Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (21 lettori)

Andre_Sant

Forumer storico
25 giugno 201714:21
ansa

25 giugno 2017
14:21


Ore di attesa per la soluzione che porterà ad IntesaSanpaolo la parte 'sana' di Veneto Banca e Popolare Vicenza dopo l'avvio di quella che è stata definita una 'liquidazione ordinata' delle due venete.

Nella notte l'accordo con il gruppo guidato da Carlo Messina, secondo quanto viene riferito, sarebbe stato raggiunto e ora si tratta di finire di tradurre questo accordo nelle misure di cornice, che spettano al governo, e nel contratto che, già in giornata, i commissari liquidatori dei due istituti che saranno nominati dalla Banca d'Italia firmeranno con Ca' De Sass. Il consiglio dei ministri, già slittato di 24 ore, ancora non è stato fissato ma dovrebbe essere convocato a breve.



E' una corsa contro il tempo quella per salvare le banche venete e garantire che lunedì mattina gli sportelli riaprano regolarmente, dopo che la Bce le ha dichiarate 'fallite'. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è stato per tutto il pomeriggio con il suo staff a Palazzo Chigi, ma lavoro febbrile di queste ore non è bastato a definire tutti i dettagli 'in punta di diritto', in modo da 'blindare' l'operazione. Così è' slittato di un giorno, il Consiglio dei ministri che deve varare il decreto con la 'cornice' di regole attraverso la quale portare a termine l'operazione studiata con Intesa Sanpaolo. Così il gruppo guidato da Carlo Messina potrà acquistare al prezzo simbolico di 1 euro le attività di Veneto Banca e Popolare Vicenza dopo la separazione delle 'attività malate' dei due istituti, garantendo allo stesso tempo gli obbligazionisti senior e i depositanti.

In vista del decreto, il premier Paolo Gentiloni ha incontrato ieri a Palazzo Chigi il titolare dell'Economia Pier Carlo Padoan. "Mi sento di confermare totalmente la garanzia per quanto riguarda i risparmiatori e i correntisti", ha ribadito il presidente del consiglio. Fra Tesoro e Intesa sembrerebbe comunque esserci un braccio di ferro su tema degli esuberi. L'operazione dovrebbe comportare circa 4.000 uscite, per un costo di circa 1,2 miliardi di euro. Dei posti di lavoro da tagliare con i prepensionamenti, solo 1.200 nelle venete avrebbero i requisiti, mentre gli altri sarebbero di Intesa che, però, anche dopo l'acquisizione delle good bank, non intende sostenere costi e nemmeno considerare l'ipotesi licenziamenti. Servirà quindi un rafforzamento del fondo esuberi con un intervento pubblico. In quel caso, Ca' de Sass potrebbe usufruirne anche per i propri dipendenti. Un'ipotesi che non sembra essere ben vista dalla Commissione Ue. Per questo dai sindacati sono arrivati appelli al governo.



"In Europa c'è chi vuole i licenziamenti" ha detto il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni. Altro nodo è il 'no' di Intesa alla richiesta del governo di partecipare al rimborso dei titolari di bond subordinati, che saranno praticamente azzerati insieme agli azionisti. C'è poi la necessità, per Intesa, di avere la certezza che vi sarà corrispondenza fra il decreto e la legge in cui verrà convertito. Il governo ha fatto presente che può garantire il suo impegno e che i tempi saranno veloci, ma non risulta che ci siano tecnicismi normativi in grado di blindare il testo. Intanto, i cda delle venete hanno fatto il punto della situazione in due riunioni lampo, nel pomeriggio.

"Tutti adesso pensano basti un euro - ha detto Gianni Mion, presidente della Popolare di Vicenza a margine di un evento a Milano - Io non posso valutare la proposta, non mi posso lamentare dei professori, io sono stato bocciato. È stato bocciato tutto, le persone, il piano e pure io". Fiducioso il presidente emerito di Intesa, Giovanni Bazoli, secondo il quale l'offerta di Ca' de Sass "avvia il problema verso una soluzione finale e rapida del problema, che è quello che tutti ci auspichiamo". Anche per il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, l'offerta "è buona". Quindi, ha aggiunto, "accontentiamoci pragmaticamente di un'offerta e di una grande banca senza la quale avremmo avuto molti più problemi".
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
sportellati 100% gli altri ultimi in coda a sperare nelle briciole della liquidazione (leggi Andre e NPLs non disastrosi come credo io..).

Non può essere altrimenti(ed è la versione ottimistica, cmq. plausibile)
 

Piedi a Terra

Forumer storico
Prof. Zingales commenta oggi la Venetina sul Sole


Nel maldestro tentativo di prolungare l’agonia di qualche giorno, il Governo italiano ha anche introdotto un pericolosissimo precedente. Dieci giorni fa ha posticipato per decreto la scadenza di un’obbligazione di Veneto Banca.

Se il bond fosse stato detenuto dalle grande banche di investimento internazionali, la notizia sarebbe stata sulla prima pagina del Financial Times, ma per qualche vecchietto veneto si muove a stento il Gazzettino.

Decisioni come questa spiegano perché in Italia non ci si fida né dello Stato, né delle banche. Il mercato finanziario si basa sulla fiducia: fiducia che i contratti saranno rispettati e non cambiati in corsa, a seconda del potere politico del contraente. Il decreto del governo mina questa fiducia e crea un pericolosissimo precedente. Quello che è stato fatto per Veneto Banca può essere ripetuto un domani per un’altra banca, o per il governo stesso.
Questo è il motivo per cui gli investitori internazionali vogliono titoli emessi secondo il diritto inglese.

Ma il nostro debito pubblico è per la stragrande maggioranza emesso sotto il diritto italiano e quindi può essere consolidato in qualsiasi momento con un decreto simile a quello approvato l’altro venerdì dal governo.

All’estero si domandano se abbiamo assistito alle prove generali del default della Repubblica Italiana
 

Users who are viewing this thread

Alto