Beh, in realtà mi pare che il tuo argomentare sia un po' contraddittorio... da un lato tu non vuoi i default bancari, dall'altro affermi che il sistema di mercato impone che le perdite vadano a carico di chi ha investito, ma se prendo ad esempio una banca che è fallita, fra questi ci sono certamente gli obbligazionisti che dunque, in virtù delle regole del mercato, dovrebbero pagare la loro parte del conto.
Lehman Brothers è un esmpio di funzionamento delle regole di mercato, e gli obbligazionisti senior, per quanto stima il mercato oggi, dovrebbero recuperare il 10% del nominale del loro investimento...
A precisazione di quanto detto, io non sono per un sistema di libero mercato senza regole chiare e senza tutela per i risparmiatori. E sono contro i fallimenti perché danneggiano i risparmiatori, che anche loro hanno pagato e pagano le tasse.
Certo se poi un default non si può proprio evitare, non c'è niente da fare e le perdite vanno in capo a chi ha creduto nell'azienda fallita, come fino ad ora abbiamo visto con le varie Cirio, Parmalat, Lehman Brothers, ...
Quello cui sono contrario è dire: siccome occorre salvare il sistema bancario, possiamo abbattere i debiti così evitiamo di tassare i contribuenti e scarichiamo le perdite sui creditori.
Se vogliono fare una cosa del genere hanno solo due possibilità: far accedere le aziende in crisi alle apposite procedure fallimentari, accettando le reazioni del mercato, oppure fare una legge che rinegozi d'autorità il debito delle banche in crisi (in pratica un esproprio).
Altre soluzioni non le vedo, mi pare troppo comodo dire: riduciamo i debiti ma le banche devono comunque andare avanti perché non possono fallire... E chi ha prestato loro i soldi deve sacrificarli per il bene dell'azienda? E magari queste banche poi tornano in utile e agli obbligazionisti non viene rimborsato quanto hanno perso?
Per non parlare poi di come è stato gestito il sistema bancario americano: se il governo americano ha commesso degli errori, a pagare saranno prima di tutto i cittadini americani (tutti), poi è chiaro che se le perdite sono enormi e non si può proprio evitare il fallimento anche agli investitori esteri dovranno accettare le perdite.
Direi che la strada della nazionalizzazione è la più ragionevole se le perdite sono gestibili, poi se i buchi di bilancio sono troppi anche così non si risolve niente per cui occorre trovare una soluzione diversa, ma a mio avviso occorre passare tramite la procedura fallimentare.
In Italia è da anni che si dice che il risparmio non è tutelato, trovo curioso che qui si parli tranquillamente di decurtare gli obbligazionisti perché le banche non possono fallire...