BORSE EU POCO MOSSE
La volatilità resta padrona dei mercati, che faticano a consolidare il rimbalzo della vigilia nonostante le buone indicazione in arrivo dagli Stati Uniti e dal Giappone.
Piazza Affari riesce alla fine a strappare un rialzo dello 0,78%, grazie alla buona vena di Telecom e delle banche. Più deboli le altre borse europee.
Sul fronte macroeconomico, il Vecchio continente registra il calo dell'
indice Pmi sui servizi: l'indicatore dell'istituto Markit, che anticipa l'andamento del terziario, si è attestato a 53,3 punti a febbraio nell'Eurozona, dai 53,6 di gennaio. Sopra quota 50, il Pmi indica comunque un'espansione economica.
Negli Stati Uniti, le richieste iniziali di sussidio alla disoccupazione sono salite di 6mila unità a 278mila unità nella settimana terminata lo scorso 27 febbraio, mentre gli analisti si aspettavano richieste attorno a 270mila unità. Positiva invece la revisione della produttività del quarto trimestre, portata a -2,2% e superiore alle aspettative; in via preliminare, era stato stimato un calo del 3%. Contraccolpo per il settore dei servizi Usa, con il Pmi che scivola sotto la soglia di 50 punti ai minimi dall'ottobre 2013. Anche l'indicatore Ism sui servizi mostra un calo, ma più contenuto a 53,4 punti a febbraio. In rialzo (+1,6%) gli ordini all'industria di gennaio, ma meno delle previsioni (+2,1%).
L'
euro chiude in netto rialzo a 1,0930 dollari e 124,15 yen un giorno dopo aver toccato un minimo da un mese di 1,0826 dollari. Il biglietto verde, che arretra inoltre a 113,55 yen, arretra sulla scia delle dichiarazioni di Robert Kaplan, presidente della Fed di Dallas, secondo il quale la banca centrale deve "mostrare pazienza" nella stretta monetaria. Lo
spread è stabile in area 125 punti base, mentre i Btp rendono l'1,46%.
Segnali di grande volatilità sul fronte del
petrolio, che tratta in calo all'apertura dell'operatività negli Usa, ma poi riprende la via dei rialzi. Quando in Europa terminano gli scambi, il Wti segna 35 dollari al barile e il Brent sale sopra quota 37 dollari. Dopo l'annuncio della Russia di voler congelare la produzione, gli investitori si concentrano sull'output per capire se si tratti di un trend duraturo. Secondo il ministro petrolifero del Venezuela, che da settimane è il capofila di una missione volta a trovare un accordo per stabilizzare le quotazioni, oltre 15 nazioni parteciperanno alla riunione prevista questo mese per discutere di un congelamento della produzione.
In rialzo anche l'oro, con il metallo spot che guadagna oltre un punto percentuale a 1.256 dollari l'oncia.
Preoccupa, invece, il continua rallentamento della
Cina che oggi registra la frenata del settore dei servizi a febbraio. Secondo i calcoli operati da Caixin, il Purcharsing Managers' Index per il non manifatturiero si è fermato a quota 51,2, il mese scorso, rimanendo al di sopra di quota 50 e qui di in espansione, ma in discesa rispetto al valore di 52,4 di gennaio scorso, il più alto registrato negli ultimi sei mesi. Quello di febbraio è il diciannovesimo risultato utile consecutivo, anche se Caixin precisa che si è trattato di una crescita modesta e più debole della media di lungo periodo. Il settore dei servizi è calato anche nei dati ufficiali, pur rimanendo in territorio positivo. Il Pmi per il non manifatturiero calcolato dall'Ufficio Nazionale di Statistica si è fermato a quota 52,7 rispetto al