NON PER METTERVI ANSIA, MA TRA 2 DPCM E' NATALE.

Questo nuovo Dpcm, voluto da Giuseppe Conte, non piace a nessuno.

Non piace di sicuro a molti italiani, che stanno protestando in tutta la nazione
per le gravissime ripercussioni socioeconomiche che avranno queste misure anticontagio.

Ma il Dpcm non piace neanche a diversi medici ed esperti, che non hanno esitato a bocciare
sonoramente il governo e i soloni del Comitato tecnico scientifico (Cts).

A usare le parole più dure è stata l'immunologa Antonella Viola dell’Università di Padova,
che ha definito il decreto «una decisione irrazionale, cieca, assurda».

Di più: il Dpcm «avrà un impatto disastroso sulla salute di moltissimi individui e di tutta la collettività.
Nel tempo, aumenteranno i casi di depressione, i suicidi, la violenza domestica», ha aggiunto.


Una chiara condanna è arrivata anche da Bassetti che negli ultimi mesi si è distinto come la punta di diamante della corrente anti-catastrofista:

«Dovevamo agire su quelle che sono le categorie oggi più colpite da quest’infezione, che sono gli anziani e i fragili.

Se noi non mettiamo in sicurezza queste due categorie è inutile che chiudiamo i ristoranti».


Peraltro, continua Bassetti, il governo non ha solo sbagliato in prevenzione e a varare questo Dpcm, ma ha anche «toppato» sui toni usati con la popolazione:

«Questa comunicazione [del governo], che parte sempre da ciò che è negativo, non aiuta le coscienze degli italiani.

Dopo nove mesi, la gente è in difficoltà. Soprattutto se non le dai una speranza di uscita».




Contro il terrorismo psicologico di Conte e del governo si è scagliato anche Zangrillo:

«Non dobbiamo aver paura perché, come detto più volte,

non dobbiamo confondere il positivo al coronavirus con il contagiato potenzialmente infettante e soprattutto ammalato»
.


Secondo il medico, infatti,

«è difficile dire le cose in modo giusto ed essere creduti perché ho paura che in questo momento

abbia vinto chi ha avuto come obiettivo quello di terrorizzare e spaventare.

Confido nel fatto che vengano date delle risposte efficaci, tenendo conto

che c’è un clima di terrorismo che è assolutamente immotivato e molto pericoloso»
, ha aggiunto.



Assolutamente contrario a nuovi lockdown, anche Palù.

Dopo aver demolito il catastrofista Crisanti, in un’intervista al Corriere della Sera Palù non ha usato giri di parole:

«Sono contrario [al lockdown] come cittadino perché sarebbe un suicidio per la nostra economia;

come scienziato perché penalizzerebbe l’educazione dei giovani, che sono il nostro futuro,

e come medico perché vorrebbe dire che malati, affetti da altre patologie, specialmente tumori, non avrebbero accesso alle cure.

Tutto questo a fronte di una malattia, la Covid-19, che, tutto sommato ha una bassa letalità.

Cioè non è così mortale. Dobbiamo porre un freno a questa isteria».



Persino la Gismondo ora pare rinsavita:

«Queste misure [il Dpcm] di fatto creano un lockdown, peraltro con dei provvedimenti che io trovo assurdi»

e «non credo avranno un impatto significativo sul numero dei contagi».


Chiude in bellezza il viceministro della Salute in persona, Sileri, che non ha esitato a condannare il suo stesso governo:

«In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale.

Il numero dei positivi è altissimo ma la maggior parte di loro non è malata:

bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo»,
ha dichiarato in un’intervista.


Anche perché, spiega Sileri,

«durante la prima ondata si moriva in casa e il medico arrivava due giorni dopo il decesso. Ora non è più così».
 
"Mi dispiace questa divisione, ma se proprio vogliamo banalizzare mi viene da dire che ci dividiamo in pessimisti e ottimisti;

questi ultimi, secondo me, hanno un contatto più diretto con la realtà clinica.


L’importante è affrontare la pandemia con tranquillità, organizzazione e responsabilità.



E credo che tutti noi stiamo facendo del nostro meglio cooperando con le regioni di riferimento per mantenere la situazione sotto controllo".


"Per quanto riguarda la mia persona, voglio fugare ogni dubbio:

a me dispiace che il prefessor Galli trovi sempre il tempo per accusarmi velatamente e non.


Io questo tempo non ce l’ho e ho sempre cercato di essere sempre molto rispettoso, però gli do un consiglio:

questo accusare senza mai fare chiaramente il nome è forse figlio della sua antica militanza sessantottina di cui si fa vanto;

allora il nemico veniva additato senza nominarlo.


Lui ha un modo molto semplice per risolvere il suo problema ed è quello di presentare una denuncia

alla procura della Repubblica contro il professor Alberto Zangrillo.


Io non l’ho mai nominato né accusato.


Chiudiamola qua e parliamo di cose serie...".
 
Strano, ricordo il video-sfogo che la zecca Scanzi ha fatto il 25 febbraio:
si vede il giornalista sfogarsi contro i suoi colleghi che dedicano troppo spazio al Coronavirus.
"Basta, urla avvolto in un giubbino di pelle da centauro, lo volete capire o no che si tratta di un semplice raffreddore, non è una malattia mortale! Ma quale pandemia!".
Infine, tra una parolaccia e l'altra, gli scappa il vero motivo della rabbia: "Mi stanno annullando le date teatrali!".

Si può augurare la morte a chi la pensa diversamente sul coronavirus?

La risposta ovvia sarebbe "no".

Eppure in Italia c’è qualcuno che osa farlo, non in privato bensì sui social.

Lui puo`, e` di sinistra quindi moralmente superiore......ma lo sai che potrebbe capitare anche a te ?


Andrea Scanzi, citando tale Lorena Verucchi, ha pubblicato questa mattina un post molto pesante
che parte dal tema della emergenza sanitaria e si allarga fino ad abbracciare questioni sociali ed economiche più vaste.


"Fossi in Conte, adotterei le stesse misure anticovid della Svezia e farei selezione negli ospedali come la Svizzera.
Poi, mi preparerei 20 kg di popcorn e 10 casse di birra e mi godrei lo spettacolo di vedervi morire come mosche".



In pratica, vorrebbe godersi uno spettacolo come se stesse seduto al cinema.

Frasi simili fanno sempre un certo effetto.

Ancor di più se a scriverle, o quantomeno a condividerle, è colui che ad inizio della pandemia,
quando il coronavirus era sulla bocca di pochi, parlava di banalissima influenza e dava appellativi sprezzanti a chiunque non la pensasse allo stesso modo.

Nel post Scanzi ammette che quelle pubblicate sono parole forti
"ma sentirvi lagnare per ogni cazzo di cosa che vi si dice è alienante.
"Dittatura sanitaria", "Conte come il DVCE" e altre vaccate così (pronunciate, spesso, proprio da fascistoidi)
fanno ridere, se non ci fosse da piangere".

Ma non è tutto.

"Avete rotto i coglioni con gli autobus pieni zeppi e, ora che vogliono reintrodurre una d.a.d. più forte
(per ridurre assembramenti dentro le scuole e nei mezzi pubblici) rompete ancora la fava perché "i vostri figli sono in prigione".


Nel post di Scanzi, poi, vi è un attacco verso tutti quelli che, con le loro azioni, sono responsabili delle difficoltà economiche di alcuni settori:

"I teatri sono in crisi da 20 anni perché nessuno ci andava (preferivate stare a casa a guardare la D'Urso)
e ora che li hanno chiusi, sembrate tutti Dario Fo. Scaricavate film pirata da internet e, per questo, i cinema chiudevano.
Ma ora siete tutti Fellini. Comprate di tutto su Amazon, ma ora vi stanno a cuore i negozietti di quartiere e i poveri artigiani.
La verità è che siete ipocriti. Disfattisti. Ignoranti come bestie".

"Vi meritate il dj del papeete a capo della vostra mediocrità".
Ma nel messaggio ce ne è anche per coloro che criticano le misure restrittive per contenere il Covid-19.

"Il virus, dopo le 18, non è più contagioso? La mascherina è dannosa perché ti fa respirare la tua co2 e ti rincoglionisce,
vogliono far fallire l'Italia ecc... No, mi dispiace deludervi. La mascherina non c'entra. Eravate rincoglioniti anche prima".

Per non parlare di chi sta protestando in tutta Italia perché, senza lavoro, ha difficoltà ad arrivare a fine mese.

Perché un pensiero lo Scanzi che ha ripreso la Verucchi lo ha anche per loro:

"Capisco che essere una partita Iva, di questi tempi, sia la cosa peggiore che possa esserci. Ma è una pandemia.
Tutto il mondo è in questa situazione. Addirittura molto peggio. Cosa era meglio? Tenere il negozio aperto e avere tutti i clienti morti?".

Attacca ma non dice come queste persone possono campare senza soldi.

Del resto è sempre facile parlare.

"Comunque vi invidio. Vorrei essere anche io come voi e urlare "non ce n'è coviddi!"
e avere sempre la verità in tasca, dall'alto della mia cultura maturata presso l'università della vita.
Ne usciremo migliori. Manco per il cazzo".
 
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Siamo tornati al punto di partenza; anzi, se possibile, abbiamo fatto un passo indietro.

Agli sguaiati cantori balconari che, alle 18, intonavano l’inno nazionale, si sono sostituiti i facinorosi di strada in cerca di vendetta.

Vendetta, non giustizia.

A scagliare pietre e impugnare bastoni, infatti, non sono i ristoratori irritati per la serrata e neppure i loro dipendenti:
sono i disperati che non attendevano altro, che desideravano scendere in piazza e manifestare. Purchessia.

Naturalmente, la classe dirigente del Paese ci ha messo del suo.

I decreti del presidente del Consiglio dei ministri sono, in larga parte, non intellegibili e condividono,
con quelli dei governatori regionali, una sfilza di visto, considerato e letto di cui non è traccia a memoria d’uomo.


Sei mesi buttati, rappresentati iconograficamente dal volto abbronzato del responsabile della Farnesina, fulgido esempio di incompetenza.


Nel frattempo, sottotraccia, i detentori del sacro potere – i burocratistanno imponendo a chi governa l’adozione ad interim del lavoro a domicilio.

I servizi pubblici, di fatto, rischiano la cancellazione.


Curioso:

chi vorrebbe lavorare rischia di fallire,

mentre chi è pagato col denaro pubblico non perderà un centesimo.


La giustizia è negletta, giustamente collocata nella posizione che si merita,
in un Paese nel quale la stessa parola diritto è, ormai, vista con sospetto.


Eccoci qui, dunque.

Pronti a non si sa che cosa per salvare il Natale e consentire al Salvatore di nascere tra un bue ed un asino.

Gli unici che non finiranno mai in isolamento fiduciario.


.
 
Il decreto ristori, secondo quanto scrive oggi Il Sole 24 Ore, varrà circa 6,8 miliardi,
di cui 2 riservati al fondo perduto per le attività chiuse o danneggiate dal semilockdown entrato in vigore con il nuovo dpcm
e 2,6 miliardi per la cassa integrazione destinata ai lavoratori di queste stesse attività.


Il provvedimento è atteso oggi in consiglio dei ministri e domani in Gazzetta Ufficiale, come annunciato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.


A far salire i conti del decreto, un elenco di voci aggiunte nelle ultime ore:

300 milioni di aiuti per le fiere,

180 milioni per le indennità da erogare ai lavoratori dello sport e alle società sportive,

150 milioni per il credito d’imposta sugli affitti commerciali.

E ancora 115 milioni per l’esenzione della seconda ondata dell’Imu in scadenza il 16 dicembre,

200 milioni per la nuova mensilità del Reddito d’emergenza

e 60 milioni per le forze dell’ordine impegnate nel rispetto delle regole sulle chiusure delle attività.

Tra le altri voci compaiono anche 680 milioni destinati alle indennità da 1.000 euro dei lavoratori stagionali della cultura e del turismo,

400 milioni per le agenzie turistiche,

100 milioni per il cinema.

La partita più attesa, comunque, è quella dei ristori a fondo perduto.

L’ipotesi più accreditata sarebbe quella di riconoscere un indennizzo in forma ridotta
per bar e ristoranti che possono ancora lavorare, seppure con orari limitati,
e un contributo più alto per le attività costretta a chiudere del tutto.


Le fasce individuate sarebbero quattro:

ristoro al 100% delle somme già incassate con il decreto rilancio per gli esercizi che chiudono alle 18 come gelaterie e pasticcerie;

ristoro al 150% per i ristoranti che lavorano solo a pranzo e la sera possono fare solo consegne a domicilio e asporto;

ristoro al 200% per i più danneggiati, e cioè palestre, piscine, cinema e teatri;

ristoro al 400% per quelle attività, come le sale da ballo e le discoteche, che erano state chiuse già prima dell’ultimo dpcm in seguito all’aumento dei contagi.


Il calcolo viene fatto su quanto già ricevuto con il decreto rilancio tra luglio e agosto,
aumentato delle percentuali previste a seconda dei coefficienti che vengono assegnati alle fasce di attività.


A identificare le imprese destinatarie, che potrebbero essere 350mila secondo i calcoli del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, saranno i codici Ateco.


Rispetto al precedente decreto, il ristoro sarà inoltre destinato anche alle imprese con fatturato superiore ai 5 milioni di euro.

Per chi supera questa soglia, però, si ipotizza di parametrare gli aiuti in base alla perdita di fatturato rispetto al 2019.

Ma con un tetto massimo fino a 150mila euro.


Per chi aveva già presentato domanda di ristoro nei mesi scorsi, l’accredito degli aiuti sarà automatico – senza la necessità di fare domanda –

e arriverà entro una settimana con uh bonifico dell’Agenzia delle entrate direttamente sul conto corrente bancario.


Chi invece non lo aveva fatto prima, quindi soprattutto le aziende con volumi superiori ai 5 milioni, dovrà presentare domanda e aspettare qualche settimana in più.


Il governo sa che stavolta serve una risposta immediata.

Conte non può più permettersi i ritardi nella erogazione degli aiuti registrati durante il primo lockdown.

Anche perché nelle piazze, da Torino a Milano fino a Napoli, ribolle la protesta.

Il Viminale ha già messo in allerta i prefetti per eventuali infiltrazioni,
mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa.

All’ordine del giorno lo scenario internazionale, alla luce della crisi Covid e delle prossime elezioni americane,
ma la preoccupazione principale riguarda le tensioni sociali provocate dalle nuove misure anti contagio.
 
Faccia a faccia telematico fra Antonio Maria Rinaldi ed Andrea Enria, presidente del consiglio di sorveglianza della BCE.


Prima vedrete l’intervento del professor Rinaldi, che mette in evidenza come l’epidemia Covid-19
abbia dato un colpo durissimo ad un’economia non sicuramente fin da prima florida:
questo si ripercuoterà sul sistema bancario, che mostrerà una forte ricaduta a livello di sofferenze bancarie, i famosi NPL.

Non sarebbe necessario, in questo caso, rivedere tutta la una normativa legata alla loro gestione nel sistema bancario ?



Enria risponde ma… in realtà concede pochissimo.

La sua visione, curiosa per un banchiere, è che il debito è un “Male” per i bilanci delle aziende cliente, anche il debito incagliato, i cosiddetti NPL.


Una risposta paradossale:

le banche vivono di prestiti, senza i quali non hanno utili,

e le aziende che non rimborsano i prestiti si comportano così perchè non possono.


Una risposta, francamente, incomprensibile.
 
Charles Gasparino, un analista di Fox News conosciuto per una serie di scoop ben azzeccati su TikTok

ha fatto uscire un proprio tweet che porterà un po’ di movimento nel mondo dell’informazione d’oltre oceano, ma anche nazionale.



Il tweet è il seguente:


BREAKING: Is @amazon chief and @washingtonpost owner @JeffBezos looking to create a media empire? Investment bankers talking up the possibility of Bezos buying @CNN as @ATT looks to shed assets amid massive debt load following TimeWarner deal. Will discuss at 1pm @FoxBusiness $T
— Charles Gasparino (@CGasparino) October 27, 2020




Gasparino riporta la notizia della possibilità che Jeff Bezos, proprietario di Amazon
ed editore del Washington Post, acquisti anche la CNN, attualmente di proprietà della ATT.

Questa società di telecomunicazioni si troverebbe a dover coprire le pesanti perdite di Time Warner.

Questa indiscrezione non è stata confermata, anzi per ora si è riferito che non si parla di cessione, ma avrebbe una sua logica piuttosto ferrea.


Dal punto di vista politico inoltre si verrebbe a creare un polo globalista-democratico potentissimo,

un sorta di super microfono di Soros, o , per fare un esempio collegato all’Italia, una sorta di super-Repubblica di Scalfari,

ma dotata di risorse quasi illimitate. La comunicazione US ne sarebbe stravolta,

soprattutto però nel settore DEM dove altri media come il NY Times o la CBS rischierebbero di essere messi in ombra.




Comunque è bello, come nota il successivo tweet, è bello che nell’America odierna i ricchi, ancora più ricchi, cerchino di manovrare i poveri, sempre più poveri.


hahaha so funney

CNN Business: Jeff Bezos and the rest of America's billionaires saw their fortunes skyrocket over the past six months during the coronavirus pandemic — while millions of Americans are now earning less than they were before the crisis began, according to a ne https://t.co/Me8VuYuoho
— Bret Filups (@BananaSlapdick) October 26, 2020
 
Dramma a Lodi. Aveva aperto l’attività circa sei mesi fa.

Poi, ieri mattina, intorno alle 10, è stato dato l’allarme per un commerciante di corso Roma, barista, trovato senza vita nel suo locale.

Serranda del bar abbassata e il titolare 54enne ritrovato senza vita.

Come riporta Il Giorno, si tratterebbe di gesto disperato.

Sul posto si sono precipitati gli operatori della Croce rossa locale e dell’automedica, più i vigili del fuoco e la polizia.




Lodi-suicidio.jpg



Nulla hanno potuto.

E lentamente si sono assiepati fuori i clienti del bar di Lodi ormai affezionati e affranti.

È solo l’ultimo di una serie di suicidi che riguardano artigiani, commercianti, piccoli imprenditori disperati.

Qualcuno ha ancora addosso il dolore e gli strascichi del lockdown di primavera.

Il nuovo Dpcm, che impone misure assai simili a quelle dei giorni più bui, sta facendo perdere le speranze a molti.



lodi-copertina.jpg



Quello di Lodi, purtroppo, non è un caso isolato.

Il Covid ha ucciso molte persone.

Ma non solo per i danni causati alla salute delle persone.

Infatti c’è un conteggio nel numero delle vittime che spesso non viene considerato.

Il dato fa rabbrividire: da marzo ad oggi, in Italia più di 70 persone si sono tolte la vita, 46 hanno tentato di farlo.


Tanti, troppi suicidi.

Numeri che secondo gli esperti riuniti al Convegno internazionale di suicidologia e salute Pubblica organizzato da Sapienza Università di Roma
sono legati in maniera sia diretta che indiretta alla pandemia, al lockdown, alla crisi economica e alle crisi dentro le mura domestiche e quelle interiori.


Si tratta di un vero e proprio allarme sociale che rischia di espandersi.

“Il numero rilevante di casi riferiti dai mass media, pur non essendo una rilevazione statistica accurata,
indica che nei prossimi mesi il suicidio potrebbe diventare una preoccupazione più urgente, sebbene ciò non sia inevitabile”,

ha spiegato Maurizio Pompili, presidente del convegno e professore ordinario di Psichiatria alla Sapienza Università di Roma.
 
Lacrime, rabbia, dolore.

C’è tutto questo nelle immagini della folla scesa in strada a Napoli
per protestare contro le restrizioni introdotte dall’ultimo Dpcm varato dal governo,
che rischia di mettere in ginocchio settori, soprattutto quello della ristorazione, già provati da mesi di lockdown e difficoltà economiche.

Tante storie tutte insieme, una al fianco dell’altra, radunate a piazza del Plebiscito per dire “basta”
di fronte a quella che in tanti stanno vivendo come una vera e propria ingiustizia, in un momento già estremamente delicato.


A fare il giro dei social in queste ore è stata in particolare una sequenza,
quella che ha ripreso la disperazione di una donna in lacrime, disperata.


“Sono stata licenziata” urla la signora, spiegando poi ai giornalisti accorsi attorno a lei per raccogliere la sua testimonianza di essere

“vedova e con due figli a carico. Lavoravo in un ristorante, ma ora non ho più un’occupazione”.



La signora ha spiegato di aver perso il lavoro a causa della crisi economica e ha paura,
di fronte all’ennesima stretta voluta dall’esecutivo, di non vedere più la luce alla fine del tunnel.

“Ho lavorato in cucina per 13 anni, adesso non so più cosa fare”.

Anche perché, nel frattempo, gli aiuti tardano ad arrivare:

“La cassa integrazione quando me la danno?”

la si sente urlare nel video, uno spaccato terribile di quanto sta accadendo in queste ore in tutta Italia,
dove le famiglie protestano spaventate all’idea di non farcela più.



Dal Piemonte alla Lombardia passando per la Toscana e fino alla Campania,
in ogni Regione in queste ore l’asticella della tensione è salita a causa delle proteste della popolazione.

I rappresentanti delle categorie colpite dal Dpcm chiedono aiuti subito, già a partire dai prossimi giorni.

Altrimenti, in molti rischiano di chiudere per non riaprire mai più.


Un settore fondamentale del nostro Paese, per il quale il conto è già salatissimo:
la filiera dell’agroalimentare, stando alle previsioni, rischia di veder andare in fumo 3,6 miliardi di euro.
 

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