Operatività Indici & Futures - Open - Cap. 2

Ecco la vera Casta, sono peggio dei politici che rubano, si salvano in Parlamento e si attribuiscono il vitalizio. Con i soldi persi dagli azionisti, i vertici della banca si danno lauti bonus e stipendi. Gente che ha portato la banca in rosso di 1,4 miliardi e che in qualsiasi azienda sarebbe stata presa a calci nel sedere, invece a Vicenza si auto assegna bonus complessivi per circa 8 milioni. Ecco alcune cifre che questi squali si intascano:

- Gianni Zonin ex presidente, indagato per aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza ha incassato 1,01 milioni di stipendio per l'ultimo anno (quello del disastro).
- Francesco Iorio amministratore delegato in carica dallo scorso 1 giugno, ha ricevuto 2,678 milioni di euro, di cui 1,8 milioni come bonus d’ingresso una tantum.
- Jacopo De Francisco vice direttore generale, in carica dal 22 giugno 2015, ha percepito 1,02 milioni di euro, di cui 700 mila come bonus d’ingresso una tantum.
- Samuele Sorato ex amministratore delegato, bonus di 4 milioni in due tranche. Mentre il compenso complessivo del 2015 (si è dimesso il 12 maggio) è stato di 4,6 milioni.

Complessivamente la banca ha pagato 2,675 milioni di euro di bonus d’ingresso una tantum a sei dirigenti, inclusi Iorio e De Francisco, e 5,2 milioni di euro di buonuscita a cinque ex dirigenti.
 
Cosa fanno questi signori che si sono fregati i VOSTRI SOLDI?

Gianni Zonin ha infatti ceduto la carica di Presidente delle proprie aziende al figlio maggiore Domenico, ex ad dal 2014. Mentre il dg Massimo Tuzzi è passato al ruolo di ad. Gianni Zonin cede inoltre le quote di controllo delle due accomandita di famiglia, in parti uguali di un terzo, ai tre figli Domenico, Francesco e Michele. E così a cascata nelle altre società del gruppo. Nel ruolo di nuovo presidente, Domenico è anche socio accomandatario.
L'ulteriore presa in giro arriva dal nuovo presidente Stefano Dolcetta: “Tra due mesi potremmo proporre di nuovo azione di responsabilità” dice. Certo, quando i buoi non solo saranno scappati, ma saranno dei puntini all’orizzonte.
 
E gli attuali vertici?
Nella votazione del 2 marzo, l'amministratore delegato della banca Francesco Iorio invocò la fiducia nella volontà di risanare la banca: “Siamo una banca importante, siamo la decima banca italiana – disse Iorio nel suo intervento – e non possiamo cedere alla tentazione di votare No (alla trasformazione in Spa). La fiducia è alla base del rapporto con i nostri clienti e noi quella fiducia vogliamo ricostruire.” Nelle stesse ore il Presidente Dolcetta inviò una lettera agli azionisti esprimendo la volontà di «Voltare pagina definitivamente.» Ecco la fiducia, ecco il valore della parola data, ecco il valore di queste persone fatti alla mano: zero!
 
Un manipolo di azionisti, che rappresentano solo il 18,64% del capitale, il 26 marzo ha votato No all'azione di responsabilità verso gli ex amministratori (che in gran parte siedono ancora in cda), sindaci e direttori generali che dovessero essere individuati come responsabili del dissesto dell'istituto.
 
Capito? Dopo aver depauperato e frodato per anni nemmeno il conto della serva viene a loro presentato.
Ovvero gli dai il tempo di spostare tutte le proprietà e anche se mai arrivassi a loro non trovi più niente...
 
Si chiede l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti a garanzia per l’aumento di capitale che servirebbe ad acquistare l’inoptato: si chiede al Governo con soldi pubblici di farsi carico delle perdite: la situazione è dunque disperata.
 
E se non interviene?
Se le cose non dovessero risolversi (e non sono in molti ad avere quasi due miliardi da rischiare), la banca fallirebbe in un attimo compiendo il disegno che avevamo previsto mesi fa: azionisti e correntisti distrutti, dirigenti che restano impuniti e milionari.
 

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