PORTOGALLO: FITCH, VICINE A ZERO LE PROBABILITA' DI INSOLVENZA (ASCA-MarketNews) - Londra, 9 feb - ''La situazione del deficit pubblico del Portogallo ha dei rischi'', spiegano gli analisti di Ficth nel corso della conference call sul debito sovrano in Europa.
''Ma le entrate fiscali del Portogallo sono molto piu' robuste di quelle della Grecia e le probabilita' di insolvenza'' di Lisbona ''sono vicine allo zero'', hanno spiegato gli analisti della agenzia di rating.
Bontà loro Tommy. S'accontentassero del pesce più piccino?
Mmmm difficile crederlo. Comunque rientra nelle nostre personali scelte
la decisione relativa a quale debito servire. Se le guerre di oggi si dovessero
combattere con il denaro invece che con le armi si potrebbe veder già solo questo come un enorme progresso rispetto a situazioni proprie di un passato neppur troppo lontano.
La situazione sembra comunque intricata anche per paesi che potrebbero esser considerati "àncore di salvezza".
Allego una traduzione rapida "à batons rompus" di un articolo apparso sul numero di oggi di "Investir", rivista francese, dove si vede che se Sparta piange anche Atene non ride ed in un giornale francese la Francia prende stranamente il posto del nostro paese che non vien manco menzionato.
Tre domande a Maurice de Boisséson direttore del team di ricerca e di analisi finanziaria di Octo Finances
Il caso greco è estremo, quello del Portogallo difficile
La situazione delle finanze pubbliche di uno stato come la Grecia è divenuta tanto critica da far temere la possibilità di un default sul servizio del debito nel 2010?
E' ben evidente! Già dall'inizio del 2009 si poteva indovinare che il rifinanziamento delle banche, aggiunto a quello legato a piani di rilancio di ogni tipo, sarebbe costato molto caro a certi stati sovrani specialmente europei. Ed oggi è giocoforza constatare che uno sfaldamento delle finanze pubbliche si è materializzato in paesi come la Grecia, il Portogallo, la Spagna l'Irlanda e la Francia. Il degrado è stato tale che la media dei deficit pubblici è passata dal 2,6% del 2008 al 6,5% nel 2009 e quasi al 7% in questo primo scorcio del 2010.
Nella primavera del 2009 tra i paesi membri dell'eurozona solo in Grecia, in Irlanda, in Spagna ed in Francia si condividevano i suoi timori. Che cosa è successo ora? La lista si è allungata?
No, ad un livello più o meno elevato questi paesi, ai quali bisognava aggiungere il Portogallo ed il Belgio erano già fonte di preoccupazione.
Poi, da allora, la Grecia è diventata un caso estremo, il Portogallo un caso difficile ma anche gli altri quattro continuano a rimanere preoccupanti.
La Grecia è sull'orlo del precipizio e quanto si sta pericolosamente avvicinando ad esso la Francia?
La Grecia è precipitata in un circolo vizioso. Non può più finanziarsi sui mercati se non scontando tassi da far rizzare i capelli che la privano di ogni posibilità di ristabilire la situazione. Per quel che riguarda la Francia, invece, fin tanto che quelli che la governano continueranno a contare su un migliormento della congiuntura per un raddrizzamento delle finanze pubbliche
bisogna temere il peggio. Anche la Francia dovrebbe sottoporsi, sia pure in minor misura, ad una cura di austerità budgetaria in mancanza della quale rischia, giusto per cominciare, di perdere il suo sacrosanto rating tripla A che già oggi non ha alcun motivo di meritare.