OSSERVA NEL PROFONDO DELLA NATURA E ALLORA COMPRENDERAI MEGLIO OGNI COSA (3 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
Renzi può contare su 40 parlamentari, nelle due camere, che possono togliere al PD+M5S la maggioranza alle votazioni.

Ricordate quando Bertinotti fece cadere il governo Prodi? Eppure Rifondazione Comunista aveva "solo" 26 deputati e 11 senatori
e, quando s'incapricciò perché non gli davano tutto ciò che pretendeva, non esitò a staccare la spina (poi, però, venne anche mandato a casa dal suo stesso partito...).

Una lezione simile ce la insegnarono anche Alfano, Verdini, Casini e qualche altro personaggio con spanne di pelo sullo stomaco. La storia si ripete...
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ma né PD né M5S vogliono andare a elezioni, e coccoleranno Renzi, pensando di essere più furbi di lui.

E, su questo, si sbagliano. Alla grande.
 

Val

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“Siamo persone serie e di parola”, ha dichiarato il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio.
 

Val

Torniamo alla LIRA
E' più facile ricattare e corrompere 500 parlamentari che 1000
e le 500 poltrone in meno a Roma saranno ampiamente recuperate con 2000 poltrone in più nelle regioni.

Sarà un miracolo se se si riuscirà ad ottenere il referendum per bocciare questo nuovo tentativo di togliere ai cittadini il diritto a scegliere chi eleggere.
 

Val

Torniamo alla LIRA
In Italia la mafia non esiste.

La Camorra e' della Corsica.

Cosa nostra e' un associazione culturale stipulata con l'obbiettivo di mantenere il folclore e le tradizioni locali.

In Italia i concorsi publici sono sempre limpidi.

La meritocrazia e' all'ordine del giorno.

Le tangenti non esistono.
 

Val

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Lo scopo dei vari populisti è cambiare la Costituzione Italiana, riducendo la rappresentanza e la democrazia!

"L’Italia possiede uno dei tassi di rappresentanza (ovvero il rapporto fra numero dei parlamentari e numero di cittadini)
più bassi dell’Unione europea per quanto riguarda la Camera dei Deputati; come rilevano più costituzionalisti...

Con l’approvazione della riforma definita "tagliapoltrone” diventerà ultimo Paese in Europa per tasso di rappresentanza alla Camera
e penultimo per quello dei senatori: avremmo infatti meno di un deputato ogni 150mila abitanti
e meno di un senatore ogni 300mila (in alcuni casi servirà il 20% per eleggere un senatore)!"

Povero Paese
 

Val

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Queste riforme sono pericolose per il futuro della democrazia perché rendono la politica succube dei famosi "poteri forti",
proprio quelli che ai 5 stelle non piacciono. Ma sarà vero ? Qualche dubbio ce l'ho....agli alti livelli.....
 

Val

Torniamo alla LIRA
Insieme alle inutili gitarelle da Ursula e Macron sui migranti e l'hamburger che Conte ha mangiato in America da grande statista,
la più urgente questione per il governo è stata aprire i porti a tutta l'Africa e oggi il taglio dei parlamentari.

La prima ci dice che ai nuovi poltronari interessa più il destino dell'Africa che quello degli italiani.

La seconda che le chiacchiere e il distintivo sono la meta più ambita che Di Maio vuole raggiungere con la sua farlocca proposta,
perché il risparmio di 50 milioni all'anno è ridicolo per un paese come il nostro e perché questa goliardata ci costerà subito circa 300 milioni,
se verrà indetto il referendum costituzionale confermativo, come quello di Renzi nel 2016.

Esultare per la presa in giro dell'Europa e per questo atto parlamentare, che porta acqua solo alla retorica dimaiesca, è sintomo di sindrome da tafazzismo italico inguaribile.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ultimo e poi basta.

Il Senato ha approvato in terza lettura il disegno di legge costituzionale n. 214-515-805-B,
che a partire dalla prossima legislatura riduce il numero di deputati da 630 a 400 e il numero di senatori da 315 a 200.

Il via libera definitivo da parte della Camera è atteso ad ottobre.

. Al di là delle possibili considerazioni sull'impatto di questa riforma sul funzionamento del Parlamento,
è utile chiedersi a quanto ammonterebbe l'eventuale risparmio per le casse dello Stato derivante dal taglio di 345 parlamentari.

Di Maio ha più volte sostenuto che il taglio dei parlamentari garantirà un risparmio di circa 500 milioni di euro a legislatura, ovvero 100 milioni annui.

In realtà, il risparmio sembra essere molto più contenuto.

Lo "stipendio" di un parlamentare è dato dalla somma di due componenti:
l'indennità parlamentare, soggetta a ritenute fiscali, previdenziali e assistenziali, e una serie di rimborsi spese esentasse.

L'indennità lorda mensile ammonta a circa 10.400 euro, ma al netto delle varie ritenute si attesta attorno ai 5.000 euro.
La somma dei rimborsi spese per l'esercizio del mandato (diaria, collaboratori, consulenze, convegni, spese accessorie di viaggio e telefoniche ecc.) è invece pari a 8.500-9.000 euro al mese.

Ogni parlamentare ha quindi un costo di circa 230-240 mila euro annui al lordo delle tasse, per un totale di circa 222 milioni.

Queste cifre trovano conferma nei bilanci di previsione delle due camere: la spesa prevista per il 2019 per i compensi dei parlamentari è infatti di 225 milioni.

Il risparmio lordo annuo che si otterrebbe riducendo il numero di parlamentari di 345 unità ammonta quindi
a 53 milioni per le casse della Camera e
a 29 milioni per quelle del Senato,
per un totale di 82 milioni. Il risparmio sull'intera legislatura (410 milioni) si avvicinerebbe, ma sarebbe comunque inferiore, a quanto dichiarato dagli esponenti del M5S.

Tuttavia, il vero risparmio per lo Stato deve essere calcolato al netto e non al lordo delle imposte e dei contributi pagati dai parlamentari allo Stato stesso.

Considerando un'indennità netta di 5 mila euro mensili per ciascun parlamentare (a cui sommare tutti i rimborsi esentasse),
il risparmio annuo che si otterrebbe con la riforma in questione si riduce a 37 milioni per la Camera e a 20 milioni per il Senato.

Il risparmio netto complessivo sarebbe quindi pari a 57 milioni all'anno e a 285 milioni a legislatura,
una cifra significativamente più bassa di quella enfatizzata dai sostenitori della riforma e pari appena allo 0,007 per cento della spesa pubblica italiana
.

Questo non significa necessariamente che i risparmi non siano giustificati,
ma occorre metterli in proporzione anche rispetto a dichiarazioni, come quelle di Di Maio, secondo cui con questa legge "si tagliano privilegi ai politici e si restituisce al popolo".
 

Val

Torniamo alla LIRA
Anche questi....come sono caduti in basso .......

Bologna, quella ufficiale, non ama più il tortellino, il cuore della sua stessa cucina

In occasione della Festa di San Petronio l’arcivescovo di Bologna, e prossimo Cardinale, Matteo Maria Zuppi,
ha dato indicazione di servire Tortellini al pollo, senza carne di maiale, prosciutto e mortadella bolognese,
come da ricetta tradizionale, “Per l’integrazione”, per permettere di mangiarlo anche a chi professa altre religioni.

Ovviamente queste persone NON mangeranno un tortellino, ma una pallida imitazione buonista ed ipocrita
con pollo, ricotta e uovo, una grande porcheria che nulla a con la tradizione bolognese.

Però in questo modo l’ipocrita prelato potrà far finta di averli “Integrati” , non si sa bene in che cosa, visto che neppure sono cattolici.

Non era meglio allora servire una pasta al pomodoro o al pesto?
No, bisogna distruggere una tradizione per far piacere a chi non la apprezza
.

In attesa che in Marocco mi venga servita una Tajine di costine di maiale,
per favorire l’integrazione degli occidentali in quel paese,
o che in India venga servita una costata di manzo in un ristorante gestito da un bramino,
non mi resta che inorridire dal punto di vista culinario per l’obbrobrio che verrà servito,
e dal punto di vista personale per un prelato che si vergogna della sua Diocesi e delle sue tradizioni millenarie.

Se queste gli fanno così schifo perchè non si trasferisce in una vescovato in Nord Africa o in Arabia?

Quest’estate abbiamo già assistito all’umiliazione del tortellino, le cui porzioni sono state tagliate alla Festa dell’Unità,
ora vediamo la sua completa distruzione in nome del politically correct.

Inviterei tutti i bolognesi a mangiare dei VERI TORTELLINI il 4 ottobre in occasione di San Petronio, patrono della città che non si merita neppure più.

Mi piacerebbe invitare tutti ad una colossale abbuffata a base di soli tortellini in brodo, ma quelli veri.

Intanto eccovi la VERA ricetta del tortellino, quella depositata presso l’Unione Cuochi

Per 1.000 Tortellini:

La sfoglia: Pasta fresca gialla preparata con 3 uova e 3 etti di farina

Il ripieno: 300 gr. di lombo di maiale rosolato al burro, 300 gr. prosciutto crudo, 300 gr. vera Mortadella di Bologna, 400 gr. formaggio Parmigiano-Reggiano, 3 uova, 1 noce moscata

Il brodo: 1 kg di carne di manzo (doppione);1/2 gallina ruspante; sedano, carota, cipolla, sale

Preparare il ripieno dei tortellini macinando molto finemente la carne e incorporarvi le uova, il Parmigiano, la noce moscata. Il composto così preparato va lasciato riposare almeno 12 ore in frigorifero.

Preparare il brodo mettendo la carne e la mezza gallina in una pentola con 4 litri d’acqua fredda e portarla ad ebollizione, quindi togliere con la schiumarola la schiuma formatasi sull’acqua, aggiungere le verdure, aggiustare di sale e fare bollire molto lentamente per almeno 3 ore.

Preparare i tortellini stendendo la pasta sul tagliere di legno con il matterello fino a renderla molto sottile, tagliare dei quadretti di circa 3 centimetri di lato, al centro di ogni quadratino collocarvi una noce di ripieno, quindi piegare la pasta a triangolo facendo combaciare i lati, piegare il triangolo così ottenuto girandolo attorno al dito e sovrapponendo i due angoli opposti, premere il tortellino in modo che la pasta si attacchi saldamente e il tortellino rimanga in forma. Man mano che saranno pronti riporli su un ripiano.

Scolare il brodo dalla carne e portarlo di nuovo ad ebollizione, poi tuffarvi i tortellini piano piano e lasciarli cuocere a fuoco medio per almeno 3/4 minuti, prima di servire caldissimi con abbondante Parmigiano grattugiato al momento.
 

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