La Mente non è semplicemente un deposito generale di informazioni o solo un meccanismo celebrale. Essa è sia i singoli momenti del conoscere che il loro continuum che forma il senso del conoscere.
Cosa significa?
Quello che si diceva qualche giorno fa: esiste anche una coscienza a livello dell'organo di percezione. Se vogliamo: la prima eleborazione dell'informazione avviene a livello dell'organo. Se parliamo di stimolo visivo, equivale a dire che esiste un centro di elaborazione dell'immaggine già a livello dell'occhio. Non fisiologica, quella è ovvia, ma di senso. Ergo di coscienza.
Cosa implica questo?
Che il "senso" che noi proiettiamo su quello che percepiamo è duplice: operiamo una "falsificazione" di quello che vediamo al primo impatto con lo stimolo. Tale "falsificazione" viene inviata, così come è stata eleborata, al secondo centro di elaborazione. Quello che tutti noi supponiamo essere nel cervello e che comunemente chiamiamo coscienza.
Qui avviene la seconda "falsificazione". O elaborazione dello stimolo. O attribuzione di senso.
Da notare due cose.
La prima è che lo stimolo visivo quando arriva al secondo sentro di elaborazione non è più uno stimolo, ma è già una inferenza.
Ovvero abbiamo già espresso un giudizio su cosa abbiamo visto.
La seconda, importante, è che qui non si intende per falsificazione una percezione erronea. Ma semplicemente che non corrisponde più alla "percezione diretta".
Dove ci porta questo ragionamento?
Eh...E' molto importante.
Ci porta alla determinazione dell'etica, della morale. Di cosa è giusto e cosa non lo è.
Basiamo i nostri giudizi su quello che percepiamo!
Leggiamo ascoltiamo ci confrontiamo riflettiamo: riceviamo molteplici informazioni dai canali sensoriali e le dotiamo di senso. Il risultato di questo processo è quello che noi chiamiamo opinione, verità, moralità, giustizia.
Ciascuno compie, sempre, questo processo.
Avremo quindi tanti verità giustizia moralità quante sono le persone coinvolte in questo processo.
Tali persone si riuniranno e la Verità, la Giustizia, la Moralità sarà un semplice calcolo statistico della maggioranza: quelle più simili saranno elette a guida del gruppo dei convenuti.
Il punto rimane xò l'inizio del processo: la percezione degli stimoli. E la loro traduzione in un senso compiuto.
Ecco dunque che abbiamo sviluppato, nel corso dei secoli, la concezione che la Verità, la Giustizia, la Moralità, non possono essere appannaggio della maggioranza.
E per essere tali devono valere anche per la minoranza. Maggiornza e minoranza devono essere d'accordo. Inequivocabilmente.
Ma poiché Verita Moralità Giustizia senza il consenso dell'uomo che ne deve usufruire non hanno valore, nascono conflitti guerre odio morte e distruzione. Anche a livello di rapporti interpersonali stretti. Madre figlio moglie marito polito elettore ecc..
Di nuovo torniamo a monte, e alla percezione degli stimoli.
Or dunque, sapete quanti organi, coscienze, sono coinvolte nel processo di traduzione di senso dello stimolo percepito?
Sette!
Il sette torna sempre. E' mistico. Chi ha letto la dispensa di Ciampa ha trovato il sette. Nel cristianesimo sette sono i lievelli. Sette sono le coscienze. Induismo buddhismo idem.
Quali sono?
- Percettori diretti
- Cognitori inferenziali
- Cognitori successivi
- Coscienze che suppongono correttamente
- Consapevolezze alle quali l'oggetto appare ma non è accertato
- Coscienze dubbiose
- Coscienze erronee.
[Lorig. Lati Rimpocé]
Esse sono compresente e agiscono in frazioni di secondo. Potremo dire simulataneamente, ma sarebbe scoretto xè sono in successione.
Diciamo che sono velocissime.
Cosa succede in borsa ogni giorno? Qual'è il fattore più importante? Quello che salta agli occhi?
La rapidità.
La velocità.
Dobbiamo prendere decisioni che nella vita quotidiana invece danno più tempo.
Ora, come facciamo a prendere la decisione giusta se non conosciamo nemmeno come funziona la nostra mente?
E se fossimo stabilmente sull'ultima? La coscienza erronea?
Non potranno che essere loss su loss.
E, si badi bene, non solo in borsa ma anche nella vita.
Sarebbe bene farsi un esame interiore e vedere se ci sono similitudini fra quello che accade quotidianamente in borsa e nella vita di tutti giorni.
Con pace serenità tranquillità ma con occhio profondo e senza paura.
Noi siamo quel che siamo e non possiamo essere diversamente. Nascondere a sé stessi la proria natura è scappare. Scappare dalla felicità.
Poiché la felicità è essere quel che si è?