Perche' nessun strumento prezza l'invasione dell'Ucraina?

Il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, interviene di nuovo sulla crisi ucraina e disegna un quadro fosco per il futuro del Paese e delle relazioni con la Russia. Tanto da ipotizzare un pericolo invasione anche per Georgia, Bosnia e Moldavia


bosnia????????? cosa fanno? un ponte aereo?
ma stolternberg sa dove sta la bosnia?
mappa-nato.jpg
 
ah ok qua si capisce meglio
Stoltenberg ha inoltre avvertito che il rischio di attacchi militari russi o di “sovversione” è in aumento in Georgia, sul cui territorio sono già presenti le truppe di Vladimir Putin, e in Bosnia-Erzegovina, dove i serbi bosniaci hanno minacciato di smembrare lo Stato con l'appoggio del Cremlino.


 
Il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, interviene di nuovo sulla crisi ucraina e disegna un quadro fosco per il futuro del Paese e delle relazioni con la Russia. Tanto da ipotizzare un pericolo invasione anche per Georgia, Bosnia e Moldavia


bosnia????????? cosa fanno? un ponte aereo?
ma stolternberg sa dove sta la bosnia?

ma perché in Syria o Libia ci sono andati via terra?
 
sono arrivato prima io ad aprire il 3d, ma roba da matti


La storia segreta di come è iniziata la guerra in Ucraina
A novembre l’intelligence Usa avvisa gli alleati sul piano di Mosca. I tentativi di Washington di far cambiare idea a Putin. Il doppio gioco delle spie. Il ruolo della Cina

L’avviso
A metà novembre gli Usa avvisano in modo diretto gli alleati sul piano di invasione, la direttrice della National Intelligence, Avril Haines, si reca in Europa per spiegare. È accolta con scetticismo. Il mese dopo, agli inizi di dicembre, nuovo avvertimento: con comunicazioni e attraverso un articolo del Washington Post che inquadra alla perfezione l’operazione indicando in modo esatto la consistenza delle forze mobilitate. Pensano che l’ora X sarà nei primi giorni dell’anno. I dettagli sono importanti, non bastano a fare breccia. La scelta di svelare le informazioni, così precise, contiene quattro aspetti: è un passo inusuale perché svela a Mosca ciò che sanno a Washington; sottolinea la gravità; dimostra che la Cia ha fonti preziose e di primo livello; è un disperato tentativo di indurre Putin a desistere.


L’agenzia è diretta da William Burns, diplomatico di carriera con un passato di ambasciatore in Russia. Conosce il dossier. Va personalmente nella capitale russa ai primi di novembre per affrontare la questione e chissà che non abbia calato altre carte per far comprendere agli interlocutori che gli Stati Uniti sono consapevoli di ciò che si sta preparando. Una scena da «Caccia a Ottobre Rosso». Quella del direttore è la quarta visita a partire da luglio di alti funzionari statunitensi, un indizio degli sforzi messi in atto. Sbattono contro le mura del Cremlino. Lo zar è convinto di avere tutto dalla sua, magari — altra rivelazione — vuol far passare le Olimpiadi invernali che si svolgono sui monti cinesi. Ieri il New York Times ha scritto che Pechino avrebbe chiesto il favore, anche se non c’è certezza di questo passaggio. La rivelazione segue un’altra: gli americani avevano sollecitato per mesi l’aiuto della Cina per fermare il disastro e avrebbero persino fornito dei dati. Ma la Repubblica popolare non ha creduto all’allerta.


L’intelligence statunitense, in parallelo, ha continuato la mietitura del raccolto. È cresciuta la sorveglianza dei satelliti e quella elettronica. È possibile che le fonti in terra russa abbiano passato nuovi particolari sull’atteggiamento politico e personale di Putin. A sua volta il servizio segreto russo ha dovuto gestire tre fronti:
1) Gli Usa sanno troppo, chi ha tradito?
2) l’Ucraina è informata, quale sarà la sua reazione?
3) In caso di attacco come risponderà la comunità internazionale?

Secondo il New York Times Putin, dopo l’offensiva, si sarebbe sfogato contro i collaboratori perché gli avrebbero sottoposto scenari rosei. A sostenerlo una fonte dell’FBI che conosce a sua volta qualcuno nell’entourage del Cremlino. Giro tortuoso che deve proteggere l’identità della gola profonda depistando chi legge ma che è utile per seminare sospetti in casa del nemico. Ancora più ambigua l’arena ucraina. I russi hanno infiltrato il sistema e gli apparati di sicurezza, hanno sponde, dunque dovrebbero giocare come fossero nel loro cortile. Cosa hanno riferito gli amici a Kiev? Ipotesi: entrate pure con le vostre unità, Zelensky scapperà. La «nebbia» ha confuso la vista dello zar? Sono stati intossicati da notizie infondate? I filo-russi non vedevano l’ora di una grande spallata ed hanno assecondato i progetti dell’Orso. Capitò agli americani in Iraq quando si fidarono di improbabili personaggi sciiti. E poi non c’è nulla di più facile di prendere per buona la storia che combacia con i tuoi desideri.


La reazione ucraina
In mezzo si possono essere infilati giochi di 007 mentre persino Zelensky, alla vigilia dell’assalto, non nascondeva irritazione per le news allarmanti lanciate dalla Casa Bianca. Ci credeva o era una tattica contingente? Il suo Capo di Stato Maggiore Valery Zaluzhny, il 18 novembre, ha un colloquio con il generale statunitense Mike Milley, suo omologo, dedicato «alle attività della Russia nella regione». Tre giorni dopo il capo dell’intelligence ucraina Kyrylov Budanov, in un’intervista a Military Times, conferma il rischio di invasione tra la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio. L’articolo è condito da una mappa particolareggiata con le possibili direttrici. Sapevano. E lo raccontano a tutti senza essere presi sul serio. Perché gli esperti hanno compreso chiaramente le conseguenze di un simile conflitto – è la spiegazione di un commentatore russo del Russia Council – pensavano che bastassero per impedire la guerra. «Abbiamo sbagliato perché non abbiamo sbagliato» nel prevedere il disastro.

 

Users who are viewing this thread

Back
Alto