PER CAPIRE CHI VI COMANDA, BASTA SCOPRIRE CHI NON VI E' PERMESSO CRITICARE

Quando? A settembre.

O, almeno, questa è la previsione del virologo Fabrizio Pregliasco
che, al netto di tutte le ipotesi sull'andamento della pandemia,
non esclude la possibilità di una risalita dei contagi.

Complice la variante indiana, che nel Regno Unito sta facendo segnare un rimbalzo di casi settimanali pari al 90%,
il rischio di un nuovo picco "non è da escludere", afferma l'esperto.

"Dal punto di vista generale, quello che si vede nel Regno Unito è la presenza della variante indiana, che potremmo avere anche noi".

E poi "la scelta di rallentare la seconda dose per dare maggiore spinta alla vaccinazione,
che stiamo facendo anche noi, anche se in modo un pò più mediato e quindi le aperture
possono dare questo elemento. Io da sempre dico apriamo con attenzione.
Abbiamo ancora un serbatoio di mezzo milione di positivi,
ovvero persone che possono contagiare altri in varia forma e con varia intensità.
Per fortuna, quello che si vede in Inghilterra e che a mio avviso possiamo raggiungere anche qua
è non avere un gran numero di casi gravi grazie alla vaccinazione dei soggetti fragili.
Insomma, l'elemento chiave è il vaccino che potrebbe metterci al sicuro".


Preoccupa la diffusione repentina della "variante indiana". In Inghilterra,
i rilevamenti odierni indicano 6.048 nuovi casi su quasi un milione di tamponi.

Ma l'effetto dei vaccini, arrivati a 69 milioni di dosi somministrate,
continua per ora a frenare l'impatto sul numero di morti giornalieri (13 nelle ultime 24 ore)
e sul totale delle persone ricoverate al momento negli ospedali britannici (tuttora ai minimi europei).

Ieri, le autorità sanitarie avevano registato 5.683 nuovi casi e un decesso.

E' la seconda volta, nell'arco di sette giorni, che si supera la soglia dei 6mila contagi giornalieri.

Venerdì ne erano stati registrati 6.238,
mentre lo scorso martedì erano stati 3.165, con zero decessi.


C'è da preoccuparsi? "La variante indiana ha 'bucato' la prima dose", che non protegge come il vaccino completo.


Sono oltre 39 milioni gli italiani che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino e, tra questi, 13 milioni hanno completato il ciclo vaccinale.

Alcune regioni continuano la campagna di immunizzazione contro il Covid anche attraverso gli open day
appositamente dedicati durante i quali non si utilizzano soltanto preparati a Rna (Pfizer e Moderna),
ma soprattutto quelli a vettore virale, Vaxzevria di AstraZeneca e il monodose Janssen di Johnson&Johnson.

I due preparati sono stati approvati dai 18 anni in su ma raccomandati dall'Aifa per gli over 60.

"Per il vaccino di AstraZeneca potrebbe essere utile valutare una limitazione dai 50 anni in su per le donne
e dai 40 in su per gli uomini come elemento prospettico. Ma a deciderlo deve essere l'Aifa in modo che sia ufficiale.
Non basta una indicazione o una comunicazione".
 
Giova ricordare e lo ripeterò all'infinito, che "nuovo caso" o "positivo"
non vuol dire MALATO.

Il 95% dei "nuovi casi" sono asintomatici e simili.

Superano il virus nel giro di qualche giorno o neppure si accorgono di averlo.
 
Canale Sovranista ha predisposto un grafico che mette in confronto da un lato l’inflazione,

dall’altro la variazione della retribuzione nominale lorda per dipendente.


In questo modo si può valutare se le retribuzioni nominali hanno seguito l’inflazione,
mantenendo il valore reale delle remunerazioni stesse.


Vediamo il grafico:


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Negli anni 60-70-80, salvo brevissimi momenti, vi è stata una netta superiorità dei salari rispetto all’inflazione.

Questo è visibile soprattutto negli anni 60, ma comunque prosegue anche nei due decenni successivi,
nonostante gli shock petroliferi degli anni 70.

Quindi questo rapporto cessa, e sino al 2012, tranne che nel 1992, in cui l’inflazione è superiore alla dinamica salariale,
le remunerazione si muovono con l’inflazione e la differenza è minimo.

Poi arriva il fantastico nuovo millennio.

In questi anni abbiamo gli anni 2011-2012 in cui l’inflazione è superiore alla crescita dei salari,
quindi con un calo delle remunerazioni reali.


Abbiamo poi il fantastico 2020, dove, a fronte di un’inflazione attorno allo zero, abbiamo un calo delle remunerazioni del 7%.


Ora, dopo questo calo nei salari, dovremmo essere tutti più competitivi,
esattamente quello che volevano i vari Monti, i vari europeisti austeri.


Abbiamo ammazzato si i salari, ma, come scritto oggi, anche i consumi,

togliendo senso perfino a qualsiasi investimento produttivo.


Vi sentite più competitivi ora?
 
Nel film di Leonardo Pieraccioni I laureati, i protagonisti sono soliti fuggire di corsa dai ristoranti senza pagare il conto,
in genere finendo coperti di insulti e improperi dagli sconsolati ristoratori.

In Francia invece, per la precisione nel comune di Roussillon, situato nella regione meridionale della Provenza-Alpi Costa Azzurra,
due ragazzi che hanno pensato bellamente di darsela a gambe senza pagare il conto di un ristorante in cui avevano bevuto due birre
sono stati presi a fucilate dal titolare.

La vicenda è accaduta domenica 30 maggio e a renderla nota sono state fonti di polizia,
dopo l’arresto e la incriminazione per tentato duplice omicidio a carico dell’oste.


Secondo la ricostruzione offerta dalla polizia, i due clienti, poco più che trentenni,
dopo aver consumato due birre e sperando chiaramente di farla franca, si sono dileguati di corsa.

Non avevano però considerato la — oggettivamente — sconsiderata reazione del cinquantacinquenne titolare del posto.

Imbracciato un fucile, vedendo i due allontanarsi fuori dal locale, ha pensato bene di aprire il fuoco contro di loro, ferendoli entrambi.

Uno dei due, un ragazzo di trentaquattro anni, ha riportato gravi lesioni a un braccio
ed è stato poi trasferito d’urgenza all’ospedale. L’altro avventore-fuggiasco se l’è cavata con ferite molto più lievi.


Il giorno dopo, il titolare dell’esercizio di ristorazione si è presentato spontaneamente alla polizia per costituirsi.

L’uomo ha ammesso di aver sparato ma ha negato fortemente di aver avuto l’intenzione di ferirli o peggio.

«Volevo solo spaventarli e ho mirato in aria», avrebbe detto.

Questa versione sarebbe però stata sconfessata dai filmati di alcune telecamere di videosorveglianza presenti sul luogo dell’evento.
Nei filmati si vedrebbe l’oste prendere la mira ad altezza d’uomo e poi fare fuoco.

Proprio per questo la Procura di Grenoble ha deciso di incriminare il titolare del ristorante.
 
Nel mio ultimo video, “Covid, le cure proibite”,
avevo previsto che in autunno sarebbe iniziata la battaglia contro le persone non vaccinate,
nel tentativo di colpevolizzarle per la eventuale persistenza del virus

In altre parole, dicevo, si sarebbe tentato di mettere cittadini gli uni contro gli altri,
nella speranza di usare i vaccinati per convincere le ampie sacche di non vaccinati
a cedere definitivamente ai desiderata di Big Farma.

Invece, a quanto pare, si vogliono accelerare i tempi.


Già oggi il “Corriere della Sera” pubblica un video di Beppe Severgnini intitolato “Quanta pazienza con gli attempati no-vax”.

Con il solito ditino alzato da maestrino di provincia, il nostro ignorante nazionale
si rivolge ai circa 4 milioni di sessantenni che finora non si sono vaccinati, sentenziando:

«Cari attempati no-vax, se potete permettervi certe fisime è grazie a noi,
alle decine di milioni di italiani che disciplinatamente si vaccinano e vi proteggono,
e con voi, diciamolo, hanno una gran pazienza».Severgnini


Questo, per chi non l’avesse capito, sarà il refrain autunnale.

Severgnini viene semplicemente mandato in avanscoperta, “per vedere l’effetto che fa”.

Ritengo quindi necessario rispondere immediatamente, in modo categorico,
prima che questa diventi la narrativa ufficiale sul mainstream.


Caro Severgnini, è veramente tragico vedere mescolate in una sola persona tanta presunzione e tanta ignoranza:


1 – Non esiste ad oggi una sola ricerca scientifica randomizzata in doppio cieco

che dimostri in modo irrefutabile quale sia l’efficacia effettiva delle nuove terapie geniche

(comunemente, ma erratamente, definite "vaccini".

L’equivalenza automatica vaccino = immunizzazione esiste solo nella testa degli ignoranti.



2 – Per quanto ne sappiamo, dopo sei mesi di campagna vaccinale abbiamo delle percentuali di contagio

ed un numero di morti giornalieri molto simili a quelli dell’anno scorso, nello stesso periodo.

Necessitano quindi dati statistici molto più completi prima di poter affermare

che le vaccinazioni abbiano avuto un qualunque effetto reale sulla riduzione della diffusione del virus.



3 – Sappiamo anche che i vaccinati possono comunque trasmettere il virus, come portatori asintomatici.

Non si può quindi escludere che siano proprio i vaccinati i primi responsabili per la persistenza del virus nel nostro ambiente sociale.



4 – È addirittura lecito sospettare che siano proprio i vaccinati a favorire l'emergenza delle nuove varianti.

Senza queste varianti, il virus molto probabilmente sarebbe già scomparso dalla faccia della terra.

Quindi, casomai, la persistenza del virus è colpa vostra.



Cordialmente, da un “attempato” che si informa

ad un altro attempato che, evidentemente, ignora gli elementi più essenziali di questa discussione.
 
Poroporopopò alleluja. Risultato finale del tutto. Bello. Molto bello.
Se hai 60 o più anni - anche se muori per il vaccino - ma chissenefrega.
E allora perchè cercarsela ? .............Cerco di evitare il virus.
Tanto posso prenderlo comunque, con o senza vaccino.
Poi tutto dipende dal mio sistema immunitario.



Omertà sui vaccini, per paura di bloccare la campagna.

Ma il rischio
, spiega Valeria Poli, docente di Biologia molecolare all'Università di Torino
e presidente della Sibbm (Società italiana di biofisica e biologia molecolare),
è di esporre alcune fasce di soggetti a rischio a "un 20/30% di letalità".

La professoressa è tra i firmatari dell'appello diffuso dall'associazione Luca Coscioni
che chiede di non somministrare ai giovani i vaccini a vettore adenovirale AstraZeneca e Johnson & Johnson.


Intervistata dal Fatto quotidiano, critica Matteo Bassetti per alcuni dati non corretti:
"Dice che le uniche controindicazioni riguarderebbero chi ha avuto trombosi
e le donne che assumono la pillola anticoncezionale (AdnKronos), ma non è vero".


Al Secolo XIX, il direttore della clinica di infettivologia del San Martino di Genova
ha parlato di una frequenza di 6 casi su un milione di vaccinati.


"Secondo l'ultimo recentissimo report britannico con i dati disaggregati per fasce d'età
- ribatte la professoressa Poli - siamo a 18 casi di trombosi trombocitopenica indotta da vaccino,
Vitt nell'acronimo inglese, per milione di vaccinati tra i 18 e i 49 anni, cioè quasi uno su 50mila"
.

"Si tratta di patologie rare, ma non è eticamente giustificabile
esporre le persone a un rischio che comporta, in caso di evento avverso, un 20/30% di letalità".




Quindi l'accusa al sistema informativo italiano:

"Abbiamo provato a intervenire a marzo come scienziate per la società sull'Huffington Post.

Il Corriere della Sera ci disse che non avrebbe pubblicato niente che potesse alimentare l'esitanza vaccinale.

C'è omertà, un muro di gomma anche da parte di scienziati che possono capire perfettamente la questione.

Prima di uscire pubblicamente abbiamo scritto al Comitato tecnico scientifico

e a Nicola Magrini, il direttore dell'agenzia del farmaco Aifa.

Nessuno di noi intende fomentare l'esitanza vaccinale, sappiamo bene che il risultato può essere questo

e tutti concordiamo che si debbano vaccinare i giovani.

Ma quando vedi qualcuno che va a schiantarsi devi intervenire".



Secondo la professoressa, è "molto chiaro" la connessione "
tra la vaccinazione con vettore adenovirale producente la proteina Spike
e questi eventi trombotici a fronte di una riduzione delle piastrine",

un evento dovuto "alla formazione di autoanticorpi contro il fattore piastrinico 4 (Fp4), in grado di attivare le piastrine".

Il problema, tra l'altro, è che la predisposizione a questi "eventi avversi" non è prevedibile.

Insomma, è un terno al lotto.


E per questo

"l'unica cosa da fare è riservare AstraZeneca e Johnson & Johnson

alle persone sopra i 60 anni, come è raccomandato da Ema e Aifa".
 
Ahahahahahahahahah


"Politicamente immobile, come il suo orologio".

Giuseppe Conte va ospite in studio da Giovanni Floris a DiMartedì
e quel segugio di Franco Bechis coglie subito la figuraccia dell'ex premier.

Sul Tempo, la foto dell'avvocato con il bell'orologio al polso sinistro
che però segna sempre la stessa ora dà vita a un suggestivo paragone politico:

"L'accessorio rotto simbolo perfetto di un leader incapace di decidere".

Insomma, "Conte resta fermo nel tempo".



Il dettaglio è un inatteso segnale di sciatteria da un uomo che ha fatto dell'eleganza un po' ampollosa, ruffianella e vagamente retrò
(vedi, la vezzosa pochette che fa sempre capolino dal taschino della giacca o il ciuffo impomatato anni 50) la sua cifra politica principale.

Proprio come le dirette Facebook che duravano decine di minuti per non dire nulla di nuovo
o quasi rispetto a quella precedente, anche il look ha costruito l'immagine del premier durante l'anno di pandemia.

Sofisticato, impeccabile, vuoto.


Ora però Conte è chiamato a una impresa forse ancora più difficile rispetto alla gestione dell'epidemia,
perché se negli scorsi mesi, per buona parte del tempo, ha avuto tutto il paese "zitto e buono" ad ascoltarlo,
quieto per non disturbare il manovratore, ora che dovrà ricompattare il Movimento 5 Stelle
si prevedono per lui coltellate e trappolone a ogni passo.


Servirebbe un decisionista, cosa che lui per indole e contingenze politiche
(vedi, le due diverse maggioranze eterogenee che lo sostenevano) non è mai stato.

E così "dall'identità del nuovo partito alla querelle sul doppio mandato, giuseppe si conferma un temporeggiatore".


Auguri e un consiglio: cambiare la pila, ogni tanto, serve.
 
Pare che avere rapporti nello spazio sia tutt'altro che piacevole.

Dalla Nasa giurano che non sia mai successo che qualcuno abbia fatto l'amore in orbita
ma sicuramente, dicono gli esperti, la microgravità dà parecchi problemi.


Ancoraggio -
L'astronauta Roger Crouch in una mail alla giornalista Mary Roach ha scritto che
"se due persone vogliono fare sesso nello spazio alla fine fanno come sulla Terra:
iniziano e poi diventano più bravi con l'esperienza".

Resta il fatto che, a meno di non ancorarsi da qualche parte,
in un ambiente a microgravità le persone fluttuano e vanno alla deriva.



Caldo -
Ma c'è anche un altro problema:
le persone tendono a sudare di più in condizioni di microgravità
e il sudore si accumula in strati intorno ai corpi, rendendoli appiccicosi e bagnati.
Questo potrebbe creare non poco disagio durante un rapporto intimo.



Problemi per lui -
Non solo. L’erezione è più difficile perché l’assenza della forza di gravità
ha un effetto rilassante sui vasi sanguigni perciò è difficile pensare che un uomo
possa raggiungere un’erezione funzionale per la penetrazione. Ma non solo.
Oltre a perdere potenza e dimensione, l’assenza di gravità riduce anche la produzione di testosterone, l’ormone sessuale maschile.
Problema riscontrato dagli astronauti del programma Mercury e Gemini che avevano registrato una totale assenza di attività nelle parti basse.



Opportunità per lei -
Le zone erogene femminili invece tendono a essere più sensibili dato che l’irrorazione sanguigna è più diffusa.
I tessuti vaginali si espandono con maggiore facilità, e gli ormoni femminili sembrano reagire bene alla gravità zero.



Gravidanza -
Meglio non rimanere incinta in orbita.
La gravità, infatti, gioca un ruolo fondamentale nella formazione del feto:
in assenza di gravità si potrebbero verificare problemi di natura cardiovascolare,
malformazioni degli arti, impedimenti neurologici, problemi dello sviluppo dell’apparato visivo.
Inoltre c’è il problema delle radiazioni cosmiche che danneggiano il Dna del feto.
Nessuno sa quali possano essere gli effetti: malformazioni o aborti spontanei.


In ogni caso meglio prendere precauzioni ............
 
Un grave errore sarebbe si sarebbe verificato a Napoli per quanto concerne la campagna di vaccinazione.

Stando a quanto riportato dall’edizione regionale de La Repubblica,
domenica 30 maggio nel centro vaccinale della Fagianeria di Capodimonte
ben 44 persone avrebbero ricevuto il vaccino sbagliato:


“Si sarebbe trattato di un errore del farmacista incaricato di prendere il flacone”.

E quindi le persone che si erano presentate quel giorno all’hub per ricevere la loro dose di vaccino sono state vittime di un errore.


La Asl aveva comunicato loro che avrebbero ricevuto l’inoculazione del vaccino Pfizer, e invece hanno ricevuto Astrazeneca.

Un errore che, secondo La Repubblica, sarebbe riconducibile al farmacista,
che avrebbe scongelato il vaccino sbagliato e preparato le siringhe con Astrazeneca:
sia chi ha somministrato il vaccino che chi lo ha ricevuto era convinto che si trattasse di Pfizer,
tanto è vero che così era riportato anche sul certificato.

Che quindi era errato, dato che per la prima dose era stato appena inoculato il vaccino anglo-svedese e non quello americano.


Tutte le 44 persone sono napoletani tra i 18 e i 38 anni:
l’Asl si è messa in contatto con loro per avvisarle di quanto accaduto.


“Nessuna macchina organizzativa o azione umana, per quanto ci si possa lavorare, è scevra da errori
- ha dichiarato a La Repubblica Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro -
nonostante la massima attenzione e i protocolli che abbiamo messo in campo,
quanto accaduto ci ricorda che non si può e non si deve mai abbassare la guardia”.
 

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