Evasione fiscale,Gdf: 14 denunciati,anche funzionari Banco Desio
giovedì 1 aprile 2010 09:02
MILANO, 1 aprile (Reuters) - Quattordici persone, tra cui cinque funzionari del Banco Desio (DESI.MI:
Quotazione) accusati di aver organizzato un sistema per aiutare i clienti a trasferire all'estero somme guadagnate in nero, sono state denunciate per riciclaggio ed evasione fiscale internazionale.
Ne dà notizia la Guardia di Finanza, mentre non è stato al momento possibile ottenere un commento dall'istituto di credito.
Gli ideatori del sistema, secondo le Fiamme Gialle veri e propri "esperti dell'alta finanza", si sarebbero mossi personalmente per raccogliere contanti in tutta Italia -- soprattutto a Roma, Milano, Firenze e Modena -- e portarli in una filiale a Lugano dove venivano depositati su conti "cifrati".
"Quasi quattro milioni di euro è l'ammontare complessivo delle transazioni che sono state veicolate in territorio elvetico dall'Italia", spiega a Reuters al telefono il tenente colonnello Roberto Piccinini, del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma.
"Complessivamente, nella struttura estera del Banco Desio (che conta di una fiduciaria, alcune società costituite ad hoc e la filiale vera e propria) sono stati ritrovati più di 26 milioni di euro".
La posizione dei denunciati, spiegano le Fiamme Gialle, è ora al vaglio dell'autorità giudiziaria.
Variegato il ventaglio delle persone che affidavano loro i guadagni non denunciati al fisco italiano: imprenditori della sanità privata e del settore edile, antiquari, agenzie di viaggio ed anche un sacerdote.
Per lui, spiega una nota della Gdf, vi era il progetto di creare nelle isole Cayman una società off-shore sui cui conti far transitare gli importi dei suoi libretti al portatore. Trattandosi di cifre consistenti, il compenso richiesto sarebbe stato molto più alto del normale.
Il trucco usato, spiega la nota, era quello di far girare meno contante possibile per evitare di essere fermati al confine e di vedersi sequestrare il "bottino": chi voleva trasferire le somme le consegnava infatti personalmente al funzionario di banca che, a sua volta, le metteva a disposizione di altri clienti bisognosi di liquidi da spendere in Italia.
Qualche giorno dopo, le operazioni venivano registrate presso la banca estera, a credito e a debito a seconda dei casi e per i contanti movimentati. In cambio, i correntisti dovevano pagare una percentuale sulle somme e compilare una ricevuta.