Overfitting (16 lettori)

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Mi è venut in mente un altro esempio di forte valenza conemporanea:

al ballottaggio x d
Quale dei tanti? ;)

Cmq non mi convince molto questa definizione di rischio, anche se naturalmente per poter giudicare bisognerebbe vedere come viene usato il concetto di rischio nel processo d'investimento, più che parlarne in modo generico.
Mi lascia perplesso:
1. il rischio come misura: trovo più efficace cercare qualcosa come misura del rischio che considerare il rischio come misura di qualcosa, p.e. due candidati a misura del rischio potrebbero essere la volatilità e il max drawdown;
2. il rischio come misura delle conseguenze: le conseguenze le sappiamo dopo, il rischio vorremmo (vorrei) valutarlo prima (poi come detto sopra, la definizione non è un algoritmo e non va a coincidere con l'operatività, è più interessante sapere come lo calcoli che come lo chiami, il rischio);
3. il rischio come misura delle conseguenze dell'errore: non sarebbe più semplice e chiaro parlare di "rischio dell'errore"? così si capirebbe meglio che questo è uno solo tra tanti rischi e non è affatto detto che sia quello più importante da un punto di vista quantitativo.

Piccolo esempio:
ho il classico dado a 6 facce equilibrato e numerato da 1 a 6;
mi viene proposta una scommessa in cui pago 1 e vinco 0 1 2 4 8 16;
grazie ad un dottorato di ricerca in matematica, anni di studi econometrici e decenni di trading applicato :cool:, riconosco dopo attento studio che la scommessa ha un valore atteso fantasticamente positivo;
passo quindi ad un'attenta valutazione previsionale per minimizzare l'errore e di conseguenza il rischio (forse);
con sgomento mi accorgo che ridurre l'errore a 0 (valutare correttamente tutti gli scenari) non implica affatto ridurre il rischio a 0 (stavo per investire il mio intero capitale più alcuni mutui nella scommessa, ma questa "scoperta" mi trattiene... :brr:)

Sulla totale inconsistenza del leverage (thread a sezioni unificate)

Oppure non giochi. In questo caso, elimini le pur basse probabiltà di rovina statistica(Foster&Hart) e, effettivamente, hai posto il rischio di perdere =zero (conseguenze negatve) ponendo a zero le probabiltà d vincere.

O no GML?
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Mi è venut in mente un altro esempio di forte valenza conemporanea:

al ballottaggio x d


Sulla totale inconsistenza del leverage (thread a sezioni unificate)

Oppure non giochi. In questo caso, elimini le pur basse probabiltà di rovina statistica(Foster&Hart) e, effettivamente, hai posto il rischio di perdere =zero (conseguenze negatve) ponendo a zero le probabiltà d vincere.

O no GML?

Direi di sì.

Ho (ri)letto le prime righe del paper che avevi allegato al "tuo" thread, riporto quelle che a parere degli autori sono qualità desiderabili in una misura del rischio:
[..] Moreover, the riskiness measure R that we obtain satisfies all our initial desiderata: it is objective (it depends only on the gamble), it is scale-invariant and thus measured in the same unit as the outcomes, it is monotonic (increasing gains and/or decreasing losses lowers the riskiness), it has a simple operational interpretation, and, finally, it is given by a simple formula.

Mi sembrano condivisibili.
Naturalmente la scelta dei "desiderata" e quindi dalla misura di rischio dipende in maniera sostanziale da cosa me ne faccio del rischio nel mio processo d'investimento.
Personalmente direi che rischio e valore atteso sono due delle variabili da considerare per:
1. il ranking di diversi investimenti o "scommesse"
2. la % di portafoglio da dedicarci

Per questo la monotonicità della funzione è importante (cfr conseguenze negative invece di conseguenze), per questo p.e. la volatilità è una misura di rischio sub-ottimale non distinguendo tra situazioni in cui "rischio" di perdere meno e vincere di più e situazioni in cui rischio di perdere di più e vincere di meno (nel paper: "Take the gamble g above; increasing the gain from $120 to $150 and decreasing the loss from $100 to $90 makes the standard deviation increase from $110 to $120".)
 

meursault

lo straniero
:D

Molto meglio di Mastroianni. Ce l'hai la fisiognomica di Meursault! :p

Dopo attenta riflessione, ho deciso di considerare entrambe le affermazioni come complimento :D
-----------------------------
Ciao GML :), volevo fare un paio di osservazioni su quanto hai scritto, da prendere con le pinze perché è solo da qualche giorno che sto provando a cambiare punto di vista sul rischio.

1. il rischio come misura: trovo più efficace cercare qualcosa come misura del rischio che considerare il rischio come misura di qualcosa, p.e. due candidati a misura del rischio potrebbero essere la volatilità e il max drawdown;
Facendo così però devi avere già scelto che cosa è per te il rischio (ad es. la possibilità di andare a gambe all'aria), e poi lo misuri.
2. il rischio come misura delle conseguenze: le conseguenze le sappiamo dopo, il rischio vorremmo (vorrei) valutarlo prima ...
Le sappiamo dopo, però spesso le possiamo stimare prima. Se ti dicessi che opero sul forex con leva 400, non usando stop loss e investendo sempre il 100% del capitale si può avere un'idea plausibile di cosa succederà ...
3. il rischio come misura delle conseguenze dell'errore: non sarebbe più semplice e chiaro parlare di "rischio dell'errore"? così si capirebbe meglio che questo è uno solo tra tanti rischi e non è affatto detto che sia quello più importante da un punto di vista quantitativo.
Invece devo dire che mi è piaciuta molto questa precisazione di PGP, spostare l'attenzione sulle conseguenze trovo sia fondamentale (il già citato post di cammello mi pare chiaro su questo punto).

concordo con l'enfasi sulle "conseguenze negative", come sostenevo tempo fa parlando del medesimo argomento quando valuto il rischio mi concentro sulla parte sinistra della curva probabilità-rendimento

al di là delle definizioni credo che cmq tutti concordiamo sul fatto che sia bello avere poco downside e tanta optionality :)

:) personalmente è proprio su questo punto che sto (confusamente) cominciando a vedere le cose in modo diverso, e te lo dice uno che ha sempre valutato il rischio dei propri sistemi semplicemente andando di Montecarlo per avere una stima del MDD (la quale stima tra l'altro, banalmente, necessita di sapere quando e quanto le cose vanno male, ma anche quando e quanto le cose vanno bene).

Al momento il processo lo vedo in questo modo (sottolineo ancora una volta che sono ben lontano da avere chiaro il tutto e il dubbio di essere fuori strada continuo ad averlo):

- si cerca una (presunta) inefficienza che abbia un "senso" (Imar mi pare abbia usato l'espressione "supporto logico");
- quando pensiamo di averla trovata, si costruisce un modello per descriverla/sfruttarla. Il nostro modello ci dirà la convenienza nello sfruttare l'inefficienza;
- se la convenienza c'è, a questo punto si introduce il rischio, che però non riguarda tanto e solo gli accorgimenti che dobbiamo prendere per non andare a gambe all'aria nel tentare di sfruttare il nostro edge, ma deve essere considerato in maniera più ampia, riferendosi appunto alle conseguenze che può avere un errore della nostra modellizzazione e (soprattutto?) avendo ben presente che il nostro obiettivo è duplice: rimanere vivi per sfruttare l'edge e spremere (la storiella di cammello ha avuto effetto :D) il massimo dall'edge stesso, e le due cose dovrebbero essere (sono? o_O) strettamente collegate.

"... increasing gains and/or decreasing losses lowers the riskiness ... "

... lo stop loss limita i valori positivi di rischio, ovvero riduce il rischio, il take profit limita quelli negativi, ovvero aumenta il rischio ...

Ma forse non c'entra :mmmm: ... mi farò un'idea più precisa dopo aver letto la pubblicazione, grazie al Sig. Ernesto per la segnalazione, di là non leggo molto, nemmeno di qua a dire il vero :).
 
Ultima modifica:

GiuliaP

The Dark Side
...- se la convenienza c'è, a questo punto si introduce il rischio, che però non riguarda tanto e solo gli accorgimenti che dobbiamo prendere per non andare a gambe all'aria nel tentare di sfruttare il nostro edge, ma deve essere considerato in maniera più ampia, riferendosi appunto alle conseguenze che può avere un errore della nostra modellizzazione e (soprattutto?) avendo ben presente che il nostro obiettivo è duplice: rimanere vivi per sfruttare l'edge e spremere (la storiella di cammello ha avuto effetto :D) il massimo dall'edge stesso, e le due cose dovrebbero essere (sono? o_O) strettamente collegate.

Bravo6+7!

Quando poi arrivi ad avere una buona esperienza, capisci che l'analisi del rischio, o meglio la sua corretta comprensione, ti può addirittura aiutare a trovare un metodo per la ricerca della convenienza (inefficienza).

Il discorso del rischio come misura delle conseguenze negative è banale, ci arriva chiunque: capire che il rischio ha anche un suo lato negativo (upside), che è fondamentale, no. Evidentemente non è così banale.
Ed è meglio non avvicinarsi minimamente alle opzioni senza averlo compreso (a buon intenditor ...).

E ricordiamoci sempre che il rischio non si misura con un'area, ma con un volume definito (il tempo è il cardine di tutto: a buon intenditor 2).

Ma forse non c'entra :mmmm: ...

Bravo8.
Certo che c'entra: è la stessa affermazione! :)

P.S. Mi stai dando grandi soddisfazioni!!! :rosa: (speriamo non sia il mio solito overfitting :p)
 
Ultima modifica:

cammello

Forumer storico
visto che ti piacciono le spremute :)
avendo ben presente che il nostro obiettivo è duplice: rimanere vivi per sfruttare l'edge e spremere (la storiella di cammello ha avuto effetto :D) il massimo dall'edge stesso, e le due cose dovrebbero essere (sono? o_O) strettamente collegate.

"Almeno spremile fino al massimo prima di tagliarne una nuova, che così le altre 4 non le apri e domani possiamo riprepararla fresca..."

ammetto che sono molto stupito che la discussione si stia tenendo pacata e non sia già degenerata in insulti e sberleffi e che me ne rallegro, grazie a tutti :)

C
 

meursault

lo straniero
Quando poi arrivi ad avere una buona esperienza, capisci che l'analisi del rischio, o meglio la sua corretta comprensione, ti può addirittura aiutare a trovare un metodo per la ricerca della convenienza (inefficienza).

Ne avevo il presentimento (che si potesse poi risalire la scaletta che ho presentato diciamo), grazie per la conferma, è una direzione estremamente interessante :up:

E ricordiamoci sempre che il rischio non si misura con un'area, ma con un volume definito (il tempo è il cardine di tutto: a buon intenditor 2).

E grazie per questo, un ulteriore tassello, ancora una volta sono convinto che sia fondamentale anche per i non opzionisti :reading:

Certo che c'entra: è la stessa affermazione! :)

Pareva anche a me :D ma sono sempre guardingo quando quella che vorrebbe essere una confutazione è invece una conferma ulteriore:)

P.S. Mi stai dando grandi soddisfazioni!!! :rosa: (speriamo non sia il mio solito overfitting :p)

:ops: ... lo spero anch'io :bow::bow::bow:

visto che ti piacciono le spremute :)
:accordo::up:

ammetto che sono molto stupito che la discussione si stia tenendo pacata e non sia già degenerata in insulti e sberleffi e che me ne rallegro, grazie a tutti :)

C

Sei proprio un pyrla!!! :D

:rotfl:per quanto riguarda la mia parte credo che sia perché
- non sono un ing (sono sicuro che PGP l'ha capito subito)
- il mio nickname è difficilmente storpiabile, ma nel caso consiglio un facile meursaulino (o merdesault :eek:)
- del pyrla me lo do abbastanza spesso da solo, soprattutto ora che sto cominciando a capire quante arance spremute a metà ho buttato via :censored:
 

massimo ceraldo

[::..|..::]
:rotfl:per quanto riguarda la mia parte credo che sia perché
- non sono un ing

:ola:
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p.s. In questo trhead vanno di moda le immaggini, Imar ne va mattoooo :d:
 

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