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tontolina

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Il cappio del cottimismo
E’ entrato nella legnaia e si è tolto la vita impiccandosi. Aveva 52 anni l’uomo (padre e marito) che non è più riuscito ad andare avanti. A sopportare le sue giornate che trascorrevano senza che nessuno lo chiamasse. Non aveva un posto fisso l’imbianchino, titolare di una ditta individuale, di Monselice che ha appeso la sua vita al cappio fissato tra solide, vecchie assi di legno.

Che ne sanno gli “annoiati” del posto sicuro delle lunghe giornate e delle interminabili nottate di chi lavora a cottimo? Che ne sanno loro del telefono muto, quando nessuno chiama per fare anche solo un piccolo lavoro? Quando la vita perde significato e sotto i piedi si apre il baratro dell’incertezza di ogni singolo secondo vissuto che rintocca nella testa. La moglie, al ritorno dal lavoro, ha trovato il corpo senza vita del marito.

La vicenda di Monselice, della disperazione esistenziale dell’artigiano, diventa una distratta notizia di cronaca nera e il modesto post di questo blog. Meditate super tecnici, meditate.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/05/cappio-cottimismo/189242/
 

tontolina

Forumer storico
Le Invasioni Barbariche Carla Cantone Parte 1



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tontolina

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Le Invasioni Barbariche Carla Cantone Parte 1 2012 02 03.wmv

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VoceVana

Nuovo forumer
Ok Ok

Ciao. Una sola cosa, molti di questi hanno avuto un voto popolare.

Voglio dire (ironicamente) che il popolo ha ciò che si merita.

Ci sono Nazioni che in passato hanno decapitato il proprio re.
Noi italiani guardiamo in tv le avventure dell'erede di casa savoia...
Il cambiamento deve partire dai Cittadini ma fintanto che si comportano da sudditi, da sudditi verranno considerati.

Mi piacerebbe veder trattata l'azione (PIT.MI) (popoloitaliano). Credo che sarebbe interessante sapere quanti sarebbero Long e quanti Short.

°°° Le nuove catene degli schiavi non sono in ferro °°°
 

tontolina

Forumer storico
"Da che pulpito viene la predica"

"Da che pulpito viene la predica"

I due posti fissi della figlia mammona della Fornero: Università e Fondazione di mamma. E poi ci fanno le prediche…




scritto da daw

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Tutti bravi, a parole. Sono sempre i migliori a pontificare dall’altro delle loro cattadre. “Da che pulpito viene la predica” rischia di diventare il motivo pubblicitario più adatto al governo di Super Mario Monti.


Dopo il caso del vice-ministro Martone, che dall’alto delle sue super raccomandazioni riprendeva i giovani in ritardo con la laurea,


dopo le parole del premier Monti sul posto fisso,



oggi scoppia il caso del Ministro Fornero, l’esperta in lacrime, portato alla luce da Thomas Mackinson sul Fatto Quotidiano.


La figlia della Fornero, Silvia Deaglio, sposata tra l’altro con dirigente di Unicredit (ovvio…), lavora nell’Università di Torino alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Esattamente la stessa università della madre, il Ministro. E non solo, la figlia ha anche un secondo lavoro: si occupa di ricerca alla fondazione HuGeF, che indovinate un po’ da chi è sovvenzionata? Dalla Compagnia di San Paolo, di cui la mamma è stata vicepresidente.
E’ sempre la stessa storia. Guardano la pagliuzza nei nostri occhi, e non si accorgono della trave che c’è nei loro.
E come dimenticare le recenti parole della Fornero contro il posto fisso?



O quelle della colllega agli Interni, il Ministro Cancellieri, che criticava gli italiani “mammoni” perchè desiderano avere il posto di lavoro vicino alla mamma?

Ecco, lo dica alla figlia della sua collega Fornero.




martedì 07 febbraio 2012 ore 14:10
da http://www.daw-blog.com/2012/02/07/...ndazione-di-mamma-e-poi-ci-fanno-le-prediche/
 

big_boom

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un bel default e forse gli italiani si sveglieranno

fino a che li tengono sedati con il debito non succedera' nulla
 

tontolina

Forumer storico
Monti e il mobbing governativo


I primi segnali li capisci quando arrivi in ufficio e non ti saluta nessuno. Alle macchinette del caffé c’è un deserto che potrebbero rotolarti vicino le palle d’erba di un film western. Quando vai in mensa si consuma l’apoteosi: sei lì da solo a mangiare con il tuo vassoio e ti senti un appestato. Il fatto è che in azienda nessuno si cura del lavoro che fai. Ti fai il mazzo? Non te lo fai? Non importa.La naturale evoluzione sono le battute dei colleghi. Cominciano i colleghi più alti in grado. Non sono mai riferimenti diretti a quanto sei sfigato, come fa un professionista e cattedratico del calibro di Michel Martone. Nel mobbing aziendale le battute sono più triviali. Bisogna essere un accademico per insultarti in faccia come si deve.
Sembrano spiritosaggini, ma fioccano quando i segni premonitori diventano eclatanti: il tuo computer è rotto, ma l’assistenza tarda a riparartelo. O per te non c’è nessuna assistenza e rimani senza computer. Un po’ come con gli ammortizzatori sociali. Non è che tardano ad arrivare, è proprio che non ci sono.
Magari sei lì, praticamente fai solo fotocopie, e passa qualcuno a dirti “bella la vita vero?”. Ma potrebbe anche essere: “Non è monotono?”



Nel governo Monti sono professori, le cose le fanno bene perchè le hanno studiate alla Columbia, mica all’università di Catanzaro. Niente a che vedere con un Brunetta qualunque che in tempi non sospetti diceva ai precari:Siete l’Italia peggiore.

Bamboccioni tutti posto fisso e famiglia: vuoi mettere che stile? Se la classe non è acqua, c’è un ministro Cancellieri a ricordarcelo.


Rimane un dubbio. In azienda si sa come va a finire. Si comincia con il computer rotto e a un certo punto ti ritrovi che quella non è più la tua azienda.


Nel caso del governo Monti, invece, c’è uno spaesamento generale.

Lo sfottò quotidiano desta grandi preoccupazioni. Se è l’azienda Italia che ti mobbizza, dove dovresti andare quando ti sbatteranno fuori?
Forse il mobbing governativo vuole che emigri. Devi scomparire.



Accettare un contratto a tempo determinato a 900 euro al mese senza il paracadute familista significa fare una vita di ascetismo.


Nell’attesa che si chiariscano le reali intenzioni del governo Monti, sperando di poter rimanere cittadini italiani, in molti si riascoltano la canzone che ha reso celebre Beck, il cantante americano diventato famoso con la canzone Loser. Il ritornello, con straodinaria lungimiranza, già negli anni ’90 diceva
I’m a loser baby, so why don’t you kill me?
che in italiano sarebbe:
Sono un perdente tesoro, allora perchè non mi fai fuori?
Fonte: Monti e il mobbing governativo | Eva Macali | Il Fatto Quotidiano





Tratto da: Monti e il mobbing governativo | Informare per Resistere Monti e il mobbing governativo | Informare per Resistere
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
 

tontolina

Forumer storico
Obama 'Italia passi impressionanti con Monti'

ma dopo .....


"L'Italia ha avuto un ruolo cruciale e centrale nella forza di assistenza e sicurezza internazionale della Nato in Afghanistan"

a ecco adesso capisco, basta fare quello che dicono loro

'Italia passi impressionanti con Monti' - Mondo - ANSA.it
Decreto Monti, liberalizzazioni col trucco


Ci sono alcune liberalizzazioni col trucco nel decreto che il Governo dei Professori ha appena licenziato, liberalizzazioni che liberalizzano mercati già liberi, risparmiando i veri monopoli fonte di inefficienza e, soprattutto liberalizzazioni solo annunciate.Cominciamo da queste ultime.
L’art. 1 del Decreto stabilisce un principio sacrosanto e indispensabile per liberare il sistema Paese dalla morsa della burocrazia e dei privilegi: tutte “le norme che prevedono limiti numerici, autorizzazioni, licenze, nulla osta o preventivi atti di assenso dell’amministrazione comunque denominati per l’avvio di un’attività economica non giustificati da un interesse generale, costituzionalmente rilevante e compatibile con l’ordinamento comunitario nel rispetto del principio di proporzionalità” o “che pongono divieti e restrizioni alle attività economiche non adeguati o non proporzionati alle finalità pubbliche perseguite” sono abrogate.
Giusto così. Troppo spesso, nel nostro Paese, limiti e autorizzazioni all’esercizio di attività economiche vengono utilizzati per garantire agli amici degli amici ingiustificate posizioni di privilegio e per ostacolare l’accesso al mercato a realtà più giovani ed efficienti. Il tutto in assenza di valide ragioni di interesse pubblico.
Nelle prime versioni dello schema di Decreto Legge, il testo si fermava qui. Poi qualcosa deve essere accaduto, o meglio qualcuno deve aver fatto presente al Governo dei Professori che l’Italia non è Paese nel quale si possa pensare di travolgere privilegi e centri di potere dalla sera alla mattina. L’esecutivo, a quel punto, ne ha preso atto e ha inserito nel disegno di legge il “trucco”.
Eccolo il trucco.
L’abrogazione di tutte le norme è rinviata sino alla “dalla data di entrata in vigore dei decreti di cui al comma 3 del presente articolo” che, a sua volta dispone che “il Governo è autorizzato ad adottare entro il 31 dicembre 2012 uno o più regolamenti… per individuare le attività per le quali permane l’atto preventivo di assenso dell’amministrazione, e disciplinare i requisiti per l’esercizio delle attività economiche, nonché i termini e le modalità per l’esercizio dei poteri di controllo dell’amministrazione, individuando le disposizioni di legge e regolamentari dello Stato che… vengono abrogate a decorrere dalla data di entrata in vigore dei regolamenti stessi”.
Chiaro no? Da un lato si annuncia la super-liberalizzazione ma dall’altro la si rinvia di un anno e, soprattutto, si demanda a un’attività regolamentare, da svolgersi nelle segrete stanze di Palazzo Chigi, la scelta delle attività destinate davvero a essere liberalizzate e, conseguentemente, dei privilegi effettivamente destinati – senza urtare troppo la sensibilità degli amici e degli amici degli amici – ad essere eliminati.
Se a questo si aggiunge che nessuno può dire chi siederà a Palazzo Chigi da qui alla fine dell’anno, la super-liberalizzazione del Governo dei Professori, risulta ridimensionata e ridotta alla definizione che più le si addice: un annuncio tutto politico di una liberalizzazione col trucco.




Ma non finisce qui.


Come anticipato, infatti, accanto a liberalizzazioni solo annunciate ci sono anche liberalizzazioni di mercati, in realtà, già liberi.
E’ il caso della cosiddetta liberalizzazione del mercato dell’intermediazione dei diritti connessi degli artisti interpreti ed esecutori. I primi a leggere l’art. 39 del Decreto Legge che, appunto, la prevede hanno esclamato “urrà!”, pensando che il Governo avesse, finalmente, eliminato l’anacronistico monopolio della Siae, fonte di sprechi ed inefficienze colossali. Sfortunatamente, tuttavia, non è così.
La norma, infatti, annuncia – anche in questo caso la sua operatività è demandata al varo di un regolamento – di voler liberalizzare un mercato confinante con quello nel quale opera la Siae e in tutto e per tutto analogo a quest’ultimo sia in termini di dinamiche che di soggetti coinvolti. C’è, però, un “ma” che giustifica, ancora una volta, l’espressione “liberalizzazioni con il trucco”: in questo mercato non esiste nessun monopolio e, quindi, si tratta di un mercato già libero.
Perché il Governo dei professori individua correttamente l’esigenza di liberalizzare il mercato della gestione dei diritti d’autore ma poi non ha il coraggio di smantellare l’unico monopolio che l’opprime? E’ una domanda che varrebbe la pena porre al prof. Monti che, peraltro – vista la sua esperienza europea – sa bene che un monopolio non indispensabile a garantire l’efficienza di un mercato o la tutela di interessi pubblicistici è un mercato incompatibile con le norme Ue.
Fonte: Decreto Monti, liberalizzazioni col trucco | Guido Scorza | Il Fatto Quotidiano
 

tontolina

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Italia: La storia del debito pubblico!

ITALIA: LA STORIA DEL DEBITO PUBBLICO!

Scritto il 9 febbraio 2012 alle 12:04 da icebergfinanza
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Visto che spesso e volentieri in Italia ma non solo, in molti hanno la memoria corta e non conoscono la storia, andiamo a dare un’occhiata alle dinamiche del nostro debito pubblico risalendo sino all’ Unità d’Italia grazie ad un lavoro apparso nel 2008 a disposizione sul sito di Bancad’Italia
Questo lavoro presenta i risultati di una ricostruzione del debito pubblico italiano dall’unità del paese a oggi. Le elaborazioni sono effettuate utilizzando una metodologia in linea con le regole statistiche attuali al fine di ottenere una base dati omogenea e più coerente con le statistiche di contabilità nazionale. Il settore di riferimento, a differenza di molti studi precedenti che prendevano in esame il solo Settore statale, è quello delle Amministrazioni pubbliche e l’aggregato è il debito lordo al valore nominale e consolidato tra e nei sottosettori. La base dati ricostruita include le serie storiche mensili per il debito e per le sue scomposizioni per sottosettori e strumenti. Per la loro frequenza e il lungo periodo considerato, questi dati possono rappresentare un utile strumento di analisi per gli studiosi di storia economica e economia pubblica. Il lavoro presenta una sintesi degli aspetti metodologici e una breve descrizione dell’andamento del debito negli ultimi 150 anni. Se confrontata con i dati precedenti, la nuova ricostruzione storica evidenzia un valore del passivo in media superiore.
Chi pensa che non sia possibile riportare il debito sotto controllo dimentica che guerre e depressioni sono l’amara medicina che l’uomo non ama prendere nell’illusione del debito ma come ha dimostrato la recentissima dinamica storica successiva a Maastricht è solo questione di volontà e urgenza, un’urgenza che oggi è evidente.​
Qualunque considerazione sui metodi e le dinamiche di rientro dal debito , sul peso che ricade spesso e volentieri sui soliti noti è argomento da affrontare in altra sede.​
Qui sotto avete una serie di grafici che testimoniano la dimensione storica del nostro debito dall’Unità d’Italia, la dinamica del debito dal 1861, quella degli ultimi anni e relativi responsabili politici oltre che un’evidenza delle dinamiche del debito della pubblica amministrazione.​

Direi che al di la delle chiacchere da bar ce ne abbastanza per cancellare l’idea che il debito non può che crescere…​
Nel terzo trimestre 2011 il rapporto debito-pil dell’Italia, pur restando il secondo dell’Ue dopo la Grecia con 119,6%, ha registrato il maggiore calo (-1,6%) insieme a quello di Malta rispetto ai tre mesi precedenti. È il nuovo dato diffuso da Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea. Il Sole 24 Ore – leggi su Il rapporto debito/Pil cala dell'1,6% - Il Sole 24 ORE
Suppongo che anche Eurostat sia l’ennesimo sito telebano che diffonde notizie tendenziose e non veritiere, ma mentre l’Italia fallisce domani mattina, noi attendiamo la nuova ondata di panico.​
E visto e considerato che stiamo giocando a nascondino con la storia andiamo a dare un’occhiata anche allo sbarco dei Mille senza dimenticare la leggendaria frase di Garibaldi, ristrutturata questa si dal sottoscritto per l’occasione… Qui si RIFA’ l’Italia o si muore…​
GARIBALDI E I MILLE? UN INVESTIMENTO

La spedizione dei Mille è stato uno degli eventi cruciali per l’unificazione d’Italia. Ai tempi non c’era internet ma il telegrafo, Parigi era la Borsa di riferimento e i prestiti erano erogati dalle grandi famiglie dei banchieri e non dall’Fmi. Eppure mercati finanziari e debito pubblico ebbero un ruolo nello sgretolamento del regno borbonico e nel successo dei garibaldini. E, col senno di poi, è un po’ come se Garibaldi avesse detto “obbedisco!” non solo al re Vittorio Emanuele, ma anche ai Rothschild.
Studiando la serie storica delle quotazioni del debito pubblico borbonico, durante il 1860, è possibile rispondere a una domanda assai interessante, anche per i suoi riflessi attuali: i mercati finanziari dell’epoca avevano scontato la spedizione dei Mille?
Indubbiamente, i mercati anticipano accadimenti incerti, che valutano attraverso la lente deformante delle aspettative. Vi consiglio di continuare l’interessante lettura a questo indirizzo
In sintesi come spesso abbiamo visto si chiacchera troppo e si dimentica spesso e volentieri le lezioni della storia!
Chi fosse interessato all’analisi ANNO 2012: ESPLOSIONE DEL DEBITO! che fa il punto sui rischi e stelle polari del 2012 può richiederla con una libera donazione cliccando sul banner in cima al blog o QUI
Icebergfinanza partecipa al ” ENEL BLOGGER AWARD 2012 ” Se qualcuno di Voi trova un attimo di tempo ed è disponibile a sostenerci , questo è l’indirizzo per votare Semplicemente grazie! Enel | Enel Blogger Award 2012
 

tontolina

Forumer storico
lo studio sopra riportato evidenzia solo il rapporto debito/pil

ma in un periodo dove il PIL diminuisce
il problema dell'elevato debito in valore assoluto
diventa un vero problema

tanto più che le politiche economiche dei governi del centrodestra sono depressive

e chi ce l'ha rifilato?
CRAXI e BERLUSCONI!

 
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