tutti i listini azionari ... hanno 1 GAP UP da chiudere ... se riprende il trend ribassista !!! ... vi mostro quello presente sullo STOXX ... cerchiato in rosso !!!
Il petrolio affonda le Borse: la produzione non cala e le quotazioni scendono
L'Iran boccia la proposta di congelamente dell'output di greggio: il prezzo del barile torna a scendere. Vendite su tutti i listini, acquisti sull'oro. La sterlina prosegue la corsa al ribasso sui timori di Brexit. Lo spread risale verso 140 punti. Chiusura in rosso per Tokyo in scia a Wall Street
L'Iran boccia senza mezzi termini la proposta di congelamento della produzione e il petrolio scivola di nuovo sotto quota 31 dollari, affondando le Borse mondiali, da Wall Street all'Asia, fino al Vecchio continente.
A gelare le quotazioni del greggio, che tentava un rimbalzo dopo il crollo della scorsa settimana sotto i 30 dollari al barile, è stato il ministro del petrolio di Teheran, Bijan Namdar Zanganeh,
che ha definito "ridicola" la proposta messa a punto da Russia, Arabia, Venezuela e Qatar per un congelamento della produzione sui livelli di gennaio. Secondo Zanganeh, infatti, la proposta avanzata dai quattro Paesi, che la scorsa settimana hanno raggiunto un'intesa di massima a Doha da concretizzare entro il primo marzo, pone "richieste irrealistiche" all'Iran.
"E' irrealistico - ha osservato il ministro - perché arrivano con questa proposta di congelamento loro (l'Arabia Saudita,
ndr) che producono 10 milioni di barili, contro l'Iran" che ha in programma un aumento della produzione "di un milione di barili. Se la produzione dell'Iran diminuisce, il nostro posto verrà preso dai paesi vicini".
Insomma, nonostante le debolezza della domanda l'offerta di
petrolio non calerà, cosa che invece continuano a fare le quotazioni con il Wti sotto 31 dollari e il Brent che scende sotto quota 33 dollari.
Il ribasso dei prezzi del greggio pesa su tutti i listini. Quelli europei non sfuggono alle vendite:
Milano scende del 2%,
Parigi dell'1,9%, mentre
Londra arretra dell'1,35% e
Francoforte del 2,2%. La presa di posizione iraniana ha già portato Wall Street ad archiviare la seduta in rosso, zavorrando la
Borsa di Tokyo che ha ceduto lo 0,85%: sul listino giapponese ha inciso anche il recupero dello yen che penalizza i titoli dell'export.
L'
euro è in discesa sul dollaro sotto la soglia di 1,10 mentre continua a rafforzarsi sulla sterlina a causa dei timori della Brexit che continuano ad indebolire la valuta inglese.
A confermare le tensioni sui mercati arrivano anche gli acquisti sull'
oro, bene rifugio per eccellenza, che sale a 1.229 dollari l'oncia.
Nel frattempo, lo spread è in rialzo verso 140 punti base con i Btp decennali che rendono l'1,53%.
Il Tesoro ha piazzato 900 milioni di euro di Btp indicizzati, poco sotto il massimo di 1 miliardo, con un rendimento lordo dell'1,22%. Dal punto di vista macroeconomico,
l'agenda di giornata è piuttosto scarica; in Italia il
fatturato dell'industria cala a dicembre del 3%, ma il dato annuo torna in positivo, mentre la fiducia dei consumatori francesi a febbraio scende da 97 a 95 punti. Negli Stati Uniti le richieste di mutui sono calate del 4,3% nel corso dell'ultima settimana a quota 521,5 punti.
Come detto, ieri sera, la seduta di
Wall Street è finita in calo mettendo fine a un rally che si sperava proseguisse: oltre al petrolio, gli indici americani hanno sofferto per il dato deludente sulla fiducia dei consumatori di febbraio, calata per colpa della recente volatilità osservata sui mercati finanziari.