimestre il numero totale di occupati e' aumentato dello 0,2 per cento, secondo i dati diffusi da Eurostat, raggiungendo quota 146,5 milioni. Il progresso segna una accelerazione rispetto al piu' 0,1 per cento registrato dall'occupazione nei due trimestri precedenti. E nel confronto su base annua l'occupazione risulta aumentata dello 0,4 per cento, sempre nel secondo trimestre, a fronte del piu' 0,1 per cento del primo trimestre
 
ANCHE ASINI SONO..

(ASCA) - Roma, 12 set 2014 - La vita media residua del debito pubblico italiano resta, nel mese di luglio, pari a 6,8 anni. Nel luglio del 2013 era di 6,9 anni. E' quanto riporta il Supplemento finanza pubblica, fabbisogno e debito pubbicato da Bankitalia
 
preciso che io lavoro CON e non PER la GDO,
avete mai provato a guardere i bilanci della varie insegne?
sapete che sono pratiamente tutte in perdita.
si salvano perchè proprietari degli immobili ( i supermercati) ed incassono i soldi per gli affiti. (molto ed in alcuni casi troppo alti)
fosse per la vendita al supermercato potrebbero chiudere oggi pomeriggio....
 
No, no...la grande distruzione è truffaldina.
Ho il dubbio che non ne avete mai avuto a che fare.

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Più truffa di questa .......
 

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