Macroeconomia Quale Futuro per le banche?

  • Creatore Discussione Creatore Discussione mostromarino
  • Data di Inizio Data di Inizio
Che gli americani stanno preparando una normativa per cui, in caso di futuri crack bancari, la banca o istituzione finanziaria sarebbe presa in carico dalla FDIC (vado a grana grossa) ma senza salvataggi con denaro pubblico per ciò che concerne i creditori della banca stessa...

D'altronde, non ci si può attendere per il futuro altri salvataggi come quelli ai quali si è assistito nell'ultimo biennio...
Ma questa legge non può essere l'anticamenra di qualcosa? Cioè della resa dei conti?
Del tipo, se per salvarvi io USA perdo credibilità e rischio di far impennare il debito ed in questo modo, in futuro, andrò incontro a difficoltà di rifinanzarlo (quando arriverà la exit strategy ed i soldi vorranno di nuovo essere remunerati seriamente) adesso vi "mollo" tutelando solo i correntisti (che equivale a dire: i cittadini) e nel contempo permetto alle big di fallire e di danneggiare si gli USA ma spalmando le perdite dei bond su altre nazioni.

In questo modo gli USA resterebbero solvibili e credibili come Stato, si ridurrebbero le proteste ed i malumori interni e qualche sacrificio dovuto a qualche grosso default tipo Lehman lo pagano un po tutti nel mondo.

E assurda come idea?
 
Ma questa legge non può essere l'anticamenra di qualcosa? Cioè della resa dei conti?
Del tipo, se per salvarvi io USA perdo credibilità e rischio di far impennare il debito ed in questo modo, in futuro, andrò incontro a difficoltà di rifinanzarlo (quando arriverà la exit strategy ed i soldi vorranno di nuovo essere remunerati seriamente) adesso vi "mollo" tutelando solo i correntisti (che equivale a dire: i cittadini) e nel contempo permetto alle big di fallire e di danneggiare si gli USA ma spalmando le perdite dei bond su altre nazioni.

In questo modo gli USA resterebbero solvibili e credibili come Stato, si ridurrebbero le proteste ed i malumori interni e qualche sacrificio dovuto a qualche grosso default tipo Lehman lo pagano un po tutti nel mondo.

E assurda come idea?

Per niente...
 
Ma la exit strategy potrebbe anche avvenire tramite default?
In fondo quando vi è un fallimento l'azzeramento di valore di equity e bond equivale a distruggere ricchezza.
Certo non è la stessa cosa che ritirare liquidità, però l'effetto non dovrebbe essere uguale?

E' giusto, ma cosa altro puoi fare ? Aumentare a dismisura il debito pubblico ?
 
Lento ma inequivocabile rientro nella normalità

Portafogli delle banche, perdite quasi recuperate

Ai prezzi di dicembre 2009 la svalutazione rispetto ai livelli pre-crisi delle attività finanziarie si è ridotta a 1/4 della misura registrata a marzo 2009, sia per gli istituti Usa che europei


19.01.2010 - ROMA
L'ultimo scorcio del 2009 ha visto diventare più frequenti le indicazioni di segno positivo sulla situazione economico-finanziaria delle banche europee e statunitensi. Secondo un'autorevole stima, ai prezzi di dicembre 2009 la svalutazione rispetto ai livelli pre-crisi del portafoglio delle attività finanziarie degli istituti di credito del Vecchio Continente e degli USA si sarebbe ridotta a 1/4 della misura registrata a marzo 2009. Il sistema si prepara alle sfide impegnative che si profilano per il futuro, dalle exit-strategies dalle iniziative straordinarie di sostegno alla liquidità alla progressiva realizzazione del nuovo quadro regolamentare sulla patrimonializzazione delle banche.


:)
 
]ECONOMIA
LA SVOLTA DI OBAMA SULLE BANCHE
ALFONSO TUOR
Ad un anno dal suo insedia­mento alla Casa Bianca Barack Obama compie una clamorosa e inaspettata svolta.

Il presidente americano dichiara guerra a Wall Street, facendo proprie le tesi dell'ex numero uno della Federal Re­serve, Paul Volcker
.
Propone in­fatti una riforma del sistema bancario il cui spirito si rifà al­la legislazione varata negli anni Trenta nel pieno della Grande Depressione: quelle norme im­ponevano la separazione tra banche commerciali, che rac­coglievano il risparmio dei cit­tadini e che erano garantite dal­lo Stato, e banche di investimen­to, che non potevano raccoglie­re il risparmio, ma potevano ci­mentarsi in operazione ad alto rischio.

Questa separazione era stata abrogata negli anni No­vanta dall'amministrazione Clinton su proposta dell'allora ministro del Tesoro, Larry Sum­mers.

Costui oggi è il capo della squadra dei consiglieri econo­mici dell'amministrazione de­mocratica, che finora si era pro­filata per una strenua difesa de­gli interessi di Wall Street. La svolta del presidente america­no, sicuramente motivata dal­la sconfitta del candidato demo­cratico nell'elezione del succes­sore di Ted Kennedy al Senato, rappresenta uno schiaffo pro­prio a Larry Summers, al segre­tario al Tesoro Tim Geithner, e al numero uno della Federal Re­serve Ben Bernanke.

È quindi probabile che nei prossimi gior­ni vi siano le prime ricadute po­litiche di questa svolta. Le proposte lanciate giovedì se­ra da Obama sono destinate a cambiare in profondità il siste­ma bancario americano e ad in­cidere anche sulle attività delle banche estere attive negli Stati Uniti, come UBS e Credit Suisse, poiché anch'esse dovranno sot­tostare alla legislazione statu­nitense.

È verosimile che i Pae­si europei siano costretti a se­guire le orme degli Stati Uniti.

Già il Partito conservatore bri­tannico, che i sondaggi danno vincente nella prossima consul­tazione elettorale, ha ufficial­mente comunicato di voler in­trodurre anche in Gran Breta­gna le medesime regole.

Le idee base, che dovranno esse­re tradotte in norme attuative, mirano ad affrontare due que­stioni fondamentali: l'azzardo morale di banche troppo gran­di per fallire (e che quindi bene­ficiano della garanzia statale) e delle attività speculative condot­te dalle banche con i mezzi pro­pri.

«Le grandi banche commer­ciali - ha detto Obama - non po­tranno più condurre operazioni sul mercato per conto del loro portafoglio; non potranno inve­stire in Hedge Fund o società di Private Equity e non potranno avere depositi che superino com­plessivamente il 10% del totale dei depositi americani.

Questo 10% d'ora in avanti includerà an­che i depositi non assicurati e gli altri attivi di bilancio».

Questi principi guida costitui­scono una vera e propria rivolu­zione. Istituti come Goldman Sachs e Morgan Stanley saranno costretti a rinunciare alla licen­za di banca commerciale, acqui­sita in fretta e furia nell'autunno del 2008 per poter beneficiare degli aiuti statali; mentre colos­si come JP Morgan, Citigroup, Bank of America dovranno fare una cura dimagrante, dismetten­do Hedge Fund costruiti e finan­ziati in casa e chiudendo le red­ditizie sale di trading che opera­no con i mezzi propri.

Anche le banche estere attive negli Stati Uniti, secondo Obama, saranno sottoposte alle medesime regole.
Quindi, quella che si prefigura come una vera e propria rivolu­zione del paesaggio bancario, co­stringerà anche le due grandi banche svizzere a fare le scelte che finora non sono state fatte.

Le proposte di Obama hanno fat­to immediatamente salire sulle barricate Wall Street, che, da un canto, ha immediatamente sguinzagliato il suo esercito di lobbisti per far sì che il Congres­so respinga le soluzioni propo­ste oppure le annacqui e, dall'al­tro, ha lanciato una campagna stampa per sostenere che que­ste soluzioni non risolvono al­cun problema e che costituisco­no un clamoroso errore.

Dal punto di vista politico, la posi­zione di Wall Street è molto de­bole.

I sondaggi dimostrano che la stragrande maggioranza del­la popolazione americana, che sta subendo le conseguenze del­la crisi provocata da Wall Street, è inviperita contro un settore fi­nanziario che ha ricominciato ad operare come prima e a di­stribuire miliardi di dollari in bonus.

Ma c'è di più. Le propo­ste di Paul Volcker, fatte proprie da Obama, raccolgono consensi anche nel Partito repubblicano, a tal punto che l'ex candidato al­la Casa Bianca John McCain ha già presentato al Senato una pro­posta di legge che va nella me­desima direzione.

Inoltre il pre­sidente americano, accusato di mancanza di leadership, ha fat­to chiaramente intendere che userà tutto il suo peso politico in questa battaglia dichiarando che «se le banche vogliono la guer­ra, sono pronto a combattere. Più vedo le banche tornare al vecchio modo di condurre gli af­fari, più le vedo riportare utili primato, ma allo stesso tempo negare prestiti alle piccole im­prese, più sento dire che non possono pagare una tassa per rimborsare ai contribuenti il lo­ro denaro, più sono risoluto a portare avanti questa riforma».

La campagna stampa lanciata da Wall Street si concentra invece, da un canto, sui costi della rifor­ma, e dall'altro, sull'inefficacia delle misure proposte. Il primo punto è pretestuoso. Infatti, i co­sti di una crisi finanziaria, come hanno dimostrato gli eventi de­gli ultimi mesi, sono incompa­rabilmente superiori ai costi del­la ristrutturazione del sistema bancario dovuto a questa rifor­ma.

L'inefficacia delle misure è tutta da provare, poiché il presi­dente americano ha enunciato i principi guida, ma le norme pro­poste devono essere ancora ela­borate dall'amministrazione, de­vono passare al vaglio del Con­gresso ed essere tradotte in pre­cise regole dalle autorità di sor­veglianza.
Quindi, il diavolo po­trebbe ancora nascondersi nei dettagli, ma i principi guida ap­paiono validi.

Si può concludere sostenendo che Obama si è svegliato da un torpore che è durato un anno in­tero e ha proposto una riforma che affronta i problemi del set­tore finanziario e che probabil­mente risolleverà le fortune di una presidenza che stava sem­pre più appannandosi.
Alfonso Tuor
cdt oggi
 
a mio modestissimo parere, occorre aspettare che si riprenda l'economia reale, l'edilizia, il manufatturiero, i consumi ...
questo discorso avrebbe dovuto farlo tra 6 mesi, un anno, ora mi sembra presto
 
Evasione fiscale,Gdf: 14 denunciati,anche funzionari Banco Desio

giovedì 1 aprile 2010 09:02




MILANO, 1 aprile (Reuters) - Quattordici persone, tra cui cinque funzionari del Banco Desio (DESI.MI: Quotazione) accusati di aver organizzato un sistema per aiutare i clienti a trasferire all'estero somme guadagnate in nero, sono state denunciate per riciclaggio ed evasione fiscale internazionale.
Ne dà notizia la Guardia di Finanza, mentre non è stato al momento possibile ottenere un commento dall'istituto di credito.
Gli ideatori del sistema, secondo le Fiamme Gialle veri e propri "esperti dell'alta finanza", si sarebbero mossi personalmente per raccogliere contanti in tutta Italia -- soprattutto a Roma, Milano, Firenze e Modena -- e portarli in una filiale a Lugano dove venivano depositati su conti "cifrati".
"Quasi quattro milioni di euro è l'ammontare complessivo delle transazioni che sono state veicolate in territorio elvetico dall'Italia", spiega a Reuters al telefono il tenente colonnello Roberto Piccinini, del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma.
"Complessivamente, nella struttura estera del Banco Desio (che conta di una fiduciaria, alcune società costituite ad hoc e la filiale vera e propria) sono stati ritrovati più di 26 milioni di euro".
La posizione dei denunciati, spiegano le Fiamme Gialle, è ora al vaglio dell'autorità giudiziaria.
Variegato il ventaglio delle persone che affidavano loro i guadagni non denunciati al fisco italiano: imprenditori della sanità privata e del settore edile, antiquari, agenzie di viaggio ed anche un sacerdote.
Per lui, spiega una nota della Gdf, vi era il progetto di creare nelle isole Cayman una società off-shore sui cui conti far transitare gli importi dei suoi libretti al portatore. Trattandosi di cifre consistenti, il compenso richiesto sarebbe stato molto più alto del normale.
Il trucco usato, spiega la nota, era quello di far girare meno contante possibile per evitare di essere fermati al confine e di vedersi sequestrare il "bottino": chi voleva trasferire le somme le consegnava infatti personalmente al funzionario di banca che, a sua volta, le metteva a disposizione di altri clienti bisognosi di liquidi da spendere in Italia.
Qualche giorno dopo, le operazioni venivano registrate presso la banca estera, a credito e a debito a seconda dei casi e per i contanti movimentati. In cambio, i correntisti dovevano pagare una percentuale sulle somme e compilare una ricevuta.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto