NON PER METTERVI ANSIA, MA TRA 2 DPCM E' NATALE.

Il viceministro alla Sanità Pierpaolo Sileri fa scoppiare una piccola bomba nel governo e in casa 5Stelle.

Ha infatti annunciato che al termine del mandato lascerà il Movimento e non si ricandiderà.

Inoltre, ha detto chiaro e tondo che il governo si è colpevolmente fatto trovare impreparato alla seconda ondata e che il Cts così com’è non funziona.


Insomma, ha retto a lungo, poi alla fine ha sbottato e ha tirato fuori il rospo.

“Non ho mai militato nel M5S e di non mi sono mai iscritto alla piattaforma Rousseau”.

Furono quindi Luigi Di Maio e Paola Taverna a proporgli la candidatura in un collegio uninominale a nord della Capitale, prese 94mila voti.


Alla domanda con chi abbia idea di ricandidarsi in futuro, non ha dubbi:

“Non mi ricandido. Sono un chirurgo, non butto via 25 anni di sacrifici e professione.

Quando mi informarono della nomina a viceministro ero in sala operatoria.

Fu l’ultimo intervento, perché la legge ora mi vieta di usare il bisturi, ma io voglio tornare in ospedale.

Si figuri che avevo chiesto di poterci andare da volontario il sabato mattina, quando sono libero, ma in quanto sono al governo mi è stato impedito”.


Sileri, nella sua intervista è un fiume in piena:

“Il 25 marzo 2023, quando sarà finito tutto questo, mi troverete al San Raffaele di Milano, dove ho vinto un concorso del 2016”.

Sileri difende anche lui dalle critiche ricevute:

“Arrivano da chi non ne capisce. Io ho avuto il Covid, e quando sono stato male io stesso
dissi a molti che se qualcosa fosse andato storto il San Raffaele sarebbe stata la sede per il ricovero.
Zangrillo ha usato un’espressione infelice, ma molti degli addetti ai lavori hanno capito benissimo che cosa intendesse:
che il virus non arrivava più in terapia intensiva. Ora sì, il virus circola, più persone rischiano di andare in terapia intensiva.
Ma ci sono differenze. Durante la prima ondata si moriva in casa e il medico arrivava due giorni dopo il decesso. Ora non è più così”.


Poi le critiche al governo.

Il viceministro vorrebbe più trasparenza e anche allargare il tavolo del Cts.

E poi sulle chiusure varate dall’ultimo Dpcm, non è del tutto concorde, anche perché

“in terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale.
Il numero dei positivi è altissimo ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo.
Stiamo paralizzando un Paese in attesa di omologare i test salivari. Inconcepibile”.


Quanto al modo in cui il governo sta affrontando questa ondata dell’epidemia, aggiunge Sileri:

“Io sono per allargare il tavolo del Comitato Tecnico Scientifico e renderne più trasparenti le logiche e le modalità operative.

Mi pare doverosa la trasparenza di questi tempi: non si possono affidare a consulenti di nomina governativa decisioni fondamentali per tutto il Paese.

La prima cosa da fare è aumentare la capacità diagnostica.

Dividiamo la popolazione in tre fasce: basso, medio e alto rischio.

Usiamo il test rapido antigenico per coloro che sono a basso e medio rischio e sottoponiamo solo la terza fascia al tampone;

così si riescono a mappare 400mila persone al giorno e non sprechiamo tamponi per soggetti che non essendo contatti stretti non sono a rischio elevato”.



Continua Sileri:

“È assurdo quello a cui stiamo assistendo, con migliaia di persone che prendono d’assalto i pronto soccorso

per sintomi sovrapponibili a quello del Covid, oppure file interminabili per fare un tampone.

Avere più offerta diagnostica più semplice del tampone e fruibile dai medici di medicina generale,

nelle farmacie o nel privato e, perché no, anche negli studi dentistici aiuterebbe il sistema in toto.

Facciamo troppi tamponi alle persone sbagliate – precisa Sileri -.

Se io risulto positivo, si può fare il tampone ai miei assistenti, ma non a tutto il piano.

Per gli altri basta un test antigenico rapido o salivare che costa un quinto e hai il risultato in un’ora anziché in cinque giorni.

Con il Covid bisogna agire come con tutte le altre patologie”.


“Gli scienziati hanno punti di vista personali differenti ma anche rivalità accese.

Le parole di Zangrillo sono state strumentalizzate.

Mi sembra che a volte molti miei colleghi in camice utilizzino la tv per sfide e scopi personali.

Vado al San Raffaele di Milano perché è l’eccellenza in Italia.

Ormai la maggior parte di chi entra o rimane in politica lo fa per i soldi o per il potere.

Io guadagnavo di più da medico che da viceministro e il potere per me è fare le cose che ritengo utili per il Paese.

Da presidente della Commissione Sanità ho sbloccato la legge che permette la ricerca sui cadaveri,
velocizzato la legge sulla rete dei registri dei tumori e molto altro.

Mi basta questo per sentire di aver fatto il mio dovere”.



Infine, alla domanda se “siamo alla vigilia di una crisi come quella del marzo scorso”, ha risposto:

“Faccio fatica a immaginarmi uno scenario simile a quello di marzo.

Prevedo un’ulteriore salita dei contagi, ma graduale per quanto riguarda i posti in terapia intensiva

e spero che quando si vedranno i primi effetti del decreto della Presidenza del Consiglio la curva si addolcirà.


Serviva, e serve, un uso spregiudicato della diagnostica. Questo è stato il grande errore”
 
L’accordo siglato tra la Commissione Ue e Astrazeneca per l’acquisto di 300 milioni di dosi di vaccino anti Covid è stato secretato.
Ecco perché secondo Bruxelles



Il contratto siglato tra la Commissione Ue ed Astrazeneca per l’acquisto dei vaccini anti Covid resta riservato.

Ed il contenuto resta inaccessibile anche al Parlamento europeo, che lamenta la poca trasparenza di Bruxelles sulla questione.

Tutti i dettagli.

IL CONTRATTO

Partiamo dal principio.
Il 27 agosto la Commissione Ue ha siglato un contratto per “acquistare 300 milioni di dosi del vaccino prodotto da AstraZeneca,
con un’opzione per l’acquisto di ulteriori 100 milioni di dosi da distribuire in proporzione alla popolazione”.

L’accordo permetterà di acquistare il vaccino per tutti gli Stati membri dell’UE,
oltre che di donarlo ai paesi a reddito medio-basso o ridistribuirlo ad altri paesi europei.


CONTENUTO TOP SECRET

Quanto riferito sopra è quasi tutto quello che si sa sull’accordo. L’atto è inaccessibile. A tutti.

L’accordo resta riservato tra la Commissione e l’azienda che produce il vaccino messo a punto dall’Università di Oxford, in collaborazione con l’Italiana Irbm.


LE SPIEGAZIONI DELLA COMMISSIONE UE

Ma perché tanta segretezza?

Non per problemi di sicurezza sanitaria.

Il motivo lo ha spiegato la stessa Commissione Ue a La Verità, che ha provato a chiedere l’accesso agli atti.

Nella risposta firmata dall’italiana Sandra Gallina, direttore generale della direzione generale Salute e sicurezza alimentare,
inviata al quotidiano fondato e diretto da Maurizio Belpietro, Bruxelles si appella all’articolo 4 del regolamento 1049/2001.

“I documenti che contengono informazioni commerciali sensibili, la cui diffusione al pubblico
potrebbe compromettere la protezione dei legittimi interessi delle aziende, sono coperte dalla protezione degli interessi commerciali”.

“I potenziali concorrenti potrebbero avere accesso sia alle informazioni commerciali riguardanti Astrazeneca,
sia a qualsiasi altro elemento che permetta loro di ottenere un vantaggio competitivo”, aggiunge Bruxelles.

Ciò “non solo danneggerebbe gli interessi commerciali di Astrazeneca, ma anche l’imparzialità della competizione”.


MANCANZA DI TRASPARENZA: LA DENUNCIA DELL’EUROPARLAMENTO



L’accesso al contenuto del contratto è negato anche al Parlamento europeo,
che sull’argomento ha anche organizzato un’audizione a settembre,
invitando le case farmaceutiche ad esporre sui contratti e sui vaccini.


“Oggi abbiamo pochissime informazioni sui termini dei contratti che sono stati firmati dalla Commissione Europea e da alcuni laboratori.
Volevamo avere maggiori informazioni sugli impegni presi dai grandi laboratori, se saranno all’altezza di quanto sottoscritto
e se saranno in grado di assumersi le proprie responsabilità.
Anche l’ammontare di questi contratti, non lo sappiamo”, lamentava l’eurodeputato francese centrista Pascal Canfin,
presidente della commissione Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
,
in audizione: “La mancanza di trasparenza di questi contratti è evidente”.

Ma Astrazeneca, a quell’audizione, non si è mai presentata.

“Astrazaneca ha rifiutato di partecipare e di rispondere alle nostre domande, è una strategia efficace il non presentarsi,
ma ci batteremo per ricevere risposte anche da questa società”, aveva detto Canfin.


Risposte ancora non pervenute.
 
A maggio, tre indagini Doxa condotte sul territorio nazionale sui sintomi correlati a Covid-19

e coordinate dall’Università Statale di Milano avevano evidenziato che il 25% della popolazione italiana,

ossia 15 milioni di persone, aveva riportato sintomi di tipo Covid-19 fra il 7 marzo e il 4 maggio

e di questi 8 milioni di persone potrebbero aver avuto la malattia,

perché sintomi analoghi potrebbero essere dovuti ad altre forme influenzali.


Prima ancora invece, a marzo, uno studio realizzato da un team dell’Imperial College di Londra guidato da Neil Ferguson e Samir Bhatt,
diffuso dall’Oms Collaborating Centre for Infectious Disease Modelling, aveva rilevato che le persone entrate in contatto con il virus
sarebbero già state circa 6 milioni in tutto il mondo, e che si sarebbero potute evitare 120mila vittime in 11 Stati, tra cui Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna.


La percentuale di persone già infettate allora dal virus sarebbe stata tra il 2 e il 12% della popolazione:
2,7% nel Regno Unito, solo 0,41% in Germania, 3% in Francia e addirittura 9,8% in Italia, primo Paese ad essere colpito duramente in Europa.


Ora, un nuovo lavoro svolto presso il campus di Roma dell’Università Cattolica
ha stimato che oltre 5 milioni di italiani, ovvero il 10% della popolazione,
sono entrati in contatto con il SARS-CoV-2.

Sarebbero, molti di più, quindi, rispetto alle stime ufficiali.


Lo studio, pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment e condotto dal professor Giuseppe Arbia,
docente di Statistica Economia alla Facoltà di Economia dell’Ateneo, in collaborazione con la professoressa Francesca Bassi dell’Università di Padova
e del dottor Piero Demetrio Falorsi dell’ISTAT, dimostra anche che cambia l’età mediana dei contagiati, salita a 46 anni,
contro la stima di 41 anni
che emerge dal dato del Ministero della Salute calcolato sulla analisi dei tamponi effettuati.


I tamponi oggi vengono fatti testando solo i sintomatici o chi è entrato in contatto con un positivo
e non facendo tamponi di screening sulla popolazione.

Per questo, le persone infette e con sintomi risulterebbero sovrarappresentate,

mentre gli asintomatici e i pauco-sintomatici, al contrario, sottorappresentate.



Per questo, spiega Arbia, fino ad oggi non era possibile avere una stima precisa
del numero di persone entrate finora in contatto con il Covid e quindi una stima della letalità del virus,
che si calcola generalmente facendo il rapporto tra il numero di decessi e il numero di persone contagiate.



In questo il team di Arbia ha tentato di ovviare a questa distorsione proponendo un modello statistico
attraverso il quale i dati ufficiali vengono “pesati” sulla base della struttura per sesso ed età della popolazione italiana.


Ad esempio, dato che le persone più giovani rientrano raramente nei dati ufficiali in quanto più spesso asintomatici,
in questo modello vengono pesati maggiormente, come se ogni giovane positivo che viene testato valesse di più di un individuo positivo di età maggiore.


L’esito è una stima delle persone entrate in contatto col virus di molto superiore ai dati ufficiali e pari a circa 5.263.000,

ovvero un po’ meno del 10% della popolazione, contro una stima di 381.602 ottenuta con i dati ufficiali della Protezione Civile,

e contro la stima di 1.482.000 emersa dall’indagine sierologica condotta dall’ISTAT.


“Il dato che emerge dalla nostra ricerca è peraltro in linea con le stime dell’Imperial College di Londra – sottolinea Arbia –
e con quelle diffuse da Mike Ryan dell’Organizzazione mondiale della sanità,
che convergono nell’affermare che i contagiati sarebbero, appunto, il 10% circa della popolazione mondiale”.


Mentre diversi medici e virologi invocano un nuovo lockdown, tradotto, questi dati cosa significano?

Due cose, dicono gli esperti, una buona e una cattiva.

Quella cattiva è che il numero di contagiati è di molto superiore a quello che pensiamo e, quindi,
è maggiormente elevato il rischio di ulteriore trasmissione rapida e incontrollata del virus.


Quella buona invece è che la letalità del virus potrebbe essere di molto inferiore a quella stimata ufficialmente.

Secondo i dati diffusi dalla Protezione civile, infatti, la letalità sarebbe del 9,5%,

secondo l’indagine sierologica dell’ISTAT scenderebbe al 2,4%

e secondo le stime dell’Università Cattolica si abbasserebbe addirittura allo 0,6%, ovvero 6 persone su mille.


La letalità della pandemia spagnola del 1918 fu del 4%
,

mentre quella dell’influenza stagionale si aggira annualmente intorno allo 0,1%.
 
Giorno nero per il M5S che perde pezzi sia al Senato sia alla Camera.

La mattina si è aperta, infatti, con l’addio al gruppo pentastellato della senatrice Tiziana Drago
e la sera si è chiusa con l’uscita dal gruppo della Camera di Rina De Lorenzo, confluita in Leu.

De Lorenzo era nel gruppo dei parlamentari finiti nel mirino dei probiviri per le mancate restituzioni.

La deputata campana, però, come altri suoi colleghi, ha sempre respinto al mittente le accuse,
rivendicando di aver versato al Microcredito invece che sul conto gestito dal Comitato restituzioni M5S.

“Non sono stata io a lasciare, bensì il Movimento a farmi capire di essere diventata una persona scomoda“.

Sul tavolo delle frizioni la deputata ha messo sia la sua contrarietà al referendum per la riduzione dei parlamentari,
sia “anche prima, la scelta di restituire al Microcredito piuttosto che al conto privato dei big 5 Stelle. O quella di non votare il dl Scuola“.

Vicende che, ha sostenuto, “mi hanno resa disorganica al Movimento, che attraverso i probiviri lo ha costantemente fatto pesare”.


Ha spiegato di essersi sentita “tradita”, poi, la senatrice Drago.

“Il M5S mi ha scelta per il mio impegno civile nell’Associazione nazionale famiglie numerose, nel Forum delle associazioni familiari.
Attenzione che purtroppo è stata tradita rispetto alle tante proposte avanzate”
ha sottolineato la ormai ex pentastellata, ricordando le proposte avanzate e mai raccolte
dal Movimento a sostegno delle famiglie e contro “l’inverno demografico che vive il nostro Paese”.
 
Risorse ????


Si firmavano come “Baby Gang” ma tanto baby poi non lo erano.

Gang, viste le risultanze dell'attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile della Questura, invece sì.

Nella notte di oggi, 28 ottobre, la Polizia di Stato di Lecco con l’ausilio di personale di Milano, Monza, Novara, Varese, Sondrio,
del personale del Commissariato di Treviglio, del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia e di due Unità cinofile,
ha dato esecuzione a perquisizioni delegate dal Sostituto Procuratore della Repubblica,
nei confronti di dieci soggetti tacciati – a vario titolo – di porto illegale di armi in luogo pubblico e per apologia di reato.

A inguaiarli una serie di pubblicazioni sui social: su Instagram e Youtube sono infatti comparsi video,
immagini e clip musicali nei quali disparati ragazzotti inneggiano alla violenza ed esaltano lo spaccio ed il consumo di sostanze stupefacenti.

Materiale prodotto e diffuso, appunto, da chi poi si firmava come Baby Gang, mettendo in bella mostra – in alcuni filmati –
anche armi come dei fucili mitragliatori, tipo AK 47, ma anche delle pistole, maceti o altri coltelli di grandi dimensioni.


Tra le decine di partecipanti alle registrazioni, a seguito di attività di indagine, sono stati identificati circa 50 giovani
prevalentemente di età compresa tra i 20 e i 25 anni nati in Italia,

di origine marocchina,

senegalese,

nigeriana,

ma anche con la presenza di albanesi e burkinabè,

quasi tutti con precedenti di polizia o pregiudicati per reati contro il patrimonio, reati contro la persona e reati inerenti lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Il cerchio è stato poi ulteriormente stretto arrivando a dare un nome a 10 soggetti che, nei filmati diffusi in rete,
brandivano armi bianche oppure imbracciavano o impugnavano armi da guerra.

Sono così finiti indagati per i reati di porto illegale di armi in luogo pubblico e per apologia di reato,
stante il contenuto delle rime proposte ad un numero pubblico viste le migliaia di visualizzazioni ottenute su Yuotube.


Nottetempo, su delega del PM, hanno ricevuto la visita delle divise.

I poliziotti di Lecco, con l'ausilio dei colleghi di fuori, hanno dato infatti esecuzione ai decreti di perquisizione
rinvenendo a casa di un giovanotto residente a Varese una pistola da softair utilizzata presumibilmente in uno dei video;
nell'appartamento di altro ragazzo di Milano un giubbotto antiproiettili;
presso il domicilio di un 28enne a Introbio sostanza stupefacente.

Nello specificio i cani antidroga hanno scovato 93 grammi di cocaina, 115 grammi di hashish e 10 grammi di ketamina.

Per il valsassinese – S.K le iniziali, nato in Kosovo, già condannato per rapina – sono scattate così le manette.
Domani in Tribunale l'udienza di convalida e l’eventuale rito direttissimo.
 
Ecco perchè il centro destra, pur vincendo le prossime elezioni non riuscirà a governare.
Parla di mes ma non sa cos'è. Glielo avrà spiegato la Carfagna..........

Conte è in palese difficoltà.

L’opinione pubblica non sta più con lui,

la maggioranza si spacca (con Renzi che dà bordate un giorni sì e l’altro pure),

i sondaggi calano e gli italiani non si fidano più.

Così, nel bel mezzo della tempesta, ecco arrivare il “soccorso azzurro”.

È infatti Silvio Berlusconi in persona a tendere una mano (certamente non disinteressata) al premier:

“Esiste un interesse nazionale preminente che deve portare ad unire gli sforzi.
Forza Italia si è resa da subito disponibile a lavorare in questo spirito.
Nessun voto per salvare il governo, tutti i voti necessari per fare le cose utili al Paese”.

“Per esempio se il Mes, che è indispensabile per dare fondi a un tasso straordinariamente conveniente alla nostra sanità,
venisse portato in Parlamento, i nostri voti sarebbero certamente a favore, come diciamo da mesi.
Altra cosa è un sostegno politico al governo.
Il premier Conte ha un compito molto difficile e una maggioranza composita e conflittuale da tenere insieme.
Forse per questo ha evidenti difficoltà a coinvolgere l’opposizione”.
 
A prescindere dal fatto che il risparmio è quantificato "alcune centinaia di milioni, oggi"

ma trattandosi di un debito privilegiato, che metterà al secondo livello le nostre

prossime emissioni, le stesse subiranno un aggravio nei tassi di interessi e tutto

il vantaggio odierno si dissolverà, rendendoci però "schiavi" di una società privata lussemburghese.
 
Le persone che vanno fare il tempone ad esempio al Drive In, e ci vanno per la seconda, terza, quarta o quinta volta,

ricevono sempre lo stesso modulo, sempre uguale
.


Questo fa sì che questi soggetti vengano sempre considerati come nuovi contagi.


E dunque ecco come si spiega il fatto che il dato sui tamponi positivi, al momento, non può essere preso per oro colato.

Anzi, scoperta questa cosa, è evidente che nella categoria “nuovi contagi” la percentuale scenderebbe clamorosamente.

A darne notizia, e ad accendere una luce su questo fatto, è stato Bruno Vespa durante l’ultima puntata di Porta a Porta.


Ne risulta che addirittura “il 15% dei nuovi casi è in realtà frutto di tamponi ripetuti”.




Vespa-tamponi.jpg



Secondo questo calcolo, andrebbero quindi sottratti almeno 70mila tamponi da quelli che vengono conteggiati come nuovi positivi.

A spiegare tutto, durante la puntata, è Maria Rita Gismondo, la quale ha scoperto la falla nel sistema di calcolo.

“È ovvio pensare che allo stesso soggetto, dato che le norme impongono
di ripetere il tampone fino alla negativizzazione, corrispondano almeno altri 2 o 3 tamponi”.


Ma quello dovrebbe contare sempre 1, perché è riferito allo stesso soggetto.



dati-tamponi.jpg



Se il secondo tampone dovesse quindi risultare positivo, al momento verrebbe conteggiato come “nuovo positivo”

invece che come positivo di un soggetto già sottoposto a tampone una volta precedente.

“La nostra osservazione serve per fare un invito alla chiarezza nella lettura e nella trasmissione dei dati”.


In studio Bruno Vespa punzecchia il Comitato Tecnico Scientifico e l’Istituto di Sanità:

“Perché questi dati non vi risultano?
Perché non ce li dite?
Noi abbiamo chiesto all’Iss e ci hanno detto: ‘nuovi casi risulta nuovi casi’, quindi hanno detto una cosa sbagliata”.

I presenti in studio non riescono a dare risposte alla questione e provano a minimizzare.

Ma come è possibile?

Forse l’allarmismo di questi giorni, dunque, non è così giustificato.

La scienza si basa su dati certi.


E qui qualcosa non torna…
 
Sulla base di quanto sopra, entriamo - un po' a spanne - nei dati che potrebbero essere reali :

Incremento odierno 24.991, ma dobbiamo togliere i conteggiati guariti 3.416 ed i deceduti 205

Il dato reale provvisorio sono 21.367 nuovi casi.

Ma se togliamo quel 15% citato sopra, ma non sapremo mai quanti sono quelli che ripetono il tampone,
anzi, possiamo solo immaginare che avendo avuto più positivi nei giorni scorsi, ci sono senza ombra di dubbio più del 15% che lo ripetono,
otteniamo un provvisorio di circa 18.000 nuovi casi.

Su 198952 tamponi = sotto il 10%
 
Pensate un po' da 589.766 casi ad arrivare ai 5 milioni e passa di probabili positivi,

quanta acqua deve ancora scorrere ............
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto