Brasile: crescono riserve valutarie
(Il Sole 24 Ore Radiocor) -
Milano, 04 mar
Brasile: crescono riserve valutarie
Il
Banco Central do Brasil ha recentemente pubblicato i dati relativi alla bilancia dei pagamenti nel 2009. L'anno si chiude con un aumento delle
riserve ufficiali del Paese per oltre 46 miliardi di dollari. L'ammontare complessivo, alla data del 31 dicembre e' di 240 miliardi di dollari corrispondenti a quasi il 15 per cento del PIL. Un valore che supera ampiamente l'ammontare complessivo del debito estero pubblico e privato che e' di 202,5 miliardi. La
bilancia commerciale si chiude con un saldo positivo pari a 25,3 miliardi, pressoche' invariato rispetto al 2008. Contributi negativi, in termini di flussi valutari sono venuti pero' dalla componente dei servizi con un saldo pari a -19,3 miliardi (rispetto ai -16,7 miliardi del 2008) e dai trasferimenti di redditi (-33,7 miliardi). La bilancia dei pagamenti brasiliana si e' chiusa quindi con un deficit delle
partite correnti pari a 24,3 miliardi di dollari pari all'1,5 per cento del PIL. Afflusso netto di capitali Il saldo negativo e' stato piu' che controbilanciato dagli afflussi netti di capitale. Il saldo finanziario, infatti, ha registrato un surplus di 69,4 miliardi di dollari. La componente degli
investimenti diretti e' aumentata sensibilmente passando dai 24,6 miliardi del 2008 a 36 miliardi del 2009. Il dato e' influenzato dal forte rientro dei capitali brasiliani investiti all'estero (+10,1 miliardi nel 2009) mentre sono diminuiti sensibilmente (-42,4 per cento) gli investimenti diretti delle imprese brasiliane all'estero. Nel 2008 avevano raggiunto un valore record di 45,1 miliardi. Nel 2009 sono stati pari a passati a 25,9 miliardi. L' afflusso per investimenti di portafoglio (49,1 miliardi di dollari) e' tornato sui livelli del 2007 (48,4 miliardi), dopo il deciso calo registrato nel 2008 (1,1 miliardi). Gli investitori esteri hanno ripreso nel 2009 ad acquisire azioni brasiliane per un ammontare netto pari a 49,1 miliardi di dollari. Nel 2008 si era verificato invece un deflusso netto di oltre 7 miliardi. Il fenomeno ha colpito anche il
reddito fisso con un afflusso netto di 9,5 miliardi di dollari. Negativo invece il saldo della voce " altri investimenti" che si chiude con un deflusso di -15,9 miliardi rispetto a un afflusso di +2,9 miliardi nel 2008. Il dato deriva in gran parte dall'aumento degli attivi all'estero delle banche brasiliane Nel 2010, secondo i principali operatori di mercato, intervistati dalla
Banca Centrale nella inchiesta Focus, e' previsto un peggioramento delle partite correnti. Questa sezione dei conti con l'estero potrebbe chiudersi con un saldo negativo pari a -48 miliardi di dollari. Il motivo preponderante e' rappresentato da un atteso peggioramento della bilancia commerciale dovuto alla rivalutazione del real. Si prevede, tuttavia, un sensibile aumento degli investimenti
diretti esteri, che dovrebbero tornare sui livelli del 2007. Boom di
investimenti esteri Secondo i dati della Banca Centrale che prendono in considerazione un arco di 28 mesi dal gennaio 2007 all'aprile 2009, gli stranieri hanno investito in Brasile soprattutto nel settore dei servizi (quasi 37 miliardi di dollari) con particolare riguardi al comparto finanziario e del commercio al dettaglio. L'afflusso di investimenti diretti nel settore industriale e' stato di 30 miliardi. Al primo posto il settore metallurgico. Agricoltura e settore minerario sono stati oggetto di investimenti esteri per un totale di quasi 19 miliardi, concentrati principalmente nell'estrazione di metalli, petrolio e
gas naturale. I principali investitori sono stati, nell'ordine: Germania, Olanda,
Stati Uniti, Spagna, Francia e Giappone. L'Italia nel 2008 occupava solamente la diciottesima posizione, con 326 milioni di investimenti diretti. Gli investimenti italiani negli ultimi anni si sono concentrati su edilizia, siderurgia (produzione di tubi di acciaio) e meccanica (fabbricazione di pezzi di ricambio per autoveicoli). A loro volta le imprese brasiliane hanno investito all'estero soprattutto nel
settore finanziario, dove il totale cumulato supera i 36 miliardi di dollari statunitensi su un totale. L'ammontare complessivo di tutti i settori e' invece pari a 80 miliardi. Tra i paesi di destinazione spiccano
paradisi fiscali quali le
Isole Cayman, le
Isole Vergini Britanniche e le Bahamas, seguite da Stati Uniti, Danimarca e Spagna. L'Italia occupava nel 2008 il diciottesimo posto, con 357 milioni di dollari.