Overfitting (9 lettori)

Imar

Forumer attivo
Da un punto di vista teorico, non c'è contraddizione tra uno Sharpe più elevato e anche un rischio più elevato, basta che il maggior rischio sia più che compensato del maggior rendimento.

Vero, credo sia per questo che non si calcola un solo indice ma se ne calcolano diversi.

In tale ottica, un indice ancillare per me di un certo interesse è la media dei 5 drawdown maggiori degli ultimi X anni (certo, sappiamo tutti che il (EDIT: massimo, non prossimo) DD sarà quello futuro, ma possiamo usare solo i dati che abbiamo ed un minimo di logica.... ).
 
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Il Conte Pedro

Not so easy
In tale ottica, un indice ancillare per me di un certo interesse è la media dei 5 drawdown maggiori degli ultimi X anni (certo, sappiamo tutti che il prossimo DD sarà quello futuro, ma possiamo usare solo i dati che abbiamo ed un minimo di logica.... ).

Questo direi che è un buon modo di misurare il tail risk, ma come la mettiamo se una strategia (ogni allusione allo short strangle vs short put è voluta) presenta N drawdown > una soglia X in Y anni, e un'altra presenta 2*N drawdown > una soglia X sempre in Y anni?

Questa misura ti dà sicuramente un risultato migliore per lo short strangle, molto banalmente perché hai incassato di più dalla vendita di 2 opzioni invece che 1 sola, e quindi la media dei drawdown è inferiore.

Ma non ti dice nulla sul fatto che l'evento avverso si verifica con frequenza doppia, però...

Intanto scusatemi in anticipo se di oggi risponderò a singhiozzo, purtroppo i problemi personali persistono.
 
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Il Conte Pedro

Not so easy
Certo che non c'è solo il delta, io ho parlato di greche.
Tuttavia, in caso di covered call, il gamma è ininfluente (perlomeno ai fini del nostro discorso) dato che non esiste nessun prezzo dell'underlying per cui il gamma ti possa spingere il delta del covered call sopra ad 1 (che è il delta del long spot).
Per la stessa ragione, se covered call (o cash secured put), puoi ignorare il rischio vega.... che poi alla fine - detto in soldini - è anche i motivo per cui non ti chiedono margini aggiuntivi (i rischi opzionari sono anche altri, ma questi tre sono i principali).

Invece, se prendi una posizione in call più grande rispetto al long spot, il call non è più covered ed i ragionamenti cambiano, ma è inutile avventurarcisi finche non si risolve questa, che è la cosa più semplice e quasi banale.

Faccio ancora una considerazione su questo, poi mi devo eclissare per un po'.
MAI parlato io di prendere una posizione in call più grande rispetto al long spot.
Dicevo: tu dici che il rischio è funzione del delta.
Facciamo caso semplice, che sia direttamente proporzionale al delta.
Allora con 1 call short e 100 azioni (mettiamo che il moltiplicatore sia appunto 100), la mia misura di rischio è 0,5, mentre con 100 azioni long e basta, secondo te è 1, giusto?
Quindi, se la mia propensione al rischio è 1, io posso scegliere indifferentemente di longare 100 azioni oppure di longare 200 azioni e shortare 2 call (siamo sempre cash secured), giusto?
Però le 100 azioni matengono rischio 1 anche se il sottostante scende.
Le 200 azioni e 2 call short tendono a rischio 2 allo scendere del sottostante.
In quel senso dicevo che, IMHO, non si può non considerare il gamma...
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Imho dire:
1) lo short strangle è meno rischioso della singola gamba;
2) una strategia basata sullo short strangle con sottostante lo S&P500 ha dato risultati storici migliori rispetto ad un'analoga strategia basata sullo short put;

sono cose ben diverse (il valore di verità dell'una non determina il valore di verità dell'altra).
Personalmente al momento direi che la prima affermazione è falsa mentre la seconda è vera (i dati di Imar mi parevano attendibili e degni di fiducia, confermati da più fonti).
Se penso al sottostante (S&P), direi che in caso di shock c'è molto più downside risk che upside risk (posso immaginare p.e. un giorno con un -15%, mentre un +15% sinceramente mi sorprenderebbe molto di più); questo implica che ho la coda sinistra più grassa della destra, quindi tail risk superiore per la vendita di put che non per la vendita di call.
A questo punto mi viene una curiosità: hai una statistica che confronti anche il rischio della strategia strangle con quello di una strategia short call?


Nota a margine:
da un caso generale si può inferire un caso specifico, da un caso specifico non si può inferire un caso generale.
 

AndrewLR

Nuovo forumer
Se posso fare un po' il pignolo...

Qual è secondo te la probabilità di una variazione di oltre 3000 pips in ca. mezz'ora da parte di uno strumento che negli ultimi anni aveva una volatilità giornaliera di qualche decina di pips?

Questa domanda per me ha sia poco senso e poca utilita'.

Poco senso perche' la probabilita' e' definita solo in funzione di un certo modello previsionale (che e' parte integrante di un modello operativo).

Poca utilita' perche' appunto quello che importa e' anche quello che succede quando l'evento avverso avviene - parte operativa e parte previsionale vanno necessariamente viste insieme.

Sapere che hai ragione il 5% o il 95% delle volte di per se' puo' non dirti nulla.


Allora mi vien da dire che lo Sharpe ratio non è adeguato a misurare il tail risk, che, sorry, per me continua ad essere raddoppiato se puoi andare a gambe all'aria da entrambi i lati rispetto ad uno solo.

Anche qua, libero di definire il tail risk come vuoi ovviamente, ma definiscilo.

Caso short strangle vs short DUE put, hai un certo capitale X.
Nel caso short strangle vai a gambe all'aria con movimenti avversi di entita' X in entrambe le direzioni.
Nel caso caso short due put in caso di movimento avverso in una direzione di entita' X/2.
Libero di definire il caso short due put come meno rischioso, ma e' una tua definizione che ha certe implicazioni e assunzioni...

Detto questo, per me lo Sharpe Ratio ha i suoi usi e le sue limitazioni (alcune piu' ovvie di altre) che cambiano a seconda di su cosa e per cosa viene usato.
 

Imar

Forumer attivo
Faccio ancora una considerazione su questo, poi mi devo eclissare per un po'.
MAI parlato io di prendere una posizione in call più grande rispetto al long spot.
Dicevo: tu dici che il rischio è funzione del delta.
Facciamo caso semplice, che sia direttamente proporzionale al delta.
Allora con 1 call short e 100 azioni (mettiamo che il moltiplicatore sia appunto 100), la mia misura di rischio è 0,5, mentre con 100 azioni long e basta, secondo te è 1, giusto?
Quindi, se la mia propensione al rischio è 1, io posso scegliere indifferentemente di longare 100 azioni oppure di longare 200 azioni e shortare 2 call (siamo sempre cash secured), giusto?
Però le 100 azioni matengono rischio 1 anche se il sottostante scende.
Le 200 azioni e 2 call short tendono a rischio 2 allo scendere del sottostante.
In quel senso dicevo che, IMHO, non si può non considerare il gamma...

:eek::eek::eek::eek:

CoveredCall 200 ha delta doppio di covered call100 anche in partenza..... è chiaro che se mi espongo per N lotti, corro N volte il rischio, ma non capisco cosa c'entra questo col paragonare il rischio del covered call con quello del long spot.

Secondo me - capisco anche dalla risposta su MPS - devi meditare ancora su queste situazioni (io farò lo stesso) e magari rileggere la discussione nelle pagine precedenti.

Prima di eclissarmi anch'io (devo andare a festeggiare: il mio broker preferito ha perso solo 120 mln sull'EUR/CHF... è stato proprio in gamba... :D:D:D) però ti inviterei a riflettere che quell'X% che incassi vendendo il CALL nel 99% dei casi è la migliore valutazione possibile (ex ante, of course) dell'upside a cui rinunci.

L'unica eccezione sono i casi (realmente rari) che Jamie Mai definisce "distribuzioni bimodali" (es. MPS, EUR/CHF..... ): lì il discorso è diverso (ri-ripeto: se si legge Jamie Mai si capisce il 90% sulle strategie long gamma, anche se sono stato molto incerto nel citarlo perchè il rischio di una lettura superficiale è che ci si metta a comprare opzioni ad minchiam....)
 
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Cren

Forumer storico
L'unica eccezione sono i casi (realmente rari) che Jamie Mai definisce "distribuzioni bimodali" (es. MPS, EUR/CHF..... ): lì il discorso è diverso (ri-ripeto: se si legge Jamie Mai si capisce il 90% sulle strategie long gamma, anche se sono stato molto incerto nel citarlo perchè il rischio di una lettura superficiale è che ci si metta a comprare opzioni ad minchiam....)
So che probabilmente non è la prima volta che ne scrivi e quindi mi scuso se ti faccio ripetere, ma hai un riferimento o materiale che si possa scaricare per leggere qualcosa a riguardo? Grazie.

Era Market Wizard? Altro?
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Questa domanda per me ha sia poco senso e poca utilita'.

Poco senso perche' la probabilita' e' definita solo in funzione di un certo modello previsionale (che e' parte integrante di un modello operativo).

Poca utilita' perche' appunto quello che importa e' anche quello che succede quando l'evento avverso avviene - parte operativa e parte previsionale vanno necessariamente viste insieme.

Sapere che hai ragione il 5% o il 95% delle volte di per se' puo' non dirti nulla.

La domanda era retorica ed aveva come unico scopo di giungere alla conclusione che hai evidenziato (d'altronde avevo già detto in un altro messaggio che valutare la probabilità senza la quantità era poco significativo). :)
 

Il Conte Pedro

Not so easy
CoveredCall 200 ha delta doppio di covered call100 anche in partenza.....

E infatti io ho scritto proprio questo!
Covered call 100 diciamo delta ASSOLUTO 0,5 in partenza, se la call è ATM.
Quindi covered call 200 ha delta ASSOLUTO 1 in partenza.
(Con assoluto intendo tenendo conto anche della size totale della posizione)
Long spot 100 ha delta ASSOLUTO 1 sempre e comunque.
Quindi, se guardiamo solo il delta e non il gamma, si dovrebbe dire che il rischio di covered call 200 è equivalente a quello di long spot 100?
Era quello che intendevi?
Poi sorry davvero, ma adesso non posso più proseguire la discussione perché devo fare altro :(
 

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