quadro desolante: il gov.Monti è il peggiore

L'Istat condanna Monti e il suo programma

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02/03/2013, 15:14

L'Istat condanna Monti e il suo programma


Il primo marzo sono stati resi noti i dati Istat sull'andamento dei conti pubblici nell'anno appena finito. E, come si può immaginare, sono dati disastrosi.

Il Pil è diminuito del 2,4% (si tratta di una quarantina di miliardi persi),

il rapporto deficit/Pil è al 3% (cioè per il 2012 lo Stato italiano ha speso circa 45 miliardi più di quanto ha incassato),

il debito pubblico è al 127% del Pil (intorno ai 2000 miliardi.

Le entrate fiscali sono aumentate del 3%, mentre le spese sono aumentate dello 0,6%.

Vediamo di collegare questi dati insieme e vediamo come essi sono stati influenzati dalla politica del governo Monti.

Innanzitutto l'aumento delle entrate fiscali: le tasse introdotte o aumentate da questo governo hanno portato maggior gettito, nonostante ci siano state meno persone che potevano pagarle, dato l'aumento di disoccupati. Stranamente, sono aumente anche le spese, nonostante i fortissimi tagli effettuati al welfare: ospedali, pensioni, scuole, ecc. Ma non appare più così strano, se ci si ricorda di quali sono state le spese del governo Monti:

2 miliardi per i sottomarini tedeschi,

800 milioni per due aerei extralusso,

oltre 400 nuove "auto blu" acquistate, e così via.

Per non parlare poi delle altre spese militari, ovviamente.

Tutte spese inutili per la popolazione ma utili alla casta.
Ovviamente, come sempre accade, l'aumento delle tasse ha tolto soldi all'economia nazionale, facendo abbassare il Pil

Infatti le previsioni fatte ad inizio 2012 davano una decrescita molto limitata, nell'ordine dello 0,5-0,6%.

Ma è un valore che è rapdiamente cresciuto a causa delle continue manovre fatte dal governo Monti. Ma un calo del Pil significa aziende che chiudono, più disoccupazione, meno soldi che alimentano l'economia.

E quindi, se da una parte aumentare le tasse aumenta le entrate, dall'altra riduce il Pil e questo provoca una riduzione delle entrate.

Di conseguenza bisogna aumentare le tasse in maniera molto superiore al risultato che si vuole ottenere.
A questo bisogna aggiungere che l'aumento delle spese superflue ha aggravato il deficit, che, secondo le promesse fatte dal governo Berlusconi, dovevano portare l'Italia al pareggio di bilancio alla fine del 2013.

Secondo il programma, al 31 dicembre 2012 il rapporto deficit/Pil doveva essere all'1,9%, ma all'appello mancano 18 miliardi. Per il meccanismo che dicevo prima, se il nuovo governo vorrà trovarli aumentando le tasse a carico dei soliti noti, ci aspetta una manovra da 30-40 miliardi. Una manovra che dovrà portare questi soldi entro la fine dell'anno. Il che vuol dire che se si aspetta troppo, l'impatto sulle tasche degli italiani sarò oiù violento.
Naturalmente l'aumento del deficit ha come conseguenza immediata l'aumento del debito pubblico e questo ha, come conseguenza di lungo termine, un aumento degli interessi da pagare per l'Italia. Anche perchè più debito pubblico significa interessi più alti, dato che diminuisce la fiducia sul fatto che quel Paese possa ripagare i suoi debiti.
Quindi il rapporto annuale dell'Istat si rivela una netta condanna del governo Monti e della sua attività di questo 2012. Ed una condanna implicita della cosiddetta "agenda Monti", che accomuna le intenzioni di Pd, Pdl e liste Monti sull'economia. Ed è ovvio che se una certa agenda si dimostra fallimentare, ripeterla vuol dire voler danneggiare il Paese
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di Antonio Rispoli
 
L'accettazione bovina e acritica di queste menzogne vili e assassine ha preparato il brodo di cultura indispensabile per permettere al governo Monti di affondare il coltello nella carne viva dei ceti più deboli della nostra società, gettati sadicamente nel girone infernale dell'indigenza in virtù di un impazzimento collettivo come non si vedeva dai tempi della premiata ditta Hitler- Mussolini.
da LO STRANO CASO DEL DOTTOR BERSANI E DEL SIGNOR PIERLUIGI : il Moralista

 
POTERI FORTI/ Monti? Non solo Bilderberg: spunta la super lobby BRuegel




Inchieste - Italia Scritto da Redazione Infiltrato.it Domenica 03 Marzo 2013 08:36

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A scoprire cosa bolle in pentola è la migliore giornalista investigativa d’Italia, Rita Pennarola, co-direttore de La Voce delle Voci. Da quando O’ Professore è “salito” in politica i rumours dei suoi legami con super lobbies internazionali e think thank paramassonici si sono fatti sempre più insistenti. Ma di Bruegel, fino allo scoop di Pennarola, nessuno era a conoscenza.



Non solo Bilderberg. O la Trilateral. Non bastavano nemmeno gli Illuminati alla collezione di Mario Monti, fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi rimbalzato quotidianamente sul web per le sue conclamate appartenenze a logge supermassoniche mondiali.
Lui, il premier, fin dal 2004 aveva fondato in Europa una compagine tutta sua. Si tratta di Bruegel, un nome che fa discutere fin dal suo primo apparire. Per Monti e i suoi, si tratta di un semplice acronimo (Brussels European and Global Economic Laboratory).
Per i più sospettosi, evocare il grande artista fiammingo del 500, noto per la rappresentazione dei ciechi, è l'implicito riferimento a quel panorama occulto della finanza mondiale che i cittadini non possono - e non devono mai - vedere.


Ma chi è e cosa fa Bruegel?

Loro si definiscono naturalmente e senza alcun imbarazzo i filantropi dell'economia europea. Nel senso che solo grazie al loro insegnamento potremo avere nel vecchio continente i grandi economisti di domani.
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E giù finanziamenti miliardari (in prima fila Big Pharma, con colossi come Novartis e Pfizer, poi banche come Unicredit ed UBS), economic schools in mezzo mondo, tutor prelevati dalle accademie più conservatrici del pianeta (anche quando la conservazione è “di sinistra”).

Tra i generosi elargitori di fondi non ci sono solo i privati, bensì i governi di Stati come Italia, Francia, Belgio, Olanda e naturalmente la Germania.
Passiamo al board. Quando Monti lascia la carica di presidente (rimanendo padre fondatore del sodalizio), gli subentra l'ex presidente della Banca Centrale Europea Jean Claude Trichet.
Fra gli italiani di prima fila ecco Vincenzo La Via, in Bruegel da lunga data ma assurto a notorietà nazionale solo un anno fa quando Monti, diventato premier, lo chiama al suo fianco come direttore generale del Tesoro, carica che riveste tuttora.
Chi è davvero La Via? Nessun mistero, ma qualche sorpresa sì, visto che si tratta di un numero uno alla Banca Mondiale, quello stesso organismo considerato artefice primo del pensiero unico e del temutissimo Nuovo Ordine Mondiale, di cui Mario Monti sarebbe tra i principali artefici, in Italia ed oltre.


Ma a proposito di mondo, scorrendo la classifica 2012 dei think tank più influenti del pianeta resa annualmente da James G. McGann della Philadelphia University, Bruegel figura in ottava posizione su 40 compagini considerate, dietro giganti come Chatham House, che guida la lista, e ben prima di analoghe formazioni di Russia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Fra i pochi italiani in Bruegel non poteva non esserci Vittorio Grilli, attuale ministro dell'Economia. Infine lei, la “principessa comunista” Letizia Reichlin, figlia dei marxisti d'altri tempi Luciana Castellina ed Alfredo Reichlin.
 
Dopo le “bufale” di Monti “salvatore della patria” emerge che siamo peggio della Spagna


Scritto il 5 marzo 2013 alle 12:27 da carloscalzotto@finanza



L’ITALIA NON E’ LA SPAGNA: E’ PEGGIO!

Ecco il perchè del nuovo articolo di Paolo Cardenà da leggere qui
Zerohedge mostra come il tasso di povertà della Grecia sia arrivato ad uno splendido 31% (contro il 15,7% dell’Olanda).
Umh..che bella Europa, eguale ed unita…
Mi fanno sorridere coloro che sognano gli Stati Uniti d’Europa.

Mentre tutti gli occhi dei mercati (e non solo) erano puntati in questi mesi sulla povera Grecia e sulla Spagna, si scopre una cosa sorprendente (non per tutti).
La triste realtà dice, infatti, che l’Italia è peggio della Spagna!!
Il nostro tasso di povertà è arrivato a vette finora inesplorate: siamo al 28,2% (contro il 27%Spagna). source



Attenzione perchè i dati che arrivano, delineano un quadro desolante, dopo che per un anno intero abbiamo sentito le “bufale” di Monti “salvatore della patria”.
- a picco il Pil: -2,4%;

- debito al 127%;


- consumi in picchiata (in contrazione del 4,3%);


- pressione fiscale al 44%;


- disoccupazione giovanile ai massimi (38,7%!! e al Sud siamo al il 50%);


- record di precari nel 2012: 2,8 milioni.


“I dati sul lavoro diffusi dall’Istat sono agghiaccianti” – ha commentato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi sul Corriere della Sera.


da http://finanzanostop.finanza.com/20...amo-peggio-della-spagna/#.UTXX0-9WJfc.twitter
Related posts:

Uccide più l’ignoranza che lo spread: le menzogne su Monti salvatore della patria
Crisi Euro: dopo la Grecia, Spagna e Italia? che succede se si ritorna alla Lira?
Crisi Europea: dopo l’ euforia del vertice e lo scudo anti spread, siamo tornati coi piedi per terra
Spagna crisi: il 22% delle famiglie è al di sotto della soglia di povertà
Spagna crisi: pessime news, disoccupazione al record, 24,63%, siamo ai livelli del 1976
Grecia e Spagna ottobre mese decisivo: l’Eurogruppo dell’8 ottobre e il Consiglio Ue del 18-19 decideranno il destino di Grecia e Spagna, che affannosamente cercano di portare a termine i loro compiti a casa.
Borse: emerge intesa al G4 di Roma e i mercati salutano con favore la mossa della Bce di facilitare il credito alle banche, analisi ftse mib sul lungo periodo.
Crisi economica: dopo una sorta di tregua, per lo più conseguente alle promesse di Draghi, su un probabile piano di salvataggio, la Spagna torna di nuovo in Prima Pagina.
Fondo salva stati, dopo i 100 miliardi di prestito alla Spagna, ci sarebbero soldi anche per noi?
 
Ultima modifica:
Dopo le “bufale” di Monti “salvatore della patria” emerge che siamo peggio della Spagna


Scritto il 5 marzo 2013 alle 12:27 da carloscalzotto@finanza



L’ITALIA NON E’ LA SPAGNA: E’ PEGGIO!

Ecco il perchè del nuovo articolo di Paolo Cardenà da leggere qui
Zerohedge mostra come il tasso di povertà della Grecia sia arrivato ad uno splendido 31% (contro il 15,7% dell’Olanda).
Umh..che bella Europa, eguale ed unita…
Mi fanno sorridere coloro che sognano gli Stati Uniti d’Europa.

Mentre tutti gli occhi dei mercati (e non solo) erano puntati in questi mesi sulla povera Grecia e sulla Spagna, si scopre una cosa sorprendente (non per tutti).
La triste realtà dice, infatti, che l’Italia è peggio della Spagna!!
Il nostro tasso di povertà è arrivato a vette finora inesplorate: siamo al 28,2% (contro il 27%Spagna). source



Attenzione perchè i dati che arrivano, delineano un quadro desolante, dopo che per un anno intero abbiamo sentito le “bufale” di Monti “salvatore della patria”.
- a picco il Pil: -2,4%;

- debito al 127%;


- consumi in picchiata (in contrazione del 4,3%);


- pressione fiscale al 44%;


- disoccupazione giovanile ai massimi (38,7%!! e al Sud siamo al il 50%);


- record di precari nel 2012: 2,8 milioni.


“I dati sul lavoro diffusi dall’Istat sono agghiaccianti” – ha commentato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi sul Corriere della Sera.


da http://finanzanostop.finanza.com/20...amo-peggio-della-spagna/#.UTXX0-9WJfc.twitter
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Fondo salva stati, dopo i 100 miliardi di prestito alla Spagna, ci sarebbero soldi anche per noi?


il quadro desolante che emerge è che si postano e ripostano articoli apocalittici , fonte Bloomberg ma di cui non si trova il link

se lo scopo di zerohedge è di far diventare vere le sue fosche analisi, beh complienti: ci si sta riuscendo, a giudicare dai CDS ITA e ESP



stando al titolo, faccio anche io una previsione:
il governo peggiore non è quello di Monti
sarà il prossimo
 
il quadro desolante che emerge è che si postano e ripostano articoli apocalittici , fonte Bloomberg ma di cui non si trova il link

se lo scopo di zerohedge è di far diventare vere le sue fosche analisi, beh complienti: ci si sta riuscendo, a giudicare dai CDS ITA e ESP



stando al titolo, faccio anche io una previsione:
il governo peggiore non è quello di Monti
sarà il prossimo

da 6 anni leggo, sento 1000 lamenti al giorno, su tutto....
ma non cambia mai nulla, sempre le stesse cose...

in fondo in fondo sta bene a tutti questa situazione...
 
Mr. Full Monty, ovvero i salvataggi che han salvato gli altri


Goofynomics: Mr. Full Monty, ovvero i salvataggi che han salvato gli altri

(aggiungiamo alla nutrita lista di autori del blog Alessandro "Torny" Guerani. Bei tempi quelli, quando si litigava... Sembra ieri... Ma non è detto che non si possa ricominciare)

Da Alessandro Guerani ricevo e (ritenendola impeccabile) pubblico questa cinica analisi della situazione:



Nonostante siano terminate le elezioni, con un risultato fra l'altro piuttosto chiaro su quello che pensano gli Italiani di certe idee strampalate, sui talk televisivi, su Twitter, ovunque, persino dentro al forno di cucina, a momenti, circola ancora la fola che il Governo Monti ci ha salvato dal default e ha rimesso in ordine i conti pubblici.


Vediamo di fare un po' di chiarezza su quello che è successo, cosa imprescindibile per capire cosa succederà o cosa potremo evitare che succeda (lo dico “ad usum ortotteri”).





“It's the same old story”

La prima parte della fola si smonta da sola: la stessa Commissione Europea ha certificato che il debito pubblico italiano è sempre (e ribadisco sempre) stato sostenibile e del resto lo affermava pure il Sen. Monti nei suoi ripetuti complimenti espressi su importanti organi di stampa nei riguardi del suo predecessore. Leggiamolo assieme: “Il ministro dell'Economia, di cui molti tendono oggi a dimenticare il merito di aver saputo mantenere un certo rigore di bilancio con un governo e una maggioranza poco inclini a tale virtù... ha deciso, con lucidità e rapidità, di imboccare una strada di redenzione o, in termini più asettici, di modifica di alcuni connotati di fondo che avevano caratterizzato, fin dall'inizio, l' impostazione di politica economica del governo.”


Quindi sinceramente non si capisce come il rigore di bilancio, così sapientemente applicato da Tremonti a detta dello stesso Monti, ci avrebbe portato nel giro di pochi mesi a correre il rischio di essere come la Grecia e di non poter pagare pensioni e stipendi pubblici. O meglio si capisce benissimo: è una balla che gli stessi dati di Bruxelles confermano.


Per comprendere cosa realmente è successo bisogna ricordarsi il “romanzo di centro e periferia”: nei paesi periferici arrivano i capitali, l'inflazione aumenta, la competitività cala, la bilancia dei pagamenti peggiora e alla fine non si hanno più i soldi per ripagare i capitali importati e gli interessi sugli stessi: si entra insomma nella spirale del debito estero.


Questa dinamica era ben presente ai nostri finanziatori, che, ricordiamoci, finanziano innanzitutto il debito privato, sì, la tua BMW (comprata con il convenientissimo prestito a tasso zero) e sì, pure la tua casa, che hai preso col mutuo.


Appena visto quello che era successo negli USA (vi ricordate vero il crack Lehmann ecc?) ecco che le banche estere, che prima prestavano con tranquillità sull'interbancario dell'Eurozona, all'improvviso rientrano dai loro finanziamenti e serrano i rubinetti. Avendo l'Eurozona un sistema di pagamenti interbancari unificato, che si chiama Target2, entrò in funzione immediatamente, in modo automatico, l'assistenza della BCE e del SEBC (Sistema Europeo Banche Centrali).


In pratica, quando una banca non riesce ad ottenere dei finanziamenti da altre banche per poter pagare i trasferimenti ordinati dai suoi clienti, i soldi glieli fornisce la Banca Centrale del suo paese tramite operazioni che si chiamano “rifinanziamento”.
Ovviamente le Banche Centrali dei vari paesi europei non stampano euro, per loro l'euro è una valuta estera, come ha ripetuto mai abbastanza
De Grauwe, e per averla si devono quindi indebitare con la BCE.
Per gli anglofoni
qui una dettagliata ed ottima spiegazione di come funziona il meccanismo.


Il risultato è l'esplosione dei saldi di Target2 dei vari paesi: quelli in debito ovviamente si indebitavano sempre di più con la BCE, e quelli in credito avevano sempre più depositi presso le loro Banche Centrali in quanto non “riciclavano” i soldi in entrata, prestandoli sul mercato interbancario, come invece succedeva prima del 2008.


Il risultato fu questo:










Come vedete, quello che cambia nell'estate del 2011 (a giugno per la precisione) non è il deficit o il debito pubblico, ma il saldo dell'Italia sul sistema Target2, che inizia ad inabissarsi.


Altro che default dello Stato: qui stava andando in default tutto il sistema bancario incapace di finanziarsi senza il supporto della BCE. Di fronte al disastro che sarebbe seguito ad un crollo del sistema finanziario italiano, ovvio che la rischiosità paese e la scommessa che sarebbe dovuto uscire dall'Euro salissero alle stelle e si ribaltassero sullo spread: se hai la moneta bloccata si muovono i tassi.


In pratica una classica crisi da DEBITO ESTERO, as usual.


“Lo Stato andrebbe gestito come un'azienda”


Quante volte ve lo siete sentiti ripetere? È il mantra preferito di tutti gli pseudo esperti di economia che affollano i vari Ballarò, Servizi Pubblici, Piazze Pulite, Otto e Mezzi, eccetera.


Nove volte su dieci è detta a sproposito, ma quando si tratta di debito estero purtroppo è vero. Cosa fa quindi il direttore di banca quando una azienda affidata non solo sconfina dai fidi, ma ha il saldo passivo che aumenta ogni giorno? Tira su il telefono, chiama il Napolitano di turno e dice “Carissimo, la prima cosa che facciamo è che non passo più un addebito, blocchiamo il saldo, poi ci incontriamo ma è meglio che vi presentiate con un nuovo direttore finanziario che dobbiamo fare un piano di rientro.”


Ed infatti ecco la lettera della BCE, il governo Berlusconi che dà le dimissioni e il nuovo direttore finanziario, cioè "Pres del Cons", Monti, che entra in carica


Ed ecco i famosi salvataggi, altro che debito pubblico! Tassando e ritassando gli italiani questi si ritrovano meno soldi in tasca e sono ancora meno propensi a spendere quelli che gli restano. Tecnicamente si dice che si riduce il reddito disponibile, ed essendo le importazioni una funzione del reddito disponibile (in base alla propensione marginale all'import) ecco che queste appunto crollano (assieme però a tutti gli altri consumi del paese ed il PIL di conseguenza) ed il debito verso l'estero si stabilizza.


Per chi si diletta di formule macroeconomiche:

Yd = Y -T

M = m x Yd


Lo potete vedere benissimo nel grafico sopra: dopo le varie IMU, tasse sui depositi titoli, ecc, da marzo 2012 il saldo Target2 italiano diventa una bella linea retta.


In pratica la classica ricetta del manuale IMF per ogni crisi di debito estero, nella variante però che avendo una moneta unica, e quindi che non si può sganciare dal peg e fare svalutare sui mercati, il riequilibrio si può svolgere solo sul lato del reddito disponibile, venendo a mancare i positivi effetti della svalutazione sia sulle esportazioni che sulle importazioni. Eccolo il “dividendo dell'Euro”: ogni crisi si ripercuote sul vostro reddito in maniera automatica ed il PIL si inabissa.


I salvataggi degli altri

Se mi avete seguito fin qui immagino che la prima domanda che avrete sarà “ma se abbiamo aumentato la tassazione quei soldi in più saranno andati a diminuire il debito pubblico, quindi, anche se il vero obiettivo era un altro, comunque un poco di verità c'è nelle parole di Monti”


Purtroppo i fatti e i dati smentiscono anche la seconda fola. Nonostante l'aumento del gettito fiscale il nostro debito pubblico sale, non solo in termini percentuali sul PIL (e qui poca meraviglia, visto che il PIL è crollato) ma anche in termini assoluti.


Ma com'è possibile direte voi?


È possibile se il “piano di rientro” di cui parlavo sopra è nello stile Geronzi-Parmalat. Avete presente quando per dare altri finanziamenti Geronzi “chiese gentilmente” a Tanzi di acquistare una azienda decotta che doveva dare un pacco di soldi a Capitalia?
Bene, noi invece per avere il famoso “ombrello antispread” siamo stati “gentilmente invitati” a
contribuire al fondo ESM per la percentuale che ha l'Italia nella BCE, oltre a quanto già previsto per il “vecchio” EFSF e a salvataggi vari ed assortiti: un conto da 20 miliardi, poco meno dell'intera IMU. In pratica, abbiamo dovuto contribuire con le nostre tasse a rimborsare parte dei debiti che i paesi messi peggio di noi avevano verso i loro creditori esteri, fra cui noi c'eravamo (se pure c'eravamo) in piccolissima parte.




Ed ecco che diventano sinistramente profetiche le parole di Handelsblatt quando invocava la patrimoniale sulle ricche cicale del Sud. Altro che "la Germania non vuole pagare i nostri debiti"! Siamo noi che stiamo pagando per i loro debitori: i salvataggi di Monti che salvano gli altri.
 
mr. Full monty, ovvero i salvataggi che han salvato gli altri


goofynomics: Mr. Full monty, ovvero i salvataggi che han salvato gli altri

(aggiungiamo alla nutrita lista di autori del blog alessandro "torny" guerani. Bei tempi quelli, quando si litigava... sembra ieri... Ma non è detto che non si possa ricominciare)

da alessandro guerani ricevo e (ritenendola impeccabile) pubblico questa cinica analisi della situazione:



Nonostante siano terminate le elezioni, con un risultato fra l'altro piuttosto chiaro su quello che pensano gli italiani di certe idee strampalate, sui talk televisivi, su twitter, ovunque, persino dentro al forno di cucina, a momenti, circola ancora la fola che il governo monti ci ha salvato dal default e ha rimesso in ordine i conti pubblici.


vediamo di fare un po' di chiarezza su quello che è successo, cosa imprescindibile per capire cosa succederà o cosa potremo evitare che succeda (lo dico “ad usum ortotteri”).





“it's the same old story”

la prima parte della fola si smonta da sola: La stessa commissione europea ha certificato che il debito pubblico italiano è sempre (e ribadisco sempre) stato sostenibile e del resto lo affermava pure il sen. Monti nei suoi ripetuti complimenti espressi su importanti organi di stampa nei riguardi del suo predecessore. Leggiamolo assieme: “il ministro dell'economia, di cui molti tendono oggi a dimenticare il merito di aver saputo mantenere un certo rigore di bilancio con un governo e una maggioranza poco inclini a tale virtù... Ha deciso, con lucidità e rapidità, di imboccare una strada di redenzione o, in termini più asettici, di modifica di alcuni connotati di fondo che avevano caratterizzato, fin dall'inizio, l' impostazione di politica economica del governo.”


quindi sinceramente non si capisce come il rigore di bilancio, così sapientemente applicato da tremonti a detta dello stesso monti, ci avrebbe portato nel giro di pochi mesi a correre il rischio di essere come la grecia e di non poter pagare pensioni e stipendi pubblici. o meglio si capisce benissimo: è una balla che gli stessi dati di bruxelles confermano.


per comprendere cosa realmente è successo bisogna ricordarsi il “romanzo di centro e periferia”: Nei paesi periferici arrivano i capitali, l'inflazione aumenta, la competitività cala, la bilancia dei pagamenti peggiora e alla fine non si hanno più i soldi per ripagare i capitali importati e gli interessi sugli stessi: Si entra insomma nella spirale del debito estero.


questa dinamica era ben presente ai nostri finanziatori, che, ricordiamoci, finanziano innanzitutto il debito privato, sì, la tua bmw (comprata con il convenientissimo prestito a tasso zero) e sì, pure la tua casa, che hai preso col mutuo.


appena visto quello che era successo negli usa (vi ricordate vero il crack lehmann ecc?) ecco che le banche estere, che prima prestavano con tranquillità sull'interbancario dell'eurozona, all'improvviso rientrano dai loro finanziamenti e serrano i rubinetti. Avendo l'eurozona un sistema di pagamenti interbancari unificato, che si chiama target2, entrò in funzione immediatamente, in modo automatico, l'assistenza della bce e del sebc (sistema europeo banche centrali).


in pratica, quando una banca non riesce ad ottenere dei finanziamenti da altre banche per poter pagare i trasferimenti ordinati dai suoi clienti, i soldi glieli fornisce la banca centrale del suo paese tramite operazioni che si chiamano “rifinanziamento”.
ovviamente le banche centrali dei vari paesi europei non stampano euro, per loro l'euro è una valuta estera, come ha ripetuto mai abbastanza
de grauwe, e per averla si devono quindi indebitare con la bce.
per gli anglofoni
qui una dettagliata ed ottima spiegazione di come funziona il meccanismo.


il risultato è l'esplosione dei saldi di target2 dei vari paesi: Quelli in debito ovviamente si indebitavano sempre di più con la bce, e quelli in credito avevano sempre più depositi presso le loro banche centrali in quanto non “riciclavano” i soldi in entrata, prestandoli sul mercato interbancario, come invece succedeva prima del 2008.


il risultato fu questo:










come vedete, quello che cambia nell'estate del 2011 (a giugno per la precisione) non è il deficit o il debito pubblico, ma il saldo dell'italia sul sistema target2, che inizia ad inabissarsi.


altro che default dello stato: Qui stava andando in default tutto il sistema bancario incapace di finanziarsi senza il supporto della bce. di fronte al disastro che sarebbe seguito ad un crollo del sistema finanziario italiano, ovvio che la rischiosità paese e la scommessa che sarebbe dovuto uscire dall'euro salissero alle stelle e si ribaltassero sullo spread: Se hai la moneta bloccata si muovono i tassi.


in pratica una classica crisi da debito estero, as usual.


“lo stato andrebbe gestito come un'azienda”


quante volte ve lo siete sentiti ripetere? è il mantra preferito di tutti gli pseudo esperti di economia che affollano i vari ballarò, servizi pubblici, piazze pulite, otto e mezzi, eccetera.


nove volte su dieci è detta a sproposito, ma quando si tratta di debito estero purtroppo è vero. Cosa fa quindi il direttore di banca quando una azienda affidata non solo sconfina dai fidi, ma ha il saldo passivo che aumenta ogni giorno? tira su il telefono, chiama il napolitano di turno e dice “carissimo, la prima cosa che facciamo è che non passo più un addebito, blocchiamo il saldo, poi ci incontriamo ma è meglio che vi presentiate con un nuovo direttore finanziario che dobbiamo fare un piano di rientro.”


ed infatti ecco la lettera della bce, il governo berlusconi che dà le dimissioni e il nuovo direttore finanziario, cioè "pres del cons", monti, che entra in carica


ed ecco i famosi salvataggi, altro che debito pubblico! tassando e ritassando gli italiani questi si ritrovano meno soldi in tasca e sono ancora meno propensi a spendere quelli che gli restano. tecnicamente si dice che si riduce il reddito disponibile, ed essendo le importazioni una funzione del reddito disponibile (in base alla propensione marginale all'import) ecco che queste appunto crollano (assieme però a tutti gli altri consumi del paese ed il pil di conseguenza) ed il debito verso l'estero si stabilizza.


per chi si diletta di formule macroeconomiche:

yd = y -t

m = m x yd


lo potete vedere benissimo nel grafico sopra: dopo le varie imu, tasse sui depositi titoli, ecc, da marzo 2012 il saldo target2 italiano diventa una bella linea retta.


in pratica la classica ricetta del manuale imf per ogni crisi di debito estero, nella variante però che avendo una moneta unica, e quindi che non si può sganciare dal peg e fare svalutare sui mercati, il riequilibrio si può svolgere solo sul lato del reddito disponibile, venendo a mancare i positivi effetti della svalutazione sia sulle esportazioni che sulle importazioni. eccolo il “dividendo dell'euro”: Ogni crisi si ripercuote sul vostro reddito in maniera automatica ed il pil si inabissa.


i salvataggi degli altri

se mi avete seguito fin qui immagino che la prima domanda che avrete sarà “ma se abbiamo aumentato la tassazione quei soldi in più saranno andati a diminuire il debito pubblico, quindi, anche se il vero obiettivo era un altro, comunque un poco di verità c'è nelle parole di monti”


purtroppo i fatti e i dati smentiscono anche la seconda fola. nonostante l'aumento del gettito fiscale il nostro debito pubblico sale, non solo in termini percentuali sul pil (e qui poca meraviglia, visto che il pil è crollato) ma anche in termini assoluti.


ma com'è possibile direte voi?


è possibile se il “piano di rientro” di cui parlavo sopra è nello stile geronzi-parmalat. avete presente quando per dare altri finanziamenti geronzi “chiese gentilmente” a tanzi di acquistare una azienda decotta che doveva dare un pacco di soldi a capitalia?
Bene, noi invece per avere il famoso “ombrello antispread” siamo stati “gentilmente invitati” a
contribuire al fondo esm per la percentuale che ha l'italia nella bce, oltre a quanto già previsto per il “vecchio” efsf e a salvataggi vari ed assortiti: Un conto da 20 miliardi, poco meno dell'intera imu. In pratica, abbiamo dovuto contribuire con le nostre tasse a rimborsare parte dei debiti che i paesi messi peggio di noi avevano verso i loro creditori esteri, fra cui noi c'eravamo (se pure c'eravamo) in piccolissima parte.




ed ecco che diventano sinistramente profetiche le parole di handelsblatt quando invocava la patrimoniale sulle ricche cicale del sud. Altro che "la germania non vuole pagare i nostri debiti"! siamo noi che stiamo pagando per i loro debitori: i salvataggi di monti che salvano gli altri.
ottimo articolo. In pratica quello che non si vuole che si sappia. Aggiungerei che la germania nel calcolo del suo debituccio pubblico che risulta del 80% formalmente ..... Non include il debito dei lander... E dei comuni (un terzo a rischio default)...... Che se inclusi arriverebbe al 120%!!!!!!! Ahahahahahah .... La germania e' messa peggio di noi ma ..... Ha truccato i conti... Ahahahah
 
La politica di Monti ha creato veri danni! Scritto da Redazione Venerdì 06 Settembre 2013 10:21 Dal sito rischiocalcolato.it due spunti interessanti, la pressione fiscale sta facendo ridurre le entrate e se non arriva la ripresina di Saccomanni sarà un disastro...


Il buon senso non è di moda, neanche i professori lo applicano più, invece di tagliare la spesa pubblica (800 miliardi sono una bella cifra da sgrassare) l'aumento delle tasse ha veramente finito per deprimere il Paese, unico con il PIL negativo quest'anno...
Anche i turisti lo sanno, il caro benzina, accise varie, tasse di soggiorno hanno spostato turisti dalle nostre spiagge e dalle nostre città d'arte.
Il futuro per il nostro Paese è grigio, non serve un nuovo Governo serve un approccio diverso verso politica, spesa pubblica, tasse e burocrazia...
fonte rischiocalcolato.it:
E infatti a Luglio sono crollate le entrate fiscali italiane calcolate con il criterio della competenza giuridica (cioè non per quanto lo stato effettivamente ha incassato):



Pare dunque che il magico mondo di Arthur Laffer sia tornato, più aumenta la pressione fiscale meno soldi riesce ad ottenere lo Stato dall’imposizione fiscale.
Volete vedere l’effetto che ha fatto l’aumento delle accise sui carburanti del Decerto Salva Italia di Monti (0,082 a Dicembre 2011) più l’aumentino per il Terremoto in Emilia (0,02), il tutto amplificato dall’aumento dell’IVA dal 20% al 21% sempre a fine 2011?
Ecco qui Laffer è servito:

 
ottimo articolo. In pratica quello che non si vuole che si sappia. Aggiungerei che la germania nel calcolo del suo debituccio pubblico che risulta del 80% formalmente ..... Non include il debito dei lander... E dei comuni (un terzo a rischio default)...... Che se inclusi arriverebbe al 120%!!!!!!! Ahahahahahah .... La germania e' messa peggio di noi ma ..... Ha truccato i conti... Ahahahah

Possiamo osservare che dal 1992 in avanti (prima la Germania non aveva dati aggregati est-ovest) la crescita italiana sembra addirittura leggermente superiore a quella tedesca, fino al 2005. Poi, l’andamento sembra assimilabile al partner europeo; successivamente il gap si è aperto, dal 2011 in avanti. Curioso che la Germania abbia iniziato ad alzare i toni in Europa proprio a partire dal 2011, sembra quasi non aspettasse altro….

ITA-GER-GDP-Growth.jpg
 

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