società e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.
mercoledì 25 gennaio 2017
DALL'EURO ALL'UNIONE BANCARIA: LO STUPRO SIST€MICO DELLA COSTITUZIONE (altro che referendum e "separazione bancaria") [/paste:font]
1. Dall'ultimo Bollettino EIR, riceviamo e volentieri pubblichiamo, il sottostante chiarimento fondamentale sui rapporti causa/effetto, che fanno spesso confondere la
finanza cattiva con i problemi più direttamente provocati dall'euro.
E' invece,
proprio l'euro in sé che si conferma lo strumento "vincente" e coattivo (pp.4-6), attraverso cui i "mercati" possono giungere a dichiarare lo "
stato di eccezione" della crisi del debito pubblico, imponendo un'
austerità fiscale che,
indicata come rimedio (al debito pubblico, ma, in realtà agli squilibri finanziari e commerciali inevitabilmente creatisi all'interno dell'eurozona: e l'unico a non volerlo capire pare che sia rimasto solo Monti), ha portato all'effetto opposto: aumento del rapporto debito/PIL e connessa recessione con insostenibili restrizioni del credito (
credit crunch) e le insolvenze che tutto ciò ha innescato.
2. Come conseguenza di questo doppio "stato di eccezione", in realtà, "a trazione" istituti tedeschi,
francesi (mais oui) e britannici (solo che questi ultimi, non essendo nell'eurozona, non hanno preteso di imporre l'austerità distruttiva dell'economia reale ai paesi debitori),
si registra, dunque, poi l'ulteriore emergenza bancaria: questa è stata
"curata" (si fa per dire), con l'Unione bancaria (pp.4-7), altro TINA
generatore di una violazione sistematica, imposta dall'appartenenza all'eurozona, della clausola fondamentale, se correttamente intesa, dell'art.47 Cost.
Una
gross violation di
norma fondamentale dell'ordinamento italiano sui diritti della persona, - perfettamente riconoscibile sia dalle autorità italiane che da quelle dei partners UEM.
Questa violazione dell'art.47 (che involge prerogative "personalistiche" umane, come il
favor per la casa di abitazione e la possibilità di espletamento di un'attività economica espressione della specificità tutelata di talune di esse, in connessione all'art.2 Cost.),
si aggiunge alle ancor più vaste e imponenti gross violations, determinate dall'austerità stessa e dai connessi più drastici limiti al deficit dello Stato, che riguardano i più importanti diritti fondamentali della persona umana: diritto al
lavoro (artt.1, 4 e 35 Cost.), diritto alla
salute (art.32 Cost.), diritto alla
pubblica istruzione (art.33 Cost.) e diritto ad un
adeguato sistema previdenziale (art.38 Cost.).
3. Speriamo dunque che il "deputato pentastellato" abbia
compreso la risposta di Barbagallo e le dirette lesioni-violazioni dei principi fondamentali della nostra Costituzione, - che qui illustriamo, ancora una volta-, che discendono dall'appartenenza alla moneta unica e, in prima battuta, a un sistema di
banca centrale indipendente (NON "PRIVATA": NON è QUESTO IL PUNTO!),
che si lega al modello bancario "universale" - parliamo già della seconda direttiva bancaria, CE n. 646/89, cui più sotto fa riferimento Barbagallo-, e alla "vigilanza prudenziale" (v.p.2): tutte discipline
imposteci dall'€uropa e irreversibili finché permaniamo all'interno di essa.
Questi punti dovrebbero essere chiari; se non lo fossero, sarebbe grave, a questo punto della crisi italiana.
4. E dovrebbe essere chiaro che se banca centrale indipendente, modello bancario e di vigilanza, e il
fondamentale acceleratore "esecutivo" di tutto ciò, costituito dalla moneta unica, - quindi dal suo
salvataggio deflattivo mediante austerità fiscale-, costituiscono una
sistematica gross violation della nostra Costituzione, cioè uno
stupro continuato e durevole nel tempo,
allora non ha senso (sostanziale prima ancora che politico-costituzionale) fare un referendum...sullo stupro.
Ci si rimbocca le maniche, si studia e si cerca di capire a fondo, (ciò che in tutta €uropa è ormai evidente): e
si agisce di conseguenza, assumendosene la responsabilità. E questo significa RIPRISTINANDO LA LEGALITA' COSTITUZIONALE, che è la prima è la più importante di tutte.
Quella senza la quale,
ogni altro richiamo alla legalità, significa agitare una bandiera insanabilmente contraddittoria, e, sul piano morale e giuridico, rende privo di senso anche il richiamo alla "onestà".
5. Sul presupposto consueto che il links inseriti siano effettivamente letti, quanto detto vale
a maggior ragione per ogni altra forza politica; specialmente se "sovranista"...
Ecco il "chiarimento" fornito dal direttore della vigilanza in sede parlamentare, che, alla luce delle considerazioni che precedono, dovrebbe risultare più chiaro (proprio per consentire il raccordo ho inserito il neretto):
Bankitalia ammette: la separazione bancaria e l'UE non sono compatibili - Il direttore della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, ha ricordato che l'Italia dovette abbandonare il sistema di separazione bancaria, vigente dal 1936, per obbedire a una direttiva europea. Parlando di fronte alle Commissioni Finanze riunite di Camera e Senato il 17 gennaio, Barbagallo ha risposto a una domanda del
deputato pentastellato Alessio Villarosa, il quale gli ha chiesto se non sia il caso che la crisi bancaria italiana mostra il fallimento del modello di banca universale e se non fosse meglio tornare al vecchio sistema.
"È molto interessante quanto ha detto sulla legge bancaria del '36", ha risposto Barbagallo, ricordando che essa "fu modificata [dalla legge Draghi-Amato, ndr.] per recepire una direttiva comunitaria. Separatezza tra banca e industria, breve e lungo termine, banca d'interesse pubblico non sono concetti dell'Europa. Già a meta degli anni Ottanta non erano concetti dell'Europa. Se l'Italia sta in Europa" deve obbedire alle leggi europee, ha affermato, aggiungendo: "Si può avere un parere personale diverso ma questo è un dato di fatto".
Ripetendo che
sarebbe interessante discutere se la separazione bancaria avrebbe preservato le banche dalla crisi, Barbagallo ha però osservato che "il problema oggi è legato soprattutto ai crediti deteriorati perché (…) posto che 18% dei crediti sono deteriorati", si tratta di "un problema della banca commerciale, non della banca universale".
Se l'economia va male, vanno male sia le banche universali sia quelle commerciali. "È naturalmente un tema aperto su cui si possono avere opinioni…. Poi le farò avere privatamente una risposta", ha concluso Barbagallo.
Barbagallo ha ragione quando afferma che la crisi delle banche italiane, a parte qualche eccezione, è una crisi dei crediti commerciali;
tuttavia, le sofferenze sono il prodotto della politica di austerità imposta dall'UE dopo i salvataggi delle banche universali nel 2008.
Se in quella congiuntura i Paesi dell'UE avessero reintrodotto la separazione bancaria, i governi non si sarebbero sobbarcati quell'enorme passività e i fondamentalisti di bilancio non avrebbero avuto il pretesto per imporre l'austerità.
Inoltre, la crisi che minaccia il contagio europeo, quella di MPS, è dovuta principalmente alla folle acquisizione di Antonveneta nel 2008, un atto che, fosse MPS rimasta banca commerciale, non avrebbe potuto verificarsi sotto la vecchia legge. Barbagallo dovrebbe saperlo bene, dato che fu proprio il suo ufficio, allora presieduto da Anna Maria Tarantola, a scoraggiare l'acquisizione nel 2007.
Pubblicato da
Quarantotto a
14:26 1 commento: Link a questo post
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