Quando era in vita un vecchio del mio popolo, i Tewa, ripeteva spesso la frase Pin pe obi: "guarda in cima alla montagna".
La sentii la prima volta quando ero bambino. Allora avevo sette anni e stavo partecipando ad una staffetta per dare forza a nostro Padre il Sole nel suo viaggio di attraverso il cielo. Io ero arrivato alla fine di una strada sterrata che conduce da est ad ovest, ripetendo la corsa del sole. Il vecchio, che era cieco,l mi chiamo e mi disse: "Piccolo, mentre corri, guarda in cima alla montagna", e mi indicò Tsikomo, la montagna sacra ad ovest del villaggio. "Tieni gli occhi fissi su questa montagna e tu sentirai i chilometri fondere sotto i tuoi piedi. Se fari così, tu sentirai che potrai saltare oltre i cespugli, scavalcare alberi e persino fiumi".
Io cercai di capire cosa poteva significare tutto questo, ma ero troppo giovane.
Qualche giorno più tardi ebbi l'occasione di domandargli se davvero avrei potuto imparare a saltare sopra gli alberi. Sorrise e disse:
"qualunque sia la sfida con la quale dovrai confrontarti nella tua vita, ricordati sempre di guardare in cima alla montagna. Facendo questo, tu avrai sempre davanti agli occhi l'idea di grandezza. Pensaci e non permettere a nessun problema, non importa quanto gravoso di sembri, di scoraggiarti. Solo la cima della montagna deve occupare la tua attenzione. Ecco il consiglio che voglio darti lasciandoti. E noi giorni cupi che arriveranno, quando noi ci rivedremo, sarai in cima alla montagna".
Non ho dovuto aspettare tanto; il mese successivo, quando le pannocchie di granoturco si allinearono fieramente nella campagna, morì tranquillamente nel sonno.
Aveva visto ottantasette estati.
[Indiani d'America. Red Edizioni 1995]