options & derivatives rates n. 1/2014

petrolio

+ 11,6% !!!

toni:

oggi sono filtrati rumors di un taglio di tasso di sconto alla riunione del 10 marzo, unito però ad altre misure nel pacchetto.

il concetto base è: se spingere ulteriormente in territorio negativo il tasso di sconto va a danneggiare le banche stesse, la bce non può puntare solo su questo strumento (convenzionale), ma deve spingersi con maggior vigore su strumenti non convenzionali. Un aumento del QE è sicuramente in discussione ... sarà interessante scoprire se resterà confinato all'attuale campo di titoli di stato o se si allargherà ad includere altri asset (parlavamo nei gg scorsi di corporate, magari bancari).

intanto, negli ultimi due giorni la misura delle aspettative di inflazione a medio lungo è crollato anche in USA.

anche l'inflazione attesa nell'indice michigan è ai minimi da oltre 10 anni
 
toni:

oggi sono filtrati rumors di un taglio di tasso di sconto alla riunione del 10 marzo, unito però ad altre misure nel pacchetto.

il concetto base è: se spingere ulteriormente in territorio negativo il tasso di sconto va a danneggiare le banche stesse, la bce non può puntare solo su questo strumento (convenzionale), ma deve spingersi con maggior vigore su strumenti non convenzionali. Un aumento del QE è sicuramente in discussione ... sarà interessante scoprire se resterà confinato all'attuale campo di titoli di stato o se si allargherà ad includere altri asset (parlavamo nei gg scorsi di corporate, magari bancari).

intanto, negli ultimi due giorni la misura delle aspettative di inflazione a medio lungo è crollato anche in USA.

anche l'inflazione attesa nell'indice michigan è ai minimi da oltre 10 anni

direi ... che ce ne possiamo andare a cena ... non credo che SP500 andrà sopra 1.860 ... o faccia sfracelli verso il basso (diciamo sotto 1.840) !!! buona serata a tutti
 
direi ... che ce ne possiamo andare a cena ... non credo che SP500 andrà sopra 1.860 ... o faccia sfracelli verso il basso (diciamo sotto 1.840) !!! buona serata a tutti

appena rincasato ... SP500 ... ultimo battuto 1.860 !!! :D:D:D

della serie: guru si nasce !!!
 

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appena rincasato ... SP500 ... ultimo battuto 1.860 !!! :D:D:D

della serie: guru si nasce !!!

BUONA DOMENICA A TUTTI

OI OPZIONI BUND

sono gli OI relativi alla giornata di giovedì

vi segnalo che le CALL FINITE ITM, come potete vedere, erano oltre il 72% ... generalmente tale valore preannuncia, prima o poi, un ritracciamento del mercato ... sapete cosa è accaduto venerdì ... il BUND da 165,22 è sceso a 164,15 (oltre, dunque, il CENTONE RIBASSISTA), chiudendo a 164,26 !!!
 

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genius diei

risk on ... senza se e senza ma !!!

l'ottimo toni:

risk-on corale stamattina
a iniziare ovviamente dai ns. azionari, dal settore bancario (+3.92% mentre scrivo a 98.20, prossimo stop a 102.90) ai mercati obbligazionari: il bund torna sotto 164, il btp a testare le resistenze a 13800.
il portogallo, che aveva toccato settimana 4.42, è tornato a rendere 3.50 stamattina.

settimana scorsa, quando ES è arrivato di nuovo a testare il low di gennaio, 1804, avrei scommesso che sarebbe riuscito a fare un giro sotto 1.800, far scattare un bel pò di stop, e poi, magari in zona 1770/1780, segnare un low in situazione di panico e ripartire.
Per fortuna, non ho puntato su questo scenario: avrei tutt'al più provato un long sul selling climax.
Invece, nonostante l'appeal che uno scenario del genere poteva generare, non è successo.
Nonostante fosse lì, a portata di mano, nessuno ha più premuto l' acceleratore, i flussi di vendita sono scomparsi, il panico è cessato, tutti a ricomprare.
L'impressione è che, a quei livelli, siano arrivate le telefonate ai desk "giusti" ...
da quel momento l'OIL ha ripreso il 10% in una sessione, i bancari (ricordo DB con la rottura del minimo del 2009 ...) hanno recuperato a falcate da cavallo in corsa, le materie prima in genere hanno seguito il trend con veemenza.
In realtà, nulla è cambiato dal punto di vista macro, non ci sono stati dati diversi, non ci sono state dichiarazioni combattive da parte delle banche centrali. Ancora una volta si conferma come questo sia un mercato di flussi più che di news o di banche centrali (le quali sono sempre presenti ovviamente, e probabilmente azionano altre leve che non quelle delle conferenze stampa).
 
l'ottimo toni:

settimana scorsa, quando ES è arrivato di nuovo a testare il low di gennaio, 1804, avrei scommesso che sarebbe riuscito a fare un giro sotto 1.800, far scattare un bel pò di stop, e poi, magari in zona 1770/1780, segnare un low in situazione di panico e ripartire.

io, però, ci andrei cauto a considerare totalmente superato tale scenario !!! :)
 
Senza il faro di Wall Street, i Mercati europei sono come un cagnolino che ha perso il PADRONE !!! :D:D:D

R.it
Borse europee in netto rialzo, al traino di Draghi e Tokyo.

In una giornata senza Wall Street, tengono banco le parole del governatore Mario Draghi all'Europarlamento e il rimbalzo dei mercati asiatici. Le Borse europee chiudono in netto rialzo, al seguito del balzo da record della Borsa di Tokyo che ha messo in secondo piano i timori sulla riapertura delle Piazze cinesi. Milano è salita del 3,19% e con le banche protagoniste e si riporta a 17mila punti. Londra è cresciuta del 2%, Parigi del 3% e Francoforte del 2,67%. Shanghai, chiusa durante la scorsa ottava per il Capodanno cinese, limita le perdite allo 0,63%, Shenzhen tiene la pari e Hong Kong risale del 3%.

Senza l'influenza delle quotazioni di Wall Street, sono bastate le parole di Draghi a dare ulteriore tonicità ai mercati, partiti già in rialzo. Il presidente della Bce ha confermato che non sarà richiesta una ulteriore patrimonializzazione alle banche, non ci sarà nessuna Basilea 4 e se dovesse essere necessario a marzo sarà pronto a intervenire sul mercato. L'opera della Bce dovrà però essere supportata dai governi centrali con più investimenti e meno tasse. In mattinata la forza ai mercati era arrivata da Oriente. Il Nikkei ha chiuso in crescita del 7,16% e numerose grandi azioni, da Nomura a Panasonic, in rialzo in doppia cifra.

Si è ristretto, dopo le recenti fiammate, lo spread tra Btp e Bund. Il differenziale di rendimento tra i decennali italiani e i pari durata tedeschi trattano a 137 punti base.
L'euro tratta in leggero ribasso sotto la soglia di 1,11 dollari, dopo i forti rialzi della settimana scorsa. I deludenti dati sul Pil nipponico pesano sul super yen, che arretra a quota 127,6 sulla moneta comune.

Ad acuire la fase di estrema volatilità dei mercati, capaci di pesanti ribassi e successivi rimbalzi, sono state le notizie provenienti dal fronte macroeconomico del Sol Levante, non certo positive.
Quello di Borsa è stato un movimento speculativo e tecnico, dopo la peggior settimana degli ultimi sette anni, chiusa a -11%.
Come accennato, i dati sul Pil del Giappone hanno registrato una nuova fase di contrazione per l'economia, in calo dello 0,4% nel periodo da ottobre a dicembre, con consumi deboli malgrado la politica espansiva messa in atto dal governo nipponico negli ultimi tre anni. Nell'intero 2015, la crescita del Pil si è limitata allo 0,4%. Le rilevazioni dell'ultimo trimestre hanno mostrato una flessione annua dell'1,4%, più marcata rispetto alle previsioni degli analisti interpellati dall'agenzia Bloomberg. La contestuale diminuzione dei consumi dello 0,8%, che da soli contribuiscono al 60% del Pil, e la crescita fiacca dei salari non consentono alle riforme del premier Shinzo Abe il raggiungimento dell'obiettivo di una ripresa dell'inflazione al 2% e l'uscita definitiva dalla spirale deflattiva che attanaglia la terza economia mondiale da quasi vent'anni. In questo senso si sono indirizzate le attenzioni della Banca centrale del Giappone, che ha sorpreso tutti muovendo recentemente i tassi sui depositi in negativo; probabile, a questo punto, che salti di nuovo il programmato aumento dell'Iva (dall'aprile 2017) dall'8 al 10%. In calo anche le esportazioni (-0,9%) su una debole domanda tanto dagli Usa quanto dalla Cina.

Proprio l'economia di Pechino ha registrato nuovi segnali di contrazione del commercio, sul quale pesa la debolezza della domanda sia esterna che interna. A gennaio le esportazioni cinesi sono scese dell'11,2% rispetto allo stesso mese del 2015, per un valore di 177,5 miliardi di dollari. Le importazioni sono invece calate del 18,8% tendenziale a 114,2 miliardi di dollari. La bilancia commerciale cinese è risultata così in attivo di 63,30 miliardi di dollari.
 

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