Macroeconomia Quale Futuro per le banche?

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gerardo morina,cdt,oggi

SVIZZERA E UE

RIECCO IL GRANDE CENTRALIZZATORE

MORENO BERNASCONILa crisi finanziaria favorirà un rafforzamento del potere centrale dell’UE oppure un rilancio degli spazi di autonomia nazionale? La domanda non è accademica e non riguarda solo l’Unione europea. La Svizzera subirà le conseguenze di questa evoluzione, anzi è già parte di questo processo il cui esito non è ancora chiaro.

Cominciamo col dire – a titolo di paragone – che la crisi di Wall Street del ’29 ha contribuito considerevolmente al rafforzamento del potere centrale dello Stato americano. Non significa che tutte le crisi finanziarie producano un rafforzamento dei poteri centrali, ma alcuni segnali che ci vengono oggi dall’Unione europea sembrano andare in questa direzione.


Alcuni mesi fa, in piena bufera finanziaria, l’Economist aveva salutato la nascita di una nuova «gerarchia europea» in coincidenza con la fine del reaganismo e del tatcherismo e del modello anglosassone che essi hanno rappresentato negli ultimi quarant’anni.
In sintonìa con questa analisi, l’ex commissario europeo alla fiscalità Mario Monti commentava recentemente che l’attuale rimescolamento delle carte «offre all’UE l’opportunità di rilanciare l’integrazione su basi più solide, proprio in una fase in cui la crisi economica e le reazioni dei Governi nazionali mettono a rischio il mercato unico e con esso l’integrazione realizzata finora».

È molto significativo, credo, che la prima mossa fatta da Manuel Barroso all’indomani della sua difficile rielezione a presidente della Commissione europea sia stata di nominare proprio Mario Monti a una funzione che equivale a quella di un supercommissario dell’UE per il rilancio del mercato unico.

La nomina è fatta con tale fretta (prima ancora che entri in funzione la nuova commissione) da suscitare qualche interrogativo. Di solito le prime nomine fatte dai presidenti sono per ripagare del sostegno ricevuto per l’elezione.

Non sappiamo ovviamente se Barroso debba ringraziare Monti per qualcosa.

È comunque chiaro che se rifanno capolino i protezionismi e le pretese nazionali, la macchina del processo di unificazione, già traballante dopo le battute d’arresto degli ultimi anni con i referendum sulla Costituzione, rischia di incepparsi ulteriormente.

Ed è anche comprensibile che agli occhi di Bruxelles sia necessario spingere sull’acceleratore, prima che il probabile cambio della guardia della leadership politica in Inghilterra (ma forse anche l’uscita di scena di Steinbrücke e l’arrivo di Westerwelle in Germania) venga a rallentare ulteriormente il processo, magari con l’introduzione di nuovi referendum.


Mario Monti rappresenta da sempre (ricordo bene i termini di un suo illuminante intervento sull’Europa ad un Convegno a Caidate a sostegno di una altrettanto chiara relazione di Sergio Romano) l’ala marciante del centralismo fiscale europeo.
Quell’ala marciante per la quale la Svizzera rappresenta una vera e propria spina nel fianco.

È infatti difficile imporre a tutti gli Stati membri dell’UE lo scambio automatico di informazioni fiscali (compresi il Lussemburgo e l’Austria, che lottano – ma fino a quando? – per mantenere il segreto bancario) fintanto che la Svizzera non si arrenderà facendo altrettanto.

Per il nuovo supercommissario Mario Monti occorre fare in fretta per piegare le resistenze interne (e esterne) all’Unione europea. Per la Svizzera non è certamente il momento di mostrarsi arrendevole o debole di fronte ad una campagna ostile, certo non casuale anche visto quanto precede
 
Per le banche, aggirare l’euritenuta è molto semplice

“All’Italia sono mancati
dalla Svizzera miliardi di euro”

Mauro Spignesi


“Quando il ministro italiano Giulio Tremonti si lamenta non dice nulla di nuovo. Ha ragione. E d’altronde a ben vedere i 142 milioni di franchi versati dalla Svizzera sembrano pochi, potrebbero andar bene per una città come Como, o per pagare un servizio pubblico in un quartiere di Milano.

Ma formalmente ha ragione anche la Svizzera, perché il pasticcio lo ha fatto l’Europa”.

Secondo il professor Marco Bernasconi, docente di diritto tributario alla Supsi e alla Bocconi, il pasticcio è quello sull’euroritenuta, ovvero l’imposta sugli interessi di capitali detenuti in banche svizzere da clienti di Paesi Ue, prelevata per effetto dell’accordo bilaterale sulla fiscalità al risparmio, “viene da lontano”. Tremonti che in una lettera al governo di Berna ha parlato di “pratiche elusive”.


E ha aggiunto: “Ci sono in Svizzera più società panamensi che a Panama”. Cosa vuol dire? “È semplice”, avverte Bernasconi, che su questo tema ha scritto un libro: “La direttiva dell’Unione europea sul risparmio è frutto di un compromesso

. Quando si discusse dell’imposta si parlò solo di

persone fisiche e non giuridiche (società)

e si scelse di applicare un’imposta per non sollevare il velo sui patrimoni stranieri.

Questo perché Lussemburgo, Austria e Belgio, posero il veto (allora dissero che in questo modo il segreto bancario sarebbe rimasto blindato per i prossimi dieci anni).

E senza l’unanimità l’Ue non può decidere”. Così negli anni l’euroritenuta è stata sistematicamente aggirata: chi aveva soldi sui conti li ha infilati in una società di comodo che consente di gestirli come meglio si crede e che non rientra nel trattato e dunque non può essere tassata.

Altra soluzione adottata è quelli di mettere i capitali al sicuro in paesi off-shore.


Come? “Per esempio spostandoli dalla sede svizzera di una banca alla sua filiale di Nassau.

Ecco spiegato perché in Italia arrivano pochi soldi rispetto a quelli che Tremonti prevede e perché il ministro dice che il trattato è stato disatteso”, riprende Marco Bernasconi. Insomma, un trucco formalmente consentito dalla normativa europea e che prima dell’Italia ha fatto scattare le proteste della Germania con una lettera del ministro Peer Steinbruck.


L’anno scorso la Svizzera, in base all’accordo con l’Europa, ha prelevato sugli interessi di capitali dei clienti esteri (la ritenuta è del 20 per cento) 738 milioni di franchi. Il 75 per cento (553.8 milioni) è finito ai Paesi d’origine dei clienti delle banche.

All’Italia sono andati appunto 142 milioni mentre alla Germania sono finiti 136 milioni. A seguire Francia (72), Gran Bretagna (43), Spagna (42), Belgio 25) e Olanda (20). Questo a fronte di un calcolo dell’Ocse che mette insieme patrimoni ben più consistenti.

“Ma deve essere proprio l’Unione europea a sciogliere questo nodo”, insiste Bernasconi.

Sarà difficile, però. Perché recentemente ancora Lussemburgo e Austria, dove esiste il segreto bancario, si sono messi di traverso e in ambito Ecofin (ministri delle finanze europei) hanno di fatto congelato un accordo con il Liechtenstein per un progetto di cooperazione antifrode fiscale che di fatto avrebbe spianato la strada ad altri accordi, compreso quello con la Svizzera. “Il problema - conclude Marco Bernasconi - è che nell’Ue le decisioni devono essere all’unanimità e dunque devono dire sì tutte e 27 gli stati. Governare così è davvero difficile”.

[email protected]

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è con vero piacere che linko quanto sopra

aggiungendo,che PARZIALMENTE,MA SOSTANZIALMENTE,
DISSENTO

come si discusse qualche decina di pagine fa ,qui
o comunque nel forum

in termini vaghi,perchè non era "il momento" ma chi doveva capire,come imark
lo sapeva bene

la ch,ci sguazzo`,in questa differenza,di interpretazione
LETTERALE della convenzione
e ,nei corridoi si fece vanto ,della furbata
(vedi nota in calce)*

io,contrario, personalmente,nell`ambiente,fui spernacchiato
in quanto sostenevo che,ESSENDO l`applicazione IN QUELLA FORMA

CONTRARIA allo spirito della legge,avrebbe SOLO FATTO INCAZZARE
AL REDDE RATIONEM

questa precisazione ad usum stocckucci,
in particolare
che non ha ancora VOLUTO CAPIRE da che parte sto

:D


*proprio la svizzera che,nell88 o giu`di li`
messa alle corde,
E COME SEMPRE SCOMPOSTA QUANDO CORRE A TAPPARE I BUCHI


invento`e/ fece suo il concetto di BENEFICIAL OWNER,avente diritto

di un conto cifrato,giustamente

ma ,piu`realista del re,lo applico`anche alle FIGURE GIURIDICHE

come dire che se aprivi un conto di una spa
loro COMINCIARONO a voler sapere
STOCKUCCIO LEGGI BENE

chi fosse IL PADRONE
roba che in italia non starebbe né in cielo né in terra
(anche perchè...che fai?? ci copi il libro soci?)

a questo punto,invece,per la ritenuta,ti offrivano LORO
lo schermo di una company d`inframezzo
:D
 
Ultima modifica di un moderatore:
(ANSA) - ROMA, 27 OTT - Settantasei filiali di banche
svizzere e di uffici bancari collegati a intermediari svizzeri o
situati nei pressi di San Marino sono stati controllati questa
mattina da centinaia di agenti del Fisco. Lo comunicano in una
nota congiunta la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate.
Nel mirino ''il corretto adempimento da parte di banche e
intermediari finanziari dell'obbligo di comunicazione
all'archivio dei rapporti finanziari''. (ANSA).
:)
 
(ANSA) - ROMA, 27 OTT - Settantasei filiali di banche
svizzere e di uffici bancari collegati a intermediari svizzeri o
situati nei pressi di San Marino sono stati controllati questa
mattina da centinaia di agenti del Fisco. Lo comunicano in una
nota congiunta la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate.
Nel mirino ''il corretto adempimento da parte di banche e
intermediari finanziari dell'obbligo di comunicazione
all'archivio dei rapporti finanziari''. (ANSA).
:)


ero certo che lo avresti postato e messo la faccina tra lo scemo ed il furbetto



sono allibito
questo è pestare duro e poco corretto
che abbiano il diritto ed il dovere di farlo,indubbio

ma che ,in un momento che i rapporti sono delicati fra roma e berna a livello diplomatico

si decida di fare ûna ispezione a tappeto su TUTTE LE CONTROLLATE DA BANCHE SVIZZERE
attenzione:
(non credo siano filiali...ma posso sbagliare..)
ma persone giuridiche italiane...
e solo a quelle svizzere
è veramente una dichiarazione di guerra

questo NEL MOMENTO IN CUI CHI STA FACENDO LO SCUDO
STA VALUTANDO se,come vorrebbero,ovviamente, gli svizzeri:

.lasciare i depositi in ch ,scudando

.spostare,scudando,presso banche svizzere

potevano farla la ispezione,a 100 banche estere tra cui 40 svizzere,nessuno avrebbe avuto nulla da dire

INVECE IL MESSAGGIO E`STATO:
GUARDATE,
SE PORTATE I VOSTRI AVERI PRESSO LE BANCHE CH
OGNI TANTO VENIAMO A VEDERE
INTANTO STIAMO INDAGANDO SU QUELLI CHE HANNO FATTO IL PRECEDENTE SCUDO
CON BANCHE CH

sono veramente senza parole
 
Hai ragione,




un'azione assolutamente sproporzionata.


E' l'assoluta necessità di far quadrare i conti per fine anno.

tommy

palesemente MIRATA ,voluta,FINALIZZATA

di monito A STATO SOVRANO

e DETERRENZA A CLIENTI

roba da diplomazia delle cannoniere

chi mi ha letto sa che ho sempre detto che lo scudo
era cosa sana e giusta per un italiano
in una parola ,da fare

ma questo è scorretto
 
La Confederazione ultimamente sta incassando una serie di sconfitte diplomatiche: dall'America per finire a Gheddafi.
Purtroppo l'isolamento (a proprio vantaggio) non paga più.

La perquisizioni di questa mattina si inquadrano nello "sparare sulla croce rossa".
Pratica non proprio onorevole ...
 

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