martedì 12 marzo 2013
Qualche secolo fa in quel di Assisi si aprì una sommossa interna per la rinuncia all'agiatezza. Oggi diremo per la rinuncia al finanziamento dei partiti.
Fronde interne. Partner a favore e contro. Fazioni e discussioni fino a notte fonda. Poco cibo tanto freddo ma una passione che scaldava gli animi.
Ma nessuno osava andare dal capo! La sua parola era Legge.
Venne xò i coraggioso. Al ritorno da un viaggio nel ricco Oriente, fra palme datteri e ori, inebriato da tanto luccicchio, un ministro [nel testo è da intendersi come un frate, ma nella metafora è perfetto: ministro politico forse?], tremante andò dal capo a consultarlo sul capitolo della povertà [il nostro finanziamento ai partiti], desideroso di conoscerne la sua motivatà volontà. E di capire se vi era una pur piccola possdibilità di trovare un accordo aggiungo io.
Si, perché nella Regola di frate Francesco, Egli aveva dettato:
"E che nessuno porti in viaggio qualcosa. Non porterete nulla con voi"!
Potete ben immaginare cosa successe quando venne annunciata ai frati questa Regola.
E per nulla frate Francesco intendeva che al massimo si portasse la mutanda sotto il saio. Se proprio si doveva.
Durissimo per coloro che pensavano ad un monachesimo fatto di ascesi e digiuno, ma nell'agiatezza di un monastero e nella ricchezza di Santa madre Chiesa.
Dove per noi la Chiesa è il Parlamento, il monastero il Partito, e il digiuno e l'ascesi è la morale superiore dell'"eletto" in Parlamento che sa e quindi agisce per il bene del popolo.
Ma frate Francesco, che non era un pirla chiunque e conosceva l'animo degli uomini, la prese alla larga all'inizio.
Ascoltiamo la sua risposta.
frate Francesco disse "Ecco come la interpreto io: i frati non devono avere altro che la tonaca, loa corda e le mutande, come è scritto nella Regola; i calzati se vi saranno costretti da necessità".
Crisi e panico!!! Non vuole nessun accordo e rincara la dose. Ora aggiunge che anche le scarpe sarebbero di troppo.
Il minsitro se non svenne poco ci mancò, e rispose:
"Che sarà di me, ho tanti libri del valore di oltre 50 libbre".
Che tradotto: ho debiti con le banche, 300 dipendenti e altrettanti funzionari. Sedi ovunque. Riscaldamento enel e i regali di Pasqua, che è vicina, da fare. Io ho tanto, devo rinunciare a tutto?
frate Francesco lo aveva portato a mettere in luce per primo la motivazione della fronda ribelle, ora poteva dire la sua:
"Io, - rispose frate Francesco - non posso andare contro la nmia cosceinza e contro l'osservanza del Santo Vangelo che abbiamo promesso".
Il ministro questa volta svenne. Aveva ragione frate Francesco. Avevano giurato tutti fedeltà al Vangelo e a Gesù [al Parlamento e al Popolo]. E li era chiaro cosa voleva Gesù. Lo aveva ben spiegato al fighetto che voleva seguirlo e quando questi apprese da Gesù che si trattava di regalare ai poveri quel che aveva gli fece il classico gesti tra braccia piegato e mano dicendo "tu si pazzo compà".
E ora doveva anche lui rinunciare? Svenne, appunto.
Ripresosi frate Francesco, con fervore di spirito, concluse:
"Voi frati Minori amate essere ritenuti e qualificati dal popolo come seguaci del Vangelo, ma in pratica tirate alla saccoccia come tutti gli altri"
Ora voi direte: la fronda ribelle ha perso?
No!
Allora ha rinunciato cq alla loro volontà di mantenere le ricchezze?
No!
Allora è venuta a più miti consigli?
No!
Essi fecero togliere dalla Regola il capitolo "In viaggio non porterete nulla con voi". Credendo così di eludere il Santo Vangelo.
frate Francesco, che pirla appunto non era e che li aspettava al varco disse:
"[..] voglio che sia chiaramente scritto che essi sono tenuti ad osservare il santo Vangelo di Gesù Cristo. Poiché quel che dico me l'ha messo sul labbro il Signore. Ed Egli lo ha fatto per la salvezza ed il bene mio e ddei miei frati, ed io l'ho trasmesso e lo trasmetto a loro. Voglio di fatto testimoniarlo ed osservarlo fino alla fine. Così i frati non troveranno scusa davanti a Dio".
Ed egli osservò il santo Vangelo alla lettera fino alla sua morte
Non sei frate per il bene tuo, ma per il bene di Dio e delle persone bisognose. La via richiede la povertà perché diversamente ti metti in saccoccia quanto hai e quanto riceverai.
Se vuoi essere parlamentare, sei li per il bene di tutti. E non per il tuo. Siccome conosciamo l'animo umano allora è meglio che metti per iscritto che rinunci.
E poiché le cose giuste sono quelle che si portano avanti in prima persona io ora so, grazie a frate Francesco, come guardare l'agire del M5S. Dei suoi deputati e della sua leaderschip.
E questo vale per tutti gli altri.
E qui finisce il parallellismo, chiedendo scusa a frate Francesco e a coloro che hanno trovato di cattivo gusto l'accostamento spiritualità\santità-politica\dovere politico.
E mo lo posto anche nell'altro 3d.