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GiveMeLeverage

& I will remove the world
E purtroppo questo ha portato la scelta su un esempio di scarsissimo significato, anche dal punto di vista teorico formale :lol::lol::lol:.
"Teorico formale" effettivamente è un'ambizione eccessiva sia per me che per il thread. :up:
Io credo il significato dell'esempio stia nella capacità dell'approccio fondamentale di evidenziare le situazioni dove il mercato conduce una vita sua indipendente e scollegata dalla realtà sottostante.
Se il mercato (in casi come questo) è totalmente irrazionale, allora come possiamo pensare di estrarre dai dati di mercato (sostanzialmente prezzo e volume) informazioni razionali ed utili per le nostre considerazioni p.e. sul rischio?

Non che mi interessi parlare di EEMS, ma - alla luce di quello che hai scritto - per te (e per gli azionsiti di minoranza) la valutazione del proposto acquirente non significa nulla: egli si propone di utilizzare un "guscio" già quotato per infilarci dentro un'altra azienda ed evitare tutto l'iter ed i costi di un'IPO, non ne fa un discorso di valori fondamentali dell'attività attuale.-
Direi che invece significa tutto.
Come diceva Giulia diversi post fa "se WB domani si svegliasse e decidesse di acquistare EEMS per un fantastiliardo di $, la tua V non cambierebbe forse?"
Certo che cambierebbe! (però confido che WB rimanga sano di mente ancora per qualche mese e nel caso invece impazzisse che rivolga la sua insana passione a scopi meno astrusi di EEMS).
In assenza di un'offerta come quella di Gala, V sarebbe semplicemente 0 perché in sede di liquidazione la quotazione sul MTA (sorta di intangible che Gala valuta ca. 1 mln) perderebbe il suo valore.
 
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Il Conte Pedro

Not so easy
...........che forse tu - sfruttando il tuo magistrale dono della sintesi - sei in grado di riassumere dato che io - ad oggi - non ho ancora capito quale sia la "vostra" (Tua e di PGP) quantificazione del rischio in NESSUNO DEI CASI di cui si è parlato. Pensa non ho neanche capito se pensate che - in qualche modo - il rischio possa essere quantificato e ridotto ad una grandezza scalare.... sorry, sarò de coccio... :lol::lol::lol::lol:

Da assoluto ignorante, come continuo a ribadire di essere, mi è sempre sembrato sensato utilizzare una misura tipo lo sharpe ratio, per quanto sia possibile misurarlo.
Detto questo, per quanto io ho fatto finora, non l'ho mai calcolato esattamente ma ho sempre ragionato in maniera approssimativa (cercando di stoppare le perdite prima possibile, e quando mi sono lasciato tirare a non farlo, l'ho sempre pagata cara).
Sorry se non riesco ad esprimermi meglio a tale proposito.

In secondo luogo, se ti va, mi piacerebbe capire se hai riflettutto - magari parlandone con un opzionista - e se ancora pensi che il covered call sia più rischioso del long spot...

Non ho fatto riflessioni aggiuntive (anche perché ho un po' di problemi personali in questo periodo), quindi continuo a pensarla come prima: si.

dato che per una posizione in opzioni il rischio è misurato dalle greche ed - in questo particolare caso - dal delta, e da qui non si scappa, il delta di un covered call è sempre inferiore a quello del long spot (1).

Il rischio misurato dal delta?
Ma permettimi, non è misurato anche e in maniera cruciale dal gamma?
Cioè mi pare fondamentale rappresentare il rischio che pur avendo un delta "piccolo", a seguito di una significativa variazione del sottostante il delta cresca al punto da farti esplodere la posizione in faccia.
Provo ad esemplificare il caso pratico della covered call, e per semplicità la suppongo ATM, quindi delta = 0.5 ok?
Se ragiono solo sul delta, il rischio mi dovrebbe apparire minore rispetto al long spot, giusto?
Diciamo che se il rischio è inferiore per un fattore 0.x, posso pensare di prendere sulla covered call una posizione 1/0.x volte più grande rispetto al long spot e rischiare allo stesso modo.
Nel frattempo il sottostante scende, e il delta della posizione si muove da 0.5 verso 1.
Io che avevo preso una posizione 1/0.x volte più grande rispetto al long spot, sulla base del ragionamento "delta minore => rischio minore => posso espormi di più a parità di rischio" vado a rischiare sempre di più, perché mi trovo sovraesposto secondo il rischio misurato dal nuovo delta.
 
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Il Conte Pedro

Not so easy
Ma siamo sicuri che "perde di utilità misurare il rischio quando la probabilità dell'evento avverso è così sproporzionatamente superiore a quella dell'evento favorevole"? ;)

E' sempre diverso dal caso dell'aereo ;)
Per chi era short, l'evento avverso era sicuramente molto probabile, ma anche "poco" avverso: essendoci solo un floor e non un cap, la probabilità che gli capitasse un tail risk come quello che ha spennato tutti i long in leva era MOLTO più bassa.
Cioè, essendoci il floor artificioso, una volta tolto il floor era plausibile che il cambio facesse una variazione enorme.
Nell'altro senso, viceversa, erano "normali" fluttuazioni di mercato.

Per me in un caso di evento avverso molto probabile ma con conseguenze limitate, certo che ha senso misurare il rischio, perché può essere uno di quei casi in cui io cerco di fare più giocate possibile per convergere al valore atteso.
 
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GiveMeLeverage

& I will remove the world
[..] pensi che il covered call sia più rischioso del long spot... dato che per una posizione in opzioni il rischio è misurato dalle greche ed - in questo particolare caso - dal delta, e da qui non si scappa, il delta di un covered call è sempre inferiore a quello del long spot (1).

Imho generalmente è meno rischioso, perlomeno se definiamo il rischio come probabilità * perdita e non (anche) come mancato guadagno.
Ci sono però alcune situazioni in cui mi pare che il covered call possa diventare più rischioso del long spot:
1) vendo vola, quindi se questa aumenta molto sono in una situazione meno favorevole rispetto al long spot;
2) l'utilizzo di stop loss per proteggermi da crolli dell'azione è più complicato/costoso, perché nessuno mi può garantire che riesca a ricomprare la call quando stoplosso l'azione (p.e. azione liquida, opzioni illiquide).
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
E' sempre diverso dal caso dell'aereo ;)
Per chi era short, l'evento avverso era sicuramente molto probabile, ma anche "poco" avverso: essendoci solo un floor e non un cap, la probabilità che gli capitasse un tail risk come quello che ha spennato tutti i long in leva era MOLTO più bassa.
Cioè, essendoci il floor artificioso, una volta tolto il floor era plausibile che il cambio facesse una variazione enorme.
Nell'altro senso, viceversa, erano "normali" fluttuazioni di mercato.

Per me in un caso di evento avverso molto probabile ma con conseguenze limitate, certo che ha senso misurare il rischio, perché può essere uno di quei casi in cui io cerco di fare più giocate possibile per convergere al valore atteso.

Sono d'accordo. :up:

Però non ho ancora capito se il rischio aumenti o diminuisca all'aumentare della probabilità che si verifichi l'evento avverso. :lol:
Tornando all'aereo, tu definiresti più rischioso il lancio con la tutina (rip 95%) o a corpo libero (rip 99.99%)?
 
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Il Conte Pedro

Not so easy
Però non ho ancora capito se il rischio aumenti o diminuisca all'aumentare della probabilità che si verifichi l'evento avverso. :lol:
Tornando all'aereo, tu definiresti più rischioso il lancio con la tutina (rip 95%) o a corpo libero (rip 99.99%)?

Probabilità per danno.
Il danno è lo stesso, la probabilità è maggiore a corpo libero => rischio maggiore :lol:
 

Imar

Forumer attivo
Il rischio misurato dal delta?
Ma permettimi, non è misurato anche e in maniera cruciale dal gamma?
Cioè mi pare fondamentale rappresentare il rischio che pur avendo un delta "piccolo", a seguito di una significativa variazione del sottostante il delta cresca al punto da farti esplodere la posizione in faccia.
Provo ad esemplificare il caso pratico della covered call, e per semplicità la suppongo ATM, quindi delta = 0.5 ok?
Se ragiono solo sul delta, il rischio mi dovrebbe apparire minore rispetto al long spot, giusto?
Diciamo che se il rischio è inferiore per un fattore 0.x, posso pensare di prendere sulla covered call una posizione 1/0.x volte più grande rispetto al long spot e rischiare allo stesso modo.
Nel frattempo il sottostante scende, e il delta della posizione si muove da 0.5 verso 1.
Io che avevo preso una posizione 1/0.x volte più grande rispetto al long spot, sulla base del ragionamento "delta minore => rischio minore => posso espormi di più a parità di rischio" vado a rischiare sempre di più, perché mi trovo sovraesposto secondo il rischio misurato dal nuovo delta.


Certo che non c'è solo il delta, io ho parlato di greche.
Tuttavia, in caso di covered call, il gamma è ininfluente (perlomeno ai fini del nostro discorso) dato che non esiste nessun prezzo dell'underlying per cui il gamma ti possa spingere il delta del covered call sopra ad 1 (che è il delta del long spot).
Per la stessa ragione, se covered call (o cash secured put), puoi ignorare il rischio vega.... che poi alla fine - detto in soldini - è anche i motivo per cui non ti chiedono margini aggiuntivi (i rischi opzionari sono anche altri, ma questi tre sono i principali).

Invece, se prendi una posizione in call più grande rispetto al long spot, il call non è più covered ed i ragionamenti cambiano, ma è inutile avventurarcisi finche non si risolve questa, che è la cosa più semplice e quasi banale.

Da assoluto ignorante, come continuo a ribadire di essere, mi è sempre sembrato sensato utilizzare una misura tipo lo sharpe ratio, per quanto sia possibile misurarlo.
Detto questo, per quanto io ho fatto finora, non l'ho mai calcolato esattamente ma ho sempre ragionato in maniera approssimativa (cercando di stoppare le perdite prima possibile, e quando mi sono lasciato tirare a non farlo, l'ho sempre pagata cara).

Ah questa mi era sfuggita, ed io sono d'accordo.
Pur con i suoi tanti limiti, lo Sharpe Ratio (come altri indici simili) mi permette - tranne casi particolari - di fare paragoni
Se è così, però, dovremmo andare fino in fondo e prendere atto che lo Sharpe ratio dello short strangle è superiore a quello del short put (perlomeno nei test che ho postato, relativi all'S&P500)..... insomma, siamo di nuovo al calabrone che non può volare ma per fortuna lui non lo sa.... come la mettiamo???


Non ho fatto riflessioni aggiuntive (anche perché ho un po' di problemi personali in questo periodo), quindi continuo a pensarla come prima: si.

Non per accanimento terapeutico, ma proviamo a vederla da un altro angolo (l'ultimo, I promise): quindi, nell'esempio di MPS, pensi che la tua porzione maggiore di rischio non derivi dall'avere in portafoglio il titolo, ma dall'averci venduto successivamnete un call?????????? :eek::eek::eek:
 
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GiveMeLeverage

& I will remove the world
Probabilità per danno.
Il danno è lo stesso, la probabilità è maggiore a corpo libero => rischio maggiore :lol:

:up:
E' ciò che mi suggerisce anche l'intuito.
In questo senso, un long su EEMS è molto rischioso, fatto evidente se guardiamo ai fondamentali, un po' meno se guardiamo soltanto all'evoluzione storica dei prezzi (non che abbia un bel grafico, intendiamoci) e imho meno ancora se ci limitiamo p.e. ad un dato come la volatilità storica.
 
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GiveMeLeverage

& I will remove the world
Pur con i suoi tanti limiti, lo Sharpe Ratio (come altri indici simili) mi permette - tranne casi particolari - di fare paragoni
Se è così, però, dovremmo andare fino in fondo e prendere atto che lo Sharpe ratio dello short strangle è superiore a quello del short put (perlomeno nei test che ho postato, relativi all'S&P500)..... insomma, siamo di nuovo al calabrone che non può volare ma per fortuna lui non lo sa.... come la mettiamo???

Anche a me piace lo Sharpe.
Da un punto di vista teorico, non c'è contraddizione tra uno Sharpe più elevato e anche un rischio più elevato, basta che il maggior rischio sia più che compensato del maggior rendimento.
Ricordo che Taleb sconsigliava di usare lo Sharpe nel campo dei derivati perché potenzialmente ingannevole (è facile impostare strategie con piccoli guadagni regolari e predite rare ma importanti)

"As a trader, my job is to understand biases and trade on them. There are all kinds of biases. The most common is the small sample bias. Let's say you have 1 to 1000 odds you will come home every day with a dollar and once in a while you lose $1000. Many traders show very steady incomes but they could be fooling themselves because they don't have a long enough period of time to chart their performance. Their Sharpe ratio will not be indicative. In option trading, there is a similar bias. Short premium option traders, typically those who sell out-of-the-money options, are more likely to make money on a daily basis and then blow up. Likewise the yield hogs, those traders who would take any risk for a few basis points. You can fool yourself with your Sharpe ratios, and you can fool all of the financial engineers, but you can't fool an old Chicago trader who went bankrupt twice. "
 

Il Conte Pedro

Not so easy
Non per accanimento terapeutico, ma proviamo a vederla da un altro angolo (l'ultimo, I promise): quindi, nell'esempio di MPS, pensi che la tua porzione maggiore di rischio non derivi dall'avere in portafoglio il titolo, ma dall'averci venduto successivamnete un call?????????? :eek::eek::eek:

La porzione maggiore del rischio è stata NON stoppare SUBITO le perdite sul sottostante, punto, e qui concordo con te: la maggior parte (ma non l'unica) del rischio è stata fare buy&hold del sottostante.

Al di là che la call poi è scaduta OTM ed io ho ostinatamente continuato a tenere il titolo, per quanto riguarda la componente di rischio dovuta alla call che si somma al rischio sul solo sottostante, continuo a pensare che il downside risk l'ho preso quasi tutto in faccia (con un piccolo recupero dovuto alla vendita della call), ma non avrei potuto compensare con nessun upside risk altrettanto elevato.

Se è così, però, dovremmo andare fino in fondo e prendere atto che lo Sharpe ratio dello short strangle è superiore a quello del short put (perlomeno nei test che ho postato, relativi all'S&P500)..... insomma, siamo di nuovo al calabrone che non può volare ma per fortuna lui non lo sa.... come la mettiamo???

Allora mi vien da dire che lo Sharpe ratio non è adeguato a misurare il tail risk, che, sorry, per me continua ad essere raddoppiato se puoi andare a gambe all'aria da entrambi i lati rispetto ad uno solo.
 
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