baleng
Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Sembra anche a me che non siamo lontani, però dovremmo cacciare il diavolo che si nasconde nei dettagliPenso stiamo dicendo sostanzialmente la stessa cosa, ma non concordiamo su alcuni termini.
Ero in dubbio se scrivere solo idee o anche strumenti, perché trovo che sia un tema più recente e, comunque, lo intendevo in senso più ampio, come forme espressive.
La lingua non mi sembra un esempio calzante, proprio perché è uno strumento in continua evoluzione ma Céline, tanto per fare un esempio a me noto, ne ha tratto una forma espressiva in parte nuova, così come ha fatto Joyce.
I nomi fatti sopra sono perfetti, Kandinskij e gli altri, oltre a vivere pienamente il proprio tempo come gli altri grandi artisti, non trovavano il modo per esprimersi tramite i metodi esistenti, quindi ne hanno creati di nuovi. Diciamo che questi rarissimi artisti creano delle singolarità, dei salti, nel continuum della storia (dell'arte, in questo caso), da cui il paradigma ,all'interno del quale anche tutti gli altri si muovono, cambia ...ma è qualcosa che si può dire di una manciata di artisti e di uomini in genere.
Altri, come Giacometti o Balthus, hanno colto lo spirito del proprio tempo ma coi modi del proprio tempo, non hanno creato delle singolarità, delle rotture. Il loro è più un fatto di sensibilità, tipica dlel'artista, e culturale. Anche Giacometti e Balthus sono grandi artisti, ma non sono Kandinskij.
Riguardo la lingua, l'operazione di Joyce o Céline non pare diversa da quella di Gadda e Camilleri. Il fatto è che in questi ultimi si svolge a partire dall'esterno, dalle forme esteriori, mentre in Joyce parte dall'interno, volendo esprimere un flusso di coscienza e necessitando di uno strumento nuovo ed adeguato. Io a questo aspetto mi riferivo. Infatti Leopardi (v. esempio sul termine Luna, che dopo di lui ha pregnanza diversa) non si è messo a modificare le parole, ne ha arricchito e cambiato l'alone espressivo.
Tornando alla pittura, una situazione analoga si ha con l'aeropittura del secondo Futurismo. Si sono cambiati i soggetti, e in realtà questo ha permesso alcune novità nella visione, ma è un'operazione che parte dall'esterno. Sostenere che si vive il proprio tempo perché si dipingono le situazioni nuove della vita esteriore è appunto partire dall'esterno. Un fatto di soggetti, che in arte contano poco, pur se un peso ce l'hanno.
Appunto intendevo ciò quando scrivevo che l'artista non ha da "esprimere il suo tempo" ecc ecc. Questo infatti appare anche dal fatto che in qualche modo spesso il grande artista "fa scuola". Accadde con Giotto, con Michelangelo, con Kandinskij ...
Però non vorrei irrigidire il discorso su questo punto, sarebbe sbagliato.