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Trattamento endovascolare di una embolia dell’arteria mesenterica superiore in un Testimone di Geova ad alto rischio.







Seder CW, Kramer M, Uzieblo MR, Bove P.
Dipartimento di Chirurgia, Divisione di Chirurgia Generale, William Beaumont Hospitals, Royal Oak, Mich, USA.


Malgrado i recenti progressi, il trattamento d’emergenza dell’ischemia acuta mesenterica comporta una mortalità del 40%-60%. La terapia endovascolare costituisce una ragionevole alternativa per i pazienti ad alto rischio con una acuta ischemia mesenterica che potrebbero non tollerare la laparotomia. Noi presentiamo un caso pienamente riuscito di embolectomia endovascolare dell’arteria mesenterica superiore, aorta viscerale, e arteria iliaca destra in un ottogenario ad alto rischio che ha rifiutato la trasfusione dei derivati del sangue. Dato che i pazienti più anziani presentano molte comorbidità, le tecniche endovascolari potranno giocare un ruolo sempre più ampio nel trattamento dell’ischemia acuta mesenterica.





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Le lezioni apprese dal risultato di laparatomie d'emergenza senza uso di sangue su donne testimoni di Geova con la rottura dell'utero.







Chigbu B., Onwere S., Kamanu C., Aluka C., Okoro O., Fey-Waboso P., Onichakwe C.
Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, Abia State University Teaching Hospital, PMB 7004. Aba, Nigeria, chigbub@yahoo.com



Obbiettivo: Abbiamo confrontato i risultati di laparatomie d’emergenza per la rottura dell’utero senza uso di sangue, in venti donne Testimoni di Geova che si trovavano in uno stato di shock emorragico, con quarantacinque altre donne che hanno ricevuto trasfusioni di sangue.

Metodi: Sono stati esaminati i casi record di venti pazienti Testimoni di Geova che hanno subito una laparatomia d’emergenza a causa della rottura dell’utero complicata da shock emorragico tra il 1 Gennaio 2000 e il 31 Dicembre 2006. Abbiamo anche esaminato i casi record di quarantacinque altre donne che hanno subito simili procedure chirurgiche per uguali condizioni alle quali è stato trasfuso del sangue. I risultati variabili comparati sono stati morti materne, stati patologici infettivi, sindrome acuta da stress respiratorio, diffusa coagulopatia intravascolare, lunghezza dell’assistenza ventilatoria post-laparatomica e lunghezza dell’ospedalizzazione post-partum.

Risultati: Le caratteristiche demografiche ed ostetriche erano simili in entrambi i gruppi. Diciassette delle venti pazienti che hanno rifiutato il sangue sono sopravvissute alla laparatomia e sono state dimesse in buone condizioni. Tre sono morte di peritonite. Sei delle quarantacinque pazienti che hanno ricevuto il sangue sono morte ugualmente di peritonite ed una è morta per coagulopatia intravascolare diffusa.La durata media dell’ospedalizzazione post-partum è stata di otto giorni per il gruppo delle pazienti trasfuse e di sette giorni per il gruppo delle pazienti non trasfuse. La coagulazione intravascolare diffusa post-partum si è verificata in due delle pazienti trasfuse. Nessun caso di sindrome da stress acuto respiratorio o embolia del liquido amniotico è stato identificato nei due gruppi.

Conclusioni: Le pazienti che si trovano sotto shok emorragico a causa della rottura dell’utero e rifiutano le trasfusioni di sangue possono essere ancora recuperate in una situazione di minori risorse. L’esame aggiunge che le più importanti procedure operative possono essere effettuate senza trasfusioni di sangue o emoderivati.





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Il rifiuto del sangue da parte dei Testimoni di Geova e il diritto di autodeterminazione del paziente.







Ariga T.
Sportello Informativo Ospedaliero per i Testimoni di Geova, Watch Tower Bible and Tract Society, 4-7-1, Ebina City, Kanagawa 243-0496, Giappone.


I Testimoni di Geova amano la vita e fanno qualunque cosa sia ragionevole al fine di prolungarla. Detto questo, essi cercano assistenza sanitaria di qualità ed accettano la stragrande maggioranza dei trattamenti medici. Tuttavia, per motivi religiosi basati sulla Bibbia, i Testimoni di Geova non accettano trasfusioni di sangue allogenico. Piuttosto richiedono alternative senza sangue. Noi tratteremo aspetti medici e legali riguardanti questa posizione dei Testimoni di Geova ed il diritto all’autodeterminazione del paziente. Inoltre, il trattamento per i minori spesso diventa un problema. Quando un paziente è un minore maturo, i suoi desideri dovrebbero essere rispettati. Nel caso di un paziente minore incapace di prendere una decisione, i desideri dei genitori dovrebbero essere rispettati il più possibile.





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La Corte d’Appello conferma il verdetto EEOC di pregiudizio religioso contro AT&T







L’ottava sezione della Corte d’Appello ha confermato il verdetto di una giuria secondo cui AT&T hanno illegittimamente discriminato due tecnici del servizio clienti che sono stati licenziati dopo aver partecipato ad un convegno dei Testimoni di Geova nel 2005.

La Corte ha anche confermato l’aggiudicazione ad un Tribunale di grado inferiore per il pagamento di 756.000 dollari ai danni dei due uomini.

Il 19 Ottobre 2007, una giuria federale a Janesboro, Ark, si è trovata a favore dell’EEOC (n.d.t. Equal Employement Opportunity Commission - Commissione per le Pari Opportunità) nella sua causa contro AT&T per la violazione del titolo VII del Codice dei Diritti Civili del 1964.

La EEOC aveva condannato la San Antonio, società con sede in Texas, per la violazione del Titolo VII a causa del rifiuto di provvedere un alloggio decente ai due impiegati per le loro sostenute convinzioni religiose (come richiesto dalla legge) e per il licenziamento illegittimo sempre a causa di quelle convinzioni.

Le prove hanno rivelato, al quarto giorno del processo, che entrambi gli uomini avevano sottoposto una richiesta scritta al loro datore di lavoro nel Gennaio 2005 per ricevere un giorno di ferie e poter partecipare al convegno religioso dei Testimoni di Geova organizzato per venerdì 15 Luglio fino a Domenica 17 Luglio 2005.

Entrambi gli uomini avevano testimoniato che erano stati effettivamente impegnati nel loro servizio religioso che richiede loro di partecipare al convegno ogni anno. Entrambi gli uomini avevano partecipato ogni anno al convegno durante la loro occupazione da AT&T. Essi avevano partecipato al convegno il 15 Luglio 2005 e sono stati licenziati per cattiva condotta, abbandono del lavoro, insubordinazione e mancata osservanza delle direttive di lavoro.

La giuria ha trovato AT&T responsabile e l’ha condannata a pagare 756.000 dollari con l’inclusione dei salari persi da entrambi gli uomini.

Il presidente, Giudice J. Leon Holmes ha ordinato a AT&T, tra le altre cose, di reintegrare entrambi gli uomini e aggiudicare loro una retribuzione anticipata fino alla data della loro reintegrazione.

Il Giudice ha anche proibito a AT&T di esercitare attività lavorative che prevedono discriminazioni di natura religiosa.



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Esperienza narrata da Teresita Veloso nel gennaio del 2000 in Filippine.

Io che all'epoca avevo 16 anni, insieme a mio padre Basilio, mia madre Maribel e il mio fratellino Rowell di 4 anni, fummo rapiti dai guerriglieri Islamici una sera nel settembre del 1982 mentre stavamo facendo lo studio di libro in casa nostra di nascosto a Bolong nel sud delle Filippine. In quel periodo mio padre stava studiando con un ragazzo. Questo ragazzo di nome Rommel lavorava nella Intelligence Filippina di Manila ma in quel periodo era a casa perchè ebbe un incidente e doveva stare a casa per 6 mesi e proprio in quel periodo mio padre gli predicò e iniziarono lo studio. Quella sera mio padre lo invitò a casa per assistere allo studio di libro. Era la prima volta che assisteva ad una adunanza dei Testimoni di Geova anche perchè in quel periodo dovevamo radunarci senza dare tanto nell'occhio.
Quando irruppero in casa nostra i guerriglieri Islamici il loro capo chiese chi era il padrone di casa. Mio padre si alzò e gli chiese chi erano i suoi famigliari. Per un attimo tentenno ma appena il capo dei ribelli sparò ad una gamba di un nostro caro fratello cristiano, mio padre elencò i suoi famigliari. Subito ci incappucciarono e insieme a quel ragazzo che studiava con mio padre ci portarono su un mezzo
Fù un viaggio interminabile. Quando finalmente arrivammo ci misero dentro una stanza buia solo noi senza il ragazzo. Dopo pochissimo tempo iniziammo a sentire morderci i piedi. Erano topi. Mio padre allora prese mio fratello in braccio mentre io mi misi sulle sue spalle e continuava a camminare per non essere morso. La stessa cosa faceva mia madre. Avevo perso la cognizione del tempo, però ricordo che ci volle tanto tempo prima che un guerrigliero venne a prendere mio padre. A quel punto mio padre disse che sarebbe venuto soltanto se a noi ci avessero cambiato stanza dove non c'erano topi. Il guerrigliero mise la canna della sua pistola in bocca a mio fratello e disse: “Se vuoi eliminiamo subito il problema così non ci pensi più.” Mia madre disse che quella stanza andava benissimo. Quando portarono via mio padre dissi alla mamma di prendere in braccio Rowell. Io invece avrei camminato con lei perchè ero pesante per lei. Mentre camminavamo nella stanza inciampai e sbattei contro la porta e questa si apri. Subito il soldato di guardia venne e richiuse la porta a chiave. Subito dopo lo sentii piangere mentre diceva ad un suo compagno di non dire nulla al capo, che lo chiamavano “Aso Karniborò” Cane Carnivoro. Ogni giorno sempre la stessa cosa. Venivano prendevano mio padre e lo riportavano ogni volta con una ferita in più. La cosa brutta è che non potevamo vedere nulla perchè la stanza era buia senza finestre e le poche volte che riuscivamo a vedere era quando aprivano la porta. Per mangiare ci davano una volta ogni due giorni, una pentola con del riso bollito senza sale e senza condimento. Mamma e papà tante volte non mangiavano per far mangiare me e mio fratello.
Come dissi prima avevamo perso la cognizione del tempo, comunque penso che passarono circa 30 giorni prima che ci fecero uscire tutti e 4 e ci portarono in una stanza piena di sedie e per la prima volta vidi in che condizioni era mio padre. Aveva delle ferite su tutte le gambe e le braccia che ormai erano infette. Sembrava che fosse stato preso a morsi, dopo di chè entrò colui che chiamavano Aso Karniborò. Ci chiese che grado di parentela avevamo con Rommel. Mio padre disse per l'ennesima volta che noi eravamo Testimoni di Geova e il ragazzo stava studiando la Bibbia con lui.
Aso Karniborò lo chiese anche a mia madre e non fece altro che ripetere le parole di mio padre. A quel punto Aso Karniborò le alzo una gamba e la morse staccandole un pezzo di carne. Ricordo ancora oggi le urla agghiaccianti di mia madre. Chiese pure a me chi fosse Rommel. Avevo paura, tanta paura ma pregai Geova e ripetei le stesse parole di mio padre e poi io da sola alzai la gamba aspettando il suo morso. Lo vidi rimanere fermo vedendo la mia azione poi si avvicino e mi disse: “Sei ancora cruda e aspetterò che maturi prima di mangiarti”. Capii subito il perchè lo chiamavano Aso Karniborò. I suoi prigionieri li trattava in quella maniera. Invece di dargli schiaffi pugni o bastonate, le prendeva a morsi. A mio fratello invece non chiese nulla. Dissero a mio padre di buttare in fuori la pancia come quando si fa un grosso respiro e nella maglia Aso Karniborò gli attaccò una corda con un ferretto. La corda passava per un buco nella stanza, però non riuscivo a vedere dove andava. Poi dissero a mio padre di respirare e lui respirò. Dall'altra stanza si sentì un colpo di pistola. Aprirono la stanza e Rommel era morto. La corda messa a mio padre era attaccata al grilletto della pistola, in modo tale che quando mio padre respirava, contraendo la corda, questa faceva sparare la pistola.
Aso Karniborò disse: “Visto cosa succede a dire le bugie!” e ci riportarono nella stanza buia.
Mio padre stava male lo sentivo piangere ma dopo poco venne da noi e inizio a pregare Geova.
Passarono ancora 30 giorni circa e mio padre ormai stava malissimo. Le ferite non gli davano tregua. Aveva la febbre scottava molto e mia madre era molto preoccupata. Presero mio padre dicendo che lo avrebbero portato dal dottore. Il giorno dopo vennero di nuovo e ci riportarono nella stanza piena di sedie. Quella volta Aso Karniborò cambiò domanda. “Cosa vi disse Rommel di noi ribelli?”.
Mia madre prima di rispondere volle sapere di mio padre. Lui gli si avvicino prese l'altra gamba sana e la morse ancora e poi urlando con la bocca insanguinata disse che doveva rispondere alla sua domanda. Mia madre urlando e piangendo dal dolore disse che Rommel non ci disse nulla del suo lavoro e tanto meno dei ribelli.
Lo chiese anche a me e pure io dissi che non ci parlò mai del suo lavoro. Aggiunsi anche che “noi Testimoni di Geova non ci interessiamo di quello che fanno le persone. Noi predichiamo a tutti perchè Geova vuole che tutte le persone si salvino e come lui noi amiamo il nostro prossimo ecco perchè non ci fermiamo davanti a persone di ogni sorta. Anche con lei dopo tutto questo che ci ha fatto se la trovassi in giro non mi fermerei dal predicarle la buona notizia ubbidendo al comando datomi da Geova di voler bene anche hai propri nemici”.
Anche in quella occasione lo vidi fermarsi e guardarmi fisso negli occhi. Sembrava quasi che non si aspettasse quelle mie reazioni. Subito dopo lui stesso attaccò la famosa corda nella pancia di mia madre. Avevo un brutto presentimento e mia madre non voleva respirare sapendo chi c'era nell'altra stanza. Aso Karniborò allora andò da mio fratello e si mise in bocca una sua gamba senza mordere e mia madre presa dalla disperazione urlò facendo un gran respiro. Si senti un colpo di pistola e quando aprirono la porta dell'altra stanza vedemmo mio padre legato su una sedia morto dal colpo di pistola.
Aso Karniborò si avvicino a me mi disse: “Anche adesso farai le cose che dicevi prima?” “Certo” gli risposi, “se Geova vuole che lei divenga un nostro fratello, chi sono io da non accettare? Geova ha promesso di darci la vita eterna in un paradiso terrestre dove non ci saranno più guerre, malattie e morte, dove tutti potremmo vivere in pace e amore, in più io avrò la gioia di riabbracciare il mio papà perchè Geova lo farà riscuscitare. Perchè lei vuole perdersi una cosa così bella?”
Rimase un'altra volta immobile guardandomi ancora fisso negli occhi. Non disse più nulla e ci fece rimettere in quella stanza.
Eravamo distrutti dal dolore per la perdita di mio padre, ma la mamma ci diceva sempre di pregare Geova. Ancora circa 30 giorni e ci ripresero. Dico 30 giorni perchè contavo le volte che i soldati russavano e quindi pensavo che in quel momento era notte.
Vennero a prendere mia madre perchè dovevano curargli le ferite alle gambe, ma non ci credetti. Il giorno dopo presero me e mio fratello portandoci un'altra volta nella stanza con le sedie. Mio fratello aveva gli occhi sbarrati non parlava più e non riusciva nemmeno a piangere. Era scioccato!
Aso Karniborò ci disse che se gli dicevamo che Rommel ci aveva detto alcune cose su alcuni piani dei ribelli, ci avrebbe liberato all'istante a noi e la mamma.
 
Gli risposi che non “avrei barattato la mia vita e quella dei miei famigliari per una bugia. Geova odia i bugiardi e io voglio rimanergli fedele. Voglio servirlo con tutto il mio cuore e dire una bugia gli avrei recato dispiacere”. Si mise a sedere fissandomi negli occhi. Riuscivo a capire che era un po' disorientato e fece cenno ad un suo soldato. Fù il soldato ad attaccarmi la corda e non lui come le altre volte. Sapevo che dall'altra parte c'era la mamma. Con tutto il fiato che avevo in corpo urlai dicendo: “Mamma mi dispiace ci rivediamo nel nuovo ordine” e respirai.
Per l'ennesima volta ci riportarono in quella stanza. Adesso ero io a dover aiutare mio fratello. Non riuscivo a farlo parlare. Non dormiva mai e se ne stava sempre in piedi davanti alla porta. Smise anche di mangiare. Io pregavo Geova per darmi la forza di aiutare mio fratello.
Non passarono tanti giorni forse 10 o 12 e dentro alla stanza venne una persona. Non capivo chi fosse perchè era buio e mi violentò. Se ne andò subito dopo. Dall'odore capii subito che si trattava di Aso Karniborò. Ero ancora vergine e avevo dolori in tutte le parti del corpo. Mi sentivo indegna anche di pregare Geova. Di solito pregavo a voce alta e dopo due giorni che non lo facevo sentii mio fratello che mi disse: “Kati se non preghi a Geova non potremmo rivedere mamma e papà”.
Non vi immaginate che gioia provai in quel momento. Sembra strano provare gioia in un momento così terribile ma sentire nuovamente la voce di mio fratello è stata come una chiave che apriva una porta nella mia testa. Lo abbracciai e pregai a voce alta insieme a lui. Ringraziai Geova del suo aiuto, di non avermi lasciata sola dato che mio fratello tornò a parlare, gli chiesi di darmi la forza di morire fedele come avevano fatto mamma e papà e alla fine chiesi di aiutare anche tutti i ribelli presenti in quella casa compreso Aso Karniborò.
Non feci a tempo a dire amen che si aprì la porta e sentii solo la sua voce che diceva: “Non ho mai trovato una persona così forte che prega per me dopo tutto il male che ho fatto” e se ne andò.
Subito ci incappucciarono e fatti salire su un mezzo. Dopo diverso tempo ci fecero scendere e ci trovammo nelle campagne vicino a casa nostra.
Ero rimasta incinta dopo la violenza subita, ma portai a termine il parto dando alla luce un bel bambino.
Passarono 17 anni e nel frattempo mi sposai e con mio marito e mio figlio avuto da quell'esperienza ci trasferimmo negli Stati Uniti insieme a mio fratello. Mio marito è un ingegnere edile e la filiale di Brooklyn gli chiese se voleva partecipare a sovrintendere a vari progetti di costruzione. Accettò. Io ebbi il privilegio di andare a predicare dentro i carceri femminili. Trovai subito 5 studi biblici.
Un giorno andai ad assistere alla sentenza d'appello di una ragazza che studiava con me dove l'assolsero dai suoi capi d'imputazione per prove a suo favore.
Nella hall del tribunale era affisso un foglio dove venivano scritti i nomi di quelli che avrebbero dovuto comparire davanti al giudice. Lessi che il giorno seguente doveva comparire una persona e il nome mi sembrava Filippino.
Non so perchè ma il giorno dopo sentii la spinta ad andare a vedere chi fosse. Entrai e mi raggelai quando vidi chi era, Aso Karniborò. Ero paralizzata inizia a tremare e una signora mi fece sedere chiamando soccorso. Venne un dottore che era presente e mi ripresi. Entrai nell'aula e ascoltai senza farmi vedere. Il suo avvocato stava richiedendo il trasferimento da un carcere di massima sicurezza ad un'altrro meno duro per buona condotta. Il Giudice volle sentire dall'imputato la sua deposizione. Disse: “Tempo fa conobbi una ragazza. La feci stare molto male, ma lei mi parlò di Dio e non nutriva odio nei miei confronti. Mi disse che un giorno potremmo vivere in pace volendosi bene l'un l'altro governati dal Dio Geova. Ho voluto cercare la sua forza e ho iniziato a studiare con i Testimoni di Geova. Io non stò chiedendo il perdono o la libertà umana, ma stò cercando il perdono di Dio. Ho tolto la
 
possibilità ad un ragazzo di conoscere meglio questo meraviglioso Dio e spero tanto che Geova si ricordi di lui. Sono sicuro che questo non mi farà togliere la mia condanna a morte, ma la vivrò con serenità sapendo che se continuerò a seguire le orme di Geova avrò la possibilità di ritornare a vivere nel nuovo ordine che Geova ha promesso e di ringraziare quella ragazza di persona, scusandomi con suo padre e sua madre del male che gli ho fatto”.
Sono subito uscita e mentre tornavo a casa piangevo di gioia. Può sembrare strano quel mio atteggiamento, ma la mia gioia derivava dal fatto che tramite la mia fede ho potuto rallegrare il cuore di Geova e dare la possibilità ad una persona così cattiva di conoscerlo e di imparare ad amarlo. In seguito mi informai e mi dissero che fù condannato a morte ma che 2 giorni prima venne battezzato come cristiano Testimone di Geova.
Non vedo l'ora di poter riabbracciare la mia mamma, il mio papà e anche Ferdinando. Questo è il suo nome e non più Aso Karniborò
 
Cambogia
Durante la campagna speciale un missionario di nome Hugues ha dato testimonianza a un musulmano. Leggendo le Notizie del Regno, l’uomo ha convenuto che le religioni non dovrebbero prendere parte alle guerre. Lui stesso era molto deluso della sua religione, che si era fatta un cattivo nome a motivo degli estremisti. Hugues gli ha letto Salmo 46:9, spiegando che Dio promette un mondo senza guerre. La settimana dopo Hugues gli fatto vedere il libro Cosa insegna la Bibbia. Adesso l’uomo apprezza molto la Bibbia e la studia regolarmente.
Russia
“So che voi avete la verità”, ha detto un prete ortodosso che aveva accettato le Notizie del Regno da due sorelle, “e che il vostro Dio, Geova, distruggerà tutta la falsa religione e salverà la vostra”. Poi ha detto loro che sapeva della speranza celeste e del paradiso sulla terra. Le sorelle gli hanno chiesto perché non abbandonava la sua religione sapendo che sarebbe stata distrutta. “Beh”, ha risposto lui, “per me è un lavoro. Ho tre appartamenti e quattro macchine. Non posso rinunciare a tutto questo”.
 
Burundi
Il 25 novembre 2006 è stato un giorno indimenticabile per i testimoni di Geova di questo bel paese dell’Africa centrale. I 1.141 presenti provenienti da 11 paesi sono stati felici di partecipare insieme a Guy Pierce, del Corpo Direttivo, alla dedicazione della bella e nuova struttura della filiale. La benedizione di Geova è evidente e ci sono buone prospettive che molti altri si uniscano a noi nell’adorare Geova.
Ruanda
Dopo 30 anni di storia turbolenta, segnata da restrizioni e guerra civile, è stato elettrizzante per i nostri fratelli del Ruanda ospitare anche loro Guy Pierce per la dedicazione della nuova filiale, circondata da un bel giardino.
Nonostante la tragedia del genocidio, in cui hanno perso la vita diversi fratelli, l’opera di Geova ha continuato a prosperare in questa nazione nota come “il paese dalle mille colline”. Sabato 2 dicembre 2006, tra i 553 presenti al programma della dedicazione c’erano 112 delegati di altri 15 paesi.
Uganda
La nuova filiale alla periferia meridionale della capitale, Kampala, è stata dedicata sabato 20 gennaio 2007. Fra i 665 presenti c’erano 170 delegati di una ventina di filiali nonché Anthony Morris, del Corpo Direttivo, che ha pronunciato il discorso della dedicazione
 

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