Forse è un pò prematuro ma la vicenda Parmalat è emblematica di come funzionano (male) le cose in Italia.
Quindi ripercorriamola brevemente, almeno quella recente.
Tutto comincia quando i maggiori azionisti di Parmalat (i tre fondi) decidono che la gestione di Bondi non risponde alle esigenze di valorizzazione delle potenzialità aziendali e, quindi, del loro investimento.
E qui inizia la questione, sì la questione inizia da questa grave anomalia.
L'anomalia che gli azionisti di una SpA abbiano la pretesa, avendo investito i propri soldi, di decidere chi possa meglio amministrare l'azienda di cui sono azionisti.
Quindi ecco il milleproroghe che blinda la cassa, per eliminare un'altra grave anomalia.
Quella che gli azionisti di una Società per Azioni possano liberamente decidere, nel rispetto della legge, circa la migliore destinazione dei beni aziendali di cui sono comproprietari.
Ma non finisce qui.
No.
Improvvisamente inizia una campagna mediatica sul Corriere della Sera.
Basata su assunti falsi in partenza e sul presupposto che se le bugie vengono ripetute più volte diventano mezze verità.
Quali?
1) I debiti di Tanzi pagati da una legge dello Stato.
2) che la cassa della Parmalat sia il risparmio tradito degli italiani;
3) che se non si provvede a fermare i Lanzichenecchi la cassa di Parmalat, e quindi i soldi pubblici utilizzati per ripianare i debiti di Tanzi e il risparmio tradito degli italiani, avrebbe l'intollerabile destino di finire in mani straniere.
Come se fossero stati i Fondi Esteri a vendere obbligazioni Parmalat ai vecchietti e non, tanto per fare un esempio a caso, BANCA INTESA.
Il resto è storia di questi giorni.
a) Presidente di Granarolo che vuole partecipare alla cordata per rilevare Parmalat, ma senza mettere un euro;
b) Blitz di Lactalis;
c) Convocazione dell'ambasciatore francese da parte del Governo italiano;
d) Dichiarazioni come se piovesse dei politici, sindacalisti italiani;
e) Annuncio di tuoni e fulmini circa imminenti provvedimenti anti questo e anti quello sfociati in un decreto legge RIDICOLO e nel meschino annuncio dell'inizio di una serie di verifiche, fiscali, dell'antitrust e chi più ne ha più ne metta;
Ma l'aspetto più interessante è l'attivismo di una Banca, BANCA INTESA sulla quale una riflessione in più va fatta.
Cosa dice BANCA INTESA?
Dice questo.
Del resto, ha aggiunto Passera, c'è "un crescente interesse intorno a questa possibile operazione" e anche coinvolgere altre banche non dovrebbe essere un problema: "Secondo me - ha detto passera - seguiranno in tanti: se e quando ci sono progetti industriali seri, raccogliere fondi non è un problema". In questo senso, il manager valuta positivamente il decreto "frena Opa" approvato dal governo per contrastare le scalate di capitali stranieri sulle aziende strategiche italiane; soprattutto quelle francesi, protagoniste con Lactalis proprio su Parmalat: "Il fatto di avere un po' di tempo - ha detto Passera - è uno dei presupposti positivi che oggi abbiamo".
Io da queste parole capisco che:
a) non c'è nessun piano industriale per Parmalat;
b) che se ci fosse un piano industriale Intesa, e altre banche, lo appoggerebbero senz'altro;
c) pur non essendoci nessun piano industriale, stranamente c'è una possibile operazione in corso che coinvolge attivamente la BANCA in questione.
Io sinceramente non capisco
Ma se non c'è nessun piano industriale come è possibile che ci siano già i finanziamenti pronti.
Qui l'ordine logico si inverte.
Ci sono i finanziamenti, quindi è necessario che ci sia un piano industriale.
E se è necessario che ci sia un piano industriale, allora va trovato anche l'industriale, altrimenti che piano industriale sarebbe?
Boh, troppo complicato.
Io sinceramente non ci capisco niente.
Anzi una cosa la capisco.
Sì, capisco perchè BANCA INTESA riesce da svariati anni ad assicurare ai suoi azionisti un rendimento minore di quello dei Titoli di Stato e delle sue stesse obbligazioni.