Macroeconomia Quale Futuro per le banche? (2 lettori)

sichel

Nuovo forumer
Sono anch'io abbastanza convinto che sia indispensabile salvare lo "strumento" bancario per poter far sopravvivere il sistema.

Quello che mi preoccupa è che, implicitamente, si afferma che si manterranno nelle strutture bancarie le tesse conoscenze e le stesse persone che ci hanno portato a questi risultati.

Non mi interessa in questo momento seguire i problemi degli istututi bancari internazionali. Sto semplicemente osservando i nostri:
i componenti dei cda rimangono ai loro posti (grazie alla loro lungimiranza)
le direzioni generali non sembrano dover avere variazioni di sorta
si continua a dare una grande importanza alla "finanza"
si continua a snobbare l'attività "commerciale" (che certamente rende di meno, ma almeno genera utile ogni giorno)​

A mio modo di vedere manca la volontà e l'intelligenza di governare i problemi in un'ottica di "decrescita" dell'economia.
 

lorenzo63

Age quod Agis
ho l'impressione che sia finito il tempo del "salviamole tutte" / dopo il botto LB. Almeno questo è stato il primo pensiero leggendo :

Anil Kashyap, a professor of economics and finance at the University of Chicago Booth School of Business, gave Geithner credit for getting regulators to agree to subject the country’s 18 to 20 largest banks to stress tests to determine whether they have enough capital to withstand an even worse economy.

Geithner said the tests would be used to determine which banks need more capital from the government. Left up in the air is whether the government will shut down banks that the tests show are all but insolvent, rather than putting more money into them.

‘Zombie Banks’

That’s a step that experts such as Rogoff advocate. “You don’t want to try to keep zombie banks on life support,” he said.

Until it’s clear which, if any, of the big banks the government may take over, investors will be wary of putting any more money into the sector for fear of being wiped out.

That’s a problem for Geithner because he is counting on investors to provide the bulk of the financing for his program to lift toxic assets from banks’ balance sheets. The illiquid securities, mainly tied to mortgages, have made lenders loath to extend new credit.

The so-called Public-Private Investment Fund that will purchase the securities will have an initial capacity of $500 billion, including some $50 billion backing from the government, and could grow to $1 trillion.

Awaiting Details .....


in altre parole, ho avuto l'impressione che altri soldi li daranno a chi mostrerà capacità di sopravvivenza ...
Resto dell'idea che verranno nuove giornate di tempesta...e che gli ultimi due mesi è come esser stati in vacanza.

Concordo appieno. Non esistono i mezzi per "salvarle tutte"...oltre a cio' si innesta un problema etico.. salviamo le banche e le Industrie?? e tra le Industrie quale di queste salviamo, ovvero chi ha piu' probabilità di sopravvivenza? e la valutazione di toxic asset? quale criterio seguirà? esistono oltre a questo anche in questo momento delle bombe ad orologeria che potrebbero rispondere alle big del settore auto Usa che se naufragassero potrebbero causare un' altro notevole sconquasso...Ma è solo una ipotesi..
 

yellow

Forumer attivo
Concordo appieno. Non esistono i mezzi per "salvarle tutte"...oltre a cio' si innesta un problema etico.. salviamo le banche e le Industrie?? e tra le Industrie quale di queste salviamo, ovvero chi ha piu' probabilità di sopravvivenza? e la valutazione di toxic asset? quale criterio seguirà? esistono oltre a questo anche in questo momento delle bombe ad orologeria che potrebbero rispondere alle big del settore auto Usa che se naufragassero potrebbero causare un' altro notevole sconquasso...Ma è solo una ipotesi..

Segnala P.Krugman che lo stress test ipotizzato da Min. Tes. Geithner
varrebbe solo per Banche di una certa entità,
che sarebbero 14 negli States.

In pratica solo queste avrebbero una specie di paracadute in caso di....
Ma in extrema ratio va avanzando l'idea, che queste a mali estremi verranno nazionalizzate, con buona pace degli azionisti.
 

slowdown

Forumer storico
Ottimi articoli e ottimi spunti.

Personalmente credo che la "soluzione" sara' la peggiore possibile: salvataggio del sistema e sua prosecuzione con "altri mezzi". Il tutto a spese degli strati deboli della popolazione.
In questi anni gli Stati si sono sufficientemente attrezzati per la repressione delle eventuali proteste. E la gente, peraltro, non sa piu' protestare e non ha neppure la forma mentis adeguata per una protesta efficace.

Era evidente del resto che la cessione di quote sempre piu' reali di liberta' in cambio di quote sempre piu' fittizie di presunta sicurezza era funzionale a ben altro che a combattere un presunto terrorismo "mondiale" tanto fasullo quanto provvidenziale.


non la penso molto diversamente

quando il "salvare " le banche a spese dell'affondamento di interi stati - seppur piccoli - è considerato un male minore , significa semplicemente che le banche si sono poste al di sopra degli stati
( quelli più grossi , semplicemente allargheranno - pescando anche nei piccoli - i contributori destinati a ripristinare le risorse "" bruciate"" :lol::lol: )


desumo quindi che - essendo questo processo ora detonato , in corso da almeno una decina di anni - la reale gerarchia non sia propriamente quella a cui alla maggioranza è dato a intendere

non vorrete credere che nessuno sapesse , che nessuno avesse ben chiaro in mente il finale della storia , spero ... :lol::lol::lol:
 

mostromarino

Guest
Oggi sul Corriere della sera un alìnalista postula un default della Svizzera sul modello islandese in conseguenza del peso sulle finanze pubbliche del salvataggio dei due colossi...

oggi son stato un po`distratto

leggo adesso che credito svizzero esce con perdita di 8,22 mdi.di franchi (ex +8,5 mdi)
 

mostromarino

Guest
l`ignavia degli zombies sta colpendo tutti


...................



COMMENTO
Settimana di passione per le banche
Alfonso Tuor
La settimana di passione delle banche svizzere è proseguita ieri con la pubblicazione dei risultati del Credit Suisse, che ha annunciato di aver perso l’anno scorso 8,2 miliardi di franchi. Negli ultimi tre mesi del 2008 il CS ha perso 6 miliardi di franchi, di cui almeno la metà giocando sui mercati con il capitale proprio.

La lezione sembra aver prodotto, seppure con enorme e colpevole ritardo, qualche frutto: il CS ha infatti annunciato di aver ridotto sensibilmente le proprie posizioni a rischio. Ciò vuol dire che la banca rimane un grande Hedge Fund (così come le altre grandi banche), che però ora ricorre meno alla leva (ossia al credito) per giocare sui mercati finanziari.


La seconda maggiore banca svizzera ha beneficiato paradossalmente dei guai del fratello maggiore, che hanno fatto apparire «accettabili» le perdite registrate, anche perché l’attenzione si è concentrata sulla crisi di UBS. Non vi è stata quindi una crisi di fiducia della clientela paragonabile a quella riscontrata da UBS.


Ad esempio, il CS può vantare un afflusso netto di nuovi patrimoni. L’istituto ha pure beneficiato del fatto di aver ridotto, poco prima dello scoppio della crisi dei mutui subprime, la propria esposizione nei titoli con cui si finanziavano i mutui ipotecari americani.



Ma gli analisti sottolineano che il CS è esposto in modo consistente nei titoli legati al Commercial Real Estate (palazzi di uffici, supermercati, ecc.) e nei finanziamenti alle acquisizioni dei fondi Private Equity, ossia in settori che ora vengono in pieno colpiti dalla crisi finanziaria.



Quindi, nemmeno il CS, al pari delle altre banche, è al riparo dagli effetti di questa crisi che continua ad aggravarsi, sebbene la seconda grande banca svizzera si sia subito affrettata a dichiarare che non ha bisogno di alcun aiuto statale, come quello di cui ha beneficiato UBS, che martedì scorso aveva annunciato di aver perso 19,7 miliardi di franchi nel 2008. Ambedue le grandi banche hanno comunicato di aver fiducia nell’avvenire e di aver archiviato un buon mese di gennaio.




L’ottimismo delle due grandi banche svizzere deve essere preso con le molle. Sorprende infatti che, nonostante gli sforzi di ridurre l’esposizione al rischio, non vi sia una riflessione sull’opportunità di continuare ad essere pesantemente impegnati nel campo dell’investment banking.


Anche le due nostre grandi banche, come del resto quelle degli altri Paesi, sembrano convinte che prima o poi tutto si rimetterà a posto e si potrà riprendere, magari con una maggiore attenzione ai rischi, l’attività precedente imperniata sulla nuova ingegneria finanziaria.


Questo atteggiamento, che è sicuramente dovuto alla forte dipendenza dai grandi utili che queste attività generavano negli anni d’oro, è una conferma che i top manager del settore bancario non hanno ancora cercato di prevedere le conseguenze di questa crisi.


Una conferma di questa insensibilità è data dalle reazioni negli Stati Uniti e in Gran Bretagna verso le limitazioni alle remunerazioni dei manager di istituti che beneficiano degli aiuti statali. L’industria finanziaria confida sulla propria influenza politica per far sì che le nuove regole sui mercati finanziari le consentano di riprendere le attività che hanno causato questa crisi.

Questo atteggiamento ricorda il comportamento dell’orchestrina che sulla tolda del Titanic continuava a suonare nonostante il transatlantico avesse cominciato ad affondare.

E infatti il transatlantico del settore finanziario continua ad imbarcare acqua.

Le voragini ancora nascoste nei conti delle banche sono tali che anche Wall Street ha ritenuto insufficiente il piano salvabanche di complessivi 2.000 miliardi di dollari presentato martedì dalla nuova amministrazione statunitense.


Quello che giunge da New York è un altro forte campanello d’allarme: esso fa facilmente prevedere che la crisi finanziaria, già trasformatasi in una crisi economica mondiale, è solo agli inizi e che è inimmaginabile che i governi non cambino radicalmente le regole del gioco e che permettano al mondo della finanza di riprendere a funzionare come prima.
12.02.09 07:34:59 Oggi sul CdT (versione completa per soli abbonati)
 

ratchis

Nuovo forumer
Voglio sottoporre la seguente domanda provocatoria:
Ma chi salverà il mercato?
La meta delle maggiori banche mondiali sono semistatalizzate e le altre soffriranno a breve per questo. Ma allora che mercato finanziario ci aspetta nei prossimi anni ? ha senzo inoltre di parlare di libero mercato oppure tutto il mondo sta prendendo a modello la Cina ?
 

Imark

Forumer storico
Stavo pensando che anche sulle obbligazioni sono contento di avere drasticamente sottopesato il comparto bancario ... voglio dire: le banche una volta intermediavano il credito.

Poi si sono dedicate all'investment banking, e l'intermediazione del credito la hanno lasciata ad altri: finanziarie, ma non solo.

Ho un amico che fa l'agente di vendita del caffé per i bar... ebbene mi dice che una fonte importante di guadagni per lui sono i finanziamenti....:eek:

Stupore del sottoscritto: come funziona ?

Funziona che la ditta che vende il caffé procura a chi voglia aprire un bar un finanziamento per rilevare una licenza o per sostenere l'avviamento dell'attività, e questo sembra sia assai più redditizio che vendere il caffé.

Dietro l'agente al quale si rivolge chi cerca credito per l'attività c'è la sua ditta, dietro la ditta c'è una finanziaria, dietro la finanziaria c'è una banca che eroga il credito sapendo molto poco del debitore finale... l'importante era avere crediti che suppongo venissero cartolarizzati, reimpacchettati ecc. ecc.

E fino a ieri la responsabilità di accordare o meno il finanziamento e di selezionare il debitore ricadeva sulle spalle di uno che vende il caffé... :D
 

ilfolignate

Forumer storico
Stavo pensando che anche sulle obbligazioni sono contento di avere drasticamente sottopesato il comparto bancario ... voglio dire: le banche una volta intermediavano il credito.

Poi si sono dedicate all'investment banking, e l'intermediazione del credito la hanno lasciata ad altri: finanziarie, ma non solo.

Ho un amico che fa l'agente di vendita del caffé per i bar... ebbene mi dice che una fonte importante di guadagni per lui sono i finanziamenti....:eek:

Stupore del sottoscritto: come funziona ?

Funziona che la ditta che vende il caffé procura a chi voglia aprire un bar un finanziamento per rilevare una licenza o per sostenere l'avviamento dell'attività, e questo sembra sia assai più redditizio che vendere il caffé.

Dietro l'agente al quale si rivolge chi cerca credito per l'attività c'è la sua ditta, dietro la ditta c'è una finanziaria, dietro la finanziaria c'è una banca che eroga il credito sapendo molto poco del debitore finale... l'importante era avere crediti che suppongo venissero cartolarizzati, reimpacchettati ecc. ecc.

E fino a ieri la responsabilità di accordare o meno il finanziamento e di selezionare il debitore ricadeva sulle spalle di uno che vende il caffé... :D

Purtroppo è così! Ho avuto una paio di bar prima di cambiare completamente lavoro, e TUTTI i torrefattori Italiani fanno così!:down:
 

Imark

Forumer storico
Purtroppo è così! Ho avuto una paio di bar prima di cambiare completamente lavoro, e TUTTI i torrefattori Italiani fanno così!:down:

Quando me lo ha raccontato questo mio amico, ho fatto una faccia... poi ridendo gli ho spiegato perché lui è uno dei responsabili del disastro finanziario in essere, ed è finita a ridere... :lol: ;)
 

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