Overfitting (13 lettori)

GiveMeLeverage

& I will remove the world
In effetti, questo è un ottimo esempio per vedere se l'interlocutore ha capito qualcosa delle opzioni: chi usa B&S qui (Erny docet, nel thread originario....:rotfl:), .... non ci ha capito niente! :D:p

Si può ancora usare lo "schema generale " della valutazione opzionaria, ma non una formula chiusa come B&S; piuttosto si deve agire sostituendo - ad esempio in un modello numerico costruito sulla falsariga di cui agli spreadsheet allegati - alla DDP lognormale quella attesa nel caso concreto.
Grazie Imar.
In effetti io e le opzioni più che buoni amici siamo solo conoscenti alla lontana, ci salutiamo se ci incontriamo per strada ma nemmeno sempre. ;)
Per quanto riguarda B&S : mi sono fatto l'idea che in teoria non andrebbe usata quasi mai (vista la rarità di distibuzioni lognormali in finanza), ma poi in pratica si finisce per approfittare lo stesso di lei, perché è comoda e facile e disponibile...
Tornando al caso concreto: non ho la minima idea di quale tipo sia la DDP per il recupero crediti, tu che tipo di distribuzione useresti?
A me pare che in primissima approssimazione si possa modellizzare il recupero dei crediti come una serie di variabili casuali IID e quindi penso che la validità del CLT sia difendibile (e come detto: ci semplifica tanto la vita!).
Grossolanamente:
- indipendent: check
- identically distributed: why not?
- finite variance: check
e quindi IID >> CLT >> lognormal >> abbuffate di B&S

In ultimo, se tutto quello che ho detto fosse solo un mucchio di cavolate, lascia che mi salvi con questa considerazione: la precisione dell'approccio dovrà essere funzione della precisione attesa nel risultato, qui se riusciamo a tenere l'errore sotto al 50% è già un successo. Ma se siamo così malmessi, ha senso fare gli schizzinosi con la forma delle distribuzioni?

Quest'ultima può essere stimata solo con ragionamenti di tipo fondamentale: immagino non sia sfuggito a nessuno che la tranche senior corrisponde più o meno ai finanziamenti garantiti da ipoteca su immobili, quella mezzanina ai finanziamenti assistiti da garanzie personali e quella equity corrisponde grossomodo ai finanziamenti non assistiti da nessuna garanzia.

Dando più o meno per persi i crediti del terzo tipo, la parte equity vale qualcosa solo se l'excess recovery (cioè il recupero oltre il valore di carico) dei finanziamenti su immobili è superiore al deficit recovery presumibile sui finanziamenti con garanzie personali.

Io una idea me la sono fatta, ma è inutile parlarne, qua ogni stima è del tutto soggettiva.

Insomma, ladies & gentlement.... faites vos jeux!!!
Semplificherei radicalmente questo lato della questione, riassumendola in: se il valore atteso dell'equity tranche è zero, quanto vale l'equity tranche?
 

Imar

Forumer attivo
In ultimo, se tutto quello che ho detto fosse solo un mucchio di cavolate, lascia che mi salvi con questa considerazione: la precisione dell'approccio dovrà essere funzione della precisione attesa nel risultato, qui se riusciamo a tenere l'errore sotto al 50% è già un successo. Ma se siamo così malmessi, ha senso fare gli schizzinosi con la forma delle distribuzioni?

Al momento è corretto quanto dici, perchè mancano i dati di dettaglio sui prestiti garantiti.
Tali dati - però - saranno presumibilemente inseriti in un prospetto dato che la fetta EQUITY sarà quotata; con i dati giusti (ammesso che siano disponibili, ma han bisogno di raccogliere 6 mld, mica possono fare gli ermetici perchè tanto c'è la GACS) , la valutazione non è il peggior compito che possa spettare ad un fondamentalista. Non per niente, l'idea che "la forma delle distrubuzioni non conta" è molto diffusa tra quelli che non saprebbero neanche da dove iniziare per farsi un'idea .... ;) è sempre la vecchia favola della volpe e l'uva....

In termini più generali, forse ha un senso sottolineare che nel campo della corporate finance (e più specificamente delle cosidette cosidette opzioni reali) B&S è maleusato/ abusato in misura persono maggiore che dai trader di Borsa, il che è tutto dire (e questo nulla toglie al contributo di Merton, di vedere l'equity come una call sugli asset aziendali, con strike price pari al valore del debito, che è assolutamnte brillante).

Ho sentito (o forse sono stato testimone, non ricordo ;)) di stabilimenti costruiti in lande sperdute di paesi sperduti dal BEP lontano ed incerto, solo perchè se si giocava un pò con B&S si ricavava che il valore dell'opzione reale embedded nell'investimento era di maggiore degli oneri sostenuti.

Ed in ogni caso, per un trader/investitore privato, l'esercizio di prendere excel e ricorstuire il valore di una opzione come somma di tutti i possibili (DDP * payout) consente non solo di capire come si valtuano le opzioni (B&S è solo una scorciatoia per arrivare allo stesso risultato) ma anche per rispondere alla tua domanda, cioè per capire come cambia il valore dell'opzione se uso - ad esempio - DDP bimodale (forse più adatta alle opzioni reali... ).

Certo, se non si hanno scelte migliori che considerare le percentuali di recupero come una serie di variabuli casuali a cui applicare il teorema del limite centrale .... tutto il discorso cade (ma cade anche l'impiego di BS, non posso mica scegliere la strada più comoda, ma senza sapere se mi porta a destinazione)..... gargabe in, garbage out....


Semplificherei radicalmente questo lato della questione, riassumendola in: se il valore atteso dell'equity tranche è zero, quanto vale l'equity tranche?

Maggiore di zero, dato che c'è l'ipotesi si possa fare di meglio, ma non quella di poter fare di peggio (certo, bisogna anche vedere chi si dedicherà nel concreto al "recupero crediti"..... Paul Singer avrebbe potuto certo fare meglio dei carneadi di Atlante....)

In ogni caso, la fetta EQUITY sarà quotata, sarà una novità assoluta e quindi è molto facile ci siano mispricing grossolani, sarà forse un caso in cui spulciare i prospetti per cercare i pochi dettagli importanti potrebbe essere molto redditizio.
 
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GiveMeLeverage

& I will remove the world
Si era capito, soprattutto quando ne parlavi da esperto :)

E meno male che avevi letto approfonditamente Dynamic Hedging! :D

Sono esperto soltanto quelle rare volte in cui il livello del thread si abbassa talmente da finire sotto il mio.
Poi naturalmente sarai consapevole che tra l'onniscenza e l'ignoranza totale esistono ben più di 50 sfumature di grigio.
DH l'ho letto, ma non approfonditamente. Letto 1 volta, catturato 2 concetti (forse :)), stop.
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Non puoi fare quello che vuoi fare, fattene una ragione. E' un altro asino che vola :)

E' un asino che vola che sarà quotato, quindi qlc dovrà fare quello che io vorrei fare.
Naturalmente potrebbe essere che i dati di cui disponiamo (e i dati di cui disporremo, visto che come giustamente nota Imar prima della quotazione dovrà esserci un'informativa) e gli algoritmi che ci verranno in mente producano un'incertezza tale per cui il tentativo di pricing sarà inutile agli effetti pratici, ma mi piacerebbe che questa conclusione per ora (nel momento iniziale del percorso) venisse considerata come una possibilità e non una certezza.
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
[il] contributo di Merton, di vedere l'equity come una call sugli asset aziendali, con strike price pari al valore del debito, [ ] è assolutamente brillante.
Concordo. Non la conoscevo, per questi lampi di luce nel buio vale la pena di leggere il thread anche se da un punto di vista strettamente operativo non ne uscisse nulla. :up:

Ed in ogni caso, per un trader/investitore privato, l'esercizio di prendere excel e ricostruire il valore di una opzione come somma di tutti i possibili (DDP * payout) consente non solo di capire come si valtuano le opzioni (B&S è solo una scorciatoia per arrivare allo stesso risultato) ma anche per rispondere alla tua domanda, cioè per capire come cambia il valore dell'opzione se uso - ad esempio - DDP bimodale (forse più adatta alle opzioni reali... ).
Non posso che concordare anche qui, effettivamente una multimodale è più adatta al fenomeno, vedrei tre picchi associati ciascuno con una classe di sofferenze:
1. assistite da garanzie reali;
2. assistite da garanzie personali;
3. prive di garanzie.

Certo, se non si hanno scelte migliori che considerare le percentuali di recupero come una serie di variabuli casuali a cui applicare il teorema del limite centrale .... tutto il discorso cade (ma cade anche l'impiego di BS, non posso mica scegliere la strada più comoda, ma senza sapere se mi porta a destinazione)..... gargabe in, garbage out....
touché

In ogni caso, la fetta EQUITY sarà quotata, sarà una novità assoluta e quindi è molto facile ci siano mispricing grossolani, sarà forse un caso in cui spulciare i prospetti per cercare i pochi dettagli importanti potrebbe essere molto redditizio.
let's try
 

Imar

Forumer attivo
E' un asino che vola che sarà quotato, quindi qlc dovrà fare quello che io vorrei fare.


Ma certo. E' che a volte i guri del thread vivono sulla luna e se vedono volare qualcosa che non conoscono debbono per forza inventarsi una definizione, corredata di immagine jpeg, di quelle che usano i sedicenni per sfottersi a vicenda :rotfl:

E puoi essere sicuro che non useranno variabili casuali, DDP statistica o teoria delle opzioni, se non per formalizzare delle conclusioni che hanno già in mente dopo la parte "seria" del lavoro: "entrare" in ogni credito sopra una certa soglia, radiografare garanzia e debitore e strimare % e tempi di recupero (i tempi a volte sono più importanti della %).

Poi, su uno strumento quotato incidono altre cose, come abbiamo visto anche ieri (Intesa presenta un gran bel risultato semestrale, promette 3 mld di dividendi su una market cap di 30, dicendo in pratica che è sovracapitalizzata, ma crolla in Borsa perchè Commerzbank ha tirato giù tutto il settore), un investitore esterno può non avere tutte le risposte ed in tal caso incideranno anche questioni di finanza comportamentale, simili a quelle descritte da Federico Fubini sul Corriere di oggi:

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La chiave di ciò che sta accadendo in questi giorni attorno alle banche in Italia e in Europa è probabilmente in un articolo che venne respinto da tutte le migliori riviste di economia. George Akerlof, il suo autore, lo aveva dedicato al mercato delle auto usate e a cosa succede quando l’acquirente non sa in che condizioni sia realmente il motore e dunque non si fida: che l’auto usata sia in realtà buona o meno, il prezzo crolla comunque. Grazie a quell’articolo Akerlof vinse il premio Nobel nel 2001, trent’anni dopo averlo scritto, ma la sua intuizione sul potere corrosivo dell’imprevedibilità vive ancora in questi giorni in istituzioni celebri dell’area euro. Soprattutto, mette in discussione il funzionamento dell’Unione bancaria in Europa con la violenza di cui è capace il mercato. I suoi esiti dall’inizio dell’anno non lasciano dubbi che i problemi delle banche italiane — reali e rilevanti — si inquadrano in un malessere che tormenta di nuovo l’unione monetaria.

La solidità non aiuta
Le banche dell’area euro in media possono vantare un patrimonio (CET1) del 13% secondo l’Autorità bancaria europea, superiore al 12,3% fotografato della Federal Reserve di New York per le concorrenti americane. Questa solidità dovrebbe aiutarle ad attraversare meglio una fase di tassi quasi zero, in cui guadagnare sui prestiti diventa sempre più difficile. Eppure sta accadendo il contrario: dall’inizio dell’anno l’indice azionario delle banche europee dell’Eurostoxx 600 è crollato del 34,6%, mentre quello corrispondente del Dow Jones negli Stati Uniti ha perso solo il 10% e persino l’indice bancario del Ftse 350 di Londra ha perso circa la metà di quello dell’area euro malgrado il referendum sulla Brexit e una recessione britannica ormai chiaramente alle porte.


Investitori sospettosi
Un confronto fra il valore delle attività delle singole banche e il prezzo che assegna loro il mercato, fra America e unione monetaria, mostra brutalmente che gli investitori in Europa agiscono ormai come acquirenti sospettosi di auto usate. Vogliono comprare poco pagando meno, perché non sanno e non si fidano. Jp Morgan e Deutsche Bank hanno bilanci di dimensioni paragonabili, eppure la banca americana capitalizza in Borsa il 9,4% dei suoi attivi da quasi 2.500 miliardi di dollari, mentre quella tedesca viene valutata in proporzione dieci volte meno: lo 0,94% dei suoi attivi, un’inezia. Del resto anche Unicredit capitalizza appena l’1,2% degli attivi, Bnp Paribas il 2,6%, Intesa Sanpaolo il 4,3% e Montepaschi solo lo 0,46%. In queste valutazioni, lillipuziane rispetto all’America, è visibile il male oscuro del sistema dell’euro. Ed è qui che la vicenda italiana entra in gioco. Perché l’impossibilità di capire i rischi nascosti e dunque la sfiducia degli investitori in generale non riguardano il motore, ossia ciò che si cela realmente all’interno dei bilanci bancari. Quelli non sono “limoni”, come Akerlof definì le auto guaste vendute come sane. Se esistono problemi, tutti ormai li conoscono e dovrebbero essere in grado di dar loro un prezzo certo: le grandi banche sono state vagliate dalle istituzioni europee, senza sconti e a ripetizione. Prima degli “stress test” di questi mesi di quelli c’erano stati quelli del 2014, quindi l’esame della qualità dei bilanci della Banca centrale europea e gli Srep del 2015, la revisione che ormai si ripeterà ogni anno.


Il perché dell’incertezza
Dunque se l’incertezza non è nel motore (con l’eccezione di banche alla quali la Bce permette di usare “modelli interni” per stimare i loro derivati senza mercato :)D) ), dev’essere altrove. Forse, nell’imprevedibilità dell’arbitro che continua a spostare i limiti del campo di gioco e a cambiarne le regole tanto spesso da produrre disorientamento. Gli investitori che ieri hanno abbandonato le banche europee dopo gli “stress test”, lo hanno fatto perché non sanno quanto nuovo patrimonio la Vigilanza Bce chiederà a ciascuna di esse sulla base di quegli esami. Lo si saprà a novembre. Ma in questo interludio il mercato ha iniziato a temere le ipotesi più costose, perché la Vigilanza Bce ormai li ha educati a temere richieste sempre nuove e più difficili: ogni volta che a una banca si impone di trovare altri capitali sul mercato, questa diluisce e provoca perdite ai suoi azionisti già presenti, e nessuno oggi vuole trovarsi in quella scomoda posizione. A Montepaschi è stato imposto dalla Vigilanza Bce di svalutare e vendere i suoi crediti dubbi in tempi accelerati dopo che la stessa vigilanza aveva accettato mesi fa un piano meno brusco. Di qui le rettifiche al ribasso che ora gli investitori temono possano arrivare all’improvviso per tutte le altre banche italiane. Resta il sospetto che i “limoni” di Akerlof oggi non siano i regolatori in Europa, ma le loro imprevedibili sorprese.
 
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GiuliaP

The Dark Side
p.s. gli applausi li condivido, puoi togliere il copyright.

Posso chiederti dove li prendi? :p

Ti dedico questo piccolo sunto per "non esperti":


GML) approfitto di questo thread di esperti di aerodinamica per chiedere se il mio progetto di ali a delta può essere idealmente, ma solo nell'approccio, adatto a far volare un asino.

Imar) sciocchezze, da questa domanda si capisce che non ne capisci di aerodinamica. Le ali a delta danno poca portanza, e sono adatte ad animali più veloci. Devi usare ali rettangolari, oppure, se parliamo di asini molto veloci, a geometria variabile. Ma voglio sentire gli "altri esperti" per ridere su quali ali metterebbero "loro" :-o

GML) ma scusa Imar, siamo sicuri che il tipo di ali da mettere a un asino siano la cosa veramente importante? :d: In effetti io e gli asini volanti più che buoni amici siamo solo conoscenti alla lontana, ci salutiamo se ci incontriamo per strada ma nemmeno sempre :rosa:

PGP) Ma le orecchie come le progettate? :-?

Imar) Ma aspetta, devi ancora sapere i coefficienti aerodinamici dell'asino: se sei un pilota il discorso cambia, ma se sei navigatore devi stare attento. Nel campo dell'asinistica volante le ali a delta sono male usate persino dai piloti! Potresti avere ragione, forse, ma potresti anche non averla. O averla. O non averla. Ho sentito di ali a delta montate su asini solo per lanciarli sulla luna :-o

GML) PGP, tanto ho letto il manuale di aerodinamica ad alta voce, ho anche registrato tutto se proprio ci tieni, e sono comunque più esperto di te perché le mie sfumature di grigio sono più belle delle tue e saluto per strada più asini volanti di te! :-x E tanto qualcuno dovrà pur metterci delle ali per farlo volare, quest'asino! :-x:-x

GML) Imar, touché, come ho potuto essere così sciocchino. Solo per questi tuoi colpi di laser abbagliante quasi accecante vale la pena frequentare questa gabbia di debosciati, o mio eroe :ops:

Cren) L'avevo detto io che gli asini possono volare!!! :hua:
 

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