Per le banche, aggirare l’euritenuta è molto semplice
“All’Italia sono mancati
dalla Svizzera miliardi di euro”
Mauro Spignesi
“Quando il ministro italiano Giulio Tremonti si lamenta non dice nulla di nuovo. Ha ragione. E d’altronde a ben vedere i 142 milioni di franchi versati dalla Svizzera sembrano pochi, potrebbero andar bene per una città come Como, o per pagare un servizio pubblico in un quartiere di Milano.
Ma formalmente ha ragione anche la Svizzera, perché il pasticcio lo ha fatto l’Europa”.
Secondo il professor Marco Bernasconi, docente di diritto tributario alla Supsi e alla Bocconi, il pasticcio è quello sull’euroritenuta, ovvero l’imposta sugli interessi di capitali detenuti in banche svizzere da clienti di Paesi Ue, prelevata per effetto dell’accordo bilaterale sulla fiscalità al risparmio, “viene da lontano”. Tremonti che in una lettera al governo di Berna ha parlato di “pratiche elusive”.
E ha aggiunto: “Ci sono in Svizzera più società panamensi che a Panama”. Cosa vuol dire? “È semplice”, avverte Bernasconi, che su questo tema ha scritto un libro: “La direttiva dell’Unione europea sul risparmio è frutto di un compromesso
. Quando si discusse dell’imposta si parlò solo di
persone fisiche e non giuridiche (società)
e si scelse di applicare un’imposta per non sollevare il velo sui patrimoni stranieri.
Questo perché Lussemburgo, Austria e Belgio, posero il veto (allora dissero che in questo modo il segreto bancario sarebbe rimasto blindato per i prossimi dieci anni).
E senza l’unanimità l’Ue non può decidere”. Così negli anni l’euroritenuta è stata sistematicamente aggirata: chi aveva soldi sui conti li ha infilati in una società di comodo che consente di gestirli come meglio si crede e che non rientra nel trattato e dunque non può essere tassata.
Altra soluzione adottata è quelli di mettere i capitali al sicuro in paesi off-shore.
Come? “Per esempio spostandoli dalla sede svizzera di una banca alla sua filiale di Nassau.
Ecco spiegato perché in Italia arrivano pochi soldi rispetto a quelli che Tremonti prevede e perché il ministro dice che il trattato è stato disatteso”, riprende Marco Bernasconi. Insomma, un trucco formalmente consentito dalla normativa europea e che prima dell’Italia ha fatto scattare le proteste della Germania con una lettera del ministro Peer Steinbruck.
L’anno scorso la Svizzera, in base all’accordo con l’Europa, ha prelevato sugli interessi di capitali dei clienti esteri (la ritenuta è del 20 per cento) 738 milioni di franchi. Il 75 per cento (553.8 milioni) è finito ai Paesi d’origine dei clienti delle banche.
All’Italia sono andati appunto 142 milioni mentre alla Germania sono finiti 136 milioni. A seguire Francia (72), Gran Bretagna (43), Spagna (42), Belgio 25) e Olanda (20). Questo a fronte di un calcolo dell’Ocse che mette insieme patrimoni ben più consistenti.
“Ma deve essere proprio l’Unione europea a sciogliere questo nodo”, insiste Bernasconi.
Sarà difficile, però. Perché recentemente ancora Lussemburgo e Austria, dove esiste il segreto bancario, si sono messi di traverso e in ambito Ecofin (ministri delle finanze europei) hanno di fatto congelato un accordo con il Liechtenstein per un progetto di cooperazione antifrode fiscale che di fatto avrebbe spianato la strada ad altri accordi, compreso quello con la Svizzera. “Il problema - conclude Marco Bernasconi - è che nell’Ue le decisioni devono essere all’unanimità e dunque devono dire sì tutte e 27 gli stati. Governare così è davvero difficile”.
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è con vero piacere che linko quanto sopra
aggiungendo,che PARZIALMENTE,MA SOSTANZIALMENTE,
DISSENTO
come si discusse qualche decina di pagine fa ,qui
o comunque nel forum
in termini vaghi,perchè non era "il momento" ma chi doveva capire,come imark
lo sapeva bene
la ch,ci sguazzo`,in questa differenza,di interpretazione
LETTERALE della convenzione
e ,nei corridoi si fece vanto ,della furbata
(vedi nota in calce)*
io,contrario, personalmente,nell`ambiente,fui spernacchiato
in quanto sostenevo che,ESSENDO l`applicazione IN QUELLA FORMA
CONTRARIA allo spirito della legge,avrebbe SOLO FATTO INCAZZARE
AL REDDE RATIONEM
questa precisazione ad usum stocckucci,
in particolare
che non ha ancora VOLUTO CAPIRE da che parte sto
*proprio la svizzera che,nell88 o giu`di li`
messa alle corde,
E COME SEMPRE SCOMPOSTA QUANDO CORRE A TAPPARE I BUCHI
invento`e/ fece suo il concetto di BENEFICIAL OWNER,avente diritto
di un conto cifrato,giustamente
ma ,piu`realista del re,lo applico`anche alle FIGURE GIURIDICHE
come dire che se aprivi un conto di una spa
loro COMINCIARONO a voler sapere
STOCKUCCIO LEGGI BENE
chi fosse IL PADRONE
roba che in italia non starebbe né in cielo né in terra
(anche perchè...che fai?? ci copi il libro soci?)
a questo punto,invece,per la ritenuta,ti offrivano LORO
lo schermo di una company d`inframezzo
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