Il recupero del rublo non deve ingannare sulla generale
situazione economica e finanziaria della
Russia.
Iikka Korhonen, esperto della Banca di Finlandia in Russia, concorda sul fatto che il rimbalzo del rublo è una funzione dei controlli sui capitali, non dei fondamentali economici.
“Il rublo non è più una valuta liberamente convertibile. Quindi il tasso di cambio ufficiale non è molto rilevante”, ha affermato.
In effetti, nuovi dati dell’
Institute for International Finance evidenziano quanto sia
illiquido il mercato internazionale del rublo, il che implica che solo la Russia commercia nella propria valuta.
Nel frattempo, le politiche aggressive di Nabiullina lasceranno nel tempo altri segni sull’economia, secondo gli esperti.
“Tassi di interesse nettamente più alti diventeranno un problema per il settore bancario in Russia poiché i margini saranno fortemente ridotti”, ha affermato Korhonen.
“Mi aspetto di vedere i primi segni di ciò quando le banche pubblicheranno i risultati del secondo trimestre”.
Secondo Andris Strazds del Consiglio europeo per le relazioni estere, gli effetti reali delle sanzioni contro Mosca di vedranno soprattutto a fine anno, aggiungendo:
“Lo stesso vale per i mercati finanziari. Il raddoppio dei tassi di interesse farà male e ci saranno problemi di prestiti in sofferenza. Non appariranno ora, ma appariranno [più tardi] durante l’anno.”
Infine, è doveroso per alcuni osservatori soffermarsi sulla concezione russa della valuta.
L’ossessione della Russia per il rublo forte deriva dal suo desiderio di segnalare a livello nazionale che l’Occidente non può costringere la Russia in ginocchio.
Secondo Peeter Luikmel, che dirige la divisione politica monetaria ed economia estera della Banca d’Estonia:
“È più come un atto simbolico per attirare l’attenzione dell’India e di alcuni altri Paesi asiatici per sostenere un sistema alternativo di pagamenti congiunti. Per questo, hanno bisogno della fiaba di una valuta globale forte. Se possono dimostrare che c’è una certa stabilità nel tasso di cambio dato i tempi difficili, allora sarà più facile attrarre supporto per quel sistema”
In ballo c’è anche la
de-dollarizzazione. Non solo, Mosca è consapevole del fatto che molte aziende russe hanno approfittato di tassi di interesse più convenienti tramite strumenti basati sull’euro e sul dollaro USA, quindi un crollo del rublo costringe quelle società al fallimento o alla
dipendenza dallo Stato russo.
In definitiva, i guai finanziari di
Putin non sono affatto mitigati da un rublo, per adesso, in recupero. Ritrovare la credibilità necessaria anche alla crescita economica sarà assai difficile.