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Alert: in Spagna fusione di emergenza tra 4 banche
Il governo spagnolo (uno dei piu' indebitati dei paesi PIIGS) e' dovuto intervenire nuovamente al salvataggio del proprio sistema bancario, imponendo una merger forzata tra quattro Casse di Risparmio (2300 sportelli e asset per €135 miliardi). Saranno fuse per essere lasciate in vita.

Il governo spagnolo (uno dei piu' indebitati dei paesi PIIGS) e' dovuto intervenire nuovamente al salvataggio del proprio sistema bancario sottoposto a stress da debito, imponendo una merger forzata tra 4 delle maggiori banche della Spagna, che per essere lasciate in vita saranno fuse "virtualmente".

La mossa, che non e' affatto piaciuta nemmeno a Wall Street, dove c'e' poca tolleranza per banche che falliscono o vengono salvate, ha la regia della Banca di Spagna e riguarda quattro dei maggior istituti bancari iberici: Cajastur, Caja de Ahorros del Mediterráneo (CAM), Caja Extremadura e Caja Cantabria. La nuova entita' sara' post-fusione diventera' la terza cassa di risparmio del ssiema bancario spagnolo.

La notizia arriva poche ore dopo il salvataggio della piccola Cassa di Risparmio CajaSur da parte del governo di Madrid, che tramite la Banca di Spagna e' intervenuto durante il weekend iniettando in Cajasur €530 milioni.

La merger tra le 4 banche e' definita virtuale poiche' gli istituti faranno parte di una sorta di conglomerata "lasca", nel senso che ogni banca dovrebbe mantenere una discreta autonomia. Gli assets in portafoglio della nuova entita' fanno pero' capire quanto seria sia la situazione in Spagna: €135 miliardi. Poiche' ogni catena anche robusta si spezza quando salta l'anello piu' debole, la strategia del governo Zapatero e' di iniettare capitali per rafforzare gli anelli deboli sul territorio. Le 4 banche infatti hanno una forte presenza locale.

Nella sede del Banco de España a Madrid, i vertici di Cajastur, Caja de Ahorros del Mediterráneo (CAM: Modesto Crespo, nalla foto in home page, ne e' l'ad e guidera' la nuova entita'), Caja Extremadura e Caja Cantabria hanno firmato ioeri sera un protocollo di intenti secondo quello che gli spagnoli definiscono SIP (Sistema Institucional de Protección). In totale le 4 banche hanno 2.300 sportelli, 14.000 dipendenti e impieghi per 177 miliardi.

La quadrupla banca dovra' mettersi subito in regola con i parametri piu' rigidi in vigore nell'area Ue: rapporto di solvibilita' del 12%, TIER 1 del 9,4% e capitale "core" del 7,6%. Si fara' anche una ricapitalizzazione mista, ma in questa prima fase non e' ancora chiaro con quali apporti di cash e da parte di chi.
 
Speculatori: fondi hedge scommettono sul collasso dell'euro
Gli stessi fondi che hanno guadagnato milioni dall'implosione del mercato subprime stanno scommettendo su un simile collasso della moneta unica. Diffusa l'idea secondo cui "speculare al ribasso sull'euro e' il miglior investimento possibile al momento". Il piano da $1 trilione di dollari non impedira' un aggravarsi della crisi del debito sovrano.


I fondi hedge vanno all'attacco dell'euro, con alcuni di loro, tra cui Hayman Advisers e Matrix Group, che prevedono un aggravamento della crisi del debito sovrano, nonostante il piano di salvataggio messo a punto dall'Unione Europea e dalla BCE da $1 trilione di dollari. Lo riporta un articolo del quotidiano britannico Sunday Telegraph.

Il nervosismo sullo stato di salute delle finanze dei Paesi europei, in particolare quelli periferici detti PIIGS, e' aumentato dopo che durante il weekend la Spagna si e' vista costretta ad assumere il controllo della banca regionale CajaSur, un istituto di risparmio affossato dai debiti, costretta a correre ai ripari dopo che l'operazione di fusione con una concorrente e' saltata. Le news sulla fusione forzata dio altre 4 Casse di Risparmio che WSI riporta in prima pagina rafforza questa tesi.

I trader e i broker raggiunti dal Sunday Telegraph hanno riferito che i fondi hedge stanno utilizzando una serie di strumenti finanziari a loro disposizione per puntare sulla perdita di valore dell'euro. Un investitore ha cosi' sintetizzato l'atmosfera che si respira sui mercati: "speculare al ribasso sull'euro e' il miglior investimento possibile al momento".

Quello che si riscontra sui mercati sono "volumi massicci nei credit default swap e vendite short nell'azionario esposto all'euro". Come riassunto bene da Gennaro Pucci, manager di Matrix, in un'intervista a Bloomberg: "La Bce sta comprando debito a livelli artificiali, ma cio' non risolvera' di certo i problemi strutturali".
 
futures Usa in forte rialzo grazie alla tripla AAA di Moody's e all'economia americana che va Mix positivo di fattori: conferma del massimo rating per gli Stati Uniti e dato superiore alle stime degli ordini di beni durevoli. Petrolio e oro in ulteriore crescita. L'euro (a 1.2273) e la crisi europea oggi non sono piu' al centro del focus. Ma restano sottotraccia

A mezz'ora dall'avvio delle contrattazioni i futures Usa continuano a viaggiare in territorio positivo, (vedi quotazioni a fondo pagina), il che lascia prevedere un avvio con il segno piu' per la borsa americana.

Ad incrementare i guadagni dei derivati rispetto a un'ora fa ha contribuito il dato sugli ordini di beni durevoli, ad aprile in rialzo del 2.9% (piu' delle attese).

Effetto positivo, inoltre, lo ha avuto anche la notitizia che l'agenzia di rating Moody's ha confermato il rating di tripla A sul credit rating di lungo termine degli Stati Uniti nonostante le casse governative si siano indebolite per aver sostenuto il sistema finanziario ed economico in generale.

Gli operatori sembrano inseguire dunque i rimbalzi in atto nelle piazze del Vecchio Continente, all'indomani di una seduta che a Wall Street e' stata di acquisti concentrati sul finale della seduta e che hanno permesso al Dow (arrivato a perdere oltre 250 punti e lasciandone sul terreno alla fine solo 22) di riportarsi sopra la soglia psicologica dei 10000 punti

Per quanto permangano gli ormai consueti timori sul debito dell'Eurozona, i trader a Wall Street prenderanno spunto dall'agenda macro per prender posizione. Alle 16:00 sara' la volta delle vendite di nuove case (sempre ad aprile). Risultato che dovrebbero confermare la ripresa in atto dell'economia aamericana. Alle 16:30 verranno rese note le scorte settimanali di petrolio.


Di crescita ha reso conto anche l'Ocse nel suo rapporto di primavera "Economic outlook". Pur alzando le stime sulla crescita dell'economia globale - che per quest'anno dovrebbe attestarsi al 4.75% - l'organizzazione internazionale ha lanciato un avvertimento sulla crisi del debito, in particolare nell'Eurozona.

L'Ocse ha lanciato l'allarme anche sulla crescita impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch'essa rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale. In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell' Ocse, quest'anno, dovrebbero far registrare una crescita del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso.

L'Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo ha però aggiunto che gli squilibri mondiali, tra le cause della crisi economica in atto, potrebbero ripresentarsi ancora.

''La crescita e' in atto nell'area Ocse - si legge nel rapporto dell'organizzazione con base a Parigi - con differenti velocita' nelle diverse regioni del mondo e a un ritmo maggiore rispetto a quanto previsto nel precedente rapporto''. Ma ''i rischi per la ripresa globale potrebbero essere piu' alti ora a causa della velocita' e della magnitudine degli apporti di capitale nei paesi emergenti e l'instabilita' dei mercati del debito sovrani''.

Intanto da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha difeso il ruolo delle banche centrali dall'ingerenza della politica. Il governatore della Federal Reserve non ha fornito spunti sull'andamento dell'economia globale o sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero' ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale e' tenere sotto controllo l'inflazione. A questo proposito ha definito rischioso cambiare il target al 2%.

Continua il viaggio del Tesoro Usa Timothy Geithner. Arrivato in Europa ha invocato un "approcio globale attentamente studiato" lasciando intendere di non aver ben visto le mosse unilaterali della Germania.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con consegna luglio segnano un +$1.66 attestandosi a quota $70.41 al barile (+2.41%). Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2261 (-0.68%). L'oro ha segnato un +$12.60 attestandosi a $1210.60. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.22% dal 3.17% di ieri.

Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull'indice S&P500 avanza di 10.70 punti (+1%) a quota 1083.70.

Il contratto sull'indice Nasdaq 100 segna un rialzo di 17.75 punti (+0.98%) a quota 1833.25.

Il contratto sull'indice Dow Jones scambia in salita di 84 punti (+0.84%) a quota 1010
 
Alert dai bond. Che significa? Il rallentamento globale sta arrivando
Appiattimento della curva dei rendimenti enorme. Le tensioni interbancarie salgono e gli spread si stanno allargando. E le crepe nel mercato dei bond societari - maggio sara' il peggior mese degli ultimi 10 anni - non sono per niente ideali per l'azionario. C'e' chi parla di una "quintessenziale" crisi di liquidita'. E chi sostiene invece sia questione di insolvenza: fosse vero allora le obbligazioni ad alto rischio, come le azioni, hanno ancora...


La situazione non e' delle piu' felici, come mostra l'appiattimento enorme della curva dei rendimenti in appena un mese. Il prezzo titolo di Stato Usa a 30 anni si trova a soli 3 punti base dal toccare livelli record mentre il rendimento sul Treasury a cinque anni e' a quota 1.94% dopo aver raggiunto la punta di 2.60% in aprile. Jeremy Grantham, un noto gestore, ieri a New York in una riunione riservata di manager di hedge funds ha definito i bond Usa "grottescamente sopravvalutati".

Se questo non e' un capovolgimento di fronte incredibile, poco di manca. Il rendimento sul titolo del Tesoro Usa a 10 anni e' sceso al 3.13%, ad un prezzo che non si vedeva da un anno. Nel frattempo sull'interbancario (vedi andamento del Libor), la tensione sale, le vendite si riducono e gli spread si estendono.

Le vendite di titoli obbligazionari societari sono destinate a registrare il peggiore mese degli ultimi 10 anni, mentre i rendimenti relativi stanno crescendo ad un ritmo che non si vedeva dai tempi del crash di Lehman Brothers, con la risposta dei leader dell'Unione Europea alla crisi del debito sovrano in Europa che non riesce ad ispirare fiducia negli investitori, tanto per usare un eufemismo.

Le societa' Usa hanno emesso $47 miliardi di debito in maggio, un vero crollo rispetto ai $183 miliardi di aprile, nonche' il minimo dal dicembre del 1999, secondo quanto evidenziato dai dati compilati da Bloomberg. Il rendimento extra (o spread) che gli investitori richiedono per detenere il debito delle aziende (tutte le aziende con un rating) piuttosto che i titoli di Stato americani di riferimento, si avvia verso il maggiore incremento mensile da ottobre 2008, come mostra l'indice Global Broad Market a cura di Bank of America/Merrill Lynch.

I bond "spazzatura" (junk bonds, cioe' titoli corporate ad alto rendimento ed alto rischio) emessi negli Stati Uniti sono stati tra i piu' colpiti, con i differenziali che si sono ampliati di 141 punti base questo mese a 702, contribuendo ad una perdita del 3.78%. I prestiti leveraged, o quelli di grado speculativo nominale, sono anch'essi scivolati. L'S&P/LSTA US Leveraged Loan 100 Index ha terminato la scorsa settimana a 89.23 centesimi sul dollaro, dai 92.90 centesimi del 26 aprile.

William Cunningham, capo delle strategie di credito e di ricerca sul reddito fisso di State Street, societa' di fondi di Boston che ha in gestione assets per un totale di circa $2 trilioni di dollari (2000 miliardi) non ha dubbi: "questa e' una crisi di liquidita' per eccellenza". Cosi' ha dichiarato, secondo quanto riporta Bloomberg.

Ma non tutti sono d'accordo. Per altri si tratta semplicemente di un ritorno, giustamente, alla questione della solvibilita'. A molte aziende e' stata data la possibilita' di iniziare una nuova vita nel maggio del 2009, ancora una volta, garantendo finanziamenti a prezzi stracciati, grazie a tassi Fed ai minimi di 45 anni.

Ma adesso enormi crepe stanno comparendo sul mercato delle obbligazioni corporate. Almeno sette operazioni con "junk bonds" sono state ritirate dal mercato dal 29 aprile scorso ad oggi perche' improponibili o perche' era chiaro che non sarebbero stati piazzati. Queste condizioni non sono affatto ideali per i titoli azionari. E infatti maggio e' il peggior mese da molti anni per gli indici Usa, tutti in ribasso in media -10%.

Forse si tratta solo di un altro spavento dovuto a difficolta' momentanee, con le previsioni pessimistiche che verranno smentite dai fatti come avvenuto in gennaio e febbraio. Ma potrebbe anche essere un allarme da prendere sul serio. Sono in molti a ritenere piu' probabile la seconda ipotesi e salire sul treno dei ribassi, come visto nelle ultime sedute di Borsa.

E' da notare come il top raggiunto dai junk bond abbia coinciso con il periodo di grazia dell'azionario. Se questo dovesse essere veramente un ritorno ad un problema di solvibilita', allora le obbligazioni ad alto rischio hanno molto strada da fare al ribasso. Cosi' come le azioni. Nel grafico (la parte segnata dall'ovale) si capisce chiaramente che la curva non assomiglia per nienta a una bella curva che indica ripresa, ma anzi pare sinonimo di un rallentamento globale molto marcato. Che i mercati azionari non hanno ancora recepito.
 
Parla il guru: BRIC, il toro è già qui e si scatenerà ancora
I numeri parlano chiaro. L'Msci Emerging Markets Index è balzato del 96% dal minimo di quattro anni testato nell'ottobre del 2008. Gli ultimi ribassi? Solo una correzione, fa notare il veterano Mark Mobius, numero uno di Templeton Asset Management. E l'Eldorado degli investimenti non sarà solo in Brasile, Russia, India e Cina. Occhio anche a Dubai ed Egitto.

In un momento in cui si sente parlare ormai ogni giorno della crisi europea, dei debiti europei, e della disfatta del Vecchio Continente, per chi investe forse è meglio focalizzare l'attenzione su aree che, a dispetto dei gufi, rimangono molto appetibili.

E' la parola d'ordine proferita da Mark Mobius, di Templeton Asset Management, che in un'intervista a Bloomberg vede l'Eldorado nei paesi emergenti, a dispetto delle incertezze che minacciano in questo momento i fondamentali della congiuntura globale.

Brasile, Russia, India e Cina, ovvero l'area Bric: è nei titoli azionari di questi paesi che il fondo sta continuando a fare acquisti.

"Non credo affatto a chi dice che stiamo entrando in un mercato orso (nelle economie emergenti) - spiega Mobius, presidente esecutivo del fondo con sede a Singapore - Ciò a cui stiamo assistendo è solo una correzione di una fase toro di mercato, che continuerà".

Il riferimento è alla performance dell'indice Msci Emerging Markets, che dallo scorso 15 aprile è sceso del 15%, scontando sia i timori sull'adozione di una politica monetaria restrittiva da parte della Cina sia lo spettro dei deficit dell'Europa.

Da segnalare però che lo stesso indice è balzato del 96% dal minimo di quattro anni testato nell'ottobre del 2008 e, solo nella giornata di ieri, ha guadagnato il 3,2%, recuperando dalla flessione più forte sofferta dal marzo del 2009.

"Quando arriverà il momento, i mercati emergenti segneranno un recupero notevole e ancora più veloce", anticipa Mobius, il cui fondo sta acquistando titoli azionari anche di altri paesi emergenti, come Dubai e Egitto.

E riguardo alla Corea del Sud, l'investitore veterano sottolinea che Templeton non ha ridotto le partecipazioni nelle società del paese che ha acquistato, in quanto esse, che al momento dell'acquisto si sono confermate "relativamente poco costose", potrebbero beneficiare della ripresa economica attesa per la nazione asiatica.
 
Mercati instabili: ma davvero la Cina sta per vendere i suoi eurobond?
E' tra le voci che hanno dato la stura ai sell ieri a Wall Street. Il Financial Times scrive che l'agenzia cinese che gestisce le riserve in valuta estera ha "espresso preoccupazioni circa propria esposizione" nei confronti dei paesi PIIGS. Quanti eurobond ha la Cina? Le stime parlano di 630 miliardi.
La Cina sta per cominciare a inondare il mercato il suo maxi-portafoglio di $630 miliardi di bond di stati dell'eurozona. L'indiscrezione, la voce, l'ipotesi, ha cominciato a circolare sui mercati. E sono proprio questi scenari che contribuiscono in questi giorni a rendere vulnerabile il mercato azionario. Come e' accaduto ieri con il ribasso nella fase finale di contrattazioni a Wall Street. Il Financial Times online scrive che uno dei piu' forti poteri finanziari di Pechino, il China's State Administration of Foreign Exchange, cioe' l'agenzia cinese che gestisce le riserve in valuta del paese, ha "espresso preoccupazioni circa propria esposizione" nei confronti dei paesi PIIGS.

Come e' ovvio con il colosso asiatico che - con discrezione, in apparente cooperazione e di certo sotto l'occhio attento dell'amministrazione Obama - stava muovendo negli ultimi sei mesi i suoi investimenti in valuta dagli asset denominati in dollari (il 50% del debito esterno Usa e' in mano ai cinesi) questo sarebbe un cambiamento strategico/finanziario notevole. "L'anno scorso i cinesi stavano cercando ridurre la proprioa esposizione sugli assets in dollari comprando bond in euro, e la possibile recente mossa sarebbe un completo ribaltamento di quella strategia", scrive il FT.

Un diplomatico di Pechino, secondo Bloomberg, ha messo in evidenza che "le fluttuazioni dell'euro avranno un impatto sulle decisioni della Cina, anche se questo e' solo un elemento" in qualsiasi decisione che permettera' alla moneta cinese di rivalutarsi. Bloomberg cita le parole di He Yafei, uno dei viceministri degli esteri della Cina. In ogni caso, che l'articolo di un quotidiano inglese, non supportato per ora da conferme ufficiali delle autorita' di Pechino o dal controbalore di vendite effettive di eurobond sul mercato, sia stato tra le cause del passaggio in rosso degli indici a Wall Street nell'ultima fase della seduta di mercoledi', diciamo che va notato molta attentamente, e noi di WSI lo abbiamo fatto, senza forzare la mano ma riportando i fatti, per i nostri numerosi lettori che gestisco miliardi in euro e in dollari.
 
ROMA - Volano le Borse europee, con Milano in testa. Erano partite in rialzo fin dalla mattinata, hanno consolidato i guadagni a metà seduta dopo il positivo avvio di Wall Street. Nelle prime ore di scambi la Cina ha fatto sapere che continuerà a investire nei titoli di stato dell'area euro, smentendo categoricamente il Financial Times secondo cui Pechino avrebbe invece ridotto il suo portafoglio obbligazionario europeo. Ipotesi "destituite di qualunque fondamento", ha chiarito l'amministrazione cinese che gestisce immense riserve in valuta estera.

Oggi, inoltre, dai fondamentali dell'economia Usa sono arrivate notizie positive, anche se non tutte brillanti. La crescita del Pil americano del primo trimestre è stata rivista al 3% su base annua, dal 3,2% delle previsioni iniziali. I dati settimanali sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione hanno segnato un calo, ma inferiore alle attese. Bene invece le spese per consumi personali del primo trimestre, che sono aumentate del 3,5%, dal +1,6% registrato nel quarto trimestre 2009.
 
Il mercato boccia la manovra Tremonti-Berlusconi. Il CDS Italia si impenna ai livelli della Spagna

Pubblicato il 27 maggio 2010 | Ora 20:17





Il mercato boccia la manovra Tremonti-Berlusconi. Il CDS Italia si impenna ai livelli della Spagna.
 
I mercati bocciano la manovra Berlusconi & Tremonti. Il CDS Italia si impenna verso i massimi
Altro che +5.4% di Piazza Affari.
Il prezzo dei CDS (credit default swaps) sul debito sovrano dell'Italia quotato sulle borse elettroniche e' salito +70% in due settimane, ed e' in crescita anche dopo l'annuncio della manovra del governo italiano presentata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal ministro dell'economia Giulio Tremonti. Cio' equivale ad una sonora bocciatura dei mercati finanziari in merito all'efficacia della manovra. Altrimenti il rischio percepito sul nostro paese avrebbe dovuto calare, e non crescere.


L'incauta dichiarazione del premier Berlusconi "oggi l'Europa ha sconfitto gli attacchi della speculazione", pur in un contesto di buon senso ove si applichi la regola che "ignorantia legis non excusat" ha, se possibile, risvegliato il can che dormiva e fatto venire strane idee ai piu' aggressivi speculatori di tutto il mondo. "Non puo' avere detto quel che ha detto sulla speculazione sconfitta", e' stato il mantra nelle sale trading di Manhattan, ancora aperte per il business quotidiano mentre in Italia era gia' sera.

Tremonti lo ha spiegato in modo molto chiaro in conferenza stampa: "Senza un intervento rapido, salta tutto: mi sono mosso su una linea molto delicata. Dopo quel che è accaduto in Grecia, dovevamo dare un segnale ai mercati. Lo faccio per il bene di tutti. Il mio rigore non ha altre ragioni se non la stabilità finanziaria del Paese e il suo futuro".

Intervento rapido. Segnale ai mercati. Grecia. Salta tutto. Ecco le parole chiave della manovra spiegate dal ministro dell'Economia. Ma di fatto il risultato e' che un Paese del G8 ha appena approvato un raffazzonato e confuso esercizio contabile valido per i prossimi due anni (fino al 2012) congegnato da un ministro del Tesoro che, per farlo approvare, ha dovuto minacciare le proprie dimissioni - e' il ragionamento dei grandi investitori istituzionali bancari - allo scopo di raschiare il barile dei conti italiani e racimolare 24 miliardi di euro. Scopo ultimo: continuare a galleggiare nella tempesta di questi mesi dando un chiaro "segnale ai mercati".

Bene, solo che il governo non ha varato alcun intervento strutturale di taglio serio della spesa pubblica; non ha disegnato alcuna modifica non-episodica del bilancio dello stato o di stimolo della crescita e degli investimenti; ha partorito insomma una "manovra" priva di una visione coraggiosa con un serio futuro per il paese. Ecco: se in questo contesto globale Silvio Berlusconi (che pronuncia Google --- Gogol come lo scrittore russo) ha aggiunto poi davanti alle TV "oggi l'Europa ha sconfitto gli attacchi della speculazione".... allora e' comprensibile che i vasti mercati finanziari internazionali, composti da migliaia di soggetti e sopratutto dalle trading room sui derivati dell'intero sistema bancario globale, e' comprensibile che costoro si accaniscano, forse, per mettere il nostro povero amato Paese nel loro mirino di speculatori, giocando al ribasso contro Roma.

La borsa di Milano e i suoi rimbalzi drogati come il +5.4% di giovedi', non contano nulla nell'ottica globale. La speculazione muove ogni giorno trilioni di dollari ed euro in tempo reale ed ha ormai un suo speciale ruolo tra il "livellatore" e il "vigilante". Pur con tutti gli eccessi, gravi manchevolezze e perfino truffe viste negli ultimi due anni, la speculazione oggi fa il lavoro di 10 opposizioni, 30 PD, 50 sindacati e 100 uffici studi cosiddetti indipendenti; perche' ormai queste sono entita', in Italia, inciuciate col sistema di potere e mai veramente al servizio di noi cittadini. La speculazione invece e' al servizio di se' stessa e premia e punisce dove vede punti di forza o punti di debolezza.

Ma bando alle ciance e veniamo ai numeri. Il CDS (credit default swap) a 5 anni della Repubblica Italiana quotato stasera sugli schermi elettronici ha un prezzo di 213 punti base, un differenziale di appena 7 punti rispetto al CDS della Spagna che quota 220 (mai l'Italia si era avvicinata cosi' tanto ai cugini iberici, anche se ambedue i paesi fanno parte ahinoi dello stesso "Club Med", detto anche dei PIIGS - Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna - seppure in Italia nessuno ha l'onesta' intellettuale di ammetterlo).

Il prezzo dei CDS sul debito sovrano dell'Italia aveva raggiunto il massimo storico a quota 232 il 6 maggio scorso (il giorno del "flash crash" di Wall Street, quando il Dow Jones in 20 minuti crollo' circa 1000 punti, cioe' -9,2%). Da quel momento il derivato e' sceso in verticale, il che aveva fatto pensare che il "rischio-Italia" cominciava ad essere percepito dai mercati con meno allarmismo e piu' benevolenza. Non e' durata a lungo. La discesa del CDS e' proseguita per poco meno di una settimana, fino al 12 maggio 2010, giorno che costituisce il minimo di periodo e il punto di ribaltamento dello scenario, seguito da un forte aumento della sfiducia nell'Italia e contestualmente del prezzo del CDS.

La preoccupante impennata del credit default swap Italia avrebbe dovuto in teoria fermarsi proprio in coincidenza con l'annuncio della manovra da parte del governo. In teoria, se il mercato avesse potuto trovare, nel provvedimento di Tremonti, tutto quello che di fatto non c'e' - trasparenza, equita' sociale, efficacia, solidita' strutturale, impegno sostanziale nella riduzione degli enormi sprechi dello stato, misure per incentivare crescita e lavoro - invece nisba, la manovra imposta da Tremonti a un riluttante Berlusconi timoroso solo di perdere consenso, non ha nulla di tutto cio'. E per questo non e' piaciuta ai mercati finanziaria, proprio quelli per i quali il ministro dell'Economia l'aveva pensata. Cosi' il CDS Italia ha continuato a salire e da un minimo di quota 125, in appena due settimane, il derivato e' schizzato +70% fino ad arrivare al livello attuale a quota 213.

Cio' significa che ai prezzi attuali, per assicurare $10 milioni di debito pubblico italiano contro un eventuale default del nostro paese, gli investitori istituzionali globali sono disposti a pagare ogni anno $213000. Il CDS infatti e' un titolo che funge da assicurazione, una "copertura", un paracadute. Ma in finanza e' anche uno strumento sofisticato tra i tanti per guadagnare speculando, con buy o sell, a seconda del sentiment e del sottostante (che poi e' la nazione Italia, cioe' tutti noi) oltre che un termometro molto accurato sullo stato di salute generale del paese.

Volete un paragone concreto, per chiudere? Ecco: se e' vero che il CDS della Grecia e' a quota 707 (quindi il rischio percepito dai mercati per Atene e' triplo rispetto a quello dell'Italia) il CDS del Brasile e' a quota 135. Ed altri CDS a casaccio che vediamo sul pc sono: Francia 71, Austria 69, Stati Uniti 38, Germania 42, Finlandia 29. Diciamo la verita': non fa rabbia continuare a sopportare che il nostro fantastico paese continui ad appartenere al "Club Med" delle nazioni a rischio, anche se sul Mediterraneo in effetti le nostre coste si bagnano?
 
La massa monetaria Usa sta crollando come accadde durante la Grande Depressione.
La massa monetaria M3 degli Stati Uniti
e' scesa ad un ritmo cosi' sostenuto che ha toccato i livelli visti l'ultima volta durante i cali dal 1929 al 1933. Questo nonostante i tassi di interesse vicini allo zero e il maggiore blitz fiscale della storia americana. Ma siccome l'economia non riparte, l'amministrazione Obama sta valutando se varare un nuovo piano di stimoli. Solo che...

(WSI) – La massa monetaria M3 degli Stati Uniti si sta flettendo ad un ritmo cosi' sostenuto che e' arrivata a toccare i livelli visti l'ultima volta durante i cali accusati dal 1929 al 1933. Questo nonostante i tassi di interesse Usa vicini allo zero e nonostante il maggiore blitz fiscale della storia del Paese.

Le cifre, che comprendono un'ampia gamma di conti bancari e sono monitorate dagli esperti europei e britannici di politiche monetarie in cerca di segnali allarmanti circa la direzione che l'economia degli Stati Uniti sta prendendo con un anno di anticipo, parlano chiaro: la flessione e' iniziata la scorsa estate. Il ritmo, con il tempo, ha poi subito un'accelerazione.

Lo stock monetario e' sceso da 14.200 miliardi dollari a 13.900 miliardi dollari da febbraio ad aprile, pari a un tasso annuo di contrazione del 9.6%. Il patrimonio dei fondi istituzionali del mercato monetario e' sceso ad un tasso del 37%, la punta piu' acuta mai toccata. La cattiva notizia e' che siamo tornati al 1931. La buona notizia e' che non siamo ancora al 1933.

"E' spaventoso", ha dichiarato il professor Tim Congdon di International Monetary Research. "Il crollo della massa M3 non ha precedenti dai tempi della Grande Depressione. Il motivo dominante alla base della contrazione e' che le autorita' di tutto il mondo stanno facendo pressione sulle banche perche' raccolgano altro capitale dal mercato e perche' riducano le loro attivita' di rischio. Per questo motivo l'economia degli Stati Uniti non si sta riprendendo come sperato", ha detto.

Le autorita' statunitensi hanno da offrire una spiegazione completamente diversa per giustificare il fallimento delle misure di stimolo e stanno ancora optando per altre massicce dosi di spesa keynesiana, nonostante gli avvertimenti del FMI sul debito pubblico lordo degli Stati Uniti, che si prevede raggiungera' il 97% del PIL il prossimo anno e il 110% entro il 2015.

Larry Summers, principale consigliere economico del presidente Barack Obama, ha chiesto al Congresso di "stringere i denti" e di approvare un nuovo stimolo fiscale da $200 miliardi per mantenere l'economia sui binari della crescita. "Siamo a corto di quasi 8 milioni di posti di lavoro. Per milioni di americani e' ancora emergenza economica".

David Rosenberg di Gluskin Sheff ha fatto notare che la Casa Bianca sembra aver invertito rotta solo poche settimane dopo che Obama ha promesso di fare rientrare l'enorme deficit di bilancio di $1.500 miliardi (9.4% del PIL) quest'anno e ha istituito una commissione per indirizzare tali tagli. "Sono iniziative inaccettabili. Il governo degli Stati Uniti ha una paura da morire di cadere in una recessione a doppia V", ha detto.

La richiesta della Casa Bianca equivale ad una tacita ammissione di impotenza, nella constatazione che l'economia sta gia' perdendo spinta. La ripresa potrebbe congelarsi alla fine di quest'anno, con il pacchetto originale di misure di rilancio da $800 miliardi che incomincia a svanire.

Summers ha sottolineato che la crisi della zona euro ha acceso i riflettori sui pericoli della spirale del debito pubblico, aggiungendo che le spese pubbliche "facili" non hanno fatto che rimandare il giorno della resa dei conti e lasciano gli Stati Uniti in balia dei creditori esteri. In definitiva, "fallimento genera fallimento", nella politica fiscale.

Congdon ha detto che i rischi che la politica dell'amministrazione Obama comporta sono quelli di ripetere gli errori strategici del Giappone, che ha spinto il debito a livelli pericolosamente alti con una spinta fiscale dopo l'altra, durante il decennio battezzato "Lost Decade".

"La politica fiscale non funziona - ha proseguito Congdon - gli Stati Uniti hanno appena provato il piu' grande esperimento fiscale della storia ed hanno fallito. Cio' che conta e' la quantita' di denaro. Se la Fed non agisce, una recessione a doppia V diventera' una certezza".

Bernanke invece ormai non da' piu' peso ai dati sulla massa monetaria M3. La banca centrale ha smesso di pubblicare le cifre cinque anni fa, considerandole un elemento troppo erratico per poter essere considerato utile.

Ma questo potrebbe rivelarsi un errore capitale, dal momento che la crescita a due cifre dell'M3 durante la bolla immobiliare Usa ha offerto un chiaro segnale di allarme di quanto la situazione fosse fuori controllo. L'improvviso rallentamento dello stock monetario tra l'inizio e la meta' del 2008 - proprio quando la Fed iniziava a discutere di una eventuale cambio di politica monetaria - ha fatto suonare un secondo campanello d'allarme, indicando che l'economia stava per rimanere impantanata in una fase di recessione.

Anche Paul Ashworth di Capital Economics ha detto che la contrazione della massa M3 e' preoccupante, precisando che indica un crescente rischio di deflazione. "L'inflazione core e' già la piu' bassa dal 1966, quindi non abbiamo molto margine di errore. La deflazione diventa una minaccia se si protrae abbastanza a lungo da diventare radicata".

Tuttavia, Ashworth ha messo in guardia contro un'interpretazione meccanica delle cifre dell'offerta di moneta. "Si potrebbe anche sostenere che l'M3 e' in calo perche' la gente ha prelevato i soldi dai propri conti bancari per reinvestirli in azioni, investimenti immobiliari o altre attivita'".

Gli eventi presto ci diranno se questa contrazione e' benigna o maligna. Una cosa e' certa: e' sicuramente impressionante.
 

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