Fool
Forumer storico
fatevi due risate...
repubblica mette in guardia dallo sviluppo di una serie di solite catene di
sant'antonio in cui si parla di lavaggio di denaro sporco. in pratica dice
che ci sono mail in cui ti offrono dei soldi che devono transitare sul
proprio conto corrente, dal quale poi un correntista deve trattenersi alcuni
punti percentuale di commissioni (tipo il 10%) e poi deve rifare il bonifico
verso altri conti internazionali. e dice che "Il bello è che il sistema
funziona, i truffatori sono in un certo senso onesti con l'utente
contattato: non gli diranno che il denaro è sporco, ma lo verseranno davvero
sul conto e gli permetteranno di trarne guadagno. Si diventa così,
consapevoli o no, complici di un sistema di truffa internazionale."
la cazzata e' grande come una casa. queste email servono solo per carpire i dati di un titolare di email, e ovviamente non e' assolutamente vero che
quei soldi verranno versati davvero sul proprio conto. e' una cazzata
gigate, al pari di quella dell'eredita' del principe della nigeria che
aspettava solo qualcuno che la andasse a ritirare...
insomma, repubblica casca in pieno in questa stronzata, l'autore scrive un
articolo assurdo in cui mischia tutto, e da' consigli tutti sballati...
appoggiandosi ad un nenotato sito di anti-phishing.
fatevi due risate leggendolo e pensando a come siano sottili queste truffe e
a come vengano di fatto amplificate dai media.
se fosse vero che questi soldi arrivano sul conto, ci sarebbe una adeguata
quantita' di persone che nn ha niente da perdere si farebbe arrivare i soldi
e se li terrebbe, trattandosi in teoria di importi rilevanti...
assurdo...
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/scienza_e_tecnologia/phishing/truffe/truffe.html
pirati informatici offrono posti da cassiere web allo scopo di far
transitare i proventi illegali sui molti conti per beffare la polizia
Phishing, il denaro delle truffe
"ripulito" da ignari navigatori
Nel mirino soprattutto gli utenti in Italia e Germania
L'elenco delle false società che propongono questi annunci
di ALESSANDRO LONGO
ROMA - Tutto nasce con un'e-mail che contiene un annuncio di lavoro e può
finire con un paio di manette ai polsi. Accusa: riciclaggio di denaro
sporco, dai quattro ai 12 anni di galera. Può capitare a qualsiasi utente
italiano: per abboccare e finire nei guai basta un pizzico di ingenuità e,
anche, una certa difficoltà a trovare i soldi per arrivare a fine mese. Si
tratta di una nuova variante del Phishing (truffe online) e sta bersagliando
l'Italia con forza crescente.
All'origine del fenomeno c'è l'esigenza di riciclare il denaro carpito agli
utenti tramite altre truffe online. I truffatori inviano quindi e-mail di
massa (spam), in inglese o in italiano, che contengono un annuncio di lavoro
per il ruolo di cassiere di una fantomatica azienda internazionale, di cui
c'è anche un sito web. L'utente dovrà fornire gli estremi del proprio conto
corrente: non serve altro. Lì comincerà ad arrivare denaro, che poi l'utente
dovrà girare, con bonifico, ad altri conti correnti, trattenendo per sé una
percentuale (dal 5 al 20 per cento).
Il bello è che il sistema funziona, i truffatori sono in un certo senso
onesti con l'utente contattato: non gli diranno che il denaro è sporco, ma
lo verseranno davvero sul conto e gli permetteranno di trarne guadagno. Si
diventa così, consapevoli o no, complici di un sistema di truffa
internazionale.
"Diventa più difficile difendersi, perché le e-mail di questo tipo sono ora
più sofisticate che in passato e i truffatori usano tecniche più raffinate,
come abbiamo rilevato per la prima volta la settimana scorsa", dice Giovanni
Lillo, responsabile di Anti-Phishing Italia, l'associazione no-profit che ha
lanciato l'allarme a livello nazionale.
"Stava per capitare a un nostro utente, una signora di Roma", racconta
Lillo. "Ha abboccato all'annuncio e si è vista telefonare dal direttore
della sua banca: stavano arrivando bonifici sospetti sul conto, da un
signore di Grosseto". I primi arresti per questo tipo di truffe sono
avvenuti ad agosto, a Milano: 28 persone coinvolte, di cui solo quattro non
italiani (tre russi e un nigeriano).
La rete di bonifici, di cui si avvalgono i truffatori, "serve a depistare le
forze dell'ordine", spiega Lillo. Lo scopo è fare arrivare agli
organizzatori il denaro ottenuto con le attività di Phishing internazionale.
"Un singolo bonifico verso alcuni Paesi dell'Europa dell'Est - sede di molti
degli organizzatori delle truffe - darebbe però subito nell'occhio. Ecco che
quindi si è pensato di fare rimbalzare il denaro su una serie di conti
correnti nazionali".
Secondo Anti-Phishing Italia, oltre al nostro Paese è soprattutto la
Germania a essere bersagliata da questi annunci di lavoro truffaldini. Alla
fine della catena, ci sarà un bonifico internazionale, ma avrà alle spalle
un giro molto complesso da analizzare per la polizia. "Oppure, per l'ultimo
anello della catena i truffatori chiedono a uno dei correntisti coinvolti di
recapitare il denaro sotto forma di contanti".
Ma se l'utente si presta in buona fede a questo gioco, credendo di svolgere
un'attività legale, rischia lo stesso la galera? "Se lo sono chiesti anche
gli avvocati che partecipano alla nostra associazione", dice Lillo. "La
risposta sarà in mano ai giudici, che analizzeranno caso per caso". Ancora,
non ci sono esempi di sentenze in Italia per questo fenomeno di complicità a
truffa online. C'è insomma una nuova giurisprudenza da costruire. È nato del
resto da pochi mesi, su Anti-Phishing Italia, l'elenco delle false società
che propongono questi annunci di lavoro e quasi tutte le rilevazioni sono di
settembre e ottobre. Si tratta perlopiù di pseudo compagnie di
assicurazione.
"In un caso, una finta agenzia matrimoniale dell'Europa dell'Est inviava
e-mail in italiano. Sempre per il lavoro di cassiere". Man mano che il
fenomeno diventa noto, però, cresce l'astuzia dei truffatori: "Prima era
facile smascherare questi annunci", aggiunge Lillo, "poiché erano senza
fronzoli, chiedevano subito gli estremi del conto corrente. Adesso danno
invece un'aria di professionalità, chiedono prima il curriculum, fanno finta
di privilegiare chi ha una laurea e esperienza nel campo. La richiesta degli
estremi del conto arriva in seguito".
Come difendersi, allora? "Per prima cosa, non fidarsi di e-mail che
promettono lauti guadagni in cambio solo dell'uso del conto corrente", dice
Lillo. "Nel dubbio, è possibile scrivere a noi per chiarire casi di e-mail
sospette".
Un altro campanello di allarme viene dalla forma di queste e-mail: di
solito, sono sgrammaticate. "Consigliamo inoltre di usare la toolbar di
Netcraft: riesce a segnalare quando un sito nasconde una potenziale truffa,
analizzandone per esempio il server che lo ospita".
Un altro trucco per difendersi di andare su un motore di ricerca e digitare
il nome dell'azienda citata nell'e-mail sospetta. "Di aziende fantasma non
troveremo molto. Purtroppo però i truffatori hanno adesso imparato un
sistema raffinato per confondere le idee degli utenti: clonano i siti di
aziende vere", spiega Lillo.
Il primo esempio rilevato è della settimana scorsa e riguarda la (vera)
compagnia di assicurazioni Kemper Isurance Companies. L'e-mail di Phishing
si spaccia come proveniente da quell'azienda, indicando però come sito di
riferimento un clone di quello ufficiale: www.kemperins.net invece di
www.kemperinc.com. È uguale, eccetto che per la pagina degli annunci di
lavoro; nella pagina alterata ci sono l'annuncio e gli indirizzi scritti
nell'e-mail truffaldina.
Un'altra strategia, scoperta da Anti-Phishing Italia nei giorni scorsi, è
spacciarsi, nel messaggio, per una vera azienda (AQuantive Inc, nell'esempio
rilevato) e poi in fondo indicare un'e-mail fasulla da usare per candidarsi
a quell'offerta di lavoro. L'e-mail non fa parte di quelle aziendali di
AQuantive, ma è controllata dai truffatori. Così, se l'utente ricercherà
informazioni sulle aziende citate nell'e-mail, non troverà niente di
sospetto. Il consiglio è quindi di raddoppiare i controlli, dubitando di
offerte di lavoro che piovono dal cielo. Il che può non essere facile in
tempi di magra: truffe di questo tipo trovano un terreno fertile nella crisi
economica e nel boom di lavori precari.
(31 ottobre 2005)
repubblica mette in guardia dallo sviluppo di una serie di solite catene di
sant'antonio in cui si parla di lavaggio di denaro sporco. in pratica dice
che ci sono mail in cui ti offrono dei soldi che devono transitare sul
proprio conto corrente, dal quale poi un correntista deve trattenersi alcuni
punti percentuale di commissioni (tipo il 10%) e poi deve rifare il bonifico
verso altri conti internazionali. e dice che "Il bello è che il sistema
funziona, i truffatori sono in un certo senso onesti con l'utente
contattato: non gli diranno che il denaro è sporco, ma lo verseranno davvero
sul conto e gli permetteranno di trarne guadagno. Si diventa così,
consapevoli o no, complici di un sistema di truffa internazionale."
la cazzata e' grande come una casa. queste email servono solo per carpire i dati di un titolare di email, e ovviamente non e' assolutamente vero che
quei soldi verranno versati davvero sul proprio conto. e' una cazzata
gigate, al pari di quella dell'eredita' del principe della nigeria che
aspettava solo qualcuno che la andasse a ritirare...
insomma, repubblica casca in pieno in questa stronzata, l'autore scrive un
articolo assurdo in cui mischia tutto, e da' consigli tutti sballati...
appoggiandosi ad un nenotato sito di anti-phishing.
fatevi due risate leggendolo e pensando a come siano sottili queste truffe e
a come vengano di fatto amplificate dai media.
se fosse vero che questi soldi arrivano sul conto, ci sarebbe una adeguata
quantita' di persone che nn ha niente da perdere si farebbe arrivare i soldi
e se li terrebbe, trattandosi in teoria di importi rilevanti...
assurdo...
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/scienza_e_tecnologia/phishing/truffe/truffe.html
pirati informatici offrono posti da cassiere web allo scopo di far
transitare i proventi illegali sui molti conti per beffare la polizia
Phishing, il denaro delle truffe
"ripulito" da ignari navigatori
Nel mirino soprattutto gli utenti in Italia e Germania
L'elenco delle false società che propongono questi annunci
di ALESSANDRO LONGO
ROMA - Tutto nasce con un'e-mail che contiene un annuncio di lavoro e può
finire con un paio di manette ai polsi. Accusa: riciclaggio di denaro
sporco, dai quattro ai 12 anni di galera. Può capitare a qualsiasi utente
italiano: per abboccare e finire nei guai basta un pizzico di ingenuità e,
anche, una certa difficoltà a trovare i soldi per arrivare a fine mese. Si
tratta di una nuova variante del Phishing (truffe online) e sta bersagliando
l'Italia con forza crescente.
All'origine del fenomeno c'è l'esigenza di riciclare il denaro carpito agli
utenti tramite altre truffe online. I truffatori inviano quindi e-mail di
massa (spam), in inglese o in italiano, che contengono un annuncio di lavoro
per il ruolo di cassiere di una fantomatica azienda internazionale, di cui
c'è anche un sito web. L'utente dovrà fornire gli estremi del proprio conto
corrente: non serve altro. Lì comincerà ad arrivare denaro, che poi l'utente
dovrà girare, con bonifico, ad altri conti correnti, trattenendo per sé una
percentuale (dal 5 al 20 per cento).
Il bello è che il sistema funziona, i truffatori sono in un certo senso
onesti con l'utente contattato: non gli diranno che il denaro è sporco, ma
lo verseranno davvero sul conto e gli permetteranno di trarne guadagno. Si
diventa così, consapevoli o no, complici di un sistema di truffa
internazionale.
"Diventa più difficile difendersi, perché le e-mail di questo tipo sono ora
più sofisticate che in passato e i truffatori usano tecniche più raffinate,
come abbiamo rilevato per la prima volta la settimana scorsa", dice Giovanni
Lillo, responsabile di Anti-Phishing Italia, l'associazione no-profit che ha
lanciato l'allarme a livello nazionale.
"Stava per capitare a un nostro utente, una signora di Roma", racconta
Lillo. "Ha abboccato all'annuncio e si è vista telefonare dal direttore
della sua banca: stavano arrivando bonifici sospetti sul conto, da un
signore di Grosseto". I primi arresti per questo tipo di truffe sono
avvenuti ad agosto, a Milano: 28 persone coinvolte, di cui solo quattro non
italiani (tre russi e un nigeriano).
La rete di bonifici, di cui si avvalgono i truffatori, "serve a depistare le
forze dell'ordine", spiega Lillo. Lo scopo è fare arrivare agli
organizzatori il denaro ottenuto con le attività di Phishing internazionale.
"Un singolo bonifico verso alcuni Paesi dell'Europa dell'Est - sede di molti
degli organizzatori delle truffe - darebbe però subito nell'occhio. Ecco che
quindi si è pensato di fare rimbalzare il denaro su una serie di conti
correnti nazionali".
Secondo Anti-Phishing Italia, oltre al nostro Paese è soprattutto la
Germania a essere bersagliata da questi annunci di lavoro truffaldini. Alla
fine della catena, ci sarà un bonifico internazionale, ma avrà alle spalle
un giro molto complesso da analizzare per la polizia. "Oppure, per l'ultimo
anello della catena i truffatori chiedono a uno dei correntisti coinvolti di
recapitare il denaro sotto forma di contanti".
Ma se l'utente si presta in buona fede a questo gioco, credendo di svolgere
un'attività legale, rischia lo stesso la galera? "Se lo sono chiesti anche
gli avvocati che partecipano alla nostra associazione", dice Lillo. "La
risposta sarà in mano ai giudici, che analizzeranno caso per caso". Ancora,
non ci sono esempi di sentenze in Italia per questo fenomeno di complicità a
truffa online. C'è insomma una nuova giurisprudenza da costruire. È nato del
resto da pochi mesi, su Anti-Phishing Italia, l'elenco delle false società
che propongono questi annunci di lavoro e quasi tutte le rilevazioni sono di
settembre e ottobre. Si tratta perlopiù di pseudo compagnie di
assicurazione.
"In un caso, una finta agenzia matrimoniale dell'Europa dell'Est inviava
e-mail in italiano. Sempre per il lavoro di cassiere". Man mano che il
fenomeno diventa noto, però, cresce l'astuzia dei truffatori: "Prima era
facile smascherare questi annunci", aggiunge Lillo, "poiché erano senza
fronzoli, chiedevano subito gli estremi del conto corrente. Adesso danno
invece un'aria di professionalità, chiedono prima il curriculum, fanno finta
di privilegiare chi ha una laurea e esperienza nel campo. La richiesta degli
estremi del conto arriva in seguito".
Come difendersi, allora? "Per prima cosa, non fidarsi di e-mail che
promettono lauti guadagni in cambio solo dell'uso del conto corrente", dice
Lillo. "Nel dubbio, è possibile scrivere a noi per chiarire casi di e-mail
sospette".
Un altro campanello di allarme viene dalla forma di queste e-mail: di
solito, sono sgrammaticate. "Consigliamo inoltre di usare la toolbar di
Netcraft: riesce a segnalare quando un sito nasconde una potenziale truffa,
analizzandone per esempio il server che lo ospita".
Un altro trucco per difendersi di andare su un motore di ricerca e digitare
il nome dell'azienda citata nell'e-mail sospetta. "Di aziende fantasma non
troveremo molto. Purtroppo però i truffatori hanno adesso imparato un
sistema raffinato per confondere le idee degli utenti: clonano i siti di
aziende vere", spiega Lillo.
Il primo esempio rilevato è della settimana scorsa e riguarda la (vera)
compagnia di assicurazioni Kemper Isurance Companies. L'e-mail di Phishing
si spaccia come proveniente da quell'azienda, indicando però come sito di
riferimento un clone di quello ufficiale: www.kemperins.net invece di
www.kemperinc.com. È uguale, eccetto che per la pagina degli annunci di
lavoro; nella pagina alterata ci sono l'annuncio e gli indirizzi scritti
nell'e-mail truffaldina.
Un'altra strategia, scoperta da Anti-Phishing Italia nei giorni scorsi, è
spacciarsi, nel messaggio, per una vera azienda (AQuantive Inc, nell'esempio
rilevato) e poi in fondo indicare un'e-mail fasulla da usare per candidarsi
a quell'offerta di lavoro. L'e-mail non fa parte di quelle aziendali di
AQuantive, ma è controllata dai truffatori. Così, se l'utente ricercherà
informazioni sulle aziende citate nell'e-mail, non troverà niente di
sospetto. Il consiglio è quindi di raddoppiare i controlli, dubitando di
offerte di lavoro che piovono dal cielo. Il che può non essere facile in
tempi di magra: truffe di questo tipo trovano un terreno fertile nella crisi
economica e nel boom di lavori precari.
(31 ottobre 2005)