Quale Banca?

Voci dall'Estero

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Un documento dell’EBA, l’Autorità Bancaria Europea, del 31 Luglio 2014, dimostra come le autorità UE fossero pienamente consapevoli che le nuove norme europee di patrimonializzazione (a causa delle sofferenze bancarie indotte dalla crisi) avrebbero esercitato forti pressioni sulle banche per raccogliere i capitali necessari, in primo luogo là dove era più fattibile, e cioè dai propri clienti retail.
I conflitti di interesse e i rischi per i clienti sono minuziosamente ipotizzati in una serie dettagliata di prescrizioni prudenziali che tuttavia difettano di qualsiasi efficacia vincolante, per cui l’effetto finale è che i patrimoni dei piccoli risparmiatori vengono sacrificati sull’altare delle uniche norme rigorosamente vincolanti, quelle del bail-in, come spiegato qui molto lucidamente




Il Documento dell’EBA sul Collocamento di strumenti finanziari presso gli investitori retail
Un documento dell’EBA, l’Autorità Bancaria Europea, del 31 Luglio 2014, dimostra come le autorità UE fossero pienamente consapevoli che le nuove…
vocidallestero.it
 
[FONT=&quot]ETRURIA, FACCI IL BIS! I VERTICI DELLA BANCA, BOSCHI SENIOR COMPRESO, SARANNO MULTATI DA BANKITALIA PER LA SECONDA VOLTA IN DUE ANNI: PRESTITI AD AMICI E DIRIGENTI DELLA BANCA, CONSULENZE SCELLERATI, PREMI AI DIPENDENTI E BUONUSCITE D'ORO MENTRE L'ISTITUTO AFFONDAVA [/FONT]
[FONT=&quot]17 dic 13:12
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[FONT=&quot]Saranno notificate entro breve ai vertici di Etruria. È la seconda volta, visto che nel 2013 furono erogate sanzioni per due milioni e mezzo di euro, di cui 144 mila a Pierluigi Boschi. Anche le nuove sanzioni saranno comunicate alla magistratura per la valutazione di eventuali illeciti penali... [/FONT]
 
Vogliamo Indagare, Caso per Caso, sui Prestiti Concessi dalle 4 Banche Fallite? Per Favore?

Di FunnyKing , il 18 dicembre 2015 29 Comment





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La cosa divertente e che i dati ci sono tutti, fido per fido, mutuo per mutuo:
Chi li ha ricevuti
Quando li ha ricevuti
Quale delle 4 banche li ha concessi
Quale organismo dirigente delle 4 banche fallite ha valutato congrue le garanzie dei “clienti” affidati e che si sono rivelati falliti, bruciando il capitale e le obbligazioni della banca.
Ma “casualmente” è tutto secretato in mano agl “oganismi di viglianza”:
Banca d’Italia
Consob
Non è proprio una impresa facilissima fare fallire una banca, se si seguono un minimo di regole di prudenza e di controllo sui soggetti a cui la banca presta soldi.
E’ facile farla fallire se la banca è gestita da un comitato politico (e qui si parla di Partito Democratico e sistema delle Cooperative, poche balle) che erga fondi a pioggia agli amici e sodali di consorteria e massoneria.
Amici e Sodali che in nessun altro posto avrebbero potuto accedere al credito bancario perché ad altissimo rischio se non già insolventi.
Tutto il problema si risolve qui:
Con una analisi puntuale, soggetto per soggetto, delle persone, delle società e degli enti pubblici che hanno ricevuto soldi in prestito dalle 4 banche fallite e che non sono riusciti a restituirli nei termini stabiliti.

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Con dei sistemi di software non è un lavoro immane, si tratta solo di farlo.
E se non verrà fatto non ci sarà nulla da fare. Il sistema cercaherà di auto rigenerarsi sulle spalle dei più deboli, ingenui, avidi, stupidi forse. Ma gli obbligazionisti subordinati non sono i criminali.
I criminali sono le persone che hanno avuto le leve per concedere il credito nelle 4 banche. E la faranno franca.
I criminali si annidano anche fra gli “organismi di vigilanza”, è impossibile anche solo ipotizzare che negli ultimi 10 anni a Banca d’Italia e Consob fossero sfuggite queste irregolarità. E se così fosse, peggio mi sento, in tal caso andrebbero rasate al suolo immediatamente per palese inutilità. Altro che “fiducia nel sistema”
Avanti così verso la bancarotta.
 
Banca Padovana, salvagente dalla Bcc di Roma

di Fabio Pavesi19 dicembre 2015



Sul filo di lana, ma è arrivato. È il primo salvataggio nel sistema delle Bcc e riguarda la Banca Padovana di credito cooperativo, commissariata dalla primavera del 2014 con i termini di amministrazione straordinaria in scadenza a giorni, e che è stata acquisita dalla Bcc di Roma. Come Il Sole 24Ore è in grado di anticipare, l'atto è stato firmato ieri sera e prevede lo scorporo della parte malata dell'istituto patavino che verrà assorbita dal Fondo di garanzia istituzionale delle Bcc, mentre attività e passività liberate dal fardello delle sofferenze verrano acquisite dalla Bcc di Roma. Un salvataggio tutto interno al sistema del credito cooperativo che ha avuto il via libera da parte delle Autorità. Di cosa si farà carico il Fondo di Garanzia? Innanzittutto della mole di sofferenze accumulate dalla banca Padovana e che hanno toccato la cifra di 650 milioni di euro. Secondo quanto ha appreso Il Sole 24Ore le sofferenze sono già state svalutate del 70%. Ma il fondo si farà carico anche della quota di obbligazioni subordinate che ammontano a 29 milioni e per le quali si prevede il rimborso integrale ai possessori. Niente da fare invece per i 9mila soci azionisti che vedranno azzerare il capitale, secondo quanto riportano fonti della Bcc di Roma. Scorporata così la parte malata sotto il cappello del Fondo, la parte sana finirà sotto l'ala ampia dell' istituto romano che è la prima Bcc italiana per dimensioni con un attivo di oltre 10 miliardi e 760 milioni di patrimonio netto .
L'istituto capitolino assorbirà i 215 dipendenti della banca veneta, 800 milioni di impieghi e 1,2 miliardi di depositi.

L'intervento dell'ultima ora evita l'unica altra sorte dell'istituto veneto che era la liquidazione coatta amministrativa con Sul filo di lana, ma è arrivato. È il primo salvataggio nel sistema delle Bcc e riguarda la Banca Padovana di credito cooperativo, commissariata dalla primavera del 2014 con i termini di amministrazione straordinaria in scadenza a giorni, e che è stata acquisita dalla Bcc di Roma. Come Il Sole 24Ore è in grado di anticipare, l'atto è stato firmato ieri sera e prevede lo scorporo della parte malata dell'istituto patavino che verrà assorbita dal Fondo di garanzia istituzionale delle Bcc, mentre attività e passività liberate dal fardello delle sofferenze verrano acquisite dalla Bcc di Roma. Un salvataggio tutto interno al sistema del credito cooperativo che ha avuto il via libera da parte delle Autorità. Di cosa si farà carico il Fondo di Garanzia? Innanzittutto della mole di sofferenze accumulate dalla banca Padovana e che hanno toccato la cifra di 650 milioni di euro. Secondo quanto ha appreso Il Sole 24Ore le sofferenze sono già state svalutate del 70%. Ma il fondo si farà carico anche della quota di obbligazioni subordinate che ammontano a 29 milioni e per le quali si prevede il rimborso integrale ai possessori. Niente da fare invece per i 9mila soci azionisti che vedranno azzerare il capitale, secondo quanto riportano fonti della Bcc di Roma. Scorporata così la parte malata sotto il cappello del Fondo, la parte sana finirà sotto l'ala ampia dell' istituto romano che è la prima Bcc italiana per dimensioni con un attivo di oltre 10 miliardi e 760 milioni di patrimonio netto . L'istituto capitolino assorbirà i 215 dipendenti della banca veneta, 800 milioni di impieghi e 1,2 miliardi di depositi. L'intervento dell'ultima ora evita l'unica altra sorte dell'istituto veneto che era la liquidazione coatta amministrativa con la distruzione integrale del valore rimasto della banca
 
IL PORTOGALLO SALVA LA SETTIMA BANCA DEL PAESE CON 2.3 MILIARDI AIUTI PUBBLICI
Mentre i risparmiatori italiani continuano a gridare vendetta per via della tosatura subita con il “salvataggio” delle 4 banchette italiane fallite, vale la penna farvi osservare che il...
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La Fed sta di fatto “salvando” le banche europee e la Merkel paga pegno? Ma il rischio di controparte è alle stelle

Di Mauro Bottarelli , il 23 dicembre 2015 5 Comment





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“Il sistema bancario italiano è solido e non lo cambierei con quello tedesco. Dobbiamo risolvere alcune piccole situazioni ma non cambierei il sistema italiano con quello tedesco delle Sparkassen. Per l’amor di Dio, non voglio avere nulla a che fare con quel sistema”. Così parlò l’altro giorno Matteo Renzi nel corso di un’intervista al Financial Times e alla vigilia del rinnovo delle sanzioni alla Russia fino al prossimo luglio votato dal Consiglio Europeo su spinta tedesca.
Perché quell’attacco al sistema bancario tedesco? Per distogliere l’attenzione dal caso Etruria e compagnia bella? Oppure c’è qualcosa che lega la scelta tedesca di ignorare la linea italiana di maggiore attendismo nei confronti di Mosca al suo sistema bancario? Insomma, ancora una volta Angela Merkel non ha potuto dire di no a Barack Obama? E poi perché quel brutto e irrituale rimpallo di responsabilità tra il Commissario europeo per la Stabilità finanziaria, il britannico Jonathan Hopkin Hill e Bankitalia sui presunti veti dell’Europa all’utilizzo del Fondo per la tutela dei depositi nella questione Etruria e soci? E ancora, perché quell’attacco a freddo di Mario Draghi sull’occupazione in Italia che cresce meno che in Grecia, una sconfessione netta del Jobs Act?
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Può esserci una spiegazione, ancorché ardita e per qualcuno di voi magari anche complottista. Poco male, io la trovo verosimile e cerco di raccontarvela. Partendo da questo grafico,
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il quale ci mostra che attraverso l’espansione del suo stato patrimoniale fino a 4,5 trilioni di dollari negli ultimi sette anni, la Fed ha garantito, come diretta conseguenza, un aumento delle riserve in accesso detenute verso varie banche fino a oltre 2,5 trilioni di dollari. Il grafico mostra la diretta correlazione tra l’ammontare di riserve in eccesso nel sistema e le detenzioni cash delle banche.
Ma è questo altro grafico
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a mostrarci forse la cosa più interessante: se infatti 1,4 trilioni di quel denaro è detenuto dalle banche statunitensi, sia grandi che piccole, 1,15 trilioni di dollari rimangono parcheggiati nella filiali statunitensi delle banche straniere. Mentre questo altro grafico,
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ci mostra la particolarità insita in questa dinamica, stando a quanto accaduto dal dicembre 2008 al dicembre 2012: in quel periodo, la Fed ha pagato alle banche europee operanti negli Usa qualcosa come 6 miliardi di dollari semplicemente come interessi sulle riserve in eccesso che detengono.
E veniamo a oggi, visto che nonostante l’inflazione CPI negli Usa sia ben lontana dal livello obiettivo, la scorsa settimana la Fed ha alzato i tassi dallo 0-0,25% allo 0,25-50%: questo significa che ha alzato anche il tasso di interesse che paga alle banche europee negli Usa per detenere le riserve in eccesso. Questo grafico
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ci mostra come dal febbraio 2013 a oggi, le filiali statunitensi della banche europee (e in parte molto minore giapponesi) abbiano ricevuto altri 9 miliardi di dollari di pagamenti di interessi cumulativi da parte della Fed, arrivando a un totale di circa 15 miliardi nel periodo esteso.
Ma questo grafico
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ci mostra come con il raddoppio del tasso IOER allo 0,50%, nei prossimi 12 mesi – mantenendo le riserve in eccesso delle banche europee al medesimo livello di 1,15 trilioni di dollari – gli istituti del Vecchio Continente operanti negli Usa si vedranno elargiti altri 6 miliardi in interessi, salendo quindi dagli attuali 15 a 21 miliardi.
Ma non è tutto, perché questi calcoli partono dal presupposto che la Fed non alzerà più i tassi nel 2016, mentre stando a documenti del FOMC ci si aspetta quattro rialzi l’anno prossimo (marzo, giugno, settembre e dicembre), portando il tasso IOER dall’attuale 0,50% a 1,50%.
E questo grafico
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ci mostra come se così accadesse, le banche straniere non metterebbero le mani su interessi per detenzione di riserve in eccesso pari a 6 miliardi di dollari ma solo nel corso del 2016 riceverebbero 11 miliardi di dollari, chiudendo l’anno con 26 miliardi di interessi cumulativi da parte della Fed. Insomma, a Washington stanno garantendo un profitto “risk-free” alle banche europee, di fatto una sorta di bail-out transoceanico e segreto.

E, come avete visto, la faccenda va avanti dal dicembre 2008. Non è che Angela Merkel ha detto sì al prolungamento delle sanzioni Ue alla Russia e, forse, si schiererà con chi chiede l’addio di Assad come precondizione per un accordo alla conferenza di New York sulla Siria, perché qualche banca “too big to fail” sta traballando pesantemente? E non è che le parole di Matteo Renzi dalle colonne di Financial Times, non un giornale qualsiasi, dovevano suonare come un monito a Berlino? Della serie, so come siete messi.
E’ ovviamente difficile dirlo e ancor più provarlo ma qualcosa rimanda segnali sinistri sul mercato, come ci mostra questo grafico,
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dal quale scopriamo come l’indice di rischio bancario di controparte, il cosiddetto TED-Spread, sia salito del 45% in due soli giorni nel fine settimana, il massimo dal settembre 2008 e dal crollo Lehman. Perché le banche si coprono a questi livelli? Di più, il TED-Spread compara i tassi di interesse sull’interbancario con i tassi a breve termine sul debito Usa e ci offre un proxy di come le banche vedano la solidità del credito nel settore finanziario: altra brutta correlazione, l’ultima volta che si è arrivati a questo livello era la fine del 2011, proprio quando stava esplodendo la crisi del debito sovrano e degli spread europei.
Insomma, tra le altre cose, la scelta della Fed di alzare i tassi ha rappresentato anche un implicito bail-out delle banche europee, come spiegato prima? Il problema è che questo grafico
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ci mostra come l’incremento sul TED-Spread sia davvero spaventoso e degno di un qualcosa di sistemico. Dovremo prepararci a leggere qualche grande nome del settore bancario sulle prime pagine dei giornali dove fino a ieri campeggiava Banca Etruria? Quando nel 2008 quell’indicatore arrivò a questi livelli, la Fed tagliò infatti i tassi di 75 punti base nel 2008 e al meeting di Jackson Hole del 2011 scatenò ulteriore QE: echi del caso Lehman? Questo grafico
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ci dice che l’indicatore cross-assets di fragilità del mercato di Bank of America è ai massimi proprio dal crollo del gigante di Wall Street del 2008. Certo, due indizi non fanno una prova. Ma fanno comunque paura.
Sono Mauro Bottarelli, Seguimi su Twitter! Follow @maurobottarelli
 

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