FOSSATI VA IN AMERICA PER TROVARE ALLEATI E RIBALTARE TELECOM - E TELCO VA A CACCIA DI DELEGHE
Si  prepara il duello in assemblea: riuscirà Marco Fossati con altri  investitori a prendere il controllo di Telecom? - L’attuale maggioranza  ha addirittura ingaggiato una società per raccogliere deleghe e  rimpolpare la sua debole quota del 22% - Patuano non prepara più lo  spin-off ma una soluzione “light”…
FOSSATI VA IN AMERICA PER TROVARE ALLEATI E RIBALTARE TELECOM - E TELCO VA
Federico De Rosa per il "Corriere della Sera"
 Stavolta la presa non la molla. 
Ha trovato uno spiraglio in cui  infilarsi per guastare i giochi e vuole andare fino in fondo Marco  Fossati. Dopo aver chiesto formalmente a Telecom Italia la convocazione  di un'assemblea per la revoca dal consiglio dei rappresentanti di Telco,  il patron di Findim ha iniziato a muovere le sue pedine. «L'accordo  raggiunto in Telco non ha rispettato le minoranze» spiega Fossati,  critico verso l'accordo che a gennaio consegnerà a Telefonica il  controllo di Telecom Italia.
marco fossati
 L'imprenditore milanese si è mosso «a difesa dei diritti delle  minoranze, che sono gli stessi di Findim». Non è al controllo che punta  ma alla tutela del suo investimento: «Serve una strategia che tiri fuori  valore dall'azienda. Finora non ne sono stati capaci».
 
Da quando ha investito in Telecom, Fossati ha provato più volte a  suggerire strategie, senza tuttavia riuscire a trovare ascolto. 
Stavolta  si è mosso in modo diverso. 
La richiesta di revoca del board è  un'insidia molto seria per Telefonica.
Potrebbe anche provocare un  ribaltone in consiglio. 
Sulla carta i numeri giocano a favore di Telco,  che ha il 22% di Telecom.
 
Ma qualcosa gli spagnoli temono se hanno chiesto alla Georgeson,  società specializzata in raccolta deleghe, di affiancarli in vista della  prossima assemblea. 
Il «proxy fight», ossia una battaglia sulle deleghe  di voto, è uno scenario possibile. 
C'è un caso che a Piazza Affari ha  fatto scuola ed è quello della scalata della Salini a Impregilo, vinta  per un pugno di deleghe.
 
Che Fossati voglia tentare il bis, creando una nuova maggioranza in  assemblea? Possibile. 
In questi giorni l'imprenditore si sta spostando  tra New York e Londra, le due capitali della finanza e dei grandi fondi  che potrebbero rivelarsi determinanti per l'esito della partita. Oggi  gli investitori istituzionali, italiani ed esteri, controllano circa il  30% del capitale del gruppo telefonico. 
In Assogestioni ci sono voti  «pesanti» e quindi preziosi tanto per Fossati quanto per Telco.
RICK RIEDER Resta da vedere se il consiglio già convocato per il 7 novembre  procederà alla convocazione dell'assemblea chiesta da Fossati o si  riserverà di farlo in una riunione successiva.
 È probabile che sarà  convocata subito.
 Ma l'appuntamento del 7 novembre sarà decisivo anche  per capire la strategia di Telecom post Bernabé e in particolare se il  processo di scorporo della rete, andrà avanti.
 Il piano su cui sta lavorando l'amministratore delegato Marco  Patuano, secondo indiscrezioni non prevederebbe più lo spin-off ma una  manovra più «light» per garantire la cosiddetta «equivalence of imput»  per garantire l'assoluta parità di trattamento nell'utilizzo della rete  ai concorrenti.
 
Non è chiaro se la retromarcia sia direttamente legata al riassetto  azionario di Telco e alla salita di Telefonica. 
Si sa che gli spagnoli  sono contrari allo scorporo, ma anche che in previsione del passaggio  del controllo di Telecom lo spin-off della rete è diventato un totem, a  difesa del quale il governo ha varato in fretta e furia la golden power.
Ieri  il numero uno della Cassa depositi e prestiti, 
Giovanni Gorno Tempini  ha ribadito la disponibilità a partecipare alla società della rete:  «Abbiamo già detto che la porta è sempre aperta». Il presidente della  Cdp, 
Franco Bassanini, secondo indiscrezioni è andato piuttosto avanti  con il lavoro e tra le ipotesi su cui si sarebbe confrontato con il  ministero dello Sviluppo economico ci sarebbe 
l'emissione di bond, da  utilizzare anche per l'acquisto di una quota della rete.