QUANDO MUORE UN POLLYTICO,MOLTi PARTECIPANO AL FUNERALE SOLO PER ASSICURARSI.....

La Cgil fa la voce grossa, annuncia mobilitazioni perenni contro la manovra di Monti e la battaglia per la modifica dell'articolo 18 del ministro del Welfare Elsa Fornero (il secondo tempo del decreto salva Italia, come l'ha definito il premier), diffonde la propria voce in piazza (e altri scioperi sono in arrivo) e sul web, tra Facebook e Twitter. La segretaria Camusso ha un solo problema: pochi la seguono. Tra questi c'è sicuramente Oliviero Di Liberto, segretario dei Comunisti italiani, secondo cui la battaglia della Cgil "a difesa dell'articolo 18 e contro il precariato è nel solco della storia sindacale e del movimento dei lavoratori di questo Paese", mentre il leader di Sel Nichi Vendola spera, in caso di riforma del lavoro, in una "reazione durissima" dell'Italia intera. Difficile, visto che già a sinistra i distinguo sono piuttosto pesanti. L'allarme sull'articolo 18 "non ha senso", perché la riforma riguarderà solo i nuovi rapporti di lavoro e perché le tutele saranno nel contratto unico, ricorda il senatore Pd e giuslavorista Piero Ichino, intervistato dal Sole 24 Ore. E mentre i colleghi democratici sia Franco Marini sia Marina Sereni consigliano il governo di pensare ad altro che non all'articolo 18, perché misura impopolare, è sempre più tangibile l'apertura di larghe fette della società a una riforma che, come ha chiesto oggi il presidente della Commissione Ue Josè Barroso, "agevoli l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro".
 
1324399435gh.jpg
 
La Cgil fa la voce grossa, annuncia mobilitazioni perenni contro la manovra di Monti e la battaglia per la modifica dell'articolo 18 del ministro del Welfare Elsa Fornero (il secondo tempo del decreto salva Italia, come l'ha definito il premier), diffonde la propria voce in piazza (e altri scioperi sono in arrivo) e sul web, tra Facebook e Twitter. La segretaria Camusso ha un solo problema: pochi la seguono. Tra questi c'è sicuramente Oliviero Di Liberto, segretario dei Comunisti italiani, secondo cui la battaglia della Cgil "a difesa dell'articolo 18 e contro il precariato è nel solco della storia sindacale e del movimento dei lavoratori di questo Paese", mentre il leader di Sel Nichi Vendola spera, in caso di riforma del lavoro, in una "reazione durissima" dell'Italia intera. Difficile, visto che già a sinistra i distinguo sono piuttosto pesanti. L'allarme sull'articolo 18 "non ha senso", perché la riforma riguarderà solo i nuovi rapporti di lavoro e perché le tutele saranno nel contratto unico, ricorda il senatore Pd e giuslavorista Piero Ichino, intervistato dal Sole 24 Ore. E mentre i colleghi democratici sia Franco Marini sia Marina Sereni consigliano il governo di pensare ad altro che non all'articolo 18, perché misura impopolare, è sempre più tangibile l'apertura di larghe fette della società a una riforma che, come ha chiesto oggi il presidente della Commissione Ue Josè Barroso, "agevoli l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro".



caxxo agevola...se non c'è lavoro mica assumo uno perchè posso licenziarlo più facilmente....e vogliamo raccontarci la favola che non assumo miliardi di giovani per colpa dell'art. 18...? :-?
 
c'era una volta l'italia degli anni 90 dove la disoccupazione era alta, hanno riformato il lavoro , inventato nuove forme...interinale , contratto, temporaneo..etc etc ed è nato il precario :eek: la disoccupazione si abbasso' cosi' il politico di turno poteva dire che l'economia era migliorata......quindi dalla disoccupazione si è creata una valvola di sfogo : il precario.....ora il lui vuole il posto fisso :-o forse è da rivedere lo status di precario ...perche' non si puo' essere precari a vita.....a questo punto allora tutti dipendenti pubblici e privati siano precari ......invece no il sindacato difende religiosamente il posto fisso .......dicono che non esiste piu' :wall::wall:
 
Ultima modifica:
LA PROTESTA

Palazzo Madama, licenziati cuochi e camerieri
Personale si barrica nel ristorante del Senato


L'aumento dei prezzi del menù conseguenza dei tagli ai costi della politica mette in crisi la struttura, gestita dalla Gemeaz Cusin, che invia nove lettere di licenziamento a sei camerieri, due cuochi e un tabaccaio. Per protesta, i lavoratori avvertono il presidente Schifani e occupano i locali. "Vogliamo risposte"

ROMA - Da quando i prezzi sono aumentati, al ristorante del Senato gli avventori sono sempre di meno. Se prima dei tagli i senatori pagavano cifre irrisorie, dovendo spendere di più preferiscono mangiare fuori. Così, la struttura gestita dalla società Gemeaz Cusin ha dovuto fare i conti con l'improvvisa penuria di clienti. Morale: nove lettere di licenziamento, recapitate a sei camerieri, due cuochi e un tabaccaio.

Per protesta, il personale ha occupato il ristorante di Palazzo Madama. I lavoratori, una trentina, hanno avvertito il presidente del Senato Renato Schifani e i Questori. Ora sono riuniti in assemblea nei locali, in attesa di un incontro con i dirigenti della Gemeaz.

"Ci siamo barricati nel ristorante - ha spiegato un cameriere - sono arrivate le prime lettere di licenziamento e non ci muoveremo finché non arriverà una risposta". Dal Senato, ha raccontato il cameriere, è stato chiamato il direttore commerciale della Gemeaz Cusin, società che gestisce, tra l'altro, anche la buvette di Palazzo Madama "per cercare di trovare una soluzione" e "stiamo
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto