Per cortesia ripristinate il 3d di mototopo

attualita' gennaio 26, 2017 posted by Fabio Lugano
L’ENNESIMO TRUCCHETTO EUROPEO PER FINANZIARE LE INFRASTRUTTURE….. MA NON IN ITALIA. Una perla nascosta nelle pieghe del Quantitative Easing della BCE.



Spesso si parla dell’avidità degli altri paesi europei e della superficialità-ingenuità delle nostre istituzioni. se volte averne una tangibile dimostrazione si può prendere in esame il programma APP (Assents Purchase Porgram) della Banca Centrale Europea.

APP è il programma, parte del famoso QE, quantitative easing, con cui si acquistano i famosi 80 (da marzo 60) miliardi di titoli al mese. APP si divide in diversi sottoprogrammi a seconda dei titoli acquistati.

Il programma più interessante si chiama PSPP e lo potete trovare qui. I titoli acquistati in questo programma sono parificati ai titoli pubblici statali. Perchè è il programma più interessante ? I titoli acquistabili in APP devono avere un rendimento superiore al DFR, il tasso di interesse sui depositi presso la BCE che ora è allo -0,40%. I titoli acquistati sotto il PSPP sono invece esentati da questo obbligo, per cui un ente può emettere un titolo, ad esempio con un rendimento negativo del 0,6% e vederlo acquistato all’interno di questo programma.

Ora anche se alla BCE è vietato compiere politica fiscale, questo tipo di programma è quanto più si avvicina ad un contributi diretto agli investimenti pubblici. Praticamente si fornisce un fondo perduto dello 0,5%,oltre che, naturalmente , un finanziamento molto agevolato.

Quali enti parastatali hanno accesso al fondo ?

Ecco la lista completa

  • Council of Europe Development Bank
  • European Atomic Energy Community
  • European Financial Stability Facility
  • European Stability Mechanism
  • European Investment Bank
  • European Union
  • Nordic Investment Bank

  • Caisse d’amortissement de la dette sociale (CADES)
  • Union Nationale Interprofessionnelle pour l’Emploi dans l’Industrie et le Commerce (UNEDIC)
  • BPIFrance Financement SA
  • ACOSS
  • Caisse des Dépôts et Consignations (CDC)
  • Agence Française de Développement (AFD)
  • Instituto de Credito Oficial
  • Kreditanstalt fuer Wiederaufbau
  • Landeskreditbank Baden-Württemberg Foerderbank
  • Landwirtschaftliche Rentenbank
  • NRW.Bank
  • Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.
  • Finnvera Oyj
  • Bank Nederlandse Gemeenten N.V. (BNG)
  • Nederlandse Waterschapsbank N.V. (NWB)
  • Nederlandse Financieringsmaatschappij voor Ontwikkelingslanden N.V. (FMO)
  • SID – Slovenska izvozna in razvojna banka, d.d.
  • Työttömyysvakuutusrahasto (TVR)
  • ÖBB-Infrastruktur AG
  • Autobahnen- und Schnellstraßen-Finanzierungs-AG (ASFINAG)
  • Infraestruturas de Portugal S.A. (IP)
  • Administrador de Infraestructuras Ferroviarias – Alta Velocidad (Adif AV)
  • SNCF Réseau
  • Caisse Nationale des Autoroutes (CNA)
  • DARS d.d.
  • Société Wallonne du Crédit Social (SWCS)
  • Société Wallonne du Logement (SWL)
  • Fonds du Logement des Familles Nombreuses de Wallonie (FLW)
  • Société publique d’administration des bâtiments scolaires de Namur
  • Housing Finance Agency plc
  • PARPÚBLICA – Participações Públicas (SGPS), S.A.
  • Fondo de Amortización del Déficit Eléctrico (FADE)
  • Groupement des Centres Hospitaliers Universitaires (CHU) / Centres Hospitaliers Régionaux (CHR)
  • Assistance Publique – Hôpitaux de Paris (APHP)
  • Brussels Municipalities Regional Fund
  • Kuntarahoitus Oyj
  • Cassa del Trentino S.p.A.
  • Agence France Locale (AFL)
  • Société Française de Financement Local (SFIL)
Allora vi faccio notare due rapidi fatti .

a) LA FRANCIA FINANZIA CON QUESTO FONDO, AD ESEMPIO, LA CASSA INTEGRAZIONE (Tramite UNEDIC) O LE FERROVIE (Tramite SNCF) ED ATTIVITA’ AD ALTA TECNOLOGIA (AFD),L’AUSTRIA CI FINANZIA LE AUTOSTRADE (ASFINAG) , LA GERMANIA DIVERSE BANCHE IMPEGNATE NEL FINANZIAMENTO DELLE IMPRESE INNOVATIVE (KfW, NrW).

b) UNICI ENTI ITALIANI AMMESSI SONO LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI E LA CASSA DEL TRENTINO. E L’ANAS ? NESSUN FONDO DI SVILUPPO PRIVATO NON TRENTINO ?

In realtà sino a giugno 2016 vi erano altri enti italiani esattamente :

  • SNAM S.p.A.
  • ENEL S.p.A.
  • Terna S.p.A. – Rete Elettrica Nazionale
  • Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A.
Però essendo questi enti ormai privati, o considerati tali, sono stati “Declassati” al programma CSPP, che è relativo al comparto privato, molto più concorrenziale , più limitato e più costoso in termini di interessi. Un grazie alla “Privatizzazione”….

Insomma come sempre c’è chi fa le norme e chi ne approfitta, e gli altri son sempre i fessi.
 
associazione di idee
Bravi, odiate Trump. Per la Cia sarà più facile assassinarlo
Scritto il 22/1/17 • nella Categoria: idee Condividi


Il breve discorso inaugurale del presidente Trump è stato una dichiarazione di guerra contro tutto l’establishment americano al potere. Tutto. Trump ha reso abbondantemente chiaro che i nemici degli americani sono proprio qui in casa: globalisti, economisti neoliberisti, neoconservatori e altri unilateralisti abituati ad imporre gli Stati Uniti nel mondo, che ci coinvolgono in costose guerre senza fine, e politici che servono l’establishment al potere piuttosto che gli americani; a dirla tutta, l’intera cupola di interessi privati che ha portato l’America allo sfinimento mentre gli interessati si arricchivano. Se si può dire la verità, il presidente Trump ha dichiarato guerra a se stesso, una guerra per lui molto più pericolosa che se avesse dichiarato guerra alla Russia o alla Cina. I gruppi di interesse designati da Trump come “Il Nemico” sono ben radicati e abituati a stare al potere. Le loro potenti reti di relazioni sono ancora al loro posto. Anche se ci sono maggioranze repubblicane sia alla Camera che al Senato, la maggior parte dei rappresentati del Congresso è tenuta a rispondere ai gruppi di interesse al potere che finanziano le loro campagne, e non al popolo americano e al presidente.
Il complesso militare/della sicurezza, le multinazionali che delocalizzano, Wall Street e le banche, non cederanno a Trump. Né lo faranno i media prezzolati, che sono di proprietà dei gruppi di interesse il cui potere viene sfidato da Trump. Trump ha chiarito che sta dalla parte di ogni americano, nero, marrone e bianco. Pochi dubbi sul fatto che la sua dichiarazione di inclusività e apertura verrà ignorata dagli odiatori della sinistra, che continueranno a chiamarlo razzista, come già stanno facendo, mentre scrivo, i manifestanti pagati 50 dollari all’ora. In effetti, la leadership nera, per esempio, è educata al ruolo della vittima, ruolo al quale le sarebbe difficile sfuggire. Come si fa a mettere insieme persone alle quali per tutta la vita è stato insegnato che i bianchi sono razzisti e che loro sono vittime dei razzisti? Lo si può fare? Ho partecipato ad un breve programma su “Press Tv”, nel quale avremmo dovuto commentare il discorso inaugurale di Trump. L’altro commentatore era un nero americano, da Washington Dc. Il carattere inclusivo del discorso di Trump non gli ha fatto nessuna impressione, e l’ospite della trasmissione era interessato solo a mostrare le proteste dei manifestanti al fine di screditare l’America. Così tante persone hanno un interesse economico a parlare in nome delle vittime e a dire che l’apertura di Trump toglie loro lavoro.
Quindi insieme ai globalisti, alla Cia, alle multinazionali che delocalizzano, alle industrie degli armamenti, all’establishment Nato in Europa, e ai politici stranieri abituati a essere pagati profumatamente per sostenere la politica estera interventista di Washington, si schiereranno contro Trump anche i leader dei gruppi vittimizzati, i neri, gli ispanici, le femministe, i clandestini, gli omosessuali e i transgender. Questa lunga lista ovviamente include anche i bianchi liberal, convinti che l’America da una costa all’altra sia abitata da bianchi razzisti , misogini, omofobi, e svitati amanti delle armi. Per quanto li riguarda, questo 84% della geografia degli Stati Uniti dovrebbe essere messo in quarantena o seppellito. In altre parole, rimane abbastanza buona volontà nella popolazione per consentire a un presidente di riunire il 16% che odia l’America con l’84% che la ama? Considerate le forze che Trump si trova contro. I leader neri e ispanici hanno bisogno del vittimismo, perché è quello che conferisce loro reddito e potere. Guarderanno con sospetto all’apertura di Trump. La sua inclusività è un bene per i neri e gli ispanici, ma non per i loro leader.
I dirigenti e gli azionisti delle multinazionali sono arricchiti dalla delocalizzazione del lavoro che Trump dice che riporterà a casa. Se tornano i posti di lavoro, se ne andranno i loro profitti, i bonus e le plusvalenze. Ma tornerà la sicurezza economica della popolazione americana. Il complesso militare e della sicurezza ha un bilancio annuale di 1.000 miliardi che dipende dalla “minaccia russa”, minaccia che Trump dice di voler sostituire con una normalizzazione dei rapporti. L’assassinio di Trump non può essere escluso. Molti europei devono il proprio prestigio, il proprio potere, e i propri redditi alla Nato, che Trump ha messo in discussione. I profitti del settore finanziario derivano quasi interamente dalla schiavitù del debito cui sono sottoposti gli americani e dal saccheggio delle loro pensioni private e pubbliche. Il settore finanziario con il suo agente, la Federal Reserve, può distruggere Trump con una crisi finanziaria. La Federal Reserve di New York ha una sala operativa completa. Può mandare nel caos qualsiasi mercato. O sostenere qualsiasi mercato, perché non vi è alcun limite alla sua capacità di creare dollari.
L’intero edificio politico degli Stati Uniti si è completamente isolato dal volere, dai desideri e dalle esigenze del popolo. Ora Trump dice che i politici risponderanno al popolo. Questo, naturalmente, significherebbe un forte colpo alla continuità dei loro incarichi, al loro reddito e alla loro ricchezza. C’è un gran numero di gruppi, finanziati da non-sappiamo-chi. Ad esempio, oggi RootsAction ha risposto al forte impegno di Trump di stare al fianco di tutto il popolo contro l’Establishment al Potere, con la richiesta al Congresso “di incaricare la Commissione Giustizia della Camera per un’iniziativa di impeachment” e di inviare denaro per l’impeachment di Trump. Un altro gruppo di odio, Human Rights First, attacca la difesa di Trump dei nostri confini in quanto chiude “un rifugio di speranza per coloro che fuggono dalle persecuzioni“. Pensateci per un minuto. Secondo le organizzazioni liberal-progressiste di sinistra e i gruppi di interesse razziali, gli Stati Uniti sono una società razzista e il presidente Trump è un razzista. Eppure, le persone soggette al razzismo americano fuggono dalle persecuzioni verso l’America, dove subiranno persecuzioni razziali? Non ha senso. I clandestini vengono qui per lavoro. Chiedete alle imprese di costruzione. Chiedete ai mattatoi. Chiedete ai servizi di pulizia nelle aree turistiche.
La lista di quelli a cui Trump ha dichiarato guerra è abbastanza lunga, anche se se ne potrebbero aggiungere degli altri. Dovremmo chiederci perché un miliardario di 70 anni con imprese fiorenti, una bella moglie, e dei figli intelligenti, sia disposto a sottoporre i suoi ultimi anni alla straordinaria pressione di fare il presidente con il difficile programma di riportare il governo nelle mani del popolo americano. Non c’è dubbio che Trump ha fatto di sé stesso un bersaglio. La Cia non ha intenzione di mollare il colpo e andare via. Perché una persona dovrebbe farsi carico dell’imponente ricostruzione dell’America che Trump ha dichiarato di voler fare, quando poteva invece trascorrere i suoi ultimi anni godendosela immensamente? Qualunque sia la ragione, dovremmo essergli grati per questo, e se è sincero lo dobbiamo sostenere. Se viene assassinato, dobbiamo prendere le armi, radere al suolo Langley [sede centrale della Cia] e ucciderli tutti. Se avrà successo, merita il titolo: Trump il Grande! La Russia, la Cina, l’Iran, il Venezuela, l’Ecuador, la Bolivia, e qualsiasi altro paese sulla lista nera della Cia dovrebbe capire che l’ascesa di Trump non basta a proteggerlo. La Cia è una organizzazione a livello mondiale. I suoi redditizi affari forniscono delle entrate indipendenti dal bilancio degli Stati Uniti. L’organizzazione è in grado di intraprendere azioni indipendentemente dal presidente o anche dal proprio direttore. La Cia ha avuto circa 70 anni per consolidarsi. Ed esiste ancora.
(Paul Craig Roberts, “La dichiarazione di guerra di Trump”, dal sito di Craig Roberts del 20 gennaio 2017, post tradotto e ripreso da “Voci dall’Estero”).
Il breve discorso inaugurale del presidente Trump è stato una dichiarazione di guerra contro tutto l’establishment americano al potere. Tutto. Trump ha reso abbondantemente chiaro che i nemici degli americani sono proprio qui in casa: globalisti, economisti neoliberisti, neoconservatori e altri unilateralisti abituati ad imporre gli Stati Uniti nel mondo, che ci coinvolgono in costose guerre senza fine, e politici che servono l’establishment al potere piuttosto che gli americani; a dirla tutta, l’intera cupola di interessi privati che ha portato l’America allo sfinimento mentre gli interessati si arricchivano. Se si può dire la verità, il presidente Trump ha dichiarato guerra a se stesso, una guerra per lui molto più pericolosa che se avesse dichiarato guerra alla Russia o alla Cina. I gruppi di interesse designati da Trump come “Il Nemico” sono ben radicati e abituati a stare al potere. Le loro potenti reti di relazioni sono ancora al loro posto. Anche se ci sono maggioranze repubblicane sia alla Camera che al Senato, la maggior parte dei rappresentati del Congresso è tenuta a rispondere ai gruppi di interesse al potere che finanziano le loro campagne, e non al popolo americano e al presidente.

Il complesso militare/della sicurezza, le multinazionali che delocalizzano, Wall Street e le banche, non cederanno a Trump. Né lo faranno i media prezzolati, che sono di proprietà dei gruppi di interesse il cui potere viene sfidato da Trump. Trump ha chiarito che sta dalla parte di ogni americano, nero, marrone e bianco. Pochi dubbi sul fatto che la sua dichiarazione di inclusività e apertura verrà ignorata dagli odiatori della sinistra, che continueranno a chiamarlo razzista, come già stanno facendo, mentre scrivo, i manifestanti pagati 50 dollari all’ora. In effetti, la leadership nera, per esempio, è educata al ruolo della vittima, ruolo al quale le sarebbe difficile sfuggire. Come si fa a mettere insieme persone alle quali per tutta la vita è stato insegnato che i bianchi sono razzisti e che loro sono vittime dei razzisti? Lo si può fare? Ho partecipato ad un breve programma su “Press Tv”, nel quale avremmo dovuto commentare il discorso inaugurale di Trump. L’altro commentatore era un nero americano, da Washington Dc. Il carattere inclusivo del discorso di Trump non gli ha fatto nessuna impressione, e l’ospite della trasmissione era interessato solo a mostrare le proteste dei manifestanti al fine di screditare l’America. Così tante persone hanno un interesse economico a parlare in nome delle vittime e a dire che l’apertura di Trump toglie loro lavoro.

Quindi insieme ai globalisti, alla Cia, alle multinazionali che delocalizzano, alle industrie degli armamenti, all’establishment Nato in Europa, e ai politici stranieri abituati a essere pagati profumatamente per sostenere la politica estera interventista di Washington, si schiereranno contro Trump anche i leader dei gruppi vittimizzati, i neri, gli ispanici, le femministe, i clandestini, gli omosessuali e i transgender. Questa lunga lista ovviamente include anche i bianchi liberal, convinti che l’America da una costa all’altra sia abitata da bianchi razzisti , misogini, omofobi, e svitati amanti delle armi. Per quanto li riguarda, questo 84% della geografia degli Stati Uniti dovrebbe essere messo in quarantena o seppellito. In altre parole, rimane abbastanza buona volontà nella popolazione per consentire a un presidente di riunire il 16% che odia l’America con l’84% che la ama? Considerate le forze che Trump si trova contro. I leader neri e ispanici hanno bisogno del vittimismo, perché è quello che conferisce loro reddito e potere. Guarderanno con sospetto all’apertura di Trump. La sua inclusività è un bene per i neri e gli ispanici, ma non per i loro leader.

I dirigenti e gli azionisti delle multinazionali sono arricchiti dalla delocalizzazione del lavoro che Trump dice che riporterà a casa. Se tornano i posti di lavoro, se ne andranno i loro profitti, i bonus e le plusvalenze. Ma tornerà la sicurezza economica della popolazione americana. Il complesso militare e della sicurezza ha un bilancio annuale di 1.000 miliardi che dipende dalla “minaccia russa”, minaccia che Trump dice di voler sostituire con una normalizzazione dei rapporti. L’assassinio di Trump non può essere escluso. Molti europei devono il proprio prestigio, il proprio potere, e i propri redditi alla Nato, che Trump ha messo in discussione. I profitti del settore finanziario derivano quasi interamente dalla schiavitù del debito cui sono sottoposti gli americani e dal saccheggio delle loro pensioni private e pubbliche. Il settore finanziario con il suo agente, la Federal Reserve, può distruggere Trump con una crisi finanziaria. La Federal Reserve di New York ha una sala operativa completa. Può mandare nel caos qualsiasi mercato. O sostenere qualsiasi mercato, perché non vi è alcun limite alla sua capacità di creare dollari.

L’intero edificio politico degli Stati Uniti si è completamente isolato dal volere, dai desideri e dalle esigenze del popolo. Ora Trump dice che i politici risponderanno al popolo. Questo, naturalmente, significherebbe un forte colpo alla continuità dei loro incarichi, al loro reddito e alla loro ricchezza. C’è un gran numero di gruppi, finanziati da non-sappiamo-chi. Ad esempio, oggi RootsAction ha risposto al forte impegno di Trump di stare al fianco di tutto il popolo contro l’Establishment al Potere, con la richiesta al Congresso “di incaricare la Commissione Giustizia della Camera per un’iniziativa di impeachment” e di inviare denaro per l’impeachment di Trump. Un altro gruppo di odio, Human Rights First, attacca la difesa di Trump dei nostri confini in quanto chiude “un rifugio di speranza per coloro che fuggono dalle persecuzioni“. Pensateci per un minuto. Secondo le organizzazioni liberal-progressiste di sinistra e i gruppi di interesse razziali, gli Stati Uniti sono una società razzista e il presidente Trump è un razzista. Eppure, le persone soggette al razzismo americano fuggono dalle persecuzioni verso l’America, dove subiranno persecuzioni razziali? Non ha senso. I clandestini vengono qui per lavoro. Chiedete alle imprese di costruzione. Chiedete ai mattatoi. Chiedete ai servizi di pulizia nelle aree turistiche.

La lista di quelli a cui Trump ha dichiarato guerra è abbastanza lunga, anche se se ne potrebbero aggiungere degli altri. Dovremmo chiederci perché un miliardario di 70 anni con imprese fiorenti, una bella moglie, e dei figli intelligenti, sia disposto a sottoporre i suoi ultimi anni alla straordinaria pressione di fare il presidente con il difficile programma di riportare il governo nelle mani del popolo americano. Non c’è dubbio che Trump ha fatto di sé stesso un bersaglio. La Cia non ha intenzione di mollare il colpo e andare via. Perché una persona dovrebbe farsi carico dell’imponente ricostruzione dell’America che Trump ha dichiarato di voler fare, quando poteva invece trascorrere i suoi ultimi anni godendosela immensamente? Qualunque sia la ragione, dovremmo essergli grati per questo, e se è sincero lo dobbiamo sostenere. Se viene assassinato, dobbiamo prendere le armi, radere al suolo Langley [sede centrale della Cia] e ucciderli tutti. Se avrà successo, merita il titolo: Trump il Grande! La Russia, la Cina, l’Iran, il Venezuela, l’Ecuador, la Bolivia, e qualsiasi altro paese sulla lista nera della Cia dovrebbe capire che l’ascesa di Trump non basta a proteggerlo. La Cia è una organizzazione a livello mondiale. I suoi redditizi affari forniscono delle entrate indipendenti dal bilancio degli Stati Uniti. L’organizzazione è in grado di intraprendere azioni indipendentemente dal presidente o anche dal proprio direttore. La Cia ha avuto circa 70 anni per consolidarsi. Ed esiste ancora.

(Paul Craig Roberts, “La dichiarazione di guerra di Trump”, dal sito di Craig Roberts del 20 gennaio 2017, post tradotto e ripreso da “Voci dall’Estero”).
 
visto da un'altra angolazione
Euro crisis gennaio 27, 2017 posted by Maurizio Gustinicchi
INGANNO TEDESCO DELL’EURO: DALLA CIA UN DOCUMENTO ESPLOSIVO DEL 1978

Bel colpo di alcuni amici che mi passano questo prezioso e vecchio documento della CIA:



dove possiamo notare una prima sezione dedicata all’ingresso dell’Italia in una unione monetaria con i tedeschi:



In esso si legge:



Pandolfi chiese cambi flessibili, facilitazioni creditizie che ponessero al riparo dalle speculazioni, investimenti strutturali e trasferimenti nord-sud per aiutare le regione povere. Insomma, niente catene troppo strette e massima diffusione del benessere nel continente.

Ed ancora:



La lira crolla verso il Marco (dove esportiamo) e si rivaluta verso il dollaro (con cui paghiamo le importazioni) quindi non ci conviene legarci mani e piedi ai tedeschi con un cambio prefissato.

Ed infine:



Anche CARLI si espresse contro il legarsi troppo stretti col marco perché ci avrebbe distrutti!

Sapevano tutto tutti …. eppure hanno venduto i nostri risparmi all’imperialismo franco-tedesco.

Ma durerà ancora poco e ci LIBEREREMO!

Ad maiora.
 
Le Istituzioni riflettono la società o esse "conformano" la società e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.































giovedì 26 gennaio 2017
LA VEDO MOLTO DIFFICILE...LETTER FROM ITALIAN HELL [/paste:font]


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Caro xxxx,
A- sono stati gli USA a creare il federalismo europeo, finanziandolo e infiltrando i loro uomini...(essenzialmente) hayekiani; qui un riassunto con fonti dirette e documentali:
Orizzonte48: L'€UROPA DEI NETWORK TECNOCRATICI TRANSNAZIONALI. LA MITOLOGIA DELLA PUREZZA ORIGINALE: STERILIZZARE I PARLAMENTI NAZIONALI (1)
Orizzonte48: LA MITOLOGIA DELLA PUREZZA ORIGINALE: LA RIVINCITA ANTILABURISTA TRA KALERGY, LIPPMANN E SPAAK- 2

B- ora, a quanto pare, sono sempre gli USA che paiono voler mollare l'euro e la stessa UE. Questa intervista (alla BBC!) mi pare lasci adito a pochi dubbi:
Euro 'could fail', says man tipped as US ambassador to EU - BBC News
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(pensa solo che sono usciti su wiki i cablogrammi dell'ambasciatore USA della fine degli anni '70, che indica chi è affidabile e invece sia da "rimuovere", fra i politici e i dirigenti italiani, in quanto favorevoli o meno allo SME e al divorzio tesoro-bankitalia; se vuoi ti linko anche questi. Insomma, i tempi stanno veramente cambiando e in fretta...).
[Esempi:




Notare che la dinamica del CLUP italiano, all'epoca, era esattamente allineata a quella della Germania.
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Possibile che ciò comportasse solo in Italia un problema, addirittura, di "ancoraggio alla democrazia"?

C- qui invece ti linko il libro di storia dell'economia (monetaria) dove emerge che la situazione 1919-1920 non possa, a rigore, essere assimilata a quella attuale (i problemi ci sono ma sono in buona parte diversi e in parte di diversa radice)
La politica monetaria italiana fra le due guerre (1918-1943)

D- comunque sia, piaccia o no, per l'Italia sarebbe cosa saggia e prudente prepararsi: i processi decisionali, ora sul campo, non mi paiono minimamente all'altezza. Ormai sono stati superati "dagli eventi" non solo dal FMI (ad es; sugli effetti occupazionali della flessibilità del lavoro e sulla growth failure dei cambi fissi e del liberoscambismo globalizzato) ma, persino dal segretariato di Stato di una presidenza USA repubblicana.

E- Semmai, sarebbe da impostare in tempi rapidi (prima lo farebbero meglio è) un programma, serio e consapevole (della situazione effettiva delle filiere industriali residue e vitali), di investimenti pubblici in industria pubblica, nazionalizzando la gran parte del sistema bancario ancora in piedi; come comunque si rivelerà inevitabile proseguendo su questo piano inclinato generatore di NPL, nonché distruttivo dei valori patrimoniali posti a garanzia da famiglie e imprese esauste.
Ma coi tempi ristretti che hanno generato gli "stati di eccezione" creati da Unione bancaria e fiscal compact, la vedo molto difficile...

Pubblicato da Quarantotto a 15:19 28 commenti: Link a questo post
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posted by Guido da Landriano
IL BUNKER SI AVVICINA. QUALE SARA’ LA DECISIONE DELLA GERMANIA?





La fine si avvicina….

Nei giorni scorsi il prossimo ambasciatore USA presso la UE, ha tranquillamente affermato che bisogna essere “Short”, cioè in vendita , sull’euro perchè può non esserci un’unione Europea entro 18 mesi.







Testuali parole :

Non sono certo che ci sarà un’unione europea con cui negoziare”

C’è una maggiore probabilità di avere degli accordi bilaterali con diverse nazioni europee”

Pensa che la moneta unica sopravviverà ? Quello che io farò nel 2017 è vendere euro

Più chiaro di così si muore. Del resto tutto questo è perfettamente in linea con la visione di Trump, affermata uffcialemente in più interviste, che l’europa non è che un’estensione della Germania creata per permetterle di tenere una moneta bassa, accumulando un enorme , ingiustificato, surplus commerciale e letteralmente derubando tutti gli altri.

La fine è vicina . Chi può inizia a mettersi al coperto. In Italia è una vra e propria fuga, come testimonia il riallinearsi di molto, ma molte figure politiche ed economiche, a partire da Marchionne , a Padoan, a vari conduttori televisivi e radiofonici. Tutti alla ricerca di una nuova verginità politica.

Certo, rimangono i Bunker, come Sy TG 24, le cui notizie dagli USA sembrano scritte direttamente da Soros e dal New World Order. Oppure come il superlaureato professore Oscar Giannino e la sua banda di “Democratici solo se voti come voglio io”, oppure gli ultimi residui di forze politiche decotte che, per avere un ruolo minimo, fanno eleggere dei parvenù al parlamento europeo.

Però la fine si avvicina, le armate (economiche e diplomatiche) russe, americane ed inglesi sono alle porte. Ora tocca alla Germania decidere se proseguire nella sua tradizione suicida di resistenza al oltranza.

Pensava che finisse così



Ma finirà così:
 
il mondo visto da un'altra angolazione


Euro crisis gennaio 29, 2017 posted by Mitt Dolcino
L’EU minaccia l’Italia con la richiesta di rientro dal deficit: il Governo deve scegliere l’infrazione se non vuole andare contro il nuovo corso USA [Reload]

Ripubblichiamo un nostro intervento del 16.1 scorso, consigliando caldamente il governo di scegliere l’infrazione EU negando ogni manovra correttiva imposta da Bruxelles, che sarebbe nefasta (inoltre sarebbe stupido abbassare la testa mentre mezzo continente sta sforando i parametri del deficit o del surplus, pur in assenza [negli altri paesi] sia di terremoti devastanti che di migranti lasciati impropriamente nel territorio altrui contravvenendo ad accordi solidaristici precedenti, ndr). Lo scopo è allinearsi al nuovo corso del nostro alleato storico americano capeggiato da Donald J. Trump, oltre a difendere i nostri interessi nazionali contro un ente, l’Europa Unita, che ormai fa delle asimmetrire normative la sua vera essenza, sistematicamente a sfavore dei periferici ed a favore dell’asse franco-tedesco.

Poi nei prossimi mesi vedremo (…). Anche perchè Berlino e Parigi stanno in queste ore cercando di imporre lo stesso trucco [via FMI, Mme Lagarde] del 2012, ossia mandare in crisi la Grecia per indebolire l’Euro contro il dollaro: oggi Washington senza Obama ormai non può più accettare questo escamotage e per evitare di affondare ulteriormente la propria bilancia commerciale con un dollaro in crollo contro euro per colpa di Atene [ed a vantaggio di Berlino e dei suoi esportatori] son più che sicuro che è pronta a fare uscire sia Atene che Roma dalla moneta unica. A quel punto l’euro senza la zavorra italiana e greca – che finalmente uscendo dal giogo europeo potrebbero svalutare pesantemente – si rivaluterebbe in modo impressionante ponendo la pietra tombale al progetto dell’euro scappato di mano agli USA (per colpa di Obama, che immagino sarà assiduo conferenziere superpagato di aziende francesi e tedesche, ndr).

Appunto, scommetto su un asse in via di definzione tra USA, UK, Israele ed Italia che, tra le altre cose, avrà interesse a far saltare l’EU, che ormai ha perso i suoi riferimenti storici oltre che la sua onorabilità data dal rispetto dei dei popoli europei.

MD

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E’ un onore essere a supporto della rottura dello status quo, soprattutto perchè insostenibile e soprattutto frutto di un enorme errore di valutazione. Parlo dell’Euro e del correlato (ipotetico) strapotere tedesco non solo in EU ma anche nel mondo.

Il Presidente Trump ha affermato molto chiaramente che l’EU è a vantaggio tedesco; tradotto, l’EU fa gli interessi della Germania a svantaggio di tutti gli altri paesi, forse esclusa Parigi che è “a letto” con Berlino da anni (ma senza consumare, ndr). In realtà a Trump interessa poco dei paesi europeriferici, il suo problema è che Berlino sta diventando il vero competitor occidentale degli USA, volendosi sostituire a Washington in Europa. In questo contesto va notato che il Belpaese ha interessi totalmente convergenti con la strategia del 45° presidente USA.

Ormai si sa che l’Italia è il Paese che ha avuto maggiori svantaggi dall’euro, ripetutamente additata da Berlino – a ragione – di eccessiva vicinanza con gli USA, evidentemente lo sbarco in Sicilia senza sparare un colpo brucia ancora.



Si, l’Italia è culturalmente ed economicamente vicina a Washington anche grazie ai nostri oriundi – ma non solo -, e questo è un vanto. Parallelamente ha una grande tradizione di equilibrio con Mosca avendo rappresentato un trait d’union imponente negli ultimi 75 anni. E, notasi, l’amicizia con Washington è sopravvissuta ad eventi decisamente incredibili, leggasi pur avendo condiviso con gli USA i segreti della bomba atomica sottraendoli al Terzo Reich (con Enrico Fermi ed il gruppo di via Panisperna) sono stati poi ricondivisi in un astratto movente pacifista – che alla fine si è rivelato benedetto, via Pontecorvo e Maiorana – con la Russia comunista costruendo un equilibrio nucleare fra grandi potenze che ha permesso la sopravvivenza della razza umana. L’unica pena è che la pace imposta dalla guerra fredda non abbia dato frutti economici per 75 anni o giù di lì se escludiamo il sottoprodotto energetico della fissione nucleare.

L’Italia non è nuova ai successi scientifici e tecnologici: anche il motore a scoppio fu un’invenzione italiana (Barsanti e Matteucci), come il telegrafo (Marconi), la telefonia (Meucci), i computer (Adriano Olivetti e Mario Tchou).


Il nostro vanto, almeno per chi scrive, è non tanto – mi scusino gli amici americani – l’aver condiviso tali scoperte essenziali per l’umanità con gli USA ma soprattutto di NON averli condivisi con la sempre proterva Germania: l’esempio recente del comportamento tedesco con la Grecia (e con l’Italia) dimostra che i tedeschi non sono cambiati dall’epoca nazista rendendo merito agli italiani che hanno sempre preferito non dare totale fiducia a tale protervo popolo, nemico italico dai tempi dei lanzichenecchi (nella cultura di massa si veda ad esempio, cfr., “Il Federale”, U. Tognazzi).

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Per assurdo, una volta evitato lo sfruttamento prevaricatore post bellico franco-tedesco grazie alla protezione a stelle e strisce ci si è ficcati nel cul de sac dell’euro dove ci stanno facendo patire le pene dell’inferno solo per essere il principale competitor manifatturiero tedesco oltre che troppo amici degli USA: ormai è chiaro che lo scopo di Berlino è sostituirsi a Washington in Europa e per fare questo i filo anglosassoni, a partire dagli UK, vanno neutralizzati. La verità è quella testé presentata, che giustifica le reazioni sopra le righe del reggente americano, inevitabili. Come poi andrà a finire è tutta un’altra storia.

Con Trump finalmente le cose possono cambiare, gli USA hanno raccolto il guanto di sfida. Oggi l’EU (finalmente) dichiaratamente tedesca impone all’Italia una manovra correttiva – l’ennesima, che non farà altro che peggiorare ulteriormente le condizioni economiche del Belpaese annichilendo qualsiasi speranza di fare crescita, quello che veramente serve a Roma per uscire dalla secche della stagnazione – o la procedura di infrazione. Sfida che, unita ad altri segnali ed al timing, rappresenta una vera provocazione.

Deve essere chiaro: a fronte del diktat eurotedesco il governo italiano deve stare con gli USA ossia deve scegliere l’infrazione, tanto nessuna sanzione verrà irrogata ed anche se lo fosse non verrebbe pagata visti i paralleli e gravissimi squilibri mai puniti lato tedesco (cfr. surplus commerciale). Questo farà il gioco della prossima amministrazione USA che vorrà Roma nel novero dei paesi con cui il gigante statunitense vorrà continuare a fare business senza dazi.

Chiunque in Italia sceglierà di fare altrimenti allineandosi ai tedeschi dovrà subirne le conseguenze, tempo poche settimane.

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Il futuro prossimo venturo vedrà l’Italia terreno di scontro tra interessi contrapposti franco-germano-europei ed americani, includendo nella sfida anche la messa in discussione della nostra appartenenza all’euro. Il caso FCA-EU-Germania è solo uno dei sintomi.

Per inciso, la partita non è ancora cominciata ma possiamo essere certi che avendo Dan Coats, Rudy Giuliani e Mike Pompeo alla regia molte cose cambieranno rispetto ai tempi di Obama. Oltre a ritenere che ci saranno argomenti convincenti per spingere anche i più recalcitranti a modificare le proprie posizioni, intendo quelle tenute negli ultimi 8 anni.

A buon intenditore….

Jetlag per Mitt Dolcino
 

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