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Mentre passeggiamo capita che ci chiedano se siamo stranieri.
Cerchiamo di evitare di entrare in confidenza, preferisco stare sulle mie per i primi giorni, sino a quando non capisco come vanno le cose qui.
C'è un pò di timore, qui tutto è diverso e ci sentiamo un pò come i turisti faidatè della pubblicità.
Ad un certo punto siamo noi a chiedere una informazione ad una coppia che ci sembrava affidabile.
Sono marito e moglie e si dimostrano molto cortesi. Cominciano a spiegarci un pò di cose e sembrano intenzionati a farci da guida. La cosa non mi fa impazzire ma ormai sembra scortese dirgli di no.
Ci dicono di stare attenti a non comprare i sigari perchè spesso sono .. come dire .. "taroccati".
Ed allora Manuela ha la brillante idea di chiedere "e allora dove dovremmo comprarli?".
Mi sento un pò Pinocchio che ha incontrato la volpe ed il gatto in compagnia di una amante degli animali
Capisco la gravità del momento e cerco di cambiare argomento. Ma la frittata è fatta. Cominciano a dirci che lei lavora in una fabrica di sigari e che le danno due scatole di sigari al mese per arrotondare il magro stipendio. Gli stipendi a Cuba sono davvero molto bassi. Si parla di 10 dollari al mese, qualche volta meno. Sembra però che la polizia guadagni di più, sino a 40.
Nel frattempo visitiamo l'Università de La Habana.
Bella e verde, piena di studenti. Da li ci incamminiamo verso il centro ma passiamo per la parte più degradata della capitale.
Le cose qui sono messe davvero male. Alcune case cadono letteralmente in pezzi, la vernice è ormai scolorita, crepe e ruggine sono la regola.
Non ci sono gatti per le strade, strano per uno come me abituato ai grassi e grossi felini della Roma antica. Solo qualche cane malandato e magro.
Arriviamo ad una via speciale, piena di murales variopinti e di strane sculture.
E' la via dedicata alle opere di un famoso pittore cubano.
Ci sono piccole stanze dentro alle quali vi sono oggetti dipinti, statue di legno, persino una bici di inizio 900. Alcune sono dedicate alla santeria, con i suoi strani idoli a metà strada tra l'animismo delle religioni africane e il cristianesimo con i suoi santi ed i suaoi martiri.
La mia attenzione viene attratta dalle grida di alcuni ragazzini radunatisi intorno ad una fontana. Ci avviciniamo curiosi.
"Ehi, ma c'è un coccodrillo nella fontana!".
E' piccolo, circa mezzo metro ma è pur sempre un piccolo mostro in miniatura.
Alla fine della via c'è un piccolo chiosco che vende piante medicinali. Della serie occhio malocchio prezzemolo e finocchio.
Soprattutto finocchio
E son tutte erbe allo stato di erba. Si, insomma, mica in bocce di vetro, tagliuzzate o tritate. Qui le piante sono allo stato di materia prima non lavorata. E' davvero originale. Sembra il laboratorio di Amelia la fattucchiera.
Dal numero di persone in fila per comprare quele erbe comprendo che qui sono in molti a curarsi così.
Siamo un pò stanchi ed assetati, sentiamo il bisogno di fermarci un pò.
Ci sediamo in un bar all'aperto, con musica di sottofondo che ricorda quella di Buena Vista Social Club. Su una parete ci sono appesi numerosi CD di musica cubana, la nostra guida ci dice che costano poco.
Prendiamo un mojito, il famoso drink cubano a base di rhum, zucchero di canna, limone e foglie di menta. Insomma una limonata a cui ci metti la menta, dai.
E purtroppo si ricomincia a parlare di sigari. Le nostre guide ci propongono di comprarli da loro.
Io non ne ho assolutamente voglia. E poi sono contro il fumo. E poi sono contro la vendita sottobanco.
E poi .. girala come vuoi, io i sigari non li voglio.
Ma Manuela i sigari li vuole che li deve regalare. E poi il suo capo gli ha chiesto una scatola e ha detto che gliela paga. Mi stupisco a sentire quanti dei suoi amici tenevano incubato sto desiderio di sigari cubani .. e se non venivamo a Cuba che facevano? Gli venivano le voglie a forma di sigaro?
Ma i due la buttano sul commovente. Hanno due figli e lo stipendio è basso, hanno bisogno di arrotondare. Piuttosto che comprarli da un'altra parte ci chiedono di comprarli da loro, almeno gli diamo una mano.
E vabbè, decidiamo di prendere una scatola. Sono i Cicos, dei sigari piccoli e sottili, simili alle sigarette. 50 sigari a 40 dollari. Mi sembra un furto. Paghiamo i 4 mojito: 16 dollari. Uno sproposito per dell'acqua zuccherata. Litigo col barista ed anche con il gatto e la volpe.
Sono nervoso, conscio di essere in una situazione in cui non avrei voluto trovarmi.
Una volta fuori facciamo altri 100 metri in compagnia, sino all'inizio della Habana storica, e poi ci dividiamo.
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