Io aggiungo questo:
E' giusto che non ci siano discriminazioni tra uomo e donna. Siamo tutti
uguali. Ma attenzione, abbiamo anche ruoli diversi.
Nel regno animale per solito è il maschio che domina in forza della sua
maggior forza fisica e, nei primordi della nostra civiltà, era quello che per
l' appunto per la sua maggior forza provvedeva al sostentamento della
sua famiglia. Ora questo è tutto cambiato perchè siamo diventati civili.
- Civili vuo dire idealisti. Ci siamo allontanati dal mondo della natura per approdare al mondo delle idee (ma se le idee sono quelle dell'Io allora sono solo sofferenze). Questo è positivo e giusto. La crescita è insita nell'uomo. Forse più nel maschile visto il post precedente. Mentre nel femminila è più presente la componente istintuale
Ma attenzione, nella vita di una famiglia è normale che si debbano prendere
delle decisioni anche gravi. In questi casi a chi spetta l' ultima parola?
- Nella suddivisione ideale dei compiti ciascuno prende la decisione che gli spetta nel suo ambito. Purtroppo questa è l'idealità. Ed oggi assistiamo ad un maschile che non è più capace di decidere e chiede aiuto al femminile. Tutto diventa confusionatio.
Il supporto è consiglio, ma poi ciascuno deve essere in grado di agire autonomamente per il bene della coppia.
Se tra i coniugi esiste un' armonia perfetta non c' è problema.
Ma se io, maschio, deciderei per un verso e la femmina si oppone preferendo
una soluzione opposta, che si fa? La decisione deve pur essere presa.
Andiamo da un giudice? Già senza questi problemi sappiamo come siamo
messi, figurarsi. Allora che si fa? Gettiamo la monetina?
- sono i tempi presenti. Mala tempora
Io per essere imparziale farei questo. All' atto di stipula del contratto
matrimoniale, perchè di questo si tratta, l' officiante dovrebbe chiedere
chi dei due sarà preposto a condurre la famiglia. Insomma, è chiaro
che qualcuno debba pur avere l' ultima parola. Maschio o femmina che
siano. E' pensabile un Paese senza un governo? No! Questo vale anche
per una famiglia.
- oggi vige il concetto di libera proprietà libero arbitrio libera scelta. Giusto! Ma anche questo è parziale poiché appunto come dici la scelta va presa.
Io suggerire le parole di Camus: "la mia libertà finisce dove inizia la tua". E' il rispetto reciproco. Questo taglia la testa a religioni ideologie o filosofie. E' semplice e capibile da tutti. E se lo avessimo in cima alla nostra scala etica sarebbe un passo enorme per l'umanità. Ovvero io decido cosa è bene per me, ma nel farlo considero anche cosa è bene per te. Ma non quello che io penso sia bene per te; ma quello che tu mi dice essere il tuo bene (per te). Togliamo la parola bene e mettiamo felicità. Viene meglio.
Scusate per quanto detto anche se, dovrete convenire, è materia di stretta
competenza dell' analisi ciclica e pure tecnica in generale.
- qui invece non ti accorgi della potenza di questa tua affermazione: quante volte vediamo un ciclo partire un giorno piuttosto che un altro? Quante volte assistiamo a pareri diversi sulla fine di un ciclo?
E quante volte questo induce anche ad uno scontro?
E no mio caro. La borsa è fatta di uomini e donne, e se questi litigano anche essa ne risente. Eccome.
Del resto è quello che rende un ciclo ideale nella sua teoria, imperfetto nella sua applicazione.
E dunque ne dobbiamo tenere a mente le conseguenze. Un pò quello che chiamo "equilibrio grafico" se mi permetti questo passaggio.
Come nella relazione sociale il rispetto può essere valore fondante; così l'equilibrio lo è in borsa.
Ma qui abbiamo scoperto l'acqua calda mila: è il principio di simultaneità dei cicli!
Vero. Forse qualcosa in più. Cq più convincente se lo vedo anche al di fuori della borsa.