Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

Lo spoore ora è bello tirato, le news sono uscite in gran numero e quindi il tempo della pausa potrebbe essere cominciato, però okkio che i carry sullo yen hanno spazio. Io come ultimamente accade sto a guardare.

A dopo. :ciao:
 
tutto rigettato in appello per l'interdizione dai pubblici uffici, perchè la Corte Costituzionale si dichiara non idonea a pronunciarsi.

Il solito poccio all'italiana.


Mediaset, Cassazione: Berlusconi, condanna confermata. Annullata con rinvio solo per interdizione
 
Ho promesso un commento sulla situazione macro e ve la posto: probabilmente sono sul breve un po più bearish della view macro, un po più bullish sul medio e un po più bearish sul lunghetto ma ho preferito realizzarla nel suo versante più ottimistico per dare una declinazione un po più positiva rispetto a quella di nove e per stimolare il confronto ribadendo che quanto scritto da Nove è estremamente corretto ed interessante ma io penso che sia importante l'arricchimento complessivo degli autori e dei lettori dei vari post (battaglia che sostanzialmente sto perdendo ma non mi arrendo.. :rolleyes:).

Sono abbastanza d’accordo sull’analisi anche se parto dal principio che i mercati finanziari hanno beneficiato piu dell’economia reale delle immissioni di liquidità delle banche centrali e quindi potrebbero essere più resistenti del previsto se le BC non riducono la liquidità in circolazione, se la fiducia nel loro operato non scema o se qualche fattore interno al mercato si inceppa bloccando il sistema. E anche in questo caso poi vista l’eccezionalità della situazione (espansione dei bilanci delle banche centrali come in epoca di guerra) bisognerebbe intendersi per riduzione della liquidità in circolazione perché leggo studi che supportano la view bullish sostenendo che solitamente i mercati tremano quando le banche centrali cominciano a ridurre la liquidità ma poi ripartono e crollano solo quando il ciclo di rialzo dei tassi termina. L’argomento è corretto ma non tiene conto del fattore QE; possibile che la fine del QE made in USA se non sostenuto da QE decisi da parte di economia similari per stazza (UE o Cina) possa invece essere una causa di correzione significativa dei mercati mentre è sempre possibile che l’inizio della riduzione del QE sia solo causa di una piccola correzione dei mercati ma non la fine del bear ciclico a meno che non si intersechi con una debolezza Cinese più forte del previsto.

Il ciclo di crescita nella prima parte del 2013 ha rallentato, questo è sicuro ma occorre capire se questo rallentamento è ciclico o strutturale e la risposta secondo me più corretta è: entrambi. Infatti non bisogna dimenticare che il consolidamento fiscale UE ormai in atto da 2 anni si è associato nei primi mesi del 2013 al consolidamento fiscale USA che è stimato possa aver mangiato tre i 0,6 e oltre il punto di crescita percentuale con un peso che nei prossimi trimestri dovrebbe ridursi in entrambe le aree.

Ad essi però bisogna sposare quei fattori strutturali che Nove ha ben citato nel suo commento ai mercati.

Ma, a mio modo di vedere, gli effetti di queste politiche sono state diversi a seconda delle aree considerate. Infatti il QE USA, effettuato dopo una serie di stimoli fiscali importanti e dopo la pulizia dei bilanci bancari, è riuscito a raggiungere l’economia attraverso due canali principali, il mercato immobiliare da una parte e attraverso tassi competitivi dall’altra. Questo ha consentito una crescita economica ancorchè debole e l’inondazione del mercato di liquidità che naturalmente ha compresso rendimenti ed asset che non erano da comprimere ed ha sicuramente prodotto di cattiva allocazione in diverse aree della finanza e dell’economia causando in un caso fenomeni speculativi (Cash for Copper in Cina) e dall’altra eccessi produttivi in diversi settori.
In poche parole il QE USA ha cercato di limitare i fenomeni del deleveraging post bolla creditizia non risolvendo i problemi di fondo ma consentendo di gestire gli effetti piu pericolosi per l’economia USA.

In altre aree quali Inghilterra Giappone ed area Euro queste politiche hanno avuto effetti diversi meno orientati all’economia ed in alcuni casi come in Europa orientati a mettere fine al ciclo del credito.

Discorso diverso per gli emergenti dove, per molti di essi, la leva monetaria e fiscale potrebbe essere utilizzata ma dove il rischio bolla è molto più alto visto i rendimenti strutturalmente più elevati (ma ora non molto di più) e dove in alcuni settori e paesi potrebbe già essere presente.
ma il peso di un economia Cinese in termini di PPP è orami pari al 16% molto vicino a quella USA ed Europea e quindi il suo rallentamento ha un peso sul PIL globale di natura strutturale e questo va considerato nei dati macro.

In ogni caso il ciclo del credito ha dimensioni Kondratievviane (tempi lunghi per lo sviluppo e per la cura) e le politiche di QE e le pratiche monetarie messe in atto potrebbero avere effetti dilatori sullo stesso.


personalmente penso che il ciclo del credito, con tutti gli effetti prima benefici e poi corrosivi che ha avuto secondo me non ha ancora finito di esacerbare i suoi effetti negativi con il necessario consolidamento del debito e della capacità produttiva di molte aree e settori ma c’è da dire che sul medio diversi leading indicator sembrano segnalare un nuovo pick up nella ripresa ancorchè non particolarmente forte in diverse aree del globo.

Se la finanza non fa scherzi l’economia nel breve/medio periodo potrebbe ancora cavarsela anche perché tra le forse strutturali in corso ci sono gli effetti della rivoluzione tecnologica partita un paio di decenni fa e che sta riverberando tutti i suoi effetti proprio in questa fase premiando come non mai il capitale economico e finanziario con bilanci e utili societari che sorprendono nella loro resistenza nonostante vendite non particolarmente brillanti certamente perché parte della componente finanziaria e speculativa non si è ancora scaricata del tutto ma anche perché l’ampia offerta di lavoro a livello globale ed il miglioramento dei fattori produttivi dovuti alla tecnologia stanno ancora esplicando i propri effetti.

grazie Gipa,

se non ho capito male il tuo discorso mi sembri abbastanza ottimista almeno sul breve/medio. Da altri tuoi interventi mi è parso di capire che sei sostanzialmente flat o hai invesitto poco in questa fase (scusa se mi permetto di interpretare). Quindi, cosa ti sta trattenendo dall'investire il capitale e c'è qualcosa d'altro che non ti convince?
ciao
 
Ciao

stavo riflettendo sulla circostanza che gli indici azionari americani stanno salendo mentre stanno pure rialzandosi i rendimenti delle obbligazioni. Voi pensate che questo trend sia sostenibile?
 
grazie Gipa,

se non ho capito male il tuo discorso mi sembri abbastanza ottimista almeno sul breve/medio. Da altri tuoi interventi mi è parso di capire che sei sostanzialmente flat o hai invesitto poco in questa fase (scusa se mi permetto di interpretare). Quindi, cosa ti sta trattenendo dall'investire il capitale e c'è qualcosa d'altro che non ti convince?
ciao

In realtà come ho scritto sul breve ritengo il mercato tirato e degno di una pausa che però oggi non si è materializzata anche perché il mese è uno di quelli facilmente muovibile anche con bassi volumi. Rispetto ai commenti di stamattina ci sono alcuni fattori da considerare:

1)Stamattina il mercato è stato tenuto su con i carry sullo yen ma
2) oggi pomeriggio l'ulteriore linfa è arrivata dalla liquidazione dei fondi di liquidità e obbligazionari a favore dell'azionario mentre i carry sono rientrati probabilmente a causa della forte volatilità dei prezzi delle obbligazioni governative USA.

In realtà come qualcuno che scrive qua e saluto caramente sa ero lungo da un po sul mercato italico e sono stato per un certo periodo anche sotto (perché ho anticipato troppo) significativamente ma nelle ultime sedute sono finalmente ritornato positivo.

Detto questo non voglio confodervi con le mie operazioni di breve con quelle di investimento e quindi sapendo che qua spesso si predilige il trading su quelle sono flat.

Ciao e grazie della domanda. :)
 
Ciao

stavo riflettendo sulla circostanza che gli indici azionari americani stanno salendo mentre stanno pure rialzandosi i rendimenti delle obbligazioni. Voi pensate che questo trend sia sostenibile?

Negli ultimi 15 anni abbiamo avuto diversi periodi con queste caratteristiche: dal 1998 ad inizio 2000 ad esempio, dal 2003 ad inizio 2007 per esempio, inoltre se si alzano più rapidamente quelli a lungo rispetto a quelli a breve, cosa molto probabile visto il controllo ferreo della curva dei tassi da parte della FED, allora la redditività delle banche cresce ed il rischio alla crescita è comunque basso salvo che i tassi non superino livelli chiave che si possono situare almeno 75 bps sopra i livelli attuali per il decennale USA IMHO.
 
Scusatemi ... sono commosso, ho letto Gipa ... vi voglio bene, siete davvero deglle persone notevolissime, Voi tutti di questo 3D.
Notevolissime.

PS ... doverosamente oggi saldo il mio lungo di titoli con ottima soddisfazione e riconosco a Voi parte del merito, in quanto in divenire ho captato da Voi l'evoluzione del sentiment ... come ad esempio ... DDuke chiese a Ranocchia ... :
"Come la vedi per la scadenza di luglio" ... "mmah dovremmo testare area 16500"

!!!!!!!!! :bow:

:bow::bow::)
 
The AAII Investor Sentiment

* Sentiment Survey Results Week ending 7/31/2013
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Bullish 35.6%
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Neutral 39.4%
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Bearish 25.0%

Change from last week:

Bullish: -9.5
Neutral: +7.1
Bearish: +2.4
 

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