Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (16 lettori)

NoWay

It's time to play the game
Quello che raccomandi è facilissimo, nevvero?

Un intervento bello forte, e si spazzano via decenni di porcherie che gli amministratori delle banche italiche hanno disseminato, giusto?

Suvvia NoWay...

La credibilità finanziaria non si recupera con una dichiarazione o una visita a Bruxelles. Anche se Renzi è già arrivato a dire pubblicamente peste e corna delle banche tedesche, non mi sembra ragionevole pensare che la "tranquillità" delle banche si recuperi in questo modo, ma agendo come è stato fatto: prima di tutto facendo scoppiare il bubbone degli statuti delle popolari, e poi agendo nelle fasi critiche, quale è questa delle due banche venete...
Solo così che si può neutralizzare l'azione di chi specula al ribasso...

Io esprimo le mie idee (che possono essere sbagliatissime)...
No, non è facile e non è nemmeno immediato... ma, per esempio, che un Banco Popolare sia costretto a fare un adc che lo porterà ad avere coefficienti molto sopra i minimi richiesti ai competitors stranieri è vergognoso... e non c'è stato un politico italiano che l'abbia fatto notare... oppure ancora nessuna presa di posizione sul fatto che la media di copertura dei crediti deteriorati delle banche italiane sia parecchio superiore a quella delle bance tedesche...
Qui il rischio è concreto... se si continua a subire in silenzio, va a finire che arriva l'Apollo di turno e si porta via le nostre banchette per un tozzo di pane...
L'azione di chi specula al ribasso io la neutralizzerei vietando per sempre le vendite allo scoperto...
 

mac

Forumer storico
Qui il rischio è concreto... se si continua a subire in silenzio, va a finire che arriva l'Apollo di turno e si porta via le nostre banchette per un tozzo di pane...
L'azione di chi specula al ribasso io la neutralizzerei vietando per sempre le vendite allo scoperto...

Ma perché dimentichiamo di mettere in conto che le sofferenze delle banche italiane sono all'incirca il triplo della media europea?
In un periodo di crisi economica come si pensa di poter risolvere questa anomalia se non con coefficienti patrimoniali più forti?

IMHO
 

fidw99

100% perpetual
Ma perché dimentichiamo di mettere in conto che le sofferenze delle banche italiane sono all'incirca il triplo della media europea?
In un periodo di crisi economica come si pensa di poter risolvere questa anomalia se non con coefficienti patrimoniali più forti?

IMHO
Tutto logico, non dimentichiamo però che ora siamo in una fase di crescita e che le banche hanno ripreso a fare utili, quindi il discorso delle sofferenze é assolutamente ammortizzabile nel giro di qualche anno e soprattutto non ci dovrebbe essere l'urgenza di svendere oggi a 20 quello che tra un paio di anni potrei incassare a 30 o più
 

NoWay

It's time to play the game
Ma perché dimentichiamo di mettere in conto che le sofferenze delle banche italiane sono all'incirca il triplo della media europea?
In un periodo di crisi economica come si pensa di poter risolvere questa anomalia se non con coefficienti patrimoniali più forti?

IMHO

Perdonami... quindi secondo te è messa peggio una banca italiana di un Deutsche Bank (tanto per fare un nome a caso)? Perchè non c'è un cane che dica i motivi veri per cui nessuno va a rovistare negli armadi degli altri? Perchè accettiamo di competere in un gioco dove le regole non sono uguali per tutti?
Mi sembra di essere tornato indietro di qualche anno quando il problema era che i nostri istituti di credito erano visti a rischio perchè avevano in panca troppi titoli di stato... invece essere infarciti di ogni tipo di porcheria era un vanto... e anche lì tutti a subire...
E' la tipica mentalità italiana... ci bastonano, ci lamentiamo, ma non facciamo mai niente per cambiare le cose...
E per fortuna che abbiamo un italiano alla guida della BCE... altrimenti non oso pensare cosa sarebbe successo... :(
 

NoWay

It's time to play the game
Banche: pressing Governo su aumenti, Unicredit lascia Bpvi (Mess)


ROMA (MF-DJ)--Governo e Bankitalia in pressing, anche per conto della Bce, per mettere al sicuro gli aumenti di capitale di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, indispensabile per riportare sopra il livello di guardia gli indici patrimoniali dei due istituti, scongiurando il ricorso al primo bail-in italiano che potrebbe dare un colpo di grazia al mercato e costituire un effetto domino.

Il passo indietro di Unicredit dalla garanzia sulla ricapitalizzazione della Vicenza per 1,75 mld sta mettendo in allerta Governo e Autorita'. Unicredit, scrive Il Messaggero, e' pronta a sfilarsi dalla garanzia su B.P.Vicenza. La decisione potrebbe arrivare dal cda di venerdi' 7, dopo che la scorsa settimana i comitati interni avrebbero condiviso questo orientamento.

Intesa Sanpaolo invece, prosegue il giornale, mantiene l'impegno di garantire la ricapitalizzazione di Veneto Banca da 1 mld, ma di non partecipare a una cintura di salvataggio di sistema sulla banca vicentina. La posizione dell'a.d., Carlo Messina avrebbe spiazzato i presenti: "ognuno si fa la sua operazione, non possiamo accollarci altri impegni". A vuoto, aggiunge il quotidiano, sarebbero andati i tentativi di dissuaderlo: il banchiere non intende venire meno all'impegno di distribuire ai soci dividendi in crescita rispetto ai 2,4 mld assegnati nell'esercizio 2015. L'indisponibilita' a un sostegno straordinario da parte della prima banca italiana fa si' che anche le altre istituzioni coinvolte nicchino.

Quanto a Cdp, la sua adesione dovrebbe essere dello stesso tipo di quella del prestito da 1,65 mld accordato da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi Banca, B.Mps e Banco Popolare per favorire la soluzione delle quattro banche salvate: garanzia sul rimborso. E comunque sarebbe pronta a sostenere un veicolo per gli Npl.

L'obiettivo del Governo sarebbe di costituire una cintura di sicurezza innanzitutto intorno alla Vicenza, il cui rafforzamento dovrebbe partire per primo (lunedi' 18) ed evitare che l'eventuale default contagi le altre banche. Unicredit e' l'istituto che ha garantito a fermo l'operazione ma, secondo quanto filtra, il contratto avrebbe clausole precise che vanno oltre la tipica mac (material adverse change), clausola che permette di sfilarsi in caso di condizioni avverse di mercato.

In parallelo, precisa il giornale, ci sarebbe il faro acceso dalla Consob sul prospetto: gli uffici stanno sollecitando integrazioni del documento. Tra i rischi connessi ci sarebbe la redditivita': dai dati preliminari del trimestre, la banca berica chiuderebbe in rosso, con uno scostamento delle previsioni. E proprio l'andamento della banca farebbe parte di una delle clausole che Unicredit vorrebbe impugnare per tirarsi fuori.

Piu' in generale sull'incontro di ieri, l'iniziativa del Governo riguarda il capitale delle banche e le sofferenze: non solo le due venete, ma eventualmente anche altre come B.Mps e B.Carige. A questo proposito, conclude il quotidiano, e' del tutto infondata la voce secondo la quale la Bce voglia mettere un termine per la vendita degli Npl.
 

Fabrib

Forumer storico
Sole 24 ore di ieri:

5 APRILE 2016 - 18:54

Banche e sofferenze: Cdp in campo alla ricerca di una soluzione di sistema
Dal Sole 24 Ore del 18 febbraio – uno stralcio dell’articolo di Vincenzo Visco: “Modello francese con dote di Abs”

“E’ molto probabile che il recente accordo siglato a Bruxelles tra il nostro Governo e la Commissaria alla concorrenza non produrrà effetti di rilievo, come hanno sottolineato numerosi esperti. Eppure il problema delle banche è oggi la questione fondamentale dell’economia italiana, e senza una sua soluzione la ripresa rimane a rischio. Che fare? In Italia ci sono 200 miliardi di sofferenze iscritte a bilancio mediamente al 30% del valore iniziale. Il mercato invece le valuta mediamente intorno al 10%. Se le banche cedessero le sofferenze a valore di mercato, rimarrebbero 40 miliardi (o poco più) da coprire. Una soluzione potrebbe essere quella di reperire 20 miliardi di questo gap tra valore contabile e valore di mercato delle sofferenze mediante aumenti di capitale, prevedendo nel caso in cui essi restassero inoptati, l’intervento della CDP attraverso un apposito veicolo che dovrebbe finanziarsi sul mercato e in misura residuale coi risparmi postali. Si tratterebbe di seguire l’esempio francese il che comporterebbe una (parziale) nazionalizzazione indiretta che potrebbe venire meno successivamente attraverso la cessione delle quote sul mercato, nel giro di pochi anni. Se non si volesse gravare troppo sulla CDP, gli altri 20 miliardi di perdite non coperte su sofferenze potrebbero essere gestiti seguendo la proposta avanzata recentemente da Marcello Minenna. Secondo questa proposta, le perdite non verrebbero contabilizzate nei bilanci bancari in quanto le sofferenze sarebbero cedute alla bad bank a valore contabile unitamente a crediti in bonis. Per finanziarsi la bad bank emetterebbe ABS che avrebbero un profilo di rischio più moderato. In più l’inserimento di una garanzia statale remunerata a mercato sulla tranche intermedia degli ABS ne migliorerebbe ulteriormente la qualità e ridurrebbe così anche il rendimento che questi titoli dovrebbero pagare. Una garanzia così architettata consentirebbe alla tranche intermedia di assorbire una parte delle perdite non contabilizzate sulle sofferenze e di assottigliare la tranche junior rendendola più “sostenibile” per le banche cedenti e permettendo loro di realizzare concreti vantaggi in termini di ratios e interessante per il mercato”.

Fin qui la proposta di V. Visco. Oggi i vertici delle principali banche italiane si sono dati appuntamento a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, il ministro dell’Economia e i vertici della Cdp. Non si sa ancora in quale direzione si stiano muovendo ma di sicuro sono alla ricerca di una “soluzione di sistema” al problema delle sofferenze bancarie italiane.
 

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