CRISI
Grecia declassata a livello "spazzatura"
Portogallo trema sotto il peso del debito
Standard & Poor's porta il rating ellenico a "junk" e taglia di due livelli quello portoghese. Riflessi immediati sulle Borse europee, che chiudono bruciando 160 miliardi. Trichet: "fuori questione" ipotesi default. Vertice straordinario Eurozona entro il 10 maggio. Moody's rassicura l'Italia. Domani giornata cruciale per le decisioni della Germania
Manifestazioni di protesta in Grecia
ATENE - Standard & Poor's taglia il rating della Grecia a livello "junk" (spazzatura). L'agenzia internazionale ha declassato il rating a lungo termine ellenico a BB+ da BBB+ con outlook negativo e quello nel breve termine a B da A-2. Il governo di Atene non ci sta e reagisce affermando che il declassamento "non riflette i dati reali dell'economia greca" né i progressi per contenere il deficit. In una dichiarazione il ministero delle Finanze assicura che un accordo con Ue e Fmi sull'attivazione degli aiuti "è questione di giorni" e che subito dopo saranno messi a disposizione i fondi che consentiranno alla Grecia di continuare a far fronte senza problemi alle sue necessità finanziarie. Dal canto suo, il Fondo monetario internazionale fa presente che la situazione greca è "insostenibile" senza aiuti.
Dopo il declassamento del rating, Standard & Poor's, in teleconferenza, afferma che la Bce dovrebbe comunque continuare ad accettare i titoli greci come collaterale a fronte dei prestiti. La Banca centrale europea attualmente accetta bond con rating BBB-, prima della crisi il livello di merito minimo richiesto era A-.
L'agenzia di rating mette nel mirino anche il Portogallo, rating sovrano giù di due livelli, da A+ ad A-, appena al di sopra del livello "spazzatura", mantenendo le prospettive negative. Secondo S&P, il deficit di Lisbona potrebbe toccare quest'anno l'8,5% del Pil. Tagliato anche il rating nel breve termine ad A-2 da A-1. La decisione dell'agenzia sul Portogallo è il risultato del modo insoddisfacente in cui vengono gestiti l'elevato debito pubblico e la debolezza dell'economia. In particolare, Lisbona "avrà difficoltà a stabilizzare il suo rapporto debito/Pil" nell'orizzonte di previsione che guarda al 2013 e "le finanze pubbliche rimangono deboli, nonostante le riforme messe in campo dal governo negli ultimi anni", spiega l'agenzia internazionale di rating.
La mossa di S&P è la conferma di come il Portogallo potrebbe essere il prossimo Paese dell'eurozona, dopo la Grecia, che rischia di finire schiacciato dalla crisi. Sulla situazione italiana, arrivano invece le rassicurazioni di Moody's: nessun pericolo di downgrade per l'Italia "il cui outlook (a livello AA2, ndr) è stabile e non ha nessuna review in corso", spiega l'agenzia.
Le notizie hanno immediati riflessi sui mercati. Mentre il presidente della Bce Jean Claude Trichet dichiara di considerare "fuori questione" un default sui titoli di stato della Grecia o di un altro Paese dell'eurozona, la Borsa di Atene perde oltre il 6% e Lisbona il 5,36%. Negativi anche tutti gli altri listini europei che
"bruciano" circa 160 miliardi di euro. Poco dopo la chiusura delle Borse è stato annunciato un vertice straordinario dell'area euro, che si terrà al più tardi il 10 maggio, per sbloccare il prestito da 30 miliardi a favore della Grecia.
La situazione della Grecia, intanto, è resa sempre più difficile dalle proteste interne per le durissime misure finanziarie adottate dal governo e dalla diffidenza dei partner europei, ancora divisi sulla questione degli aiuti finanziari. Ma senza gli aiuti dell'Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, ha detto oggi il ministro delle Finanze di Atene, Georges Papaconstantinou, Atene ormai non può più accedere ai mercati finanziari per ottenere i fondi necessari a ripagare il debito in scadenza il 19 maggio. A causa delle difficoltà finanziarie della Grecia il differenziale di rendimento tra i decennali greci e gli analoghi titoli tedeschi, è volato a 700,2 punti base, il massimo da 12 anni.
La Banca centrale di Atene, che contava su una contrazione del Pil del 2% nel 2010, ritiene che la recessione possa essere maggiore del previsto. Una riduzione del Prodotto interno lordo superiore a quella calcolata "è molto probabile alle condizioni attuali, caratterizzate da un alto livello di incertezza", ha affermato il governatore della Banca di Grecia, Georges Provopoulos, spiegando che il calo del Pil è avvenuto principalmente "a causa del forte crollo degli investimenti, ma anche dei consumi privati e delle esportazioni". Il deficit della Grecia potrebbe inoltre salire al 14% per il 2009, sostiene Papacostantinou. Il deficit greco era stimato al 12,9% per l'anno scorso, ma qualche giorno fa Eurostat ha corretto al rialzo la stima portandolo al 13,6%.
I negoziati fra il ministero delle Finanze e funzionari della Commissione europea, Bce e Fmi per definire le condizioni finanziarie ed economiche per l'attivazione del meccanismo di sostegno sono cominciati a metà della settimana scorsa. Il principale ostacolo per la concessione degli aiuti rimane la Germania: tra l'altro oggi un sondaggio effettuato tra i tedeschi ha confermato che le perplessità del governo di Berlino sono condivise dalla popolazione, il 57% degli intervistati si oppone a un possibile prestito di emergenza di 45 miliardi di euro alla Grecia da parte del Fondo Monetario Internazionale e l'Unione europea, mentre solo il 33% ritiene che sia una misura appropriata. La Germania dovrebbe contribuire con 8,4 miliardi di euro. Domani la cancelliera tedesca Angela Merkel sarà impegnata in una serie di incontri sulla questione. E il ministero delle Finanze sta lavorando "in modo febbrile" a un disegno di legge per la prevista partecipazione della Germania al piano di aiuti.
Intanto il primo ministro greco George Papandreou ha lanciato un appello al Paese e in particolare ai sindacati, dal momento che da giorni sono in atto proteste dei lavoratori contro le misure anticrisi assunte dal governo: "L'ora della verità è arrivata, il governo deve affrontare la più grave crisi che il Paese abbia conosciuto dopo il ritorno della democrazia nel 1974", ha detto il premier, sottolineando come sia un "dovere patriottico" salvare la Grecia dalla bancarotta. Papandreou ha assicurato che verrà condotta "una lotta di liberazione per uscire dalla tutela dell'Ue e dell'Fmi", ma intanto gli aiuti sono necessari. I sindacati contestano invece la gestione della crisi da parte del governo: un nuovo sciopero generale è stato convocato dai sindacati greci del settore privato Gsee e pubblico Adedy contro le misure di austerità per il prossimo 5 maggio