toni:
daily bearish engulfing pattern da manuale sugli indici europei.
Apertura in rialzo sopra i massimi del giorno prima e rottura sui minimi: non si salva nessuno dei ns indici.
Le Borse girano in rosso con le banche. L'euro risale dopo la Fed
I listini si appesantiscono, il settore del credito venduto in tutta Europa. A Piazza Affari soffrono in particolare le popolari. La Banca centrale Usa ha pronosticato solo due sole strette monetarie nel 2016 e rivisto al ribasso la crescita Usa. Recupera il petrolio. Lo spread è stabile in area 100 punti base
Dura poco l'effetto positivo della Federal Reserve - che ha deciso di lasciare invariati i tassi - sui mercati finanziari. La Borsa di Milano gira in calo (-1,4%) dopo una partenza in rialzo, con il comparto bancario appesantito. A Piazza Affari pagano dazio soprattutto le Popolari, con le trame per i riassetti del comparto che sembrano avanzare con difficoltà; ma il problema è diffuso a livello europeo, tanto che l'indice di settore del Vecchio continente è in territorio negativo e anche i colossi stranieri soffrono. I segni "meno" si diffondono dunque su tutti i listini:
Francoforte -2%,
Londra -0,4% e
Parigi -1,7%.
E dire che le contrattazioni erano partite al rialzo, in scia appunto alla Fed e alla buona chiusura delle Borse americane.
A far tirare un sospiro di sollievo agli addetti ai lavori è stato soprattutto l'annunciato taglio da quattro a due dei rialzi del costo del denaro previsti per l'anno in corso. A dicembre, quando arrivò il primo rialzo del 2006, il presidente della Fed, Janet Yellen, aveva preventivato quattro ulteriori strette nel corso del 2016, a patto - però - che la ripresa economica si dimostrasse solida come nell'ultimo trimestre dello scorso anno. Da gennaio, tuttavia, la ripresa economica mondiale si è ingolfata.
La Fed ha, quindi, tagliato le stime sulla crescita 2016 pur mantenendo invariate quelle sull'occupazione: il Pil salirà del 2,2% contro l'atteso 2,4%, mentre la disoccupazione resterà al 4,7%. Anche negli Stati Uniti preoccupa l'inflazione che non andrà oltre l'1,2% avvicinandosi al 2% solo nei prossimi due o tre anni. "E' necessario muoversi con cautela ed è prudente mantenere l'attuale politica monetaria al momento", ha spiegato ieri sera Yellen agli investitori che ora prevedono per fine anno un costo del denaro allo 0,875%.
In forte risalita l'
euro, verso i massimi da cinque mesi: la moneta europea passa di mano sopra 1,13 dollari (1,1321) e 126 yen. Lo
spread è stabile in area 100 punti base, mentre i Btp a 10 anni sul mercato secondario scambiano a un tasso dell'1,27%.
La Banca centrale d'Inghilterra (BoE) ha lasciato i tassi di riferimento invariati allo 0,5 per cento. Secondo le minute, i membri del comitato monetario hanno votato all'unanimità per il mantenimento dei tassi invariati. L'omologa Banca svizzera, intanto, ha lasciato inalterato come da attese il tasso sui depositi a -0,75% e il tasso Libor a tre mesi rimane fissato nel range -1,25%/-0,25%. La Banca centrale norvegese ha invece abbassato di 25 punti base il tasso di riferimento, portandolo dallo 0,75% allo 0,5 per cento: la mossa era attesa.
Sul fronte delle materie prime, il prezzo del
petrolio è in forte rialzo dopo la convocazione ad aprile di un vertice dei produttori a Doha, in Qatar, al quale parteciperà anche l'Iran e alla crescita inferiore alle attese delle scorte settimanali Usa. Gli acquisti sono inoltre alimentati dall'indebolimento del dollaro seguito alla decisione della Fed di ridurre quest'anno i rialzi dei tassi Usa.