options & derivatives rates n. 1/2014

Lunedì nero che ha fatto seguito ad un venerdì nero ... un "uno / due" terribile ... il DJ chiude con una perdita del 4,6% dopo essere arrivato a perdere quasi il 7% ... mai accaduto nella storia dei mercati che il DJ in una sola giornata perdesse 1.600 punti ... cosa è accaduto ? ... pare che appena il DJ e l'SP500 abbia violato al ribasso la media mobile 50, sono scattate le vendite automatiche ... il crollo sembra quindi ascrivibile a motivazioni tecniche, ad algoritmi e non a motivi fondamentali, tant'è che sia i rendimenti dei tassi che le dinamiche del dollaro non sono state coerenti con tale crollo ... è qualcosa, dicono gli analisti, che entrerà nei libri di storia della finanza ... in particolare, per il DJ il crollo si è innescato alla rottura del livello 25.00o pt ... siamo, quindi, ad una correzione dell' 8% ... forse, tra domani e dopodomani arriveremo al 10 - 12% che dovrebbe segnare il completamento della correzione ... dopo, secondo Peter Cardillo, inizierà un periodo di stabilizzazione ... giornata caratterizzata, ovviamente, dall'incremento della volatilità che ha messo a segno un + 115% ... il VIX si è letteralmente impennato passando da 16 a 33 ... solo in questi pochi giorni del mese di febbraio sono stati bruciati oltre 1.000 miliardi di capitalizzazione ... bersagliato dalle vendite anche il petrolio che ha perso oltre il 2% e il bitcoin che ha perso 22 pt percentuali, complice probabilmente anche le durissime parole di Draghi.

Paura sui mercati per il rialzo dei rendimenti: Dow Jones -4,62%, Milano -1,6%
 
MINISP500 in area 2.600 ... si è, dunque, perfezionata la correzione nell'ordine del 10% dai massimi ... il quesito è se qui troverà una base o se andrà a fare nuovi minimi in area 2.500 (come anticipato da qualche movimento erratico) !!!

toni:

dopo il sell off di ieri e di stamattina, resta un gran polverone: vedere attraverso questa nuvola non è facile.
Non c'è niente di drammatico, un naturale storno dopo la crescita esponenziale degli ultimi due mesi.
Abbiamo spurgato un pò di ipercomprato, le mani deboli che hanno accumulato indici azionari a gennaio sono (forse) uscite, i programmi automatici di trading si sono scatenati con volumi mostruosi.
la volatilità è destinata a restare alta nei prossimi giorni, con swing ancora violenti in entrambi i lati.
Consiglio di ridurre le posizioni di trading e tenere stop larghe, ma tenere comunque stop sempre inseriti.

Potrebbe essere una fantastica occasione di long, ma se gli indici perdessero ancora un 5% non mi stupirei affatto.
A fronte di tante incertezze ancora sugli indici, trovo che ci siano più sicurezze nel trend sul fixed income ... in particolare, dopo l' accordo di stanotte in germania, la previsione di un inflazione più alta nei mesi prossimi diventa più probabile, quindi va bene ritornare short bund a pieno carico.
Se poi gli azionari si stabilizzano, è ancora meglio.
Il bund ha guadagnato davvero poco in questo violento sell off azionario: rispetto ai minimi di ieri 157.63 siamo sopra di 100 ticks, 7 bp di rendimento più basso. Una reazione minima per un titolo che ad ogni stormir di fronde ha beneficiato di enormi flussi di acquisto in ragione della sua qualità di porto sicuro per gli investimenti. Questo a mio parere dimostra che il trend di fondo verso prezzi più bassi (sempre sul bund ovviamente) sia robusto e che questo rimbalzo sia solo un noise di breve termine.

ndr.: concordo totalmente.
 
Repubblica:

I mercati azionari sono in una fase di forte correzione, con epicentro a Wall Street. La prospettiva di ritorno dell'inflazione e normalizzazione della politica monetaria, dopo anni di vacche grasse per gli investitori che avevano denaro più che gratis, genera un assestamento. Gli addetti ai lavori si dividono: per alcuni è solo una correzione - per quanto forte - necessaria e momentanea, ma c'è spazio per nuovi guadagni. Per altri siamo all'inizio di una inversione di tendenza più strutturale. "Il contraccolpo è forse il più vigoroso segnale di salute dei mercati da molto tempo a questa parte. Il rally sostenuto dal comparto tecnologico negli Stati Uniti aveva ormai portato le valutazioni oltre il limite del ragionevole, le prospettive inflazionistiche non potevano rimanere basse all'infinito e a presiedere la Fed è giunto un nuovo Presidente che dobbiamo ancora imparare a conoscere. Avremmo dovuto preoccuparci se i mercati non avessero reagito a questo scenario", commenta James Bateman di Fidelity International. "Anche dopo le recenti dinamiche, i titoli azionari statunitensi superano del 50% circa il livello raggiunto a inizio 2016", ricorda: "La correzione può apparire inusuale perché siamo ormai abituati a un contesto caratterizzato da volatilità ridotta con dati economici che sono rimasti costantemente positivi in tutto il mondo nel corso del 2017".

Venerdì scorso per la prima volta dopo oltre cento sedute il Dow Jones ha ceduto più di un punto percentuale (-2,55%). Lunedì ha ampliato i cali, lasciando sul parterre il 4,6% dopo essere arrivato al -6%. Sul lunedì nero per altro ha pesato un episodio di "flash crash", una ondata improvvisa di vendite che ha portato in pochi istanti il listino a perdere quasi 1.600 punti.
I movimenti sono arrivati nel pieno di una corsa azionaria che aveva portato Wall Street ad aggiornare continui record, in particolare durante questo primo anno di presidenza Trump, con l'effetto di trascinare tutte le Borse mondiali. Oggi le valutazioni azionarie sono elevate: le società dello S&P500 sono valutate 27 volte gli utili, un terzo sopra la media storica. Per coloro che sostengono che quella attuale sia solo una correzione - per quanto vigorosa, che potrebbe superare il -10% - temporanea, bisogna ricordare che l'economia viaggia e gli utili societari pure. Per altri, siamo arrivati al punto di rottura di una bolla.

Il Vix è noto come "l'indice della Paura": traccia la volatilità attesa sui mercati finanziari americani attraverso l'andamento dei prezzi delle opzioni. Dopo la calma piatta degli utimi tre anni, lunedì 5 febbraio ha chiuso ai massimi dall'agosto del 2015. Con un balzo del 116 per cento - mentre il Dow Jones e lo S&P 500 perdevano oltre il 4 per cento - ha registrato la maggior variazione al rialzo della sua storia.

Quando è nato il crollo? Nell'ultimo rapporto sul lavoro Usa, oltre a confermare un tasso di disoccupazione bassissimo al 4,1% per il quarto mese consecutivo, gli economisti hanno cerchiato in rosso il +2,9% annuo segnato dalla media dei salari orari. L'accelerazione degli stipendi - ai massimi dal 2009 - ha portato gli addetti ai lavori a scorgere subito un fattore inflazionistico: quando gli stipendi salgono, sale il potere d'acquisto e a valle della catena si muovono i prezzi. Fino ad ora, pur essendo l'economia Usa vicina alla piena occupazione ormai da tempo, non si erano ravvisati questi segnali. Proprio il target di inflazione al 2% è monitorato strettamente dalla Fed per decidere la politica monetaria.

Con il rischio di surriscaldamento dell'inflazione, e in presenza di crescita economica sostenuta, gli analisti credono possibile che le strette monetarie siano più rapide del previsto: da tre, già nel 2018 potrebbero diventare quattro. Ecco perché c'è stata una immediata e violenta correzione dei titoli di Stato: i Treasury a dieci anni hanno visto schizzare i rendimenti fin quasi al 2,9%, ai massimi da alcuni anni. Qualora i rendimenti dei bond dovessero tornare competitivi, i grandi investitori avrebbero interesse a investire su questo tipo di strumenti, raffreddando l'interesse sul mercato azionario e quindi deprimendone le quotazioni.
 
TNOTE

toni:

stasera ci sarà l'asta dei 10 anni in Usa. la prima di questo quarterly refunding che vede un incremento delle emissioni per 46bn Usd (Il tesoro Usa si sta indebitando parecchio ...).
Ieri c'è stata l'asta di titoli a 3 anni e domani l'asta di 30 yr.
L'asta di ieri sui tre anni non è stata un successo, ma neanhce un flop. A metà strada: "mediocre" viene definita nell'articolo linkato sotto.
Stasera i 10 anni sono più importanti e potrebbero dare qualche indicazione in più.
Ricordo che l'ultima asta di 10 anni, uscita quando il tnote stava spaccando il 2,60 fu un successo Fu emesso proprio il giorno in cui erano uscite le indiscrezion che il governo cinese pensava di ridurre gli acquisti di titoli Usa.
La risposta in asta (non so quanto pilotata o reale) fu che le richieste da parti degli investitori internazionali arrivarono a un livello altissimo.
Dopo due settimane il tnote spacco' al rialzo il 2.60 e settimana scorsa ha toccato il 2,90.
Che dire ... forse quell'asta così successfull era solo fumo negli occhi ...
Il risultato è atteso alle 19.00 ora italiana.
 
SP500

il FUTURE ha recuperato quasi il 50% della correzione ... sembra, dunque, aver trovato un SUPPORTO ... in genere, però, dopo una così elevata volatilità, si hanno degli "UP AND DOWN", per cui non escludo che lo rivedremo in area 2.600 !!!

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BUND

CENTONE RIBASSISTA attinto in questo momento

da 158,92 a 157,92

lo avevamo detto che il TREND è ineluttabilmente ribassista !!!
 
BUND

CENTONE RIBASSISTA attinto in questo momento

da 158,92 a 157,92

lo avevamo detto che il TREND è ineluttabilmente ribassista !!!

la dinamica di questi giorni è ben rappresentata dal VIX ... l'altro ieri ha raggiunto il valore di 50, lo stesso dell'ottobre 2008, inizio della crisi di Lehman Brothers ... solo che da lì ascese fino a 90 e oltre ... CROLLO ... invece, adesso, come potete vedere, è rapidamente ridisceso in area 25 ... da qui, la stabilizzazione di ieri ed oggi che porta molti analisti a dire che il BOTTOM è stato raggiunto !!!

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