NON HO TEMPO DI ODIARE CHI MI ODIA... (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
La VERITA' che fa male ai tanti "oscurantisti"



L’enorme ondata di casi di omicron in Sudafrica sembra diminuire con la stessa rapidità con cui è cresciuta.

La “bolla” Omicron quindi si sta già sgonfiando.

È durata quel tanto che serviva a far “impazzire” i mercati e prorogare stati d’emergenza e restrizioni.

Lo stesso trend della variante si registra anche in Inghilterra, in Scozia e in Olanda.



Proprio a questo riguarda, prendendo a modello il caso Sudafrica,
il Washington Post apre una serie di interrogativi che gettano ulteriori dubbi sull’intera vicenda Covid.


Il principale scienziato sudafricano in materia di malattie infettive, che ha guidato la risposta alla pandemia del Paese,
ha affermato che il Sudafrica ha rapidamente superato il picco di nuovi casi di omicron
e, a giudicare dalle prove preliminari, si aspetta che “ogni altro paese, o quasi, seguirà la stessa traiettoria”.


omicron.jpg



E se pensiamo a tutto quello che Omicron ha causato in pochi giorni,
con quell’incredibile altalena dei mercati finanziari,
come se qualcuno fosse lì pronto ad aspettare proprio questo evento,
e le restrizioni che ogni Stato sta varando per dar vita all’emergenza permanente,
ecco che i dubbi affiorano sempre più.

Già, perché i dati relativi a Omicron, come dimostra il caso del Sudafrica da cui tutto è partito, parlano di altro.

Solo una settimana fa, il Sudafrica stava vedendo tassi di positività alle stelle.

Ma durante i primi giorni di questa settimana, c’è stata un’inversione di tendenza.

Nell’affrontare l’ondata di infezioni, il Sudafrica aveva deciso di non imporre un blocco o altre importanti restrizioni…


L’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili del Sudafrica ha pubblicato uno studio
– non ancora sottoposto a revisione paritaria – che ha rafforzato i precedenti risultati del paese
secondo cui l’Omicron stava causando meno ricoveri e casi di gravi effetti collaterali rispetto alle precedenti varianti.


Lo stesso che si sta verificando in altri Paesi, vedi Inghilterra e Scozia.


A dirlo, infatti, è il Guardian:

“Omicron sembra essere più mite, con una probabilità ridotta del 20-25% di una visita in ospedale
ed un rischio inferiore di almeno il 40% di essere ricoverati per una notte”.


Ancora più significativo, sempre stando ai dati del Guardian, è il caso Scozia:

“Un’analisi preliminare separata dei casi di Omicron in Scozia
ha evidenziato una riduzione ancora maggiore del rischio di ospedalizzazione rispetto a Delta.
Gli scienziati dello studio Eave II, utilizzando i dati ospedalieri dal 23 novembre al 19 dicembre,
hanno concluso che il rischio di ricovero può essere inferiore del 70% con Omicron“.


Mettiamo dunque insieme i dati sudafricani e quelli del Regno Unito, e facciamoci alcune domande.

Questa nuova variante è nata con molti dubbi e si sta sgonfiando con altrettanti interrogativi.

Le conseguenze però, a livello economico e sociale, sono state disastrose.

In Italia, ad esempio, è proprio con Omicron che il governo ha giustificato la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 marzo 2022,

le prossime restrizioni

e possibili lockdown a capodanno.



È normale tutto questo?


Lo studio sudafricano- ripreso dal Washington Post – ha rilevato che la variante Omicron
aveva l’80% in meno di probabilità di portare al ricovero in ospedale
e che per i pazienti che erano stati ricoverati in ospedale, il rischio di malattie gravi era inferiore del 30%.


Gli scienziati sudafricani hanno annunciato il rilevamento della variante meno di un mese fa.


Da allora, molti governi europei hanno imposto ulteriori restrizioni…
 

Val

Torniamo alla LIRA
Nel caos generale di nuove regole e indicazioni che il governo ha già presentato o si prepara ad annunciare,
in questi giorni concitati in cui si ragiona sull’ennesima stretta per contrastare l’ondata di contagi causati dalla variante Omicron del Covid,
qualche italiano rischia di trovarsi in una situazione simile a chi, durante un partita al gioco da tavolo Monopoly,
sul più bello si ritrova a pescare la carta degli “imprevisti”.

Nello specifico, ben 3 milioni di cittadini del Bel Paese che potrebbero diventare “esodati” del Green pass,
trovandosi di colpo sprovvisti se la validità del certificato virtuale sarà modificata.


L’esecutivo guidato da Mario Draghi sta infatti ragionando sull’opportunità
di diminuire la durata della validità del certificato verde dagli attuali 9 a 6 mesi.

Un passaggio che porterà complicherà inevitabilmente la vita a chi, per esempio,
ha fatto la seconda dose sette mesi fa e si troverà ora, di colpo, senza più una certificazione valida.


Stando ai calcoli della Stampa, questo “piccolo problema”, per usare un eufemismo,

interesserà la bellezza di 3 milioni di italiani, che si vedranno recapitare sotto l’alberto un dono non troppo gradito.



In molti, di fronte a questa eventualità, hanno già iniziato a chiedere a gran voce via social
la concessione di una proroga per mettersi in regola, dato che a gennaio non sarà semplice ottenere in tempi rapidi la terza dose
a causa del numero enorme di italiani, circa 15 milioni e mezzo, che dovranno riceverla.

In caso contrario, se davvero dovesse passare la riduzione da 9 a 6 mesi della validità del Green Pass,
dopo Capodanno circa tre milioni di persone potrebbero non riuscire più ad accedere ai luoghi pubblici dove la certificazione è richiesta.


Nel caso di sanitari, forze dell’ordine, insegnanti e personale della scuola sarebbe inoltre impossibile andare a lavoro.


Sarà fondamentale la rapidità nelle terze dosi per gli anziani :

il 32,5% degli ultraottantenni è ancora scoperto,

così come il 50,5% degli over 70

e il 59,8% dei sessantenni.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Come mi piace questa ragazza. 92% d'accordo su questa linea.



Penelope Cruz si è espressa contro cellulare e accesso ai social ai minori di 16 anni
in un’intervista al programma CBS Sunday Morning.

L'attrice spagnola ha due figli, Leo e Luna, col marito Javier Bardem,
partner sul lavoro e nella vita, con cui ha concordato che a 10 e 8 anni i bambini

"sono troppo giovani per avere un cellulare e sicuramente non vogliamo

che abbiano accesso ai social media finché non saranno più grandi, almeno fino ai 16 anni".



Lei stessa usa i social "pochissimo e con molta circospezione",
perché li reputa pericolosi soprattutto per gli adolescenti:


"È come se il mondo intero stesse facendo un esperimento su di loro, un bombardamento di tecnologia senza protezione.

Non c’è nessuna tutela per le loro giovani menti in via di formazione,

nessuna attenzione a quanto sui social venga modificata la percezione che i ragazzi hanno di loro stessi,

a quanto ogni cosa diventi oggetto di bullismo".



Già in passato l'attrice aveva affrontato la questione sul suo profilo Instagram,
postando una riflessione dello psicologo Jonathan Haidt:


"Internet non è stato creato pensando ai bambini,

eppure un terzo degli utenti sono sotto i 18 anni.

Se lo avessimo fatto, oggi la Rete sarebbe così?".



E tu che cosa ne pensi? Sei d'accordo? CLICCA QUI, VOTA IL SONDAGGIO E DI' LA TUA.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ahahahahahahah


Il M5s deve fare i conti con una sentenza storica
che rischia di provocare nuovi problemi all'interno del gruppo dei pentastellati.


Il Consiglio di Garanzia del Senato si è espresso, infatti,
sulle espulsioni di 6 senatori che non avevano votato la fiducia a Draghi.


Il giudizio - si legge sul Corriere della Sera - non lascia spazio alle interpretazioni:

"Non poteva espellerli, reintegro immediato".


L'organo di garanzia di palazzo Madama ha deciso per

"la nullità dei provvedimenti di espulsione» dal gruppo M5s di

Barbara Lezzi
,
Elio Lannutti,
Luisa Angrisani,
Margherita Corrado,
Fabio Di Micco e
Rosa Silvana Abate.

"Questa sentenza è il via libera per tutti a ogni votazione", dicono alcuni esponenti.

E si domandano:

"Ora come sarà possibile tenere il gruppo alla vigilia del voto sulla manovra e sul Colle?

Ognuno si sentirà legittimato a fare la voce grossa".


I sei reintegrati — prosegue il Corriere - che ieri nelle ore dopo la ratifica del reintegro
non sono entrati in contatto con esponenti M5s, fanno intendere che saranno una spina nel fianco per i Cinque Stelle.

"Da oggi faccio di nuovo parte del gruppo parlamentare del M5s ed osserverò principi e valori
che mi hanno permesso di rivestire il ruolo di senatrice compresi quelli di non concedere la fiducia ad un governo Draghi
ma di valutare i provvedimenti nel merito e concorrere all’approvazione solo se aderenti alle esigenze dei cittadini»,

commenta l’ex ministra Lezzi.


"Certamente continuerò a non votare la fiducia al governo Draghi",

spiega Lannutti.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Voglio leggere il decreto.

Ahahahahahah che buffoni.
Al bar non posso andare anche se ho il tampone,
però a trovare un anziano in ospizio, sì.



Oggi — giovedì 23 dicembre — il Consiglio dei ministri
ha approvato il nuovo decreto che introduce divieti e restrizioni per il Capodanno e nuove regole per il green pass.

Ecco cosa prevede :


Terza dose dopo 4 mesi
Un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza riduce a 4 mesi il periodo minimo per la somministrazione del richiamo e della terza dose.

Green pass valido sei mesi
Il decreto prevede che dal 1° febbraio 2022 il green pass sarà valido 6 mesi dall’ultima somministrazione del vaccino.
La scelta di far entrare la nuova norma in vigore dal 1° febbraio è stata fatta per dare il tempo
a chi ha già effettuato la seconda dose di prenotare il richiamo o la terza dose e così .

Al bar il green pass “rafforzato”
Fino al 31 gennaio potrà entrare nei bar per la consumazione al bancone
soltanto chi ha il green pass “rafforzato” che viene rilasciato a chi è guarito o vaccinato.

Niente cibo in cinema, teatri e stadi
È vietato il consumo di cibi e bevande, al chiuso, in cinema, teatri e per eventi sportivi.

Mascherine all’aperto
Anche nelle regioni che si trovano in zona bianca è obbligatorio tenere la mascherina all’aperto.

Obbligo Ffp2
Per entrare nei cinema, teatri , stadi e sui mezzi di trasporto (treni, aerei, navi, bus e metropolitane è obbligatorio indossare la mascherina Ffp2.

Divieto feste all’aperto
Fino al 31 gennaio sono vietati gli eventi e le feste che implichino assembramenti all’aperto.

Tampone in discoteca
Per entrare nelle discoteche e nei locali aperti al pubblico, in cui si svolgono eventi o feste,
dal 28 dicembre al 31 gennaio potrà entrare soltanto chi ha il green pass “rafforzato” (solo guariti e vaccinati)
ma se non ha effettuato la terza dose dovrà anche esibire un tampone negativo.

Tampone nelle Rsa

Dal 28 dicembre al 31 gennaio i visitatori delle strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice
dovranno avere il green pass “rafforzato” (solo guariti e vaccinati)
ma se non ha effettuato la terza dose dovrà anche esibire un tampone negativo.


Quarantena dall’estero

Rimane in vigore la regola del tampone obbligatorio per chi arriva dall’estero anche se è vaccinato.
È prevista l’effettuazione di tamponi a campione al momento dell’ingresso in Italia dall’estero: in caso di positività, si applica la misura dell’isolamento fiduciario per 10 giorni. Chi non ha a disposizione un alloggio dove stare in isolamento va nel Covid Hotel.


Nove milioni di euro per lo screening nelle scuole
Per assicurare l’individuazione e il tracciamento dei casi positivi nelle scuole il Ministero della difesa assicura il supporto a regioni e province autonome nello svolgimento delle attività di somministrazione di test per la ricerca di SARS-CoV-2 e di quelle correlate di analisi e di refertazione attraverso i laboratori militari della rete di diagnostica molecolare dislocati sul territorio nazionale. Il decreto autorizza la spesa complessiva di 9 milioni di euro.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Si è definito “un nonno al servizio del Paese”, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa di fine anno.

Gonfiando il petto per ribadire i risultati ottenuti dall’Italia in questi mesi, dal suo avvento a Palazzo Chigi.

E lanciando tra le righe una chiara candidatura al ruolo di Presidente della Repubblica,
una volta terminato il mandato di Sergio Mattarella.

Quel “questo governo può andare avanti anche senza di me” è stato un messaggio chiaro,
indirizzato a tutti i politici intenzionati a ostacolare la sua corsa al Colle.

Suonato però anche come un tentativo di fuga dalle difficoltà,
dopo gli errori commessi dall’esecutivo nel corso di questa concitata fase della lotta al Covid.



Soprattutto sul fronte sanitario.

Attraverso le pagine della Verità,
Daniele Capezzone ha sottolineato tutti i fallimenti del governo Draghi, sette per la precisione, di peso.


A partire da quel sistema di screening di massa attraverso tamponi rapidi, salivari o nasali,
che avrebbe consentito un monitoraggio costante della pandemia sul territorio,
soprattutto in settori chiave come la scuola.

E che invece è rimasto soltanto su carta, senza mai trovare attuazione.


Così come la messa in sicurezza delle aule, secondo punto dolente, attraverso
“impianti di ventilazione meccanica controllata” di cui si è sentito un gran parlare senza, però, che ne sia mai visto uno.


A proposito di scuola, il continuo ricorso a orari scaglionati e turni vari
è un caos figlio anche della mancata attuazione delle intese con istituti privati,
per aumentare le aule disponibili e rendere così meno confusionaria la gestione di ingressi e uscite.
Anche su questo fronte, nulla è stato fatto dopo tante parole.


Quarto disastro targato Draghi & co. è quello che interessa i trasporti pubblici:
si era discusso, anche qui, della possibilità di stringere accordi con ditte private di trasporto turistico per il potenziamento dei bus,
ma di concreto non si è visto nulla.


E ancora. Le terapie intensive?
Ci si è fermati a 9.000 posti, dopo tanti proclami di forti potenziamenti
e con il progetto delle strutture mobili rimasto senza seguito.


Sesto punto, il tracciamento, con l’app Immuni trasformatasi con il tempo in una barzelletta
ed i tanti appelli di esperti che lamentano la mancanza di un meccanismo efficace di monitoraggio.


Infine il prezzo dei tamponi: mentre l’America di Joe Biden regala mezzo miliardo di test ai cittadini in maniera perfettamente gratuita,
da noi si insiste su un costo di 15 euro che, nella testa dei nostri governanti, dovrebbe suonare come una mazzata ai no vax,
ignorando così l’importanza di uno strumento molto utile, invece, nella lotta al Covid.


Di errori e orrori, insomma, ne abbiamo visti parecchi, in questi mesi.

Al punto che non c’è da sentirsi troppo maligni a pensare

che quella di Draghi verso il Quirinale sia una vera e propria fuga, più che una corsa.
 

Val

Torniamo alla LIRA

Il Pnrr?

Un piano che non è e non sarà nell’interesse del Paese, quanto piuttosto nelle grandi multinazionali.



Con un banchiere di Goldman Sachs, Mario Draghi, a fare da garante.

Con queste parole il fondatore di Italexit Gianluigi Paragone
ha puntato il dito contro il governo e le sue scelte, pronunciando in Senato un duro intervento:

“Il Pnrr sarebbe un piano per il Paese?

Peccato che il Paese da tempo non ne sappia nulla.

Lo avete tenuto all’oscuro, anche grazie a un’informazione che è la voce del padrone”.


Secondo Paragone, per capire cosa ci aspetta nei prossimi mesi basta dare un’occhiata

“al modo in cui questo governo ha puntualmente trascurato il Parlamento.

Del resto a voi non interessa governare per il popolo,

vi interessa governare per le globalizzazioni finanziarie, per le multinazionali.

Draghi è profondamente un uomo della cultura di Goldman Sachs.

Punta e arriverà al Quirinale perché c’è un disegno internazionale che deve essere compiuto.

L’obiettivo è disintegrare la vera economica italiana”.



Paragone ha poi fatto il punto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui tanto si discute in questi mesi.

“Ho sentito dire che ci sono tanti soldi da spendere,

ma spendere di per sé non significa arricchire l’economia italiana.

Anche perché gran parte della spesa sarà in economie straniere, che andremo ad arricchire.

Pensate solo all’ecosostenibilità o allo switch elettrico sulle automobili:

compreremo auto elettriche straniere e rovineremo il distretto della componentistica dei motori.

Il pnrr è lo schema di una globalizzazione futura che fregherà il made in italy”.



“E che dire della rivoluzione digitale?

State creando le condizioni per la sostituzione dei lavoratori con le intelligenze artificiali.

Del resto quanto vi interessi dei lavoratori lo abbiamo visto con il Green pass.

A voi piacciono le multinazionali, i lavoratori devono invece tornare a un feudalesimo moderno”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ieri, 22 dicembre, Mario Draghi ha smentito il Mario Draghi del 22 luglio.

Però, a precisa domanda, il presidente del Consiglio ha risposto con una patetica supercazzola.

Il tema, neanche a dirlo, è il green pass:

cinque mesi prima, annunciando l’introduzione del certificato verde,
Draghi aveva esplicitamente affermato si trattasse di
«una misura che dà garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose».

Naturalmente, questa era una deliberata menzogna perché, al 22 luglio,
si erano già registrati casi di persone vaccinate positive e contagiose.


Nella conferenza stampa di ieri, il giornalista di Rtl 102.5 Alberto Ciapparoni ha messo in seria difficoltà Draghi:

«Lei il 22 luglio aveva detto che il green pass dava la garanzia di potersi ritrovare tra persone non contagiose,
cosa che però è stata poi smentita dai fatti, e che già allora presentava delle criticità».


Infatti, spiega il giornalista,

«la Pfizer, in un comunicato dell’8 luglio, aveva annunciato la durata della copertura vaccinale per 5-6 mesi,

e lo ripetevano anche le autorità israeliane e inglesi, pronte alla campagna per la terza dose già in agosto.

Non pensa che la narrazione e la comunicazione del governo sul green pass

e poi sul super green pass siano state superate dai fatti e negate dall’evidenza?».




A questo punto, il premier tira fuori il coniglio dal cilindro:

«No, non ritengo questo. La comunicazione su green pass e super green

si è basata su quelle che erano le conoscenze a quel momento».




E già questo, lo abbiamo visto, è falso:

se fu la stessa Pfizer a fornire informazioni molto chiare già due settimane prima del 22 luglio,

è evidente che o il governo non sapeva (improbabile, ma comunque grave),

oppure se ne è fregato (ipotesi più probabile, e ugualmente grave).


Quindi, prosegue Draghi,

«sulla base di quelle conoscenze, la mia affermazione è giusta».


Magistrale.

Parafrasando le parole del premier, ne esce questa supercazzola:

la mia affermazione falsa è vera perché in quel momento non sapevo fosse falsa.


E meno male che ci sono ancora persone che danno credito a SuperMario.


Per loro, purtroppo, non c’è cura.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Qualcuno sta facendo finta di NON CAPIRE cos'è e com'è OMICRON.
Leggete i dati ufficiali

COVID-19 vaccination status†
Unvaccinated​
8 (19)​
Partially vaccinated​
0 (—)​
Vaccinated​
20 (47)​
Vaccinated plus an additional dose§​
14 (33)​
Unknown​
1 (2)​

e capirete che ci stanno prendendo per il kulo.

Usa, 79% dei pazienti Omicron sono “completamente vaccinati” secondo il Cdc

Reduced neutralisation of SARS-COV-2 Omicron-B.1.1.529 variant by post-immunisation serum

 

Users who are viewing this thread

Alto