Te lo dico io quale scelta ha un bancario.
Pensa al bancario medio: laureato, assunto poco prima o poco dopo dopo il 1996, non andrà in pensione che dopo i 70 anni e con una pensione da miseria; non può permettersi periodi di disoccupazione o non andrà in pensione mai più, non può permettersi di restare senza lavoro perchè alla sua età non ne troverà mai un altro. In compenso guadagna sui 1800 al mese, ha figli in età scolare e magari il mutuo di casa. Se chiede di essere passato ad altra mansione facilmente si ritrova buttato in qualche ufficio-discarica in odore di esternalizzazione (e quindi licenziamento) o in qualche filiale a n km da casa, il che vuol dire due o trecento euro al mese destinati a benzina e manutenzione auto. Lasciare il lavoro che ha e intorno al quale ha costruito la sua vita e quella della sua famiglia significa infilarsi in un tunnel del quale l'uscita non è né visibile né ipotizzabile. Inoltre, quand'anche fosse abbastanza ottimista da farlo, non dispone dei capitali necessari a mettersi eventualmente in proprio, e nessuno meglio di lui sa che nessuna banca lo finanziarà mai. In pratica è imprigionato dentro il suo lavoro, e quel lavoro significa ricevere decine di telefonate ogni giorno che lo sollecitano a vendere, condite di minacce più o meno velate (ormai quasi per niente, in verità), quando non di insulti. Dei bancari suicidi non ne parla nessuno. Eppure ci sono. Festeggiate pure.
Rispetto quello che hai scritto.
Secondo te, quello che scritto, l'ho scritto senza cognizione di causa?...o in parole più povere, quello che ho scritto e perché ho lavorato in banca per 16 anni e quindi so cosa scrivo.
E ti dirò di più, in 16 anni ho cambiato 4 banche e mi sono sciroppato 12 filiali diverse, comprese quelle a 40km da casa dove si lavorava anche il sabato e senza l'ausilio dei pc perché il ced era spento per una questione di costi.
E ovviamente ho famiglia anch'io, monoreddito, il mio.
È sufficiente per cercare di farti capire che non sto puntando il dito contro nessuno, ma solo facendo notare che troppo spesso ci si lamenta della propria situazione professionale sperando che "qualcuno" corra a salvarci.
Io, dal momento in cui mi sono sentito schiacciato dal clima che via via si andava creando in banca, e intuendo quello che stava per accadere, ovvero enormi pressioni a vendere solo certi prodotti, piuttosto che "regalare" elettrodomestici in cambio della sottoscrizione di questo/quel prodotto, venendo meno alla professionalità e al rapporto di fiducia con la clientela, ho chiesto alla allora mia bancari poter cambiare mansione e alla loro negazione, mi sono licenziato, aprendo partita iva, e questo nel 2014....un momento d'oro per lasciare uno stipendio eccellente e a tempo determinato vero?!?!
Come vedi, io dal momento in cui mi sono trovato con le spalle al muro ho reagito, provando prima a sondare il terreno delle possibilità, poi appurato che nessuno mi avrebbe aiutato, mi son fatto su le maniche, no senza una paura fottuta e ho preso una decisione per me, per il mio futuro e per la mia famiglia, che è tuttora monoreddito, il mio, quello di una partita iva che non ha mutua, ferie pagate e che soprattutto il 27 del mese non riceve più lo stipendio, ma incertezza.
Incertezza che però mi sprona ad andare avanti.
Quindi Tashtego a me non devi venire a dire proprio nulla che non sia quello che già conosco, che ho scritto e che tu, in parte hai confermato.
In ultimo, lascerei proprio perdere il discorso delle persone che si tolgono la vita, perché ne tu, né io, siamo in grado di giudicare, non conoscendo le motivazioni, che purtroppo le ha portate ad un gesto così estremo, a meno che tu non abbia avuto una persona cara che abbia compiuto un gesto del genere.